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Autore: GiuliaCasey_24    28/03/2015    2 recensioni
Una scuola. Tre ragazzi. Tre spie.Centinaia di missioni. Questa è la mia vita.
Genere: Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~La mattina inizia con il fastidiosissimo suono della sveglia. Apro gli occhi e la prendo " sono ancora le sette... posso stare un'altra mezz'oretta" la spengo e mi rimetto a dormire. Quando circa due minuti dopo la sveglia riprende a suonare, in preda ad una furia incommensurabile la lancio contro la parete di fronte al letto. Mi alzo svogliatamente e prendo i  vestiti dalla sedia. Mi avvio verso il bagno e apro l'acqua. Dopo una lunghissima e rigenerante doccia esco e vado a fare colazione, che mi è stata gentilmente preparata da mia madre. Intanto si sono fatte le otto ed io, come al solito in ritardo, prendo le chiavi del motorino e corro a scuola. Sono una ragazza del quarto anno del liceo classico; mediamente alta e magra, atletica, mora ed occhi marrone scuro. Appena arrivo a destinazione, lego il motorino nel suo solito posto e corro verso la mia classe. Entrando saluto tutti e poi, con grande gioia, mi rendo conto che la prof non è ancora arrivata, così come la mia "eterna" compagna di banco. Prendo i soldi dalla borsa e vado alla macchinetta per prendermi un caffè. I miei migliori amici, Federico e John, sbucano all'improvviso da dietro la macchinetta cercando, invano, di spaventarmi. Io, senza staccare gli occhi da quella, infilo i 0,35 cent. e premo il tasto con su scritto cappuccino. << che cos'hai? >> mi chiede Federico. John e Federico sono i miei migliori amici da sempre; John è un ragazzo molto alto e incredibilmente muscoloso, capelli neri ed occhi scuri come la notte; fa il quarto anno di classico anche lui, però in una sezione diversa dalla mia. Federico invece è un ragazzo alto, troppo magro, biondissimo, occhi azzurri e pelle di un bianco latte; lui frequenta il quinto anno di classico. Federico continua a fissarmi in attesa di risposta, ma sono troppo concentrata a vedere il caffe scorrere troppo lentamente in quello che sarebbe stato poi il mio bicchierino. John interviene << è lunedì mattina. Lei odia il lunedì mattina>>  sorride. Federico sbuffa ed alza gli occhi << ti ricordo che siamo delle  spie e non possiamo permetterci i "giorni no". Pensa se ci capitasse una missione di...>> lo interrompo << oh ma andiamo... ci sono già capitate almeno un paio di missioni di lunedì ed io ho svolto il mio lavoro in modo impeccabile. Almeno quando siamo persone normali posso non godermi il lunedì mattina ed essere un po' incazzata?!?>> . Lui rimane senza parole e alzo un sopracciglio con aria di sfida << ecco>> faccio come per far capire quanto ho ragione. Finalmente sento il bip della macchinetta che mi fa capire che il mio meraviglioso caffè, per quanto possa esserlo un caffè della macchinetta, è pronto. << ok... Non posso darti torto >> sussurra Federico combattutto. John ride di sottecchi ed io gli faccio l'occhiolino << lo so... Io ho sempre ragione >> faccio  baciandogli la guancia. Mi chino, prendo il caffè e sorrido << dai ragazzi io vado > mi sto per girare quando John inizia a parlare << e a me? niente bacio?>> fa lui con tono malizioso. Alzo gli occhi e gli avvicino le labbra all'orecchio << no >> sussurro, mi giro entrando in classe e lasciando John di ghiaccio. Stavolta è Federico che ride sotto i baffi << te l'ha fatta >>  termina avviandosi verso la sua classe. Appena entro nella mia aula, urlo << la prof è a trentacinque secondi dalla nostra classe>>. Detto questo mi avvio lentamente verso il mio banco tenendo il mio caffè tra le mani. Con grande piacere vedo che la mia "eterna" compagna di banco è già seduta. Lei si chiama Francesca e la chiamo eterna perchè siamo compagne di banco sin dall'ultimo anno della materna. << ehi >> la saluto << basta io non ce la faccio più... odio la scuola >> mi dice la mia compagna di banco << oh si è tutto apposto, grazie>> ironizzo facendole notare che non mi ha neanche salutata << oh si è tutto apposto, grazie >> mi fa l'eco Francesca. Trentacinque secondi dopo la prof entra, sbattendosi la porta alle spalle << buongiorno ragazzi >>. Mi siedo e faccio << e dai scherzavo... >> tiro fuori i libri dallo zaino << comunque dai stringiamo i denti. Mancano solo poco più di un paio di mesi alla fine di questo inferno >> finisco continuando a sorridere alla prof che mi guarda con aria interrogativa. Dopo aver fatto l'appello, la prof comincia ad interrogare e, grazie alla mia fortuna sfacciata, ovviamente vengo interrogata. Alla fine riesco a prendere un otto meno.  Passata la prima ora, la seconda e la terza passano velocemente e finalmente suona la campanella.
   
 
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