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Autore: midnight89    21/12/2008    2 recensioni
Quando l'amore valica l'eterno confine tra due stirpi vincendo i pregiudizi ed infrangendo le speranze. “Questa storia si ambienta nei fondali più profondi degli oceani dove esiste la popolazione delle sirene e dei tritoni, lontano dai malvagi umani che vivono sull’impervia terra. I contatti tra le due stirpi sono proibiti, gli uomini sono malvagi e se vedessero un essere dalla lunga coda e sembianze umane non esiterebbero a catturarlo esponendolo nelle più luride gabbie e privandolo della gioia di nuotare tra le limpide acque marine. Non possono esistere legami, ma se fosse l’amore a crearli?” BanxGinji
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Era appena uscito dalla doccia e si era recato nella camera da letto con i capelli ancora umidi

Ed ecco la mia nuova fanfiction!Come avevo già accennato precedentemente è liberamente ispirata al doujinshi “The sleeping marmeid” anche con diversi spunti personali. Questo è un capitolo di introduzione, per presentare la vicenda e i personaggi fondamentali ma spero che vi piaccia e vi incuriosisca abbastanza per continuare a leggerla.

BUONA LETTURA!

 

Era appena uscito dalla doccia e si era recato nella camera da letto con i capelli ancora umidi. Appoggiò la salvietta sulla poltrona e dopo aver abbottonato per metà la giacca del pigiama s’infilò a letto attendendo la comparsa del compagno che non tardò ad arrivare con un libro in mano.

Il biondino saltò sul letto e gattonò vicino al compagno con un sorriso radioso dipinto sul volto, segno che stava per avanzare una richiesta, ma Ban fece finta di non aver inteso il messaggio.

-E quello dove l’hai presto?-domandò alludendo al libro che il compagno stringeva gelosamente a sè. A quella domanda il sorriso si fece ancor più dolce.

-Me l’ha regalato Maria oggi!-esclamò porgendoglielo. Al solo udire quel nome il moro sospirò, chissà quale altra diavoleria gli aveva messo in testa quella strega siliconata!

Dopo aver sfogliato alcune pagine Ban intuì quale fosse l’argomento trattato...

-E’ un libro di favole...-esclamò un poco sorpreso continuando a sfogliarlo. Ginji annuì tutto contento -Maria me ne ha accennate alcune e ne sono rimasto affascinato!A me non le hanno mai lette...-lasciò che la frase si perdesse nel silenzio, sicuro che Ban avesse capito.

Il moro alzò lo sguardo dal testo e si specchiò in quegli occhioni castani che lo pregavano con tal insistenza da non poter evitare di assecondare anche quella sua richiesta.

-Quale vuoi che ti legga?-domandò con tono rassegnato e sistemandosi al meglio dei cuscini dietro la schiena.

Ginji per tutta risposta gli si strinse affettuosamente al petto appoggiando il capo sulla sua spalla.

-Arigatou gozaimasu, Ban-chan!-e gli scoccò un bacio sulla guancia marmorea. Il moro non poté che sorridere e stringerlo a sè cingendolo con un braccio e coprendosi con il lenzuolo.

-C’era una volta...-

 

E qui inizia la nostra storia...

 

 

Questa storia si ambienta nei fondali più profondi degli oceani dove esiste la popolazione delle sirene e dei tritoni, lontano dai malvagi umani che vivono sull’impervia terra.

I contatti tra le due stirpi sono proibiti, gli uomini sono malvagi e se vedessero un essere dalla lunga coda e sembianze umane non esiterebbero a catturarlo esponendolo nelle più luride gabbie e privandolo della gioia di nuotare tra le limpide acque marine. Non possono esistere legami, ma se fosse l’amore a crearli?”

 

 

 

 

 

Le stanze silenziose del palazzo marino risuonavano ora della voce del sovrano che spazientito ricercava il principe:

-GINJI!GINJI!-

Invano, sembrava davvero che il giovane fosse svanito nuovamente dalle sue stanze e che nessuno, nemmeno le guardie, l’avessero notato. Forse però aveva un’ultima carta da giocare, un ultimo luogo in cui cercare e sperare di trovarlo.

Nuotò rapido verso l’alta balconata sulla quale Ginji trascorreva ore con lo sguardo rivolto verso l’alto, verso il confine che vi era tra l’acqua e il cielo, tra Vita e la Morte.

Ginji era sempre stato attratto da ciò che vi era oltre quel confine che rigidamente aveva il dovere di non oltrepassare, da quella sfera luminosa che cambiava il colore del cielo ad intervalli regolari, dagli animali che poteva librasi nell’aria ma soprattutto dalla stirpe degli uomini.

