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Autore: bulmasanzo    30/03/2015    3 recensioni
Piccolo missing moment senza pretese, ispirato alla scena iniziale del film, dopo che i pinguini hanno salvato l'uovo di Soldato (riprende tutta la scena, la approfondisce e la continua)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kowalski, Rico, Skipper, Soldato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Guardate! Si sta schiudendo!" strillò Kowalski indicando freneticamente il piccolo uovo con la pinna.

Era visibilmente emozionato, probabilmente perché per lui quella costituiva una realtà scientifica molto interessante da osservare con i propri occhi.


"Ah, il miracolo della nascita!" sospirò Skipper con un sorriso compiaciuto con cui non intendeva affatto nascondere la propria fierezza per aver contribuito al salvataggio "Non esiste in natura uno spettacolo più meraviglioso di questo!"


Rico, con la sua semplicità di pensiero, era forse il più contento dei tre per l'evento in sé, per una nuova vita che stava per incominciare. Si limitò a ghignare, come faceva sempre, e le sue guance si gonfiarono mentre le penne si arruffavano.


I tre giovanissimi pinguini si avvicinarono maggiormente, con la loro andatura goffa e dondolante, sui piccoli volti un'aria carica di aspettativa.
La creaturina spinse ancora una volta, energicamente, dall'interno della sua piccola prigione e la crepa che aveva messo in allarme i fratelli si allargò fino a farla esplodere, facendo schizzare placenta appiccicosa tutt'intorno. I tre si ritrovarono in un attimo completamente ricoperti da quella robaccia e inevitabilmente vennero colti dal disgusto che cozzava inevitabilmente con tutta la tenerezza e la serenità che l'evento aveva ispirato fino a quel momento.
"Credo di avere del liquido amniotico in bocca!“ si lamentò Skipper cercando come poteva di ripulirsi, ma anche le sue pinne erano imbrattate.


Il pulcino appena nato era sulla schiena, si sollevò goffamente agitando le zampine per ottenere l'equilibrio e non appena vide chi aveva di fronte rise piano.

Fu questo il primo gesto che compì, la sua prima risata, aveva ancora un pezzo di guscio sulla testa e già era in grado di ridere. E in un certo senso quel gesto lo avrebbe segnato per sempre, marcando a fuoco la sua futura indole.


Skipper e gli altri però ebbero una reazione inaspettata, si spaventarono, salvo tornare immediatamente dopo a sorridere al piccolo. E come sarebbe stato possibile fare altrimenti! Aveva due occhioni enormi, celesti, limpidi, profondi e penetranti, spalancati nella più dolce, puerile e felice delle espressioni.


Una delle ali si alzò in un saluto e il becco si aprì.
"Ciao! Voi siete la mia famiglia?“ chiese con un candore cui era impossibile resistere.

Aveva una strana cadenza nella voce, un accento quasi impercettibile che faceva immaginare che venisse da un'altra parte, e ne sarebbero stati ingannati se non avessero saputo per certo che era impossibile.


Sul volto di Skipper si disegnò l'incertezza. Era giusto rispondere di sì a quella domanda?

In realtà loro non sapevano a chi appartenesse quell'uovo che avevano recuperato, i pinguini adulti avevano lasciato che si perdesse, noncuranti, è la natura, avevano detto, ed era stato per un improvviso moto di ribellione e per soddisfazione personale che aveva deciso -come non aveva mancato di urlare lì di fronte a tutti- di rifiutare quella prospettiva, lanciandosi subito al salvataggio.


Per quello, e anche e soprattutto perché aveva creduto che fosse indubbiamente la cosa migliore da fare, alla faccia di quegli stupidi uccelli grassi e tutti uguali, sia fisicamente che mentalmente, che marciavano all'infinito in fila indiana senza nemmeno sapere quale fosse la loro destinazione.

La loro vita non aveva un senso, se avesse saputo cosa fossero li avrebbe paragonati senz'altro a delle pecore senza cervello che vanno tutte insieme senza farsi domande, solo perché una di loro ha iniziato a camminare prendendo una via a caso e le altre l'hanno seguita per pigrizia di pensare con la propria testa.


Lui non sarebbe stato come gli altri, lui non era un seguace, non avrebbe mai accettato di esserlo, lui aveva un temperamento innato da leader ed era solo grazie a esso che aveva coinvolto Kowalski e Rico nella sua missione.


Skipper vide che i suoi suddetti compagni annuivano con energia, come se fossero tutti d'accordo con la sua decisione di prendersi carico di quel pulcino abbandonato. Come in fondo lo erano anche loro, abbandonati.
Fu fiero di loro, era bello intendersi senza bisogno di pronunciare nemmeno una parola.


