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Autore: merty_chan11    05/04/2015    1 recensioni
One shot~1811 parole
Dal testo:
[...]
Il ragazzo sembrò pensarci su, come se stesse cercando un modo per esprimere un qualcosa che probabilmente era ai limiti dell’assurdo.
“Conigli” disse infine, incrociando le braccia al petto.
“Conigli” ripetè Jace, scioccato.
“E anche uova di cioccolato ora che ci penso. In effetti è il coniglio che porta le uova e le nasconde.”
Jace chiuse gli occhi per un momento nell’atto di immaginare un coniglio gigante con il pelo grigio portare delle uova e nasconderle nei giardino. Inorridì e scosse il capo.
“Fammi capire. I mondani credono che un coniglio formato Babbo Natale porti le uova ai bambini per poi nasconderle?”
“Esattamente” Alec fece un cenno di assenso.
“Beh, non mi stupirei più di tanto se tra qualche anno la razza umana si estinguerà e scomparirà per sempre dalla faccia della Terra. Questi sono matti da legare” concluse il biondo, per poi guardare di nuovo il suo parabatai.
[...]
Buona lettura e tanti auguri di buona Pasqua!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdA
Umh, salve. In genere non metto le note dell'autore all'inizio, ma oggi ho preferito variare. Inanzitutto, vi volevo augurare buona Pasqua, e spero che questa fanfiction priva di senso vi piaccia (?)
Grazie mille a tutti e buona lettura!
Ancora tanti auguri!
Merty




Di regali,
conigli
e auguri di buona Pasqua




Alec continuava a fare avanti e indietro per il loft, tormentandosi le mani e mordicchiandosi il labbro inferiore. Non pensava di poter essere turbato fino a quel punto, ma a quanto pareva era proprio così.
Magnus era dovuto partire per un assurdo lavoro, e prima della suddetta partenza gli aveva stampato un bacio sulle labbra per poi dire “Tornerò il giorno di Pasqua.”
Questa parola aveva messo in subbuglio il cervello del povero Lightwood, al punto da fare delle ricerche su questo termine. Aveva scoperto che la Pasqua era un’altra festività dei cristiani, in cui si stava in famiglia e si aprivano delle uova di cioccolato. Lui non l’aveva mai festeggiata, a differenza del Natale.
Comunque, aveva cercato le varie tradizioni correlate a questa festività, e ogni volta trovava sempre le stesse identiche cose: conigli bianchi, alberi con delle uova colorate appese sopra, uova di cioccolata dalle più svariate misure, e colombe. Insomma, chi aveva scelto quegli strani simboli? 
Sicuramente Magnus si aspettava almeno un piccolo regalo, ma per una volta voleva stupirlo, voleva fare in modo che tutto fosse perfetto.
Tuttavia niente, per il momento, era andato come sperato.
Era già sabato pomeriggio, e Alec non aveva la benché minima idea di quale dono offrire allo stregone. Aveva pensato a varie possibilità, e gli era addirittura passato per la mente di chiudersi dentro un uovo formato gigante per poi farsi scartare dal suo ragazzo. Ma quell’idea non si era rivelata una delle migliori, in quanto sarebbe potuto morire soffocato se Magnus non avesse scartato subito il regalo.
In quel momento squillò il citofono, e una manciata di secondi dopo Jace era sulla soglia della porta, con il fiato grosso e i capelli attaccati alla fronte per il sudore, segno che aveva appena corso.
“Alec” disse con preoccupazione “Ho ricevuto il tuo messaggio. Stai bene?”
Il ragazzo lo guardò con gravità
“Jace sono nei guai…non so cosa fare per-“ iniziò a gesticolare con furore, passandosi una mano nei capelli nel tentativo di calmarsi. Stava per ricominciare a parlare, ma fu preceduto da Jace.
“Aspetta” il biondo mise una mano avanti, in un gesto che indicava di fermarsi un attimo “Dimmi un po’ Alec, non è che sei incinta?”
Il Lightwood lo guardò con occhi spalancati, a metà tra il disgustato e lo sconvolto.
“Perchè se è così” continuò Jace “Avresti dovuto prendere le precauzioni e fare meno sesso con Magnus.”
Alec arrossì fino alla punta delle orecchie per poi borbottare qualcosa, probabilmente sul fatto che Jace fosse troppo pervertito e avesse delle fantasie assurde. 
“Il problema è un altro” esordì Alec con un sospiro.
“Meno male!” esclamò il biondo sedendosi sul divano viola “Non mi sarebbe piaciuto diventare zio prima del previsto. Su, continua.”
Il Lightwood lo guardò male
“Vedi, domani è Pasqua, e avevo intenzione di…”
“Pasqua? Per caso è una nuova posizi-“
“JACE! Dacci un taglio, per l’Angelo!”
