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Autore: Hika_chan    30/03/2015    1 recensioni
Le imprecazioni che si udivano all'interno - non esattamente "sibilate", anzi, diciamo piuttosto "urlate" – non riuscivano a confondersi con quelle degli uomini fuori dall'edificio nonostante anche il loro fosse un volume piuttosto alto, a causa della voce che le pronunciava. Anne Bonny sembrava – era – decisamente arrabbiata con qualcosa o qualcuno ed i colpi che batteva furiosa su superfici di legno - in fondo era quasi tutto fatto di legno in quella città - tuonavano dando voce alla sua frustrazione.
[Jack/Anne]
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Bonny, Jack Rackham
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio tutti i lettori.

Ho deciso di chiamare questa shot "Sofficissimissima" perché è la parola che mi è venuta in testa pensando a tutta la vicenda, quindi è una cosa d'istinto diciamo.

Ho voluto tenere il "fuck you, Jack!" inglese per un semplice gusto personale.

Ringrazio Lely1441 per il betaggio! Le tue correzioni sono state molto istruttive!

Buona lettura!



Sofficissimissima



Le imprecazioni che si udivano all'interno - non esattamente "sibilate", anzi, diciamo piuttosto "urlate" – non riuscivano a confondersi con quelle degli uomini fuori dall'edificio nonostante anche il loro fosse un volume piuttosto alto, a causa della voce che le pronunciava. Anne Bonny sembrava – era – decisamente arrabbiata con qualcosa o qualcuno ed i colpi che batteva furiosa su superfici di legno - in fondo era quasi tutto fatto di legno in quella città - tuonavano dando voce alla sua frustrazione.
Di fronte alla porta di quella che scoprì con stupore essere una cucina, Jack Rackham stava aspettando il momento giusto per entrare da ormai cinque lunghi minuti. Non importava il caldo opprimente che gli faceva scivolare gocce di sudore lungo le tempie; non importava il fascio di luce che entrava dalle persiane colpendolo dritto negli occhi, accecandolo. Non sapeva ancora se varcare la soglia affrontando le urla oppure aspettando un silenzio a dir poco preoccupante, e questa indecisione lo fece interrogare su quanto conoscesse quella che era la sua compagna da un innumerevole numero di anni. Optò per la prima – meglio percorrere una strada già battuta - e, dopo aver deglutito, spinse i battenti della porta, entrando. Quello che trovò lo sconcertò a dir poco; Anne aveva tolto cappello e soprabito, arrotolato le maniche della camicia ai gomiti e aveva le mani erano occupate a fare qualcosa che sembrava cucinare. La luce che entrava dalle finestre alle sue spalle rendeva il tutto ancor più surreale donando alla stanza un'illuminazione fioca ma, ma non debole abbastanza per impedire di vedere la polvere aleggiare in giro.
Quando sentì la porta aprirsi la ragazza posò i suoi gelidi occhi azzurri, resi ancor più glaciali dal suo stato d'animo, sullo stolto che aveva osato disturbarla. Non era una persona socievole – essere un pirata donna l'aveva formata più come predatore che preda – e non aveva la minima intenzione di farsi vedere da qualcuno in quelle condizioni: sporca di farina e sconfitta da qualcosa destinato ad essere mangiato. Trovò Jack che la guardava confuso e non poté che abbassare lo sguardo corrucciato sulla ciotola che teneva stretta tra le dita e mescolare un intruglio si sperava non velenoso.
- Cosa stai facendo?- chiese Jack arcuando un sopracciglio scuro, cercando di capire perchè una delle più grandi piratesse di quel tempo stesse imprecando contro quello che doveva essere del cibo.
- Cosa cazzo credi che stia facendo, Jack? Una cazzo di torta! Una. Fottutissima. Torta! - rispose urlando in crescendo. Continuò a mescolare l'impasto scuro aggiungendovi di quando in quando gli ingredienti secondo la propria discrezione.
Con uno sguardo torvo stroncò sul nascere una risata malamente soffocata del proprio compagno che tossendo si accinse a chiedere:
- E perché staresti facendo una torta? -
Esasperata Anne sbatté i palmi delle mani sul tavolo, fissando torva prima l'impasto molle e poi l'uomo che aveva di fronte. Al colpo dato gli oggetti sopra il tavolo sobbalzarono e dei gusci d'uovo caddero insieme a quello che sembrava un quaderno colmo di macchie.
- Perché ho una fottutissima voglia di una cazzo di torta, va bene, Jack? - Anne prendeva dei respiri profondi, cercando di riacquistare il controllo che non era abituata a perdere.
Jack capì che la situazione cominciava a farsi pericolosa, il suo nome veniva ripetuto troppe volte – ad ogni singola frase in realtà – e la circostanza già di per sé assurda bastava ad allarmarlo; ma era un uomo curioso e di pirata anche incurante del pericolo.
- Non faresti prima a prenderla in taverna? - la sua logica era semplice e diretta. Si sarebbe risparmiata la fatica di preparare qualcosa che era evidente non le riusciva minimamente ed avrebbero potuto passare il tempo libero a fare qualcosa che quasi sicuramente non l'avrebbe fatta arrabbiare – se fosse stato bravo.
Schivò appena in tempo un cucchiaio che puntava dritto alla sua faccia e seguì la solita frase – la loro frase.
- Fuck you, Jack!
Con quella battuta di chiusura capì che era il caso di sparire; oltre ad un cucchiaio non voleva essere raggiunto da altre posate, sopratutto se si fosse trattato di coltelli.

