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Autore: Craggy    30/03/2015    6 recensioni
[The Lady]
Cosa potrebbe mai accadere in un incontro clandestino tra i veri protagonisti della web serie The Lady?
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Faceva freddo, quella mattina di marzo.

I più impavidi, che si erano arrischiati ad uscire di casa senza cappotto, maledicevano in silenzio quel clima rigido ed imprevedibile, reso ancora più insopportabile dal terribile errore del servizio meteo di quella mattina.

“Nel pomeriggio, schiarite in tutta Italia, temperature variabili tra i 13 e i 16 gradi”, aveva annunciato la conduttrice, perfettamente truccata già alle sette del lunedì mattina.
Erano ormai le tre del pomeriggio, e la città era spazzata da un forte vento tagliente, che aveva scoraggiato chiunque a mettere il naso fuori da casa; ne era testimonianza il silenzio che regnava in quella città fantasma.

Semir si era ritrovato chiuso fuori di casa, in quanto si era dimenticato le chiavi in soggiorno: era uscito per una commissione della Signora, che da lì a poco sarebbe dovuta partire per Capri, e non aveva altro posto in cui andare.

Rassegnato a sedersi sui freddi gradini di pietra che portavano all’ingresso della casa, notò l’insegna luminosa di un bar, di quelli un po’ tristi e spogli, a cui passiamo di fianco tutti i giorni senza fermarci un secondo ad osservare.
Tuttavia stava iniziando a cadere qualche goccia di pioggia, e la divisa bianca che Semir indossava non era affatto impermeabile: la Signora si sarebbe arrabbiata molto se un suo dipendente si fosse presentato al lavoro in disordine, e nessuno voleva far arrabbiare la Signora.

Sospirando rassegnato, si avviò verso l’entrata del locale, ornata con brutti fiori di plastica dai colori – una volta sgargianti – ormai scoloriti.
Il bancone era occupato da vari espositori di caramelle, che costituivano l’unica nota di vivacità in quell’atmosfera triste: la luce della lampade era fredda ed intermittente, segno che nessuno si era curato di sistemarla, ed i tavoli di compensato economico erano coperti da orrende tovaglia viola a righe gialle.

Semir non era mai stato un esperto di moda, ma la Signora esigeva una certa competenza da parte di un domestico per assumerlo, e lui si era dovuto adattare: le righe orizzontali ingrassano, mentre quelle verticali slanciano la figura; il blu ed il nero non vanno mai abbinati, e via dicendo.
Mentre puliva con un fazzolettino di seta uno sgabello davanti al bancone, la cameriera gli si avvicinò svogliata.

“Cosa ti porto?” disse la ragazza, masticando rumorosamente una gomma, senza preoccuparsi di chiudere la bocca.
“Un caffè corto, per favore” rispose sovrappensiero Semir, al quale interessava solamente un posto in cui ripararsi dal temporale che sembrava incombente.

Mentre i passi strascicati della giovane rimbombavano per la stanza, Semir guardò nervosamente l’orologio che portava al polso: le tre e venti.
Mancavano solo cinque minuti all’incontro con la persona che Semir aveva da poco scoperto di amare, ed il nervosismo dell’uomo era in crescita.
Era successo per caso, sul posto di lavoro: la Signora non avrebbe approvato, ma si sa, l’amore è in grado di sconfiggere qualsiasi difficoltà.

Era bastata una parola di sfuggita, un sorriso di nascosto, un fiore messo nell’armadio in cui riponeva la divisa una volta finito il turno, e non si erano più lasciati.
Era strana la vita: mai Semir avrebbe potuto sognare una relazione simile, mai avrebbe immaginato che qualcuno si potesse innamorare di lui.
Quando la Signora o Doris, la segretaria, erano presenti, lavoravano fianco a fianco in silenzio, senza osare neppure guardarsi per paura di essere scoperti e licenziati: erano entrambi di umili origini, e quel lavoro era ben pagato.

Non potevano rischiare.

La cameriera – Deborah, come recitava il cartellino sgualcito che era attaccato al grembiule – arrivò con il caffè, anche se ad una prima occhiata sembrava acqua sporca.

Le tre e ventitré.

Semir iniziò a sentire il battito aumentare, il colletto della giacca farsi stretto e lo stomaco chiudersi.
In sottofondo aleggiava una vecchia canzone americana, di quelle che mandano tutto il giorno su MTV.
Chissà se il suo amore si sarebbe preoccupato non trovandolo a casa? Certo, il bar era proprio di fianco all’abitazione della Signora, ma poteva sempre sfuggire all’occhio della persona amata.

E invece …

“Semir! Ti ho cercato in casa, ma non ti ho trovato, così ho pensato di cercarti qui. Che gioia per il mio cuore vederti!”
Il tempo si era fermato.
La musica pareva essersi spenta.
L’unico suono che Semir riusciva a sentire era il tutum – tutum del suo cuore impazzito.

Finalmente, lui e Chang poteva incontrarsi di nuovo.

Senza timore di venire scoperti, senza doversi trattenere nelle effusioni, senza schemi a cui attenersi.
Si lanciarono l’uno verso l’altro, le divise bianche che si confondevano tra loro.
Si dovettero però staccare subito, alla comparsa del fidanzato della Signora che, con aria, scocciata, cercava di aprire la porta  del bar, su cui era chiaramente scritto spingere, tirando con tutta la sua forza.

Chang si diresse a passo sicuro verso Deborah, mentre Semir lo seguiva con sguardo interrogativo.
“Signora” iniziò Chang gentilmente, in modo da attirare l’attenzione della ragazza.

“C’è un uomo alla porta”.

 

  
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