Serie TV > Torchwood
Ricorda la storia  |      
Autore: jjk    04/04/2015    1 recensioni
Jack Harkness, Don Giovanni patentato; uomo immortale con migliaia di cuori infranti alle spalle ed un segreto nascosto in un paio di enormi occhi blu.
E se per una volta una storia di sesso non fosse abbastanza?
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ianto Jones, Jack Harkness
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Jack guardava  Ianto dormire accanto a lui nel suo letto.
Lo faceva spesso, soprattutto quando non riusciva ad addormentarsi, problema che non sembrava affliggere il giovane al suo fianco.
Ianto non faticava mai a cadere in un sonno profondo e, per Jack, troppo spesso tormentato.
Spesso il capitano stentava a resistere alla tentazione di svegliarlo per proteggerlo dai suoi incubi, ma sapeva che ci sarebbe stato un giorno in cui non ci sarebbe più riuscito.
Gli stava accadendo qualcosa di strano, nuove sensazioni ed emozioni stavano prendendo possesso di lui.
O forse le aveva già provate in passato ma era stato talmente tanto tempo fa da averne smarrito la memoria.
-Cosa mi stai facendo?-sussurrò più a se stesso che all’addormentato, mentre faceva scorrere lentamente la sua mano sul petto nudo del giovane.
Non avrebbe saputo dire quanto tempo fosse rimasto in quella posizione, probabilmente si sarebbe addormentato stretto al suo amante se quest’ultimo non avesse cominciato ad agitarsi sussurrando parole incomprensibili nel sonno.
Prima piano, poi con sempre più foga, Ianto cominciò a muoversi scompostamente alzando gradualmente la voce, mentre Jack cercava disperatamente di calmarlo.
Era quasi sul punto di svegliarlo quando il ragazzo si alzò di scatto urlando.
L’uomo si era ripromesso di non chiedere mai nulla a Iato a proposito di questa specie di terrori notturni, anche perché l’unica volta che aveva provato ad aprire il discorso il giovane era sembrato parecchio spiazzato, come se non ricordasse nulla di ciò che avveniva la notte nella sua mente.
Il capitano aveva quindi deciso di aspettare che il ragazzo si sentisse pronto per parlarne, ma vedendolo lì, seduto sul suo letto, con gli occhi spalancati pieni di terrore e la fronte madida di sudore, non riuscì a resistere.
Lentamente, si avvicinò il più possibile a lui e lo abbracciò con forza, fin quasi a sentirlo come una parte del suo stesso corpo.
Le lacrime di Ianto correvano sul suo petto mentre lui gli accarezzava teneramente la testa.
-Va tutto bene. Ci sono qui io. Va tutto bene-gli sussurrò incessantemente fino a che quello non sembrò calmarsi un po’.
I grandi occhi del giovane si fissarono in quelli del capitano, come in una muta richiesta d’aiuto.
Erano ancora pieni di paura e , probabilmente per la prima volta, Jack non sapeva cosa fare.
Avrebbe voluto prendere quel viso tra le sue mani e baciarlo, ma sapeva che questo non sarebbe servito a nulla.
Ianto aveva bisogno di qualcuno che lo proteggesse.
Ma nessuno poteva proteggerlo da dei mostri che esistevano solo nella sua testa.
-Cosa stavi sognando?-domandò con tono fermo per non far trapelare i suoi sentimenti.
-Cos’è che torna sempre a tormentarti?-
Il moro lo guardò spaesato prima di seppellire il volto tra le mani.
-Non lo so Jack, non lo so-sussurrò infine.
-Io…..Io…..Non riesco a ricordare-
Il capitano gli prese gentilmente il volto e, dopo avergli asciugato una lacrima solitaria, poggiò la propria fronte su quella di lui.
-Prova. Prova ancora-
-Vedo solo spezzoni. Scene senza un senso.-
-dimmi cosa vedi-
-Io non……Io non……-
-Ti prego Ianto-
-Io…..Io……Lisa!-esclamò infine spalancando gli occhi, che aveva tenuto chiusi fino ad un istante prima.
-Cosa c’entra Lisa?-domandò con timore Jack.
Per lui Lisa era stata sempre sinonimo di problemi.
