Pensate che Mark Gatiss e Steven Moffat si predano gioco di noi, poveri fan sconsolati? Io sicuramente sì. Ed è così che è nata questa fanfic, scritta il giorno dopo l'inizio delle riprese di Sherlock e Doctor Who.
Cosa combineranno Moffat e Gatiss, il diabolico duo? Scopriamolo insieme.
(Ovviamente, è tutto frutto della mia fantasia malata. Nulla di quello che ho scritto corrisponde alla realtà. Non ho la pretesa di conoscere il vero carattere del Godtiss e del Moff, anche se mi piacerebbe molto.
Detto questo, vi auguro una buona lettura.
Ci rivediamo in fondo.



Mark è seduto in auto e digita forsennatamente sul cellulare, mentre sorride. Il giorno prima si è sbarbato e si è fatto tingere i capelli color castano. Apre l’applicazione di Twitter e digita: “Oh my way West. It begins… #Sherlock”. Non fa in tempo a twittare che già gli arrivano notifiche e notifiche che lo avvisano che il tweet è stato messo tra i preferiti, ritwittato e commentato. Esce dall’applicazione e va alle impostazioni per disattivare le notifiche di Twitter.
Sta rimettendo il cellulare nella tasca dei jeans, quando squilla. Guarda lo schermo e legge il nome della persona che lo sta chiamando. Sorride.
«Buongiorno, dolcezza» lo prende in giro ironico. «Sei già arrivato a Cardiff?» scoppia a ridere. «Lo sai che se ne accorgeranno subito e inizieranno le teorie del complotto?»
«Tipo la Wholock?» chiede la voce al telefono.
«Oh, la Wholock, il sogno dei fan.»
La voce all’altro capo del telefono ridacchia.
«Ci divertiremo, vero, Mark?»
«Puoi contarci.» Ride. «Io sono quasi arrivato» guarda fuori dal finestrino e sorride all’uomo bruno che gli fa l’occhiolino. «Andrew è già qui.»
«Bene.»
«Sei proprio sicuro, Steve?» chiede per l’ennesima volta.
Percepisce – perché non può vederlo – il sorriso furbo dell’amico.
«Assolutamente. Lo sai che resuscitare gente, illudere i fan e poi farli precipitare nel baratro con una morte ancora più atroce è il mio sport preferito.»
Mark si appoggia contro lo schienale del sedile e scoppia in una risata sommessa. L’auto si è fermata.
«Ti faranno lo scalpo, prima o poi.»
«Probabile.» La voce di Moffat è indifferente. «Ma almeno mi sarò divertito.»
«Sei proprio uno stronzo!» lo riprende lo sceneggiatore, ridendo.
«Senti chi parla! Di chi è l’idea di scritturare Tom come terzo fratello e ammazzarlo?»
Mark alza gli occhi al cielo e solo dopo si rende conto che l’altro non può vederlo.
«Ancora con questa storia? Sai perché l’ho fatto. Era funzionale alla trama.»
«Davvero?» la voce dell’amico è ironica. «Non l’hai fatto per rendere più figo il tuo Mycroft, dal momento che l’ha ammazzato lui?»
«Ma come ti viene in mente!» esclama, fingendosi indignato, poi non resiste e scoppia in un’altra risata fragorosa, seguito dall’amico.
«Beh, Mark, io sono arrivato. Giriamo subito la scena finale, quella in cui ammazzo Clara.»
«Ma non si era detto di eliminare quella cosa?» chiede Mark, perplesso.
«Ci ho ripensato» ribatte Moffat. Mark lo immagina scrollare le spalle e sorridere.
«Steve, andiamo non puoi farlo» cerca di farlo ragionare. «L’hai già fatto l’altra volta. Con i Pond. E non so come sei ancora vivo. Pure io avrei voluto ammazzarti.»
Sente la grassa risata dell’altro.
«Tu, ti preoccupi troppo.»
Anche Mark ride.
«E tu troppo poco.»
«Dai, devo chiudere, è arrivata Jenna.»
«Okay.» Mark sospira, poi sorride furbescamente e lancia l’ultima stoccata: «Ma niente tetti stavolta, intesi?»
Moffat scoppia a ridere.
«Niente tetti» assicura. «Parola di Scout!»
«È con l’altra mano» ribatte Mark, parafrasando Doctor Who.
«Ci vediamo domani. Vengo a Bristol, così alimentiamo l’ipotesi del Wholock.»
«A domani.»
Mark chiude la chiamata e scuote la testa, divertito.



NOTE: Spero che questa storia vi abbia divertito quanto mi sono divertita io a scriverla. Ringrazio chiunque abbia avuto la gentilezza di leggerla e di lasciarmi un commentino (non è obbligatorio, ma gradito).
Vostra,
Xena