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Autore: Limnia_Black    19/12/2008    2 recensioni
Quante possibilità ci sono che due persone si somiglino a tal punto nel corpo e nella mente?
E quante possibilità ci sono che queste due persone abbiano una felice e serena convivenza?
Per Maddy e Fuuma.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Generi Malinconico, Introspettivo
Rating Verde
Personaggi Toshimasa Ono e Akito Ono.
Who? Dunque, Toshimasa e Akito sono gemelli. Di regola, quando non ci pensano troppo, sono convinti di odiarsi a morte. La realtà, chiaramente, è ben diversa ma questo loro non lo ammetterebbero neppure se ne fossero consapevoli. Disclaimer Akito Ono è © di LittleMissMaddy
Dedicata a Ma c'è da chiederlo? A Maddy e a Fuu naturalmente. Vi amo ( un pochino ino ino ino eh )



A Toshimasa non piaceva il caldo e, quasi fosse una conseguenza naturale, non piaceva neppure ad Akito.
Questa era una sola delle tante cose, ben nascoste, che li accomunava. Ma non lo avrebbero mai ammesso.
Quello che invece avevano ammesso più di una volta e, anzi, più precisamente, urlato e sbraitato era che quella convivenza forzata non giovava per nulla al loro cosiddetto rapporto.
« Ci farete il callo » aveva risposto con il più velenoso, amabile, cordiale e perfido dei sorrisi il caro otousan.
A due settimane da quella tenera scenette familiare Totchi iniziava a trovare insopportabile persino che Akito gli respirasse vicino. In giugno inoltrato poi gli appariva quasi inumano dover condividere con lui ogni istante della propria permanenza in casa.
« ... spostarti? »
Toshiya alzò gli occhi sul fratello, sembra assurdo ma la prima cosa che gli balenò all'occhio fu il neo che entrambi, almeno finchè To non se l'era maciullato, avevano sul lato destro del naso.
Era da un bel po' che non vedeva quel neo.
« hai detto, scusa? »
« ho detto che devo passare se non ti fa troppa fatica spostarti »
« mi sento molto affaticato al momento. Perchè non riprovi tra un'oretta? »
Gli occhi nocciola di Akito avevano brillato di rabbia e, per qualche spaventosa ragione, Toshiya si era sorpreso a pensare che quel brillio gli piaceva.
In effetti gli piaceva molto.
E gli piaceva anche quel dannato neo.
Sorrise compiaciuto pensando che probabilmente era l'unico a poterlo vedere.
« Sei sordo o cosa? »
« Eh? »
Lo spintone arrivò repentino. Toshiya non fece assolutamente niente per scansarlo o bloccarlo.
« Non sorridere a me in quel modo. Risparmiati queste cazzate da checca isterica per BakaCain se proprio ci tieni »
« Come sei scurrile. E poi stavo solo ridendo della tua ridicola pettinatura »
« Che poi sarebbe anche la tua »
« Sì » concesse il 'maggiore' tra i gemelli « con la differenza che io pettinato così sono un gran figo e tu sembri solo un idiota »
« Vaffanculo »
Toshimasa non rispose se non con un'alzatina di spalle.
« E adesso che fai, mi ignori? »
« Non è colpa mia se non sei interessante. »
Secondo spintone. Anche stavolta il bassista lo incassò senza protestare, il suo era tutto in modo per dimostrare qualcosa al suo gemello. Qualcosa che Akito preferiva dimenticare ' sei solo la mia ombra, Kiichan. Puoi insultarmi e spintonarmi quanto vuoi. Ma ho vinto io e lo sai '
Akito rifiutò di leggere tutto questo in quello sguardo ambrato e sfrontato, sempre un po' più ambrato e un po' più sfrontato del suo. Rifiutò semplicemente di guardarlo.
E, inevitabilmente, si senti un po' vigliacco nello sfuggire a quegli occhi.
Avrebbe dovuto guardarli, non importa cosa gli avrebbero detto.
« Piantala di sorridere »
« Come fai a sapere che sorrido? Non mi stai guardando. »
Già? Come faceva? Eppure lo sapeva che le labbra ( rosse, carnose, morbide ) di Toshimasa erano inclinate in un sorriso velenoso, amaro. Uno di quei sorrisi che potevano voler dire qualunque cosa ma che, sempre, sempre e comunque, ti trapanavano il cervello, invadevano prepotentemente i tuoi occhi e alla erano l'unica cosa che vedevi.
Il dannato sorriso di Toshimasa. Toshimasa che sapeva che eri suo già prima di chiedertelo.
« Sto studiando, non mi rompere le palle e se sei in vena di chiacchierare telefona al tuo amichetto »
« Sì, mammina »
Toshiya uscì dalla stanza.
I due non lo avrebbero mai saputo, ma il senso di sollievo che provavano entrambi era un'altra di quelle cose segrete che li accomunava.
  
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