Inizialmente perché era una ciberwoman che stava cercando di ucciderli tutti; poi perché aveva dovuto costringere Ianto ad accettare che la sua fidanzata non potesse ritornare umana e quindi ad affrontarla; ed infine perché la sua morte aveva lasciato il Teaboy con il cuore a pezzi e lui aveva seriamente temuto che non sarebbe riuscito a riprendersi.
Sentire quel nome, in quel momento, lo preoccupò perché ogni volta che si trattava di Lisa il giovane diventava così distante da impedirgli di raggiungerlo.
In quei momenti Jack si ricordava che Ianto non gli apparteneva, che loro erano solo un gioco.
-Lisa era lì e…..e…..e mi chiedeva di…..di fare una scelta-
-Che scelta?-
-LA scelta!-esclamò il gallese con il volto stravolto dal panico.
-Non credo di seguirti. Cosa dovresti scegliere?-insistette il capitano ma l’altro rimase in silenzio.
-Non importa, lei è morta e, qualsiasi scelta volesse farti fare, non sei costretto a farla-provò allora a tranquillizzarlo, prendendolo per le spalle, ma questo si divincolò, afferrandogli nervosamente le mani.
-Tu non capisci Jack! Non importa che lei sia morta, torna sempre, ogni notte ed io devo fare questa scelta-
-Dimmi qual è, forse posso aiutarti!-
-Ancora non l’hai intuito Jack?!-quasi urlò il giovane, gli occhi rossi, pieni di nuovo di lacrime e di qualcosa che il capitano non riusciva a riconoscere.
Deglutì vistosamente ed inspirò profondamente prima di continuare.
-Lisa mi ha chiesto di scegliere tra lei……e te-
Questa confessione sembrava averlo stremato e subito dopo si ributtò sul letto e si coricò su un fianco, dando le spalle all’altro.
Jack era rimasto da ciò che aveva appena sentito, ma cercò di far finta di niente.
Si sdraiò accanto a Ianto, facendo attenzione a non avvicinarsi troppo al ragazzo e chiedendosi cosa potevano significare quelle parole.
Perché mai Lisa avrebbe dovuto chiedergli di scegliere e, più che altro, perché Ianto sembrava aver così paura di quella scelta.
-Ma non c’è nessuna scelta da afre. Lei non c’è più- avrebbe giurato di averlo sentito dire e gli sembrò che un singhiozzo avesse seguito quelle parole.
Era passato ormai tanto tempo dalla morte della ragazza e il gallese ancora soffriva; ciò gli fece stringere il cuore, ma soprattutto gli fece capire che il Teaboy non era mai riuscito ad andare avanti.
Rimase qualche lunghissimo momento a guardare il soffitto prima di decidersi a parlare.
-Perché siamo diventati amanti?-mormorò infine.
Sapeva che l’altro era ancora sveglio e che aveva perfettamente sentito la domanda, ma gli lasciò la possibilità di continuare a fingere di dormire.
Si era sempre chiesto come fossero finiti a letto la prima volta e tutte le altre successive.
Era stato Ianto a volerlo, questo lo ricordava bene; non che lui non avesse mai avuto fantasie su quel bel giovanotti, ma non si sarebbe mai sognato di passare ai fatti se quest’ultimo non si fosse fatto avanti.
Aveva rivissuto nella sua mente più di mille volte quella scena, nell’obitorio.
“Se è interessato, ho ancora il cronometro” aveva detto il moro, guardando il capitano con quel suo sguardo provocatorio.
All’inizio lui non aveva ben capito cosa significasse.
“Quindi?”
“Beh ci pensi…….Molte cose possono essere fatte con un cronometro”
Era così decisamente stupito dalla proposta che quelle parole sembravano nascondere da non riuscire a crederci.
“OH si! Me ne vengono in mente un paio” aveva commentato ridendo, cercando di capire se si fosse immaginato tutto.
“Ce ne sono parecchie”
Non si era più fermato a riflettere su ciò che avesse spinto Ianto ad offrirglisi in quel modo, oramai non poteva più contenere le sue fantasie e quella era un’opportunità troppo succulenta per lasciarsela sfuggire.
“Manderò gli altri a casa presto, ci vediamo nel mio ufficio tra 10 minuti”
Il gallese aveva tirato fuori il cronometro.