Questa considerazione andò in fumo quando Kowalski se ne uscì con una frase da cui si capì che in realtà non si erano intesi per niente.
"Tu non hai una famiglia e noi moriremo tutti!“ sentenziò con una certa gravità nella voce.
“Cosa!?“ si spaventò il piccolo spalancando ancora di più quegli occhioni.


Skipper si affrettò a rimproverare pesantemente il fratellino più alto, non sapeva ancora che presto quella sarebbe diventata una abitudine.
"Nessuno morirà!“ lo zittì mentre l'altro balbettava mortificato di aver frainteso i cenni che si erano scambiati.


Pure Rico lo guardava male. Non bisogna credere che solo per via del fatto che non riusciva a parlare bene, non capisse benissimo tutto quello che gli altri dicevano. Era forse un poco meno sveglio degli altri, ma non era stupido.


Skipper tolse il guscio dalla testa del piccolo e lo accarezzò sulla testolina soffice di piume microscopiche e ancora grigiastre, trovando le parole più rassicuranti che poteva. Gli disse che lui aveva loro e che loro avevano lui, e che se quella non era una famiglia, allora non avrebbe saputo proprio dire che cosa lo fosse.


Il cucciolo si mostrò contento abbandonandosi alle coccole.

Da quel momento in poi, la voce di Skipper sarebbe stata quella che avrebbe ascoltato di più, quella che avrebbe riconosciuto come la più grande e quasi solenne autorità della propria vita. Come succede a tutti gli uccellini appena scovati, si era identificato immediatamente con il primo essere che aveva visto e la figura di Skipper sarebbe rimasta nella sua testa come quella di un padre, o di un fratello maggiore, comunque di una figura di riferimento.


Mostrò la propria sottomissione portandosi l'ala alla fronte in un saluto militare.

Fu proprio tale gesto che gli avrebbe fatto guadagnare, più tardi, quello che sarebbe stato il suo nome di battesimo, Soldato.


I quattro pinguini guardarono il sole che si stagliava all'orizzonte, mentre il pezzo di banchisa su cui erano trasportati li conduceva dolcemente e lentamente, come una barca in balia della brezza, lontano dalle gelide terre dell'Antartide.


Kowalski chiese ad alta voce che cosa avrebbero potuto incontrare nel corso del loro inaspettato viaggio e iniziò a considerare le varie alternative.

Prima le più pessimistiche, come "Potremmo essere mangiati dalle foche leopardo", quelle che Skipper identificava come delle serpi e che per poco non avevano preso Soldato prima ancora che nascesse, fino ad arrivare alle più rosee, tipo "Verremo catturati dai sapiens e portati in uno zoo in cui ci nutriranno per farci vedere da tutti. Più saremo adorabili, più ci verranno a vedere, più ci nutriranno, più saremo adorabili. Saremmo matematicamente in una botte di ferro, sistemati per tutta la vita, o finché non decideremo di fuggire!"


"Detta così sembra una pacchia.“ osservò Skipper augurandosi segretamente che quella prospettiva si avverasse, come in seguito sarebbe appunto successo. Quasi quasi avrebbe favorito gli eventi perché si avviassero verso quella direzione.


Rico si era fermato alla parte che riguardava l'essere nutriti e aveva preso a gracchiare "pesce, pesce", forse l'unica parola che già riusciva ad articolare alla perfezione.


Come se un istinto atavico latente si fosse risvegliato a quella parola, il piccolo Soldato sentì il bisogno di riempire immediatamente il pancino e iniziò a pigolare con insistenza.


Skipper seppe subito quale sarebbe stata la prossima, naturale missione da portare a termine.


Al pianto di Soldato, Rico aveva reagito agitando le alucce, inquieto, perdendo nel movimento una certa quantità di piume.


Skipper lo istruì con poche parole e il piccolo pinguino iperattivo si tuffò in acqua senza esitazione.
Kowalski si mostrò preoccupato quando passarono diversi minuti senza che la testolina crestata del fratellino riemergesse dalle gelide acque sotto le quali era sparita.


"Aspetta... abbi fiducia, Kowalski" gli ordinò Skipper mentre cercava di calmare il pulcino affamato che continuava a reclamare cibo con delle leggere pacche sulla testa.

Questi si tranquillizzò presto, anche se continuò a frignare sommessamente. Quando i piccini hanno fame non è del tutto facile farli stare buoni.


Delle bolle esplosero sulla superficie dell'acqua, dopodiché si vide un'ombra ingrandirsi e un enorme pesce affiorò e sguazzò fuori con un balzo formidabile.
Attaccato a un fianco, il becco uncinato conficcato nelle carni, c'era Rico che aveva tutta l'aria di non voler assolutamente mollare la sua preda.