Un dolore sordo lo colse al petto al pensiero che il ragazzo potesse mai incontrare un umano, vinto dalla sua infantile curiosità dettata non dal capriccio, ma un limpido desiderio di conoscenza, che poteva però annientarlo se fosse incappato in quegli individui che rapivano ogni giorno abitanti al mare.

Non comprendeva il perché di quella ricerca, perché tale brama verso quel mondo a loro straniero e pericoloso?Seppur avesse perso il padre in giovane età non aveva mai sofferto la solitudine, circondato sempre dagli amici e dal suo affetto, verso quel nipote che sapeva sorridere con il cuore. Il padre di Ginji era suo fratello ed era stato privato della vita durante l’antico scontro contro lo Stregone del mare, essere immondo che sobillava ingenue anime di sirene e tritoni per i suoi biechi scopi volti all’impadronirsi del regno. Suo fratello si era battuto con ardore ed aveva respinto le terribili creature dello Stregone, confinandolo ai confini del regno, ma nel fare ciò aveva perduto la vita lasciando un figlio ancora troppo giovane per essere abbandonato. Si era da subito occupato di quel bimbo tanto vivace e generoso che ogni giorno portava a casa cuccioli feriti per curarli amorevolmente circondato da tanti amici che con il tempo aveva saputo distinguere tra coloro che lo seguivano per amicizia e chi per accaparrarsi le grazie del futuro erede al trono.

Ora deteneva lui il potere attendendo che il nipote fosse abbastanza grande per seguire le orme paterne, ma nel suo cuore temeva quel giorno, riconoscendo che quell’incarico mal si addiceva all’indole di Ginji, abituato alla libertà, costretto ad occuparsi delle problematiche di quel vasto regno.

Ma doveva accettare le sue responsabilità e lui, Teshimine, l’avrebbe guidato sino a quando il destino avrebbe voluto.

Raggiunta finalmente la balconata non poté riconoscere con rammarico che vi erano i suoi più cari amici, ma non vi era traccia del principe.

Quei pochi giovani che si erano mostrati interessati solo alla più sincera amicizia e che nonostante i numerosi inviti a stabilirsi definitivamente a corte preferivano vivere nelle loro modeste case e raggiungere quotidianamente il palazzo non volendo acquisire privilegi che non gli si addicevano.

-Sire…-esclamò Kazuki inchinandosi subito alla sua vista, a cui seguirono immediatamente anche Shido e il giovane Makubex.

-Immagino che non sappiate dove sia Ginji…-chiese con rassegnazione, mentre lo sguardo spaziava alla ricerca dell’amato nipote.

-Lo attendiamo anche noi da tempo, ma conoscendolo avrà trovato qualche animale in difficoltà e avrà voluto aiutarlo….-ammise Shido mostrando un sorriso.

Teshimine annuì e dopo essersi congedato con loro tornò agli affari di cui un re doveva occuparsi, nonostante li avesse pregati di avvertirlo non appena Ginji si fosse fatto vivo.

Makubex sospirò, mentre lo sguardo si rivolgeva in alto -Deve smetterla di far preoccupare così Sua maestà e soprattutto sono stanco di coprirlo, ciò che fa è pericoloso!-esclamò seccato.

-Conosci la sua curiosità e sai bene che nulla vi si può opporre…-ammise Shido cercando supporto su Kazuki che sorridendo cercò di rassicurare il ragazzo.

-Ginji non è uno sprovveduto e conosce le regole del regno, vedrai che sarà qui a momenti…-.

Makubex annui -Mi chiedo solo cosa quel mondo può offrigli più di noi…-.

 

 

 

L’aria trasportava dolci fragranze e dall’alto della scogliera poteva osservare i rami più alti di quello che doveva essere il giardino del palazzo reale.

Come avrebbe voluto vederlo, osservare i fiori, toccarli, assaporane ogni singolo profumo insieme a lui.

Al pensiero le guance si riscaldarono ed un sorriso si dipinse sulle labbra rosee, mentre il volto del principe appariva chiaro nella sua mente.

Quell’umano al quale era riuscito ad avvicinarsi vincendo ogni timore e trasgredendo la legge più importante del regno, sicuro che a nessuno avrebbe rivelato la sua esistenza e così, infatti, era stato.

Davvero non capiva il terrore negli occhi degli amici e dello zio quando si parlava della stirpe degli uomini, quel principe era estremamente colto, gentile e buono, ma era anche vero che sembrava davvero strano che quella legge fosse stata messa a caso.

Riemerse dai suoi pensieri quando udì le rocce scricchiolare ed emergendo sino al busto sorrise riconoscendo la figura del principe discendere per la strada sassosa.

 

  
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