“10 minuti” aveva detto attivando il congegno con sguardo malizioso “Da ora”
Ed il capitano aveva cominciato ad uscire a passo svelto dalla stanza.
La notte che aveva seguito quella conversazione era stata una delle più starne ed intense per il capitano, e dire che ne aveva provate tante nella sua vita durata ormai già troppi anni.
Non si era, quindi, più fatto scrupoli, e quando loro due rimanevano soli in una stessa stanza, trovava sempre un modo perché finissero entrambi senza vestiti, senza domandarsi se Ianto fosse d’accordo.
Per molto tempo non si era domandato nemmeno perché lui stesso aveva continuato questa pseudo relazione perché pensava fosse solo una storia di sesso(Perché, doveva ammetterlo, Ianto ci sapeva davvero fare, malgrado una volta gli avesse confessato di non essere mai stato con nessun uomo al di fuori di lui).
Con il tempo però si era reso conto che questo non bastava più a descrivere cosa sentiva per il gallese e da allora si era cominciato a chiedere se anche l’altro provasse le stesse cose.
Aveva pensato che, se anche il Teaboy aveva deciso di portare avanti quella storia per tutto quel tempo, ciò voleva dire che anche per lui c’era qualcosa di più.
Eppure sentirlo parlare in quel modo di Lisa, vederlo così sconvolto, gli aveva fatto capire che era ancora innamorato di lei.
E non poteva esserci niente tra di loro se era ancora così, solo sesso.
Si domandò quando il sesso aveva cominciato a non bastargli, ma la risposta si perdeva nell’immagine degli occhi del ragazzo che riaffiorava con insistenza nella sua mente.
-Non ho mai voluto costringerti in questa “relazione” e se l’ho fatto ti prego di scusarmi, non me ne sono mai reso conto-disse infine il capitano, non sopportando più quel silenzio pesante che si era creato.
Si girò poi su un fianco, nel vano tentativo di addormentarsi, sapendo che non ci sarebbe riuscito finché non avesse avuto la certezza che gli incubi avessero lasciato in pace il giovane vicino a lui.
-non mi sono mai sentito costretto Jack, è sempre stata una mia scelta. Ricordi la storia del cronometro?-
La voce dolce del ragazzo lo raggiunse ed il capitano sapeva che in quel momento anch’eli stava sorridendo ricordandosi quell’episodio.
-Allora perché?—
Non c’era bisogno di specificare.
Entrambi sapevano a cosa Jack si stava riferendo.
-Non era semplice bisogno di sesso. Avevo imparato a farne a meno da quando Lisa…….Beh lo sai. Quando è morta mi sono sentito paralizzato, come se la mia vita non potesse più andare avanti e per quanto cercavo di ricucire insieme i pezzi nulla sembrava cambiare. Così ho pensato che fosse colpa mia, che in realtà non mi stessi impegnando abbastanza, preferendo crogiolarmi in quest’amore che poteva solo portarmi sofferenza ma che mi avrebbe protetto dal mondo. Però non potevo continuare in questo modo, dovevo fare qualcosa, ricominciare a vivere e quello mi sembrava il primo passo. Il più semplice, il meno doloroso, il più anaffettivo-
La voce di Ianto tremava, ma il capitano proseguì, deciso a non lasciare cadere il discorso, sapendo che non ci sarebbe stata un’altra occasione per trovare una risposta alle domande che si erano affollate per troppo tempo nella sua testa.
-Ma perché me? Avresti potuto avere tante altre donne anche solo entrando la sera in un bare sfoderando quel tuo sguardo. Avresti potuto avere una persona diversa nel tuo letto ogni sera. Perché me?-
L’altro sospirò, probabilmente senza nemmeno rendersi conto del complimento che gli era stato fatto.
-Non sono mai stato un Don Giovanni. Per me il sesso è sempre stato un atto d’amore e sapevo che non sarei mai riuscito ad andare a letto con qualcuno che non amavo e che non mi amava. Purtroppo oramai non avevo più rapporti con nessuno qui a Cardiff se non voi membri di Torchwood 3 ed ero già pronto a rinunciare ai miei propositi quando ho realizzato che ciò che ci legava non era mai stato solo un rapporto di lavoro ma qualcosa di più. Eravamo, siamo, amici e l’amicizia non è altro che un tipo di amore, così ho pensato di provare-
-E hai scelto me perché……-
-Perché andando con un uomo non mi sembrava propriamente di tradire Lisa, in più sapevo che se te lo avessi proposto tu non avresti rifiutato. Ed avevo ragione-rispose tranquillamente il giovane.