 

***

 

- Fattela piacere, è chiaro?
Sul tavolo, di fronte ai suoi occhi, venne sbattuta malamente una cosa informe che doveva essere una torta, quella che stava preparando Anne poche ore prima. Jack non fece in tempo ad alzare lo sguardo che la ragazza già si era accomodata sulla sedia di fronte a lui rubandogli il boccale con la bottiglia di vino. Anne voltò il viso verso la finestra della camera da letto che dividevano per evitare il contatto visivo. Quella era una situazione nuova, non esattamente consona alla sua personalità, e non voleva ammettere di aver paura di un rifiuto. Soprattutto se il rifiuto fosse venuto da colui che le aveva “donato” quella vita che lei associava alla libertà.
La sua sorpresa che si esprimeva tramite la bocca composta in una piccola “o”, si tramutò presto in divertimento; cercò di indagare.
- Per cos'è? - non ottenne risposta.
Anne si era voltata astutamente mostrando il lato del volto coperto dai capelli e dalla falda del cappello, e questo rendeva impossibile guardarla negli occhi. Le rare volte che lei evitava il suo sguardo gli ricordava la ragazzina che aveva conosciuto tanti anni prima in quella taverna, ed avrebbe sorriso intenerito se non avesse avuto paura delle conseguenze di quel gesto nel caso in cui lei ne se fosse accorta.
- Non è il mio compleanno, e non è nemmeno il tuo, hai appena smesso di sanguinare quindi non sei incinta... - a quelle parole il lungo sorso che doveva dissetare la ragazza servì piuttosto a strozzarla andandole di traverso. - Allora per cos'è?
Anne mandava giù lunghi sorsi di fresco vino, facendo sì che il rossore che le si cospargeva sulle gote fosse attribuito all'alcool e non all'imbarazzo di quel gesto così dolce e femminile. Non sapeva nemmeno lei il perché di quel suo gesto, il loro modo di festeggiare le ricorrenze era lo stesso con cui vivevano giorno dopo giorno – sesso, alcool e quando lei era soddisfatta una bella dormita in attesa degli affari che li avrebbero arricchiti. Semplicemente voleva provare qualcosa di nuovo, qualcosa che non fosse uccidere e razziare, ed aveva pensato che una torta non fosse una cosa difficile da fare. Finito di tossire Anne si alzò fulminea, sibilò un “Fuck you, Jack” e prese la direzione della porta con passo deciso.
- E come pensi che possa mangiarla tutta da solo? - le gridò dietro incerto su come comportarsi in una situazione che avrebbe definito paradossale.
Un urlo lo raggiunse, sovrastando voci, porte ed entrando dalle finestre.
- FUCK YOU, JACK!
Sorridendo, e tranquillizzato da quel saluto di rito, Jack masticò un boccone che si accinse subito a sputare. Anne poteva essere un ottimo pirata, ma era appena stato decretato che era una pessima cuoca.

 

  
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