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Autore: xfrancix    31/03/2015    0 recensioni
Una ragazza che non ha mai amato farsi notare.
Il 10% di possibilità di sopravvivere.
Sei amici.
Una stanza in fondo a un corridoio azzurro.
Mettiamo insieme tutti questi particolari e ne esce una storia intricata e delicata, che mira alla sensibilità.
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ragazzo abbassa lo sguardo e fa un sorriso:”Non proprio, diciamo che io l’ho presa diversamente da tutti gli altri qui dentro” mi dice alzando poi il viso e puntando i suoi occhi sui miei.
“Cioè?” chiedo cercando di capire cosa intenda, ma il ragazzo ride e gira lo sguardo verso la porta davanti a noi:”Lo capirai più avanti” apre la porta con una mano e mi fa segno di entrare.
Mi vergogno ad entrare, so che dentro ci sono i suoi amici e ho sempre odiato farmi notare dalle persone. Inoltre sono molto timida, quindi rimango dove sono, senza muovere un passo, guardando dritto davanti a me.
“Allora? Dai, entra” mi dice il ragazzo facendo una risatina. Lo fulmino con lo sguardo e sento un crampo alla pancia per l’angoscia. Lo so, mi faccio tantissimi complessi, potrei entrare senza problemi, salutare, presentarmi e fare conoscenza, invece no, sono ferma qui impaurita, che mi tengo la pancia con una mano. Ingoio rumorosamente la saliva e faccio un passo in avanti. Guardo Harry negli occhi e lui mi sorride, facendomi segno di entrare. Metto un piede al di là della porta ed entro, sentendo improvvisamente avvamparmi il viso.
“Lei è Bethany” dice Harry entrando e andando verso delle persone sedute ad un tavolo e su un letto.
Vedo tutti i visi girarsi immediatamente verso di me e io abbasso subito lo sguardo imbarazzata, odio sentirmi al centro dell’attenzione.
Il ragazzo mi prende per mano e mi avvicina al tavolo dove ci sono seduti due ragazzi, uno tra i quali è il ragazzo che io ed Harry avevamo incontrato qualche ora fa nel corridoio.
“Io sono Liam” dice il ragazzo di fianco a Zayn, mi pare si chiami così il ragazzo in sedia a rotelle, alzandosi e venendomi a stringere la mano. Gli stringo la mano e sento una voce provenire dal letto:”Il mio nome è Niall”. Giro lo sguardo verso il ragazzo e vedo che salta giù dal letto per poi venire da me con un sorriso enorme stampato in viso.
“E io, sono Louis” grida un ragazzo da una sedia.
“Levatevi” dice il ragazzo in sedia a rotelle agli altri due, facendoli spostare “Il mio nome è Zayn Malik, piccola” mi dice avvicinandosi agilmente e porgendomi la mano. Sento improvvisamente le mie guance arrossire e cerco di nascondere il mio imbarazzo abbassando lo sguardo sui miei piedi, mentre gli stringo la mano.
I ragazzi tornano tutti dove erano prima e io rimango in piedi in mezzo alla stanza, imbarazzata, senza sapere dove muovermi.
“Vieni qua, Bethany” mi dice Harry battendo una mano sul letto, di fianco a lui.
Muovo piano le gambe e mi dirigo verso il letto, dove mi siedo, poi, dolcemente.
Mi guardo intorno: e così sono l’unica ragazza, perfetto.
“Ma siete solo voi?” chiedo guardandoli.
“Sì, conosciamo altre persone, ma qui ci veniamo solo noi. È la stanza dove ci rilassiamo, parliamo, lasciamo da parte tutti i pensieri. Qua si sta bene” mi risponde il biondo, Niall, sorridendo.
In effetti, ora che mi sto rilassando e che sto lasciando da parte l’imbarazzo minuto dopo minuto, noto un senso di tranquillità nella stanza.
“I problemi sono tutti fuori da quella porta” mi dice Harry indicando la porta da dove siamo entrati un momento prima.
Fisso la porta e penso ai miei di problemi. Vorrei solo lasciar fuori da quella porta bianca il mio tumore, ma so che là fuori ci possono stare solamente i pensieri, non ciò che fa parte di me.
Inizio a conoscere i ragazzi, sono tutti molto simpatici e solari, ma quello che mi colpisce di più è Zayn. Non l’ho sentito parlare molto, quasi non parla, è molto solitario e se ne sta molto per le sue.
Pian piano la timidezza va via e comincio ad aprirmi con i ragazzi, parliamo di tantissime cose e per alcuni momenti riesco a dimenticarmi di ciò che mi fa stare male, perché qui si parla di tutto tranne che di ospedali e malattie. E’ impressionante come nessuno tiri mai fuori nessun argomento inerente alle nostre malattie.
“Posso fare una domanda?” credo che tirerò fuori per un momento l’argomento ospedale, anche se forse sarebbe meglio stare zitta.
I ragazzi annuiscono e si voltano tutti verso di me, tranne Zayn, che continua a giocare con una pallina rossa che ha in mano e che lascia cadere per poi riprenderla quando arriva all’altezza del suo petto.
Tossisco leggermente, abbasso lo sguardo sulle mie scarpe e con un filo di voce chiedo:”Ma voi.. Come mai siete qui?” forse non avrei dovuto neanche accennare questo discorso.