-Quindi stiamo…..cioè, siamo “amanti” perché io sono un…..come si dice?-
-Gigolò-
-Perché sono un gigolò?!-
Jack reagì in maniera talmente buffa che Ianto non poté trattenere una risata ed il capitano, felice di vederlo un po’ allegro, rise con lui.
-Ok, va bene, ho capito. Meglio lasciar stare questo discorso. Ma perché hai continuato? Insomma, una volta “sbloccato” perché non hai provato a cercare qualcun altro, qualcuno con cui intraprendere una vera relazione?-
Il gallese si passò le mani tra i capelli ed inspirò profondamente.
Era evidente che avrebbe volentieri evitato di rispondergli, ma d’altro canto avrebbe volentieri evitato di affrontare l’intero discorso.
-Perché quella sera……mi era piaciuta. Stare con te, in quel modo, mi piaceva. Tutto questo era qualcosa a cui non volevo, e non voglio, rinunciare-
-Ma non ti fa stare bene, non ti ha mai fatto stare bene. Ho passato tante di quelle notti a vederti agitare nel sonno mormorando parole incomprensibili ed ora scopro che è tutta colpa di questa scelta ed io non posso andare avanti così-
-Jack, cosa stai dicendo? Io non capisco-
-quando ti addormenti ed io non riesco a prendere sonno, rimango a guardarti e non c’è volta in cui gli incubi non cominciano a tormentarti. Io non posso essere la causa dei tuoi incubi. Sei tormentato da una decisione che non vuoi prendere, allora sceglierò io per te-
Il capitano si passò una mano tra i capelli e sfoggiò il suo solito sorriso.
-è un peccato però, mi stavo davvero divertendo-
Ianto fu preso alla sprovvista da quelle parole e i suoi occhi si sgranarono.
-aspetta, cosa vuoi dire? Finisce tutto così?-
Jack rise.
-non c’è nulla da finire, o sbaglio? Noi giochiamo e il gioco è bello quando dura poco-
C’era una punta di amarezza nella voce dell’uomo, ma il Teaboy non se ne accorse.
Quella era l’ultima cosa che si aspettava di sentire.
Pensava che per lui ciò che avevano fosse speciale, on un gioco.
-non fare quella faccia. Non è ciò che siamo? Un gioco? Ti ho sentito mentre parlavi con Martha Jones, quando ti ha chiesto cosa ci fosse tra di noi. L’aveva domandato anche a me sai? Le ho detto che se voleva una risposta doveva cercarla da te. Dovevi essere tu a definire il nostro rapporto perché per me…….-
Il capitano si voltò di scatto dandogli le spalle e prese un grande respiro.
Ianto osservò le sue spalle alzarsi ed abbassarsi mentre il suo battito cardiaco aumentava a dismisura.
Si avvicinò all’uomo e allungò lentamente una mano verso la sua schiena nuda, quasi con timore.
Jack si voltò nuovamente e i suoi occhi incrociarono quelli enormi del suo amante facendogli fermare il cuore per un istante.
Dovette ripetersi più volte per quale motivo stava scrivendo la parola “Fine” a quella storia per trattenersi dal saltargli addosso come tutto il suo corpo gli chiedeva disperatamente di fare.
Rimasero così qualche istante, senza che nessuno dei due riuscisse a fare anche un solo passo in nessuna direzione.
-Comunque non ha importanza ora. I giochi servono solo a divertirti, non a tormentarti durante la notte-riuscì infine a dire il capitano.
Aveva uno sguardo strano che nemmeno Ianto gli aveva mai visto, a metà fra un rabbioso disappunto ed un intimo dolore.
Un’intuizione illuminò il volto del gallese.
-Tu sei…….sei……geloso?!-
Jack arrossì vistosamente anche nel buio della notte, facendo sorridere il ragazzo.
-Non stiamo parlando di me adesso!-provò a ribattere cercando di allontanarsi.
Non voleva che il Teaboy riuscisse a vedere tutti i sentimenti che gli si stavano agitando dentro.
