Anime & Manga > Haru wo daite ita
Ricorda la storia  |      
Autore: Lawliet    21/12/2008    4 recensioni
[ Soft Sawa Nagisa x Sawa Yukihito ]
La scala del successo, per uno scrittore, non è mai semplice.
Ma per quanto riguarda le persone vicine a lui?
Come reagiscono, loro?
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Incredibile quanto si possa arrivare ad amare una persona.
E il corso degli eventi, soprattutto. Quello è particolarmente strano. Eri abituato a vederlo, a parlarci, sorridevi pigramente quando i parenti ridevano e gli facevano notare quanto somigliasse a tua madre, ti piaceva fargli domande sul suo lavoro perché trovavi inspiegabilmente strano che un uomo come lui potesse fare un mestiere del genere. Ma con il senno di poi ti sei congratulato con te stesso, con un punta di orgoglio, per essere stato l'unico ad aver compreso chi fosse, lui, in realtà.

Questo ti ha sempre fatto sentire speciale, vero, Yukihito?

Il fatto che tu sia stato il primo. In ordine cronologico e di importanza. Il primo ad intuire qualcosa, il primo ad averlo visto con quel rossetto che ormai si mette sempre, il primo ad averlo seguito - con tutto l'affetto possibile, con tutta la dedizione di questo mondo - e ad averlo sostenuto fin dall'inizio.
Ed eri anche orgoglioso di essere il solo, l'unico. Quando ti faceva leggere le sue prime storie, e ti diceva che non le avrebbe fatte leggere a nessuno tranne a te, mentre ti consegnava le pagine fresche di stampa con sguardo ansioso e avido di pareri. Voleva la tua opinione, e allora la tua era l'unica che contasse.

Solamente la tua, non gliene servivano altre.

Poi hai iniziato ad incolparti.
Ha pubblicato Haru Wo Daite Ita e fu un successo immediato. E ti chiedevi come mai andasse alla ricerca di nuovi lettori, lettori che non fossero te. Sentivi che non eri più abbastanza per lui, e allora hai cominciato a parlare un po' di più, convinto che il problema stesse nel tuo troppo silenzio e nella poca comunicabilità che c'era tra voi. Anche dopo lo sforzo che hai fatto per essere più partecipe della tua attività di scrittore - abbozzavi recensioni, commentavi, criticavi quel poco che c'era da criticare - non hai notato cambiamenti e ti sei sentito più sconfortato che mai. Anzi, lui continuava a lavorare ad un ritmo ancora più sostenuto, e pareva che più scrivesse, più la sua vena artistica non trovasse limiti.
L'ultima cosa che volevi era essere messo da parte, ma non sapevi dove diamine sbattere la testa per riavere la vita di prima. La vita a cui eri abituato e che adoravi, perché tutto quello che facevate era stare in quello studio accogliente e disordinato, che sapeva di cioccolata calda e di stampante appena usata. E lui scriveva e tu leggevi, schiena contro schiena, lui che spiava di sottecchi la tua espressione mentre scorrevi le righe del foglio ancora caldo con fin troppa concentrazione.
Ti sentivi protetto, ti sentivi a casa.

Il momento in cui uscì Haru Wo Daite Ita, però, rovinò tutto.
Distrusse quel piccolo mondo in cui nessuno, tranne te, poteva entrare. E parte della bellezza delle storie che ti faceva leggere era data proprio dal fatto che sembrava scriverle apposta per te, dato che eri il solo a cui era concesso posare gli occhi su quei fogli. Pensavi che fosse una specie di segreto tra voi, un altro magico filo che aggiungeva tessuto a ciò che c'era tra voi, e ti piaceva davvero tanto.
E' per questo che all'inizio non capivi, e ti chiedevi perché volesse far leggere quello a degli estranei. Poi, non ti ricordi neanche come e quando, hai finalmente compreso. Ma il risultato è stato che ti sei sentito ancora più triste e abbandonato.
Dovunque ti girassi o posassi lo sguardo, non vedevi altro che suoi ammiratori. Fan accaniti, soprattutto, perché erano quelli che più si facevano notare e - da te - più detestare. Hanno iniziato anche a inviargli lettere, e la cosa ti ha sconvolto in un modo che non pensavi neppure.

Avresti voluto bruciare tutto, subito, e gridare al mondo di lasciarlo stare perchè non capivano niente, niente, di quello che scriveva e soltanto tu eri in grado di comprendere fino in fondo "Sawa_sensei".

Come si permettevano, estranei da tutto il Giappone, di tempestarlo di lettere? Alcune volte erano travestiti che si sentivano vicini a lui, altre erano donne che speravano di fargli cambiare idea riguardo ai suoi gusti sessuali, altre ancora erano semplicemente persone che gli scrivevano, in toni entusiastici, di quanto fossero belli e realistici i suoi libri.
In linea di massima, queste erano le categorie di persone che mandavano lettere. Quelli che più ti infastidivano, però, erano gli ultimi. Si sperticavano in lodi esagerate, usando aggettivi altisonanti, e spesso parlavano del fatto di quanto avesse significato, per loro, leggere "una nuova opera di Sawa_sensei".

Il senso di tradimento ti strappò quasi il cuore, Yukihito.