Alec aveva il volto rosso per la rabbia, e se lo prese fra le mani cercando di calmarsi.
“È una stupidissima festa mondana, e io non so cosa regalare a Magnus. Ecco il problema.”
Anche lui scivolò sul divano, esausto.
Jace osservò il suo parabatai per un momento, poi scrollò le spalle.
“È strettamente necessario questo regalo?”
L’altro lo guardò come se fosse impazzito
“Certo che è necessario! Siamo pur sempre sposati e…”
“Okay va bene. Ho capito. Piuttosto, dimmi se hai trovato qualcosa su questa nuova posiz-“ si interruppe non appena vide l’occhiataccia scoccatagli da Alec “Volevo dire, questa nuova fantastica festa mondana!”
Il ragazzo sembrò pensarci su, come se stesse cercando un modo per esprimere un qualcosa che probabilmente era ai limiti dell’assurdo.
“Conigli” disse infine, incrociando le braccia al petto.
“Conigli” ripetè Jace, scioccato.
“E anche uova di cioccolato ora che ci penso. In effetti è il coniglio che porta le uova e le nasconde.”
Jace chiuse gli occhi per un momento nell’atto di immaginare un coniglio gigante con il pelo grigio portare delle uova e nasconderle nei giardino. Inorridì e scosse il capo.
“Fammi capire. I mondani credono che un coniglio formato Babbo Natale porti le uova ai bambini per poi nasconderle?”
“Esattamente” Alec fece un cenno di assenso.
“Beh, non mi stupirei più di tanto se tra qualche anno la razza umana si estinguerà e scomparirà per sempre dalla faccia della Terra. Questi sono matti da legare” concluse il biondo, per poi guardare di nuovo il suo parabatai.
“C’è dell’altro?” aggiunse.
“Ho visto anche vari immagini di colombe e…” continuò Alec, ma venne subito interrotto.
“Fantastico. Dai roditori ai volatili. Ti prego, dimmi che non ci sono anche le anatre, perché sappi che me ne sto già andando…”
“Jace, non ci sono le anatre. E comunque, preferisco i conigli alle colombe.”
“Sapevo che l’avresti detto fratellino!”
Il biondo prese il suo cellulare, e iniziò a scrivere un messaggio con sguardo trionfante.
“A chi scrivi?” chiese Alec accigliato. Jace gli fece cenno di non preoccuparsi, e il Lightwood capì che invece doveva fare tutto il contrario.
“Ti prego, dimmi che non…”
Il citofono suonò una seconda volta e poco dopo Clary, seguita da Simon e Isabelle, entrarono nel loft.
Alec non ci mise molto a fare due più due.
“Hai inviato un messaggio a Clary” constatò. La ragazza fece un cenno d’assenso. “Che a sua volta ha chiamato Simon che ha chiamato Isabelle. Ho indovinato?”
“Sei più intelligente di quanto io pensi, Alec” disse Isabelle facendogli l’occhiolino. Lui la mandò al diavolo.
Jace battè le mani per ottenere il silenzio, e Simon prese la parola.
“Insomma, io continuo a non capire. Voi Shadowhunters uccidete demoni, vedete gli angeli, le fate, i vampiri e i lupi mannari, e rimanete scioccati da una stupida tradizione dove un coniglio porta delle uova di cioccolata?”
“Esattamente” esclamò Jace con un gran sorriso “Non ha assolutamente senso! Siete ridicoli.”
“Disse quello che ha paura delle anatre.”
Simon ricevette un pugno da Clary, che nonostante tutto non poté fare a meno di trattenere una risata.
“Comunque Alec” esordì Clary “Io e Simon abbiamo chiamato un nostro amico. Cioè, Simon conosce un tizio che è amico di un altro tizio che ha un negozio di animali gigantesco. Perciò gli abbiamo chiesto un favore e beh…i conigli arriveranno tra un po’.”
Il maggiore dei Lightwood sbiancò.
“C-conigli?” poi si rivolse verso Jace con sguardo terrorizzato.
“Hai sentito bene mio parabatai. Hai detto che preferivi quei batuffoli di pelo al posto delle colombe.”
“Ho detto che li preferivo” ormai stava per esplodere “Non che li volevo in casa, per l’Angelo!”
Isabelle rise alla reazione del fratello, il quale le scoccò un’occhiata fulminante.
“Rilassati Alec. Potremo disdire l’ordine…”
Ma non avevano nemmeno fatto in tempo a prendere il telefono in mano che il citofono suonò per la terza volta.
Circa venti minuti dopo, il loft era invaso da una quarantina di conigli bianchi con un fiocco legato intorno al collo, e nessuno di questi aveva voglia di tornare in gabbia.