-E chi l’ha deciso?-mormorò con sguardo malizioso Ianto, avvicinandosi sempre di più.
-Io, e ricordati che……-
-No, no. Questa scusa non vale, ricordi?-lo interruppe il gallese posandogli un dito sulle labbra.
-L’avevamo deciso all’inizio. In momenti come questi, quando io e te rimaniamo da soli, tu smetti di essere il mio capo e diventiamo due semplici amanti nella notte-
-Ci stai prendendo gusto eh?-domandò Jack cercando di mantenere la distanza tra di loro, ma il ragazzo non rispose, limitandosi a fare un sorrisetto enigmatico.
-Ti preferivo quand’eri timido e reticente-disse il  capitano continuando ad indietreggiare, finché non sbattè contro il muro alle sue spalle.
-Diciamo che adesso ho molte cose di cui vendicarmi-
-Non dirai sul serio?!-
La distanza tra di loro era quasi inesistente, ma il gallese continuò ad avvicinarsi finché i loro corpi non aderirono in maniera fin troppo familiare al capitano il quale trovava sempre più difficile respirare in maniera normale.
-Tu cosa dici?-sussurrò infine Ianto sulle sue labbra.
Il tempo sembrava essersi fermato e Jack era ad un passo dall’avventarsi sul giovane quando questo si allontano di scatto e quel momento si infranse.
-Fai decisamente sul serio. Sappi che i tuoi metodi non mi piacciono, sono una vera e propria crudeltà!-
L’aria finalmente tornava a riempirgli i polmoni mentre uno sguardo soddisfatto si dipingeva sul volto del gallese.
-Indovina da chi li ho imparati?-
-Avrei veramente dovuto starti lontano Ianto Jones-
Era una frase detta quasi per scherzare, ma sembrò destabilizzare il ragazzo che si sedette pesantemente sul letto con la testa tra le mani.
-Forse avresti dovuto-
-Ehi Teaboy, stavo solo scherzando!-esclamò Jack preoccupato inginocchiandosi accanto a lui nel vano tentativo di riuscire ad incrociare il suo sguardo.
-Non credo sarei riuscito a trattenermi dal provarci seriamente con te ancora per molto-provò a scherzare, ma l’altro non sembrò nemmeno ascoltarlo.
Rimase ancora qualche momento in quella posizione prima di puntare i propri occhi in quelli del superiore che si sentì scavare l’animo.
Qualsiasi domanda gli avesse fatto in quel momento non sarebbe riuscito a mentire, e Ianto lo sapeva.
-cosa siamo noi? Cosa sono io per te?-
Un sorriso amaro si dipinse sul volto del capitano.
-Un gioco-rispose sprezzante.
-Non l’hai forse detto tu stesso? Noi giochiamo, siamo un semplice divertimento per riempire le nostre notti solitarie-
-Jack, non dire così. Lo sai anche tu che non è vero, non so nemmeno se è mai stato così, per te-
-Cosa vuoi sentirti dire Ianto Jones?!-urlò il capitano calcando velenosamente il nome del ragazzo.
-Vuoi davvero che io riveli i miei veri sentimenti perché tu possa calpestarli meglio, dato che per te sono solo un gioco?!-
Una lacrima sfuggì al rigido controllo dell’uomo, correndo velocemente sul suo volto e raggiungendo le sue labbra prima che lui potesse fermarla.
Questa era l’ultima cosa che il gallese si sarebbe aspettato.
Era sempre stato abituato a pensare al suo capitano come un Don Giovanni impunito, un uomo forte che riusciva a non farsi toccare da nessuna emozione.
Questo l’aveva portato a non preoccuparsi dell’effetto che le sue azioni, che la loro relazione, aveva su di lui.
In quel momento capì che lo aveva “giudicato” in maniera sbagliata e finalmente riuscì a vederlo per ciò che veramente era e che veramente provava.
Aveva sempre avuto paura che “stare” con Jack lo avrebbe fatto soffrire, ma solo ora si rendeva conto di quanto LUI lo aveva ferito.
-Tu hai sempre saputo cosa sei per me, te l’ho sempre dimostrato. Ti ho persino invitato ad uscire per un normale appuntamento e io non l’ho mai fatto. Sono sempre stati gli altri a chiedermelo, Ma a te l’ho chiesto, ed ero così contento quando mi hai detto di si-
Prese un profondo respiro.
-Ti dissi persino che ti amavo……-
-Aspetta, io questo non me lo ricordo!-provò a protestare il gallese.
-Non fare il finto tonto, sono certo che non l’hai dimenticato. Eravamo nel mio ufficio, il giorno in cui rimandammo Tommy a casa. Venisti a chiedermi se sarei tornato anch’io nel mio tempo se avessi potuto. Dicesti che ti sarei mancato; pensavo significasse qualcosa al tempo. Quando ti risposi che avevo lasciato casa mia da talmente tanto tempo da non sapere più dove fosse e che forse nemmeno importava, tu ti avvicinasti dicendo che sapevi che ogni tanto mi sentivo solo.
Pensai che se te ne eri accorto, se ti preoccupavi per me, significava che avevamo fatto un passo avanti noi due, come “coppia”.
Avrei voluto dirti che da quando ti avevo al mio fianco quella sensazione di solitudine era scomparsa, ma non potevo perché sarebbe stata una bugia.
Ho visto troppe cose nella mia vita, compiuto troppi peccati ed il loro peso lo dovrò portare per sempre da solo.
Ma tu mi avevi, mi hai cambiato, migliorato la vita, l’hai resa meno dura e volevo che tu lo sapessi così ti ho detto l’unica verità che non avevo mai detto a nessuno-
Ianto stava rivivendo quel momento che era inciso con il fuoco nella sua mente.
Quella volta aveva visto qualcosa nel volto del capitano che non si era saputo spiegare, qualcosa di diverso che per un istante lo aveva fatto dubitare della veridicità dell’idea che tutti avevano di Jack come playboy incapace di innamorarsi di nessuno.
“Andare a casa non sistemerebbe la cosa” aveva detto senza guardarlo.
“Stando qui ho visto cose che non avrei mai immaginato di vedere……Amato persone che non avrei mai conosciuto se fossi rimasto dov’ero. E questo non lo cambierei per nulla la mondo” aveva mormorato quell’ultima frase guardandolo dritto negli occhi e lui aveva sentito l’istinto irrefrenabile di appropriarsi della sua bocca, forse per impedirgli di continuare quel discorso.
Così lo aveva baciato con così tanta foga da essersi stupito di se stesso; di solito era Jack quello passionale e lui si limitava ad assecondarlo.
In quel momento si era reso conto di quanto lui lo stesse cambiando.
-Ti dissi che ti amavo perché pensavo che tu provassi qualcosa del genere e che semplicemente non volessi o non riuscissi ad ammetterlo. Ma poi, quando ti ho sentito parlare con Martha…….
Non importa, colpa mia, sono stato uno stupido-
Il capitano ora gli aveva voltato le spalle cercando di riacquistare il controllo di se stesso e Ianto avrebbe voluto abbracciarlo e dividere con lui quella sofferenza, ma non riusciva a muoversi.
-Io……Insomma……Non pensavo……Come potevo capire che ti stessi riferendo a me?-
-Andiamo! Chiunque lo avrebbe capito! Era così evidente!-
-Non per me! Ho sempre creduto che per te io fossi solo uno dei tanti-
-Non lo sei mai stato, non saresti mai potuto esserlo. Tu sei così bello, e fragile e prezioso. Non ci sono più stati altri da quando ci sei tu-
Il Teaboy rimase completamente spiazzato da quella rivelazione.
-Io non ….. Non lo sapevo io……..Credevo che…..Questo cambia……-cominciò a balbettare ma il capitano lo interruppe.
-Cosa cambia?! Nulla! Te lo dico io! Avevo così paura di ferirti e invece……Ma avrei dovuto aspettarmelo credo, dopo aver spezzato tanti cuori sarebbe dovuto arrivare qualcuno che avrebbe fatto lo stesso con il mio. Solo non pensavo saresti stato tu. Sapere tutto questo cosa cambia? I tuoi sentimenti non cambiano, la nostra “relazione” non cambia. Ed è un peccato perché io sono così stanco di giocare-
-E dimmi Jack, cosa avrei dovuto risponderle?! Tu sei il favoloso Jack Harkness, l’uomo con mille e più amanti, che porta a letto ogni sera qualcuno di diverso, umano o alieno che sia ha poca importanza. Se le avessi detto la verità anche lei mi avrebbe riso in faccia-
-Quale verità?-domandò subito l’uomo voltandosi di scatto.