I ragazzi sorridono, tutti tranne Zayn.
“Io ho un tumore alle ossa, ho appena finito di fare le chemio, sono qua da quasi un anno” sorride Liam e io gli sposto lo sguardo sui capelli che noto essere cortissimi.
“Mi hanno diagnosticato un tumore al cervello circa due mesi fa” sento la voce di Louis parlare e mi volto verso di lui. Ha il mio stesso tumore, allora non sono l’unica a cui si sta fottendo il cervello.
“Io ho un problema di bulimia da cui non riesco più ad uscire, sono qui da due anni ormai, e credo dovrò starci per molto ancora.” Mi sorride Niall massaggiandosi la pancia.
Poi mi giro verso Zayn per sapere cosa abbia ma, non ricevendo risposta, mi giro verso Harry:”Ho un tumore cardiaco” credo che il suo tumore sia pericoloso quanto il mio, se non di più “Io sono entrato qui dentro cinque anni fa” mi dice il ragazzo sorridendomi e accentuando le sue fossette, che ha anche mentre parla. Cinque anni... Cinque anni chiuso in questo ospedale e ancora sorride, credo abbia una forza impressionante questo ragazzo.
“Lui ha un tumore alla tibia, non riesce più a camminare” mi dice Harry indicandomi con una mano il ragazzo dai capelli scuri che non parla con nessuno. Lo guardo un attimo, assottigliando gli occhi. Quel ragazzo ha qualcosa che mi attira e voglio scoprire cosa.
Improvvisamente i miei pensieri vanno su quel numero che io odio, quel 10 che mi rimbomba nella testa.
Dopo aver mangiato alcune pizze che i ragazzi avevano ordinato, vedo Niall correre in bagno e mi chiedo cosa stia andando a fare, così di fretta, mentre vedo Liam mettersi le mani in faccia e scuotere la testa. Improvvisamente vedo tutti i ragazzi guardare a terra e poi alzare tutti lo sguardo verso la porta del bagno. Capisco subito di cosa si tratti, la bulimia, Niall deve essere andato a vomitare. Mi alzo e vado verso la porta, per poi bussare lentamente.
“Chi è?” chiede il ragazzo ansimando.
“Bethany” dico con un filo di voce, appoggiando la fronte alla porta.
“Vieni” mi dice il ragazzo, tossendo.
Io entro e lo vedo lì, seduto a terra vicino al gabinetti, appoggiato con una spalla e la testa al muro, esausto.
“Ehi” mi avvicino a lui e mi abbasso al suo livello, piegando le ginocchia e appoggiando le mani sulle mie gambe.
“Mi piace poter avere finalmente una ragazza qui vicino” mi dice il ragazzo per poi tossire poco dopo.
Io gli faccio un sorriso e, alzandomi, gli porgo una mano, lui la stringe e si alza pesantemente.
“Perché continui a farlo?” gli chiedo tirando l’acqua del gabinetto e facendo una faccia schifata.
Il ragazzo alza le spalle e dice tranquillamente lavandosi i denti:”E’ diventata una dipendenza, è due anni che cercano di aiutarmi.”
“Ne uscirai” gli dico sorridendo e, appena finisce di lavarsi, viene a darmi un abbraccio forte.
E’ pazzesco come, questi ragazzi siano così socievoli, ho già fatto amicizia con tutti e quattro. L’unico con cui non sono riuscita a scambiare molte parole  Zayn, quel ragazzo così misterioso.
Verso le dieci usciamo tutti dalla camera e, salutandoci, ognuno va verso la propria stanza.
Entro nella mia stanza, prendo il pacchetto di sigarette che ho nello zainetto ed esco di nuovo, camminando verso il terrazzo, quello dove il pomeriggio ho conosciuto Harry.
Apro la porta-finestra ed esco, accostandola dietro di me, mi appoggio con un braccio alla ringhiera e tiro fuori il pacchetto di sigarette. Ne tiro fuori una e rimango un attimo a giocarci con le dita, poi la accendo e me la porto alle labbra.
“Ti fa male” sento una voce, fredda, dietro di me.
Mi giro e vedo Zayn entrare dalla porta-finestra manovrando abilmente la sedia a rotelle.
Alzo le spalle e ritorno a guardare il paesaggio buio davanti a me:”Non saranno delle stupide sigarette a uccidermi”.
Il ragazzo, silenziosamente, si avvicina alla ringhiera e si ferma a circa un metro da me.
Spengo la sigaretta e la butto giù dal balcone, poi mi giro a guardare il ragazzo.
“Ho paura” dico al ragazzo con un filo di voce.
Vedo il ragazzo fare una faccia confusa e poi chiedermi il perché, senza distogliere lo sguardo da davanti a sé.
“Della morte” dico con la voce tremante. Sento davvero di aver paura della morte, forse sono egoista, ma ho paura per me stessa.
“Beh, abituati” mi dice il ragazzo, freddo più che mai. Io abbasso lo sguardo e mi rigiro verso la ringhiera.
Ad un certo punto sento di nuovo il ragazzo parlare:”Se c’è una cosa che ho imparando stando in questo ospedale è di non scaricare mai i miei problemi sugli altri” si gira di scatto e va via, silenziosamente e, come sempre, abilmente.
Mi sento le mani congelare e tremare.
Lui è uno stronzo e io sono una cogliona.

 
  
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