"Perdinci! È più grosso di lui, è più grosso di tutti e quattro!“ esclamò Kowalski.
"Questa è una bazzecola" rise Skipper ricordando il pericolo ben più grave che avevano corso in precedenza.


Ma l'animale sembrava essere un osso duro, continuava a saltare e dare colpi di coda, lottava spruzzando goccioloni d'acqua da ogni parte, finivano anche addosso ai tre pinguini come una pioggia battente.


Rico spariva sott'acqua e riemergeva in continuazione, in un gioco infinito, teso a sfinirlo. Ma poteva darsi che fosse lui il primo a stancarsi.


Skipper si eccitò "Resta con Soldato, Kowalski, io mi lancio!“ disse.


L'altro non ebbe il tempo di chiedere cosa significasse che si 'lanciava' che lo vide scivolare sul ventre e librarsi, quasi avesse improvvisamente imparato a volare.
Skipper terminò il suo salto impattando proprio contro il mostruoso pesce, sul dorso e, a imitazione di Rico, affondò il becco nella sua dolce carne, tra le squame argentate e dure ma non così tanto da resistere a quella decisa carica.


Tirando da una parte e dall'altra, i due coordinarono il loro attacco finché la loro vittima non fu costretta ad arrendersi.

Finì sul pezzo di banchisa agitandosi sempre più debolmente, era come se chiedesse una misericordia che i due pinguinini non gli concessero, lo finirono a suon di beccate. L'occhio tondo del pesce divenne vitreo e continuò a fissarli anche dopo che era morto.


Dovevano pur mangiare, anche se così facendo non si rendevano conto di essere vittime di quella stessa natura alla quale avevano deciso così risolutamente di voltare le spalle.


Comunque, Kowalski si era premurato di coprire gli occhi al piccolo Soldato, per non fargli assistere a quella scena così in un certo qual senso naturale eppure così disturbante per una creatura così piccola e innocente.


Il ghiaccio si era come intriso di rosso, ma lo spazzò come meglio poté raspando con una zampa per farlo tornare relativamente bianco.


"Tieni, saziati!" disse Skipper lanciando un pezzo di pesce staccato, ripulito alla meglio, ai piedi di Soldato.
Costui lo guardò piegando da un lato la testolina come se non sapesse come comportarsi.


Skipper gli fece un gesto eloquente.

Per tutta risposta, Soldato sollevò il capino verso l'alto, spalancò il becco e chiuse gli occhi, in attesa. Una cosa che il cervello del capo non riuscì lì per lì a comprendere.


"Ho l'impressione che voglia essere imboccato" interpretò il cervellone Kowalski, per questa interpretazione ci serviva proprio.
"Che?“ fece infatti Skipper.
"Non ricordi come ci hanno nutrito le nostre mamme prima di... beh, prima di lasciarci da soli ad affrontare il mondo?"
Skipper tacque. Kowalski aveva toccato incautamente un tasto da non toccare, ma evidentemente non si era avveduto del proprio errore, o forse sì, ma non riteneva che evitare di parlarne fosse la cosa migliore da fare. Kowalski avrebbe proprio avuto bisogno di imparare a pensare meno in fretta.


Rico fu, come sempre, il più pratico. Aveva capito il problema e si può ben immaginare in quale semplicissimo modo lo risolse.
E mentre lui faceva la cosa giusta e perfettamente secondo il metodo giusto, Skipper e Kowalski si scambiarono un'occhiata e decisero tacitamente che di tale compito in futuro si sarebbe occupato sempre e solo Rico, fino al giorno in cui Soldato non sarebbe stato in grado di mangiare da solo.


Ovviamente, quanto fu detto fu che tale decisione fosse stata presa unicamente alla luce di quanto avevano visto, e cioè di fronte all'indubbia predisposizione posseduta da Rico per questo genere di cose, senza secondi fini alcuni.


Non avrebbero mai ammesso di essere talmente schizzinosi da ritenere un po' troppo impressionante quella necessità di triturare il cibo e poi passarselo di bocca.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Spazio autrice:
Okay salve a tutti quanti, mi trovo a muovere i miei primi passi in questo nuovo fandom solo da poche settimane, non intendo disturbare nessuno. Ho immaginato questa scena senza conclusione poco dopo aver visto il film e mi sono semplicemente voluta divertire a buttarla giù. Non avevo intenzione di pubblicarla, ma visto che poi ho deciso di farlo, spero che almeno qualcuno la legga e la recensisca... ovviamente se trovate il tutto orrendo accetto anche le vostre critiche! Grazie in anticipo :) buona giornata! I personaggi ivi presentati sono di proprietà di Dreamworks e Nickelodeon

  
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