Te la ricordi benissimo ancora oggi, quella sensazione di terrore, come se ti stessero strappando una parte di te. Pensavi che tutta quella gente là fuori non aveva il diritto di toglierti qualcuno che, per di più, non conosceva nemmeno.
Si erano innamorati del personaggio. Di quell'immagine che lui si era costruito. Eri arrivato a questa conclusione, ed era quella che ti piaceva meno di tutte. Secondo te, provare ammirazione o addirittura venerare, come appunto facevano in molti, una persona senza averla mai né vista né conosciuta, era quanto di più lontano ci fosse dal rispetto.
Ti sei arrabbiato, allora, ti sei arrabbiato da morire. Perché in quel modo ti sembrava che lo stessero prendendo in giro, e non tolleravi che la persona che più amavi al mondo fosse circondato da gente simile. All'improvviso, ti sei sentito in dovere di proteggerlo, disprezzando sempre di più quel mondo che prima te lo aveva portato via e poi si era rivelato un esempio di crudeltà e superficialità. Come spesso sei arrivato ad affermare, perfino di ipocrisia.
Egoisticamente, per un po' hai addirittura sperato che la gente si dimenticasse dello scrittore Nagisa Sawa.

Ma poi sono arrivati loro, e hai capito improvvisamente che era troppo tardi per tornare indietro. Anzi, ti sei ritrovato a pensare che forse la pubblicazione di Haru Wo Daite Ita aveva portato qualcosa di buono. Qualcuno.
Hai visto il primo raggio di sole dall'uscita di quel libro nel momento in cui ti sei trovato a dire grazie a quei due. E se ci pensi bene, non è che l'inizio sia stato uno dei migliori.
E' stato dopo, infatti. Hai scoperto che amici meravigliosi potessero essere quando hai creduto di non avere più nulla. Quando sei tornato a casa, ricordi? E l'hai trovato legato, mani e piedi, con una benda sugli occhi. E hai pensato che quella era la crepa - provocata sempre da quel libro a cui, ormai, eri solito dare ogni colpa - che non si sarebbe più rimarginata. Mai. Ti sei trattenuto dal gridare che lo sapevi che sarebbe successa una cosa del genere, che era tutta colpa sua per aver ricercato un successo a cui doveva sempre meno serenità.

Yukihito, invece tu lo sapevi.
Come avevi sempre saputo che lui non era come gli altri. Te lo sentivi, semplicemente. Come questa volta sentivi la vostra vita sgretolarsi e perdere l'ultimo, fragile tassello di un mosaico rovinato da tempo. Solo che questa volta avevi la strana sensazione di non essere completamente nel giusto. Strano, vero? Eri completamente certo dello sbaglio che Haru Wo Daite Ita aveva rappresentato per voi due, ma qualcosa ti diceva che non era la stessa cosa.
Eppure tu le cose le intuivi subito. Non era sempre stato così fin dall'inizio, Yukihito? Proprio strano.

Forse è stato proprio questo tuo essere spaesato e confuso come non mai che ti ha portato a premere il tasto di quel citofono e a dire, tremante, il tuo nome.
Ti hanno accolto, Yukihito. Li hai visti, preoccupati da morire. Non è stata la tua immaginazione, ti hanno veramente asciugato i capelli fradici, messo a letto e confortato. E vi hanno aiutato. Hanno rimesso in piedi quello che c'era tra voi, hanno restaurato il mosaico con belle parole che venivano dal cuore.
Sì, perché tu le hai sentite, le parole di Iwaki, anche se non l'hai mai detto né hai mai confessato che hai fatto uno sforzo immane per non far scendere le lacrime che tanto premevano per sgorgare. Hai soffocato i singhiozzi sul cuscino perché non ti scoprissero, dalla stanza accanto, e non sapessero che stavi ascoltando tutto quanto. Il perché, probabilmente, non lo sai nemmeno tu. Forse per non mostrare che avevi cambiato idea riguardo a loro, riguardo tutto, anche quel libro che avevi tanto maledetto, perché avevi scoperto che Iwaki e Katou lo valevano. Valevano tutto, quei due ex-attori di AV, anche tutta l'angoscia che ti aveva attanagliato per tanto tempo.
Ti ha quasi accecato, quella luce, Yukihito. E per la prima volta hai pensato che, forse, il prezzo da pagare per la notorietà e il successo di "Sawa_sensei" erano inferiori a ciò che invece avevate guadagnato entrambi.

L'altra cosa, d'altronde, la scoperta, quella che ti ha fatto sorridere quasi come quando eri bambino, chi te l'ha mostrata? Chi, se non Iwaki e Katou?
E' stato un semplice suggerimento.

"Hai mai letto i libri di Sawa rilegati?" ti aveva chiesto Iwaki, con uno strano sorriso.

Hai risposto di no, che non era necessario visto che li avevi letti tutti appena usciti dalla stampante di casa. Quella era un'abitudine che ti è rimasta.

"Io credo che dovresti, invece." aveva aggiunto Katou, incrociando lo sguardo con quello del compagno. Inquietantemente complici, per una volta.

Iwaki si è alzato, ha preso un volume a caso dalla vostra libreria e te l'ha messo sulle ginocchia, facendoti segno di sfogliarlo. Tu l'hai guardato, incerto, e hai aperto il libro alla prima pagina, quella dove di solito gