Fumetti/Cartoni americani > Due fantagenitori
Segui la storia  |       
Autore: frafrog    04/04/2015    3 recensioni
Mentre Timmy, Cosmo, Wanda e Poof si divertono traquillamente nella loro perfetta vita da famiglia felice, un problema si presenta: Poppy Fairywinkle si fa viva dopo tanti anni e Cosmo non sa proprio come gestire la situazione. Ma c'è la sua controparte ad aiutarlo, per fortuna (ironico, no?). Cosa succederà? La felicità dei nostri personaggi crollerà o riusciranno a superare gli ostacoli che si pareranno sul loro cammino?
Io non scommetterei sulla seconda opzione... se fossi in voi... o sì?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: AntiCosmo, Cosmo, Nuovo personaggio, Timmy Turner, Wanda
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1
 
Timmy e Cosmo giocavano tranquillamente a calcio nel giardino della casa dei Turner.
 
-Vai, Timmy!- esclamò Cosmo, lanciando la palla al suo figlioccio, che la prese abilmente e la colpì con un calcio così forte che la mandò contro la finestra della casa dei Dinkleberg, spaccandola in mille pezzi.
 
-Sì!- esultò il padre di Timmy dall’interno della casa -Continua così, Timmy!-.
 
-Ops...- sussurrò il bambino -Ehm... non sono stato io-.
 
Per fortuna i vicini non erano a casa e a Cosmo bastò agitare la bacchetta per far ricomparire la palla nel loro giardino e aggiustare la finestra. Tirarono entrambi un sospiro di sollievo.
Sembrava che nulla potesse rovinare quella bella scena di divertimento, ma la fortuna non ha mai assistito molto il nostro caro Timmy e i suoi due fantagenitori, infatti...
In quel momento apparve Wanda, che teneva in braccio Poof e nella mano libera il telefono:-Cosmo, ci sarebbe una chiamata per te...- disse, con un’ombra di preoccupazione nella voce -dice di essere una certa Poppy Fairywinkle... che strano che abbia il mio stesso cognome...- rifletté.
 
Cosmo abbassò gli occhioni verdi per un attimo, poi tirò un sorriso forzato:-Dai, Timmy. Continuiamo a giocare!-.
 
-Ma...- replicò la fata -c’è una chiamata per te... puoi giocare dopo...-.
 
-Non posso interrompere la partita, sta vincendo Timmy!- inventò il mago, come scusa. In realtà non era quello che gli interessava al momento. Solo al sentire quel nome aveva sentito una stretta allo stomaco per l’ansia.
 
-Cosmo! Muoviti a venire qui o ti ci trascino di peso!- urlò Wanda, perdendo la pazienza.
 
Cosmo prese il telefono, senza riuscire ad evitare che le dita gli tremassero e rispose:-P-pronto?-.
 
-Cosmo, da quanto tempo. Da quando te ne sei andato con quella Wanda, direi. Quanto è passato? Circa 9852 anni, o sbaglio?- disse la voce dall’altra parte.
 
Il mago si allontanò, per non farsi sentire da sua moglie e dal suo fanta-figlio:-Che c’è? Come ti è venuto in mente di chiamarmi adesso?-.
 
-Scusa se ho voluto parlare con la persona che mi ha abbandonata e trascurata per una vita intera! Scusami davvero, Blonda aveva ragione, sei solo un idiota-.
 
-Aspetta, Poppy, ti posso spiegare tutto! Non è come pensi! Tu non puoi capire quello che è successo! Sono cose complicate!-.
 
-Ecco perché uno stupido come te non è riuscito a reggere la situazione! Ed ecco perché sei scappato e mi hai lasciata da sola!-.
 
-Ma no... ti sbagli, io non ti avrei mai abbandonata, io ti ho sempre voluto bene...-.
 
-Sempre? Vuoi dire per quei cinque minuti prima che sparissi! Non finisce qui, Cosmo. Guardati le spalle, carino-.
 
Il mago sentì che l’altra aveva riagganciato il telefono e tornò dagli altri, che lo stavano aspettando. Cercò di non dare a vedere che era sconvolto e molto preoccupato, oltre che ferito.
Ma né sua moglie né il suo figlioccio erano stupidi, né lui era un bravo attore...
 
-Che hai, amore?- chiese la moglie, vedendo che gli occhi verdi di Cosmo erano diventati lucidi -Qualcosa non va?-.
 
-Tutto ok- si costrinse a sorridere e ad assumere la sua solita aria spensierata -era solo una vecchia amica del college di magia che voleva salutarmi e poi abbiamo iniziato a litigare...-.
 
-Sicuro?-.
 
-Certo- rispose lui, con un tono un po’ più brusco di come avrebbe voluto. Si schiarì la voce e cercò di non guardare sua moglie negli occhi.
 
-Cosmo, ti comporti in modo strano...- constatò Timmy -Non è che ci stai nascondendo qualcosa?-.
 
-Ehm... wow, questo si che è andare dritti al punto...- il mago dai capelli verdi cercò disperatamente una scusa plausibile, grattandosi la testa nervosamente -ehm... no... perché dovrei mentirvi? Secondo voi vi sto raccontando una bugia?-.
 
-Sì- dissero all’unisono i due -ma è solo un sospetto...-.
 
Cosmo spostò lo sguardo sul piccolo Poof, che lo fissava con i suoi occhioni viola. Sentì inevitabilmente i suoi occhi inumidirsi e accarezzò la testina tonda del bebè.
 
-Credo che Poof abbia fame- commentò, facendo finta che fosse quella la sua preoccupazione principale. In realtà, Poof non aveva per niente fame, ma visto che non gli dispiaceva mai fare uno spuntino, spalancò la bocca in una O perfetta, come a dire “Ho fame!”.
 
-Hai ragione, andiamo- concordò Timmy.
 
Qualche ora dopo...
 
Cosmo fissava quella fotografia da ormai un’ora, senza riuscire a distogliere lo sguardo. Sua moglie il suo figlioccio erano usciti e lui era solo in casa, seduto sul letto di Timothy, con la schiena appoggiata al muro e le gambe raccolte.
 
“Perché proprio a me doveva succedere?” pensò “Che ho fatto di male? Forse sono stato davvero pessimo con quella povera ragazza, non meritava di sentirsi così sola per tutti questi anni. E poi se mi avessero lascito con Blonda per tutti questi anni anche io sarei furioso con quello che mi ha fatto una cosa del genere.
Ma non è questo il punto, Poppy ce l’avrà con me per sempre e ha pure ragione, è questa la cosa peggiore! Come mi è saltato in mente di fare una cosa del genere? Non avrei mai dovuto essere così precipitoso sapendo che potevo finire in un mare di guai... e ora... che faccio?”.
 
Sentì chiaramente alcune lacrime che gli scendevano sulle guance, come dei rigagnoli trasparenti di dolore, che cadevano sulla foto che stringeva tra le mani.
 
-I-io n-non v-volevo c-che s-succedesse q-questo- balbettò tra i singhiozzi. Sentì un conato di vomito salirgli alla gola e dovette ricacciarlo indietro (avete presente che quando piangete tanto vi viene anche da vomitare? Ecco, così...).
 
-Ma guardalo, il piccolo Cosmo...- disse una voce, con una vena sarcastica -A forza di stare con tua moglie ti è rimasta un po’ di intelligenza in quella testa vuota, ignorante babbeo...-.
 
Alzò lo sguardo, asciugandosi le lacrime, e vide una figura dalla pelle bluastra appoggiata al muro, con fare disinvolto e strafottente: Anti Cosmo. La sua controparte lo fissava con i suoi gelidi occhioni verdi, attraverso il monocolo.
 
-Che ci fai tu qui?- chiese il verde, stupito.
 
-Volevo vederti soffrire un po’, tutto qui... non sai che soddisfazione vederti triste, Cosmo...-.
 
-E poi?-.
 
-E poi volevo chiedere a Wanda se potevate tenere Foop per un po’, io e Anti Wanda vogliamo prenderci una vacanza. Non ne possiamo più di tutti quegli idioti che popolano l’Anti-fantamondo...-.
 
-Ah...-.
 
La controparte gli girò intorno, osservandolo attentamente, pensieroso. Cosa aveva quel giorno Cosmo? Non riusciva a capire cosa fosse successo, nemmeno lui che era così intelligente, nemmeno lui il più grande genio del male riusciva a capire e in effetti non era una cosa semplice da capire...
 
-Dai, racconta- sbuffò dopo un po’.
 
-Che?-.
 
-Racconta, sfogati, dai...-.
 
-Sì, avevo capito, ma perché? Cioè, perché sei gentile con me? Tu sei malvagio!-.
 
-Ma... io e te siamo molto più simili di quanto credi...-.
 
-Dici? Dai, dimmi per che cosa siamo simili!-.
 
-Be’, credimi anche io ne ho passati di momenti difficili e non avevo nemmeno un amico a starmi vicino, per cui... insomma, mi ricordi me quando...- abbassò gli occhi -be’, lasciamo stare. Comunque se ti va di parlare muoviti, prima che cambi idea- concluse.
 
-Ok... siediti, è una storia lunga...-.
 
-Aspetta, è una di quelle storie romantiche e smielate che fanno vomitare?- chiese Anti Cosmo -Perché se è così allora ritiro quello che ho detto-.
 
-No, è solo una storia triste...-.
 
-Va bene, ma sbrigati, sento già che sto per pentirmi di averti detto di raccontare...-.
 
FINE PRIMO CAPITOLO
 
CONTINUA...
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Due fantagenitori / Vai alla pagina dell'autore: frafrog