-Non sapevo nemmeno io quali fossero i miei…..cosa io ….Neanche adesso sono certo di…….-
-Ianto cosa stai cercando di dire?-chiese il capitano poggiando le mani sulle spalle del gallese e guardandolo fisso negli occhi mentre quest’ultimo arrossiva sempre di più, quasi boccheggiando in cerca di aria.
Era evidente che si stava forzando dolorosamente ad esprimere qualcosa che non era ben chiaro nemmeno a lui, ma che di certo lo spaventava a morte.
-Insomma Jack, non so nemmeno quando sono diventato gay!-esplose infine il ragazzo facendolo sorridere.
-Oh, gli umani e la loro necessità di etichette-disse l’uomo dolcemente facendo scivolare con lentezza le sue mani lungo la schiena dell’altro.
-Sembra quasi che tu non lo sia-rispose quello trattenendo un fremito.
-Quando vivi per secoli attraverso epoche diverse perdi parte della tua umanità, come ad esempio il bisogno di definire ogni cosa perché tutto rientri in precise categorie.
Non m’importa che ti consideri gay o meno, ciò che voglio sapere è solo ciò che provo per me-
Il gallese inspirò profondamente.
-quando stiamo insieme, e non intendo solo in questo modo-disse indicando il letto disfatto.
-Il mio cuore batte in modo diverso e so quanto questo possa sembrare stupido ed infantile ma è così. Così come il fatto che la gelosia continua ad assalirmi ogni volta che sei con Gwen, perché lo so che tra voi c’è qualcosa di speciale-
-Io e Gwen?! Non essere ridicolo, non c’è mai stato nulla tra di noi!-
-nulla di “fisico”, di “reale”, ma sappiamo tutti che la vostra non è semplice amicizia. E ogni volta che vi vedo insieme devo ricordare a me stesso di non essere altro che un breve momento passeggero nella tua vita immotale. Che non potrò mai essere veramente importante per te-
-Non dire così-protestò il capitano, ma l’altro lo ignorò.
-dovrei smetterla di farmi del male insistendo a rimanerti attorno il più possibile, ma quando ti vedo, quando mi fai sentire così speciale ed indispensabile anche quando so di essere completamente inutile……-
-Tu non sei mai stato inutile-
Anche questa volta il gallese fece finta di non sentirlo.
-……Capisco che non sarò mai in grado di porre fine a questa storia. Eppure il resto, tutto il resto è rimasto uguale. Continuo ancora a guardare le ragazze e non mi sento attratto dagli uomini. Solo da te.
Questo cosa mi rende?-
Jack lo guardò con tenerezza e unì le sue mani con quelle del ragazzo che chiuse gli occhi.
-Semplicemente ciò che sei. Ianto Jones, ex-membro di Torchwood 1 ed ora elemento indispensabile di Torchwood 3(anche se quasi nessuno sarà mai disposto ad ammetterlo) e fidanzato con il favoloso capitano Jack Harkness-
-è quello che siamo? Fidanzati?-domandò titubante il Teaboy.
-è quello che tu vuoi che noi fossimo?-replicò l’altro.
Quello annuì quasi impercettibilmente ed il capitano sorrise.
-Credo che…..Insomma…..Poco importa cosa vorrei, dopotutto è così che stanno le cose no?-
-Ciò che vuoi ha sempre importanza, almeno per me. Tutto potrebbe essere diverso, e lo sarà se è quello che desideri-
Ianto scosse il capo.
-No Jack, non è quello. È che tutto ciò mi terrorizza. Non è solo il fatto che per me sei il primo e l’unico mentre per te sono uno dei tanti.
Tu vivrai in eterno, io no. Anche se tu decidessi di restare con me, anche se non ti stancassi di me, rimane il fatto che morirò, forse invecchierò, anche se con il lavoro che facciamo lo dubito fortemente, mentre tu resterai esattamente uguale a come sei ora. E non so nemmeno chi di noi ha più diritto ad essere spaventato.
