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Autore: Shainareth    28/03/2015    4 recensioni
«Stanotte ti ho sognato», mi sovvenne all’improvviso, voltandomi a guardare Kentin. Lui inarcò un sopracciglio ed io, sovrappensiero, continuai: «Era un sogno piuttosto imbarazzante, però.»
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alexy, Armin, Dolcetta, Kentin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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APOSTROFO ROSA




«Stanotte ti ho sognato», mi sovvenne all’improvviso, voltandomi a guardare Kentin. Lui inarcò un sopracciglio ed io, sovrappensiero, continuai: «Era un sogno piuttosto imbarazzante, però.»
   Gli andò di traverso la cola che stava bevendo, mentre Alexy emetteva un verso infastidito e Armin cominciava a sghignazzare. «Sapessi quanti ne fa lui, di sogni imbarazzanti sul tuo conto…»
   «Eh?» balbettai, cadendo dalle nuvole. Solo quando Kentin gli gridò contro di chiudere la bocca realizzai quanto potesse essere fraintendibile ciò che avevo detto. Avvampando, precisai stizzita: «Non intendevo nulla di osceno!»
   Dallo sguardo che mi lanciò tornando a sorseggiare la sua bibita e dal sorrisetto malizioso che ancora aleggiava sulle sue labbra, capii che Armin non era propenso a credermi. Anche Alexy continuava a fissarmi con aria imbronciata, mentre Kentin… Beh, lui evitai di guardarlo per ovvie ragioni.
   «Ho solo sognato che diventavo un ragazzo», spiegai allora, convinta che quel racconto avrebbe chiarito la mia innocenza.
   «Oh», commentò Armin, perdendo il sorriso. Si rivolse all’amico accanto a lui e disse: «Visto che nel sogno c’eri anche tu, non credo che ti piacerà sentire il seguito.»
   «Ma smettila…» borbottò Kentin, la cui voce mi sembrava ancora provata dalle bollicine di anidride carbonica andategli di traverso.
   Li ignorai stoicamente e trovai una posizione più comoda per continuare a rimanere seduta sull’erba del parco vicino casa mia, dove ci eravamo fermati a bere qualcosa dopo la scuola. «Così sono andata a confidarmi con Kentin», proseguii indomita.
   «E lui è scappato via a gambe levate?» mi interruppe ancora Armin, più dispettoso di quanto non fosse abitualmente.
   «Spero sia corso a cercare consolazione da me», fu la sfacciata speranza che Alexy non si curò di nascondere.
   «Tra i due, ti assicuro che sarei comunque rimasto lì dov’ero», ci tenne a fargli sapere il povero Kentin, ormai rassegnatosi al ruolo di balocco personale dei due gemelli.
   Forse avrei dovuto sentirmi compiaciuta da quella che, credo, doveva essere una rassicurazione. Nel dubbio, non dissi nulla e ripresi il racconto. «Lui mi ha ascoltata, mi ha tranquillizzata e…» Mi strinsi nelle spalle, rendendomi conto che ciò che stavo per dire non era propriamente lusinghiero. «Beh, poi ha detto che lui era diventato una ragazza», pigolai, guardando il mio migliore amico da sotto in su e osservando in tempo reale il mutare della sua espressione – da seccata a inorridita.
   «Freud si sarebbe divertito, con te», mi assicurò Alexy, serio in volto, mentre Armin ricominciava a ghignare e a punzecchiare Kentin.
   «Pensa agli affari tuoi», bofonchiai, indispettita.
   Ci fu un lungo susseguirsi di battute, insinuazioni, frasi senza senso e sogghigni vari, il tutto annaffiato da altra cola. Ma proprio nell’attimo in cui calò inaspettatamente il silenzio, feci l’unica cosa che non avrei dovuto: ruttai.
   Non fu nulla di davvero rumoroso, ma fu comunque sufficiente a farmi morire d’imbarazzo. Lasciando rotolare via la lattina ormai vuota, mi tappai la bocca con entrambe le mani, nella speranza che i miei amici fossero abbastanza gentiluomini da fingere che non fosse accaduto nulla.
   Non lo furono.
   Anzi, scoppiarono a ridermi tutti e tre in faccia, Armin quasi con le lacrime agli occhi, ed io mi feci minuscola al punto da issare le ginocchia al petto per rifugiarmici contro. Qualcuno mi circondò in un abbraccio, e dal suono della sua risata e dalla tenerezza del suo gesto, compresi che doveva trattarsi di Kentin, disposto a consolarmi anche in un’occasione del genere.
   «Dopo quest’apostrofo rosa, direi che possiamo chiudere qui quest’edificante riunione di classe», affermò Armin, ancora scosso dalla comicità del momento. «Su, riaccompagniamo Godzilla a casa, o finirà per spaventare i passanti a suon di ruggiti.»
   «Muori, disgraziato!» gli sbottai contro, riuscendo finalmente a trovare la forza di rialzare lo sguardo su di loro. «È stata colpa della cola!» tentai di giustificarmi, come se non lo avessero già capito da soli. In quel momento, mi sorpresi a chiedermi per quale diamine di motivo continuassi a frequentare quasi esclusivamente amici maschi.
  Mentre Armin continuava a ridere e ci rimettevamo tutti in piedi per tornare a casa, accanto a me sentii la voce di Alexy domandare a Kentin: «Se rutto più forte di lei, abbracci anche me?»
   «Piuttosto mi do fuoco», gli assicurò l’altro, in tono talmente perentorio che lui si limitò ad uno sbuffo sonoro.
   Perché sono più divertenti, mi risposi da sola, cominciando finalmente a vedere il lato comico della situazione e ad accodarmi a quei tre scemotti che, in un modo o nell’altro, riuscivano sempre a farmi ridere.












Fermatemi. Sto distruggendo tutto il romanticismo e la profondità delle ultime due shot. XD
Chiedo scusa, non riesco a tenere a bada il neurone.
Oh, ovviamente la riflessione sulle amicizie maschili è solo il punto di vista della mia Dolcetta, eh! Per quel che mi riguarda, anzi, ho avuto quasi esclusivamente amicizie femminili.
Grazie a chiunque abbia letto e buon pomeriggio a tutti! :*
Shainareth





  
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