Alec era sicuro che sarebbe svenuto da un momento all’altro: se Magnus avesse visto l’appartamento in quelle condizioni avrebbe sicuramente chiesto il divorzio. 
Nel frattempo Jace e gli altri erano impegnati in quella che si poteva definire una “caccia al coniglio” fuori programma. Clary stava avendo difficoltà con due di quegli infidi animaletti, non riuscendo ad afferrarli in quanto erano troppo in alto. Isabelle stava cercando di acchiapparne un paio con la frusta, ma non appena ne perdeva d’occhio uno, gli altri le si rivoltavano contro. Mentre Simon…beh, lui era sparito, probabilmente cercando di prendere quelli che erano finiti nel terrazzo. Alec sperò che non fosse caduto da quell’altezza nel tentativo di prenderne uno.
Il Lightwood sospirò, per poi immobilizzarsi al suo posto al suono di una voce familiare
“Fiorellino sono tornato! Sono arrivato un po’ in anticipo, d’accordo, ma è pur sempre mezzanotte. Quindi è Pasqua!”
Magnus era appena tornato, era mezzanotte, e lui non aveva completato il suo regalo. E come se non bastasse, la casa era invasa da piccoli batuffoli bianchi, infidi quanto i demoni.
“Alexander? Non mi saluti?”
Lui si voltò lentamente, cercando di nascondere l’imbarazzo che provava in quel momento. Possibile che Magnus non si fosse ancora accorto dei conigli? Uno gli stava perfino tirando i pantaloni!
“C-ciao Magnus” sussurrò, e subito fissò il pavimento, arrossendo. La sua voce l’aveva appena tradito.
“Qualcosa non va tesoro?”
Alec non rispose, e in quel momento lo stregone alzò gli occhi, notando finalmente l’invasione di quegli animaletti.
Sul suo volto vi erano mescolate varie emozioni: stupore, sgomento e…era divertimento, quello negli occhi di Magnus?
“Conigli” disse, senza nemmeno cercare di nascondere la risata che ne seguì “Cosa ci fanno qui dei conigli?”
Alec stava per rispondere, ma fu interrotto dall’arrivo di Jace e degli altri.
“Ciao Magnus!” Isabelle lo salutò allegramente “Sei emh…in anticipo!”
“Si Isabelle” rispose lo stregone squadrando Jace, come se fosse lui la presenza di troppo in quell’appartamento “Sono arrivato in anticipo. E se non vi dispiace…”
Clary prese Simon e Jace a braccetto, prima che quest’ultimo potesse replicare
“Andiamo via subito Magnus, scusa il disturbo ! E buona Pasqua!”
I tre uscirono, seguiti a ruota da Isabelle, che si era fermata un momento per salutare lo stregone. Prima di uscire aveva anche rivolto un’occhiata complice al fratello, per poi lasciarlo solo. In quel momento Alec avrebbe voluto lanciarsi dalla finestra.
“Dunque, tornando a noi Alexander…” riprese Magnus “Perchè ci sono dei conigli nel loft?”
Il Lightwood fece un respiro profondo, poi parlò senza nemmeno fermarsi per prendere aria. Al termine del racconto, Magnus lo stava guardando con un misto di tenerezza e divertimento.
“Quindi presumo che questi animaletti siano il mio regalo.”
Lo stregone ne prese uno da terra, per poi accarezzarlo dolcemente.
“N-non sei arrabbiato?” ebbe il coraggio di chiedere Alec.
“Arrabbiato?” Magnus rise “Questa è forse una delle cose più carine, ma allo stesso tempo molto, molto bizzarre che mi siano mai successe! Ho ottocento anni, quindi penso di aver visto varie cose strane nel corso della mia vita. E poi guarda” continuò, girando il coniglio verso di lui “Questo qui ha gli occhi azzurri. Penso che lo chiamerò Alexander junior. In fondo, è bello e tenero come te.”
Alec arrossì e farfugliò qualcosa, poi Magnus gli diede un bacio sulle labbra.
Lo stregone schioccò le dita, e immediatamente il giovane Lightwood si ritrovò con indosso un paio di orecchie da coniglio e senza maglietta.
“M-magnus!” esclamò, toccando le orecchie finte che aveva sulla testa “Cos’è questa roba? E ridammi la mia maglietta!”
Quello lo guardò con malizia 
“Penso che tu sia il coniglietto più sexy di questa stanza, Alexander. Su, mostrami come si riproducono i tuoi simili.”
Di nuovo, il Lightwood arrossì, dando del pervertito al compagno. Magnus rise e abbracciò Alec, per poi dargli un altro bacio, stavolta sulla fronte.
“Buona Pasqua coniglietto mio” disse infine con dolcezza.
  
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