Io mi sentirò ogni giorno più sbagliato per te e vivrò con la costante paura di essere rimpiazzato, ma tu…..Se davvero provi per me ciò che dici, soffrirai moltissimo-
-è la maledizione di chi è destinato a vivere in eterno. Ma una vita senza amore non è degna di questo nome e, soprattutto, non si può decidere di non innamorarsi. E io credo proprio di essermi innamorato di te Ianto Jones-
Jack era sempre più vicino al giovane che poteva sentire l’odore dei suoi “ferormoni del 50 secolo”, come gli aveva detto quando si erano conosciuti ed il gallese era convinto che fosse il suo dopobarba.
-Dio solo sa da quanto tempo, forse dalla lotta con lo pterodattilo, forse dalla prima volta che ti ho visto o da quando hai detto di amare il mio cappotto. Lo apprezzo molto molto di più da allora-
-Quel cappotto è meraviglioso-mormorò il ragazzo sfiorando il petto dell’uomo.
-Mi sono sempre chiesto come te lo fossi procurato-
-Non credi tu lo voglia sapere davvero-
-Mmmmmhhhh, forse hai ragione-disse il giovane facendo scivolare la punta delle dita sempre più in basso, sorridendo soddisfatto nel vedere riflesso sul volto del capitano il brivido che gli aveva attraversato la spina dorsale.
-Dopotutto stai bene anche senza-
-Stai cercando di provocarmi?-domandò Jack a denti stretti mentre le mani di Ianto continuavano a scendere senza mai allontanarsi dal suo corpo.
-Potrei-rispose quello vagamente guardandolo intensamente negli occhi.
-Oh, dovrei decisamente smetterla di insegnarti certe cose-
-è rimasto vittima dei suoi stessi trucchetti, capitano-
-Devo essere estremamente malefico-sussurrò quest’ultimo sporgendosi verso l’amante.
-Dannatamente crudele signore-
La tensione  tra i due era ormai palpabile nell’aria, che sembrava essersi immobilizzata, così come tutto il resto.
-Povero Ianto, forse dovrei trovare un modo per farmi perdonare-
-Decisamente dovrebbe signore-
Il giovane non fece in tempo a finire la frase che Jack gli fu addosso, facendo sue le labbra del ragazzo, travolgendolo in un bacio che lo lasciò senza respiro.
Lo portò vicino al letto senza mai staccarsi da lui.
Le sue braccia stringevano il gallese, che però lo spinse via di scatto facendogli perder l’equilibrio.
In un attimo Ianto gli fu sopra e cominciò a succhiargli quell’angolo del collo a cui da tempo sognava di dedicarsi.
Jack, però, era più forte e subito ribaltò la situazione.
Il mondo aveva cominciato a muoversi con estrema velocità, ma a loro non importava.
Null’altro sembrava esistere in quel momento al di fuori dei loro corpi, avvinghiati l’uno all’altro.
-Promettimi che non smetteremo-pregò il giovane mentre cercava di riprendere fiato.
-Prima ho mentito: non sarei stato in grado di disintossicarmi da te –rispose il capitano ansimando.
-Sei la mia droga preferita-continuò trascinandolo nuovamente in quella spirale di passione.
Il gallese lo lasciò fare, godendosi ogni istante.
-Sono contento-disse poi, riprendendo la sua posizione su di lui.
-Perché se fossi pronto per fare quella scelta, sceglierei te-
Jack gli sorrise amorevolmente e lasciò che, per quella volta, fosse Ianto a condurre i giochi.
La luce del mattino li trovò pacificamente addormentati l’uno tra le braccia dell’altro.
Nessun incubo aveva disturbato la loro notte.


Nota: buongiorno a tutti( e dato il periodo buona pasqua) sono in questo fandom da poco ma ci tenevo a scivere qualcosa su Jack e Ianto perchè la loro relazkione mi ha veramente colpito(vi avverto che, per quanto io abbia visto tutte  e 4 le serie ho deciso che per me Torchwood finisce con la seconda stagione dato che ho deciso di ripudiare CoE e Miracle Day).
i dialoghi tratti dalle puntate li ho tradotti io quindi se non sono perfetti abbiate pietà di me.
Detto questo mi farebbe veramente piacere sapere cosa pensate di questa storia, sia che sia un commento positivo che negativo.
Alla prossima

 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Torchwood / Vai alla pagina dell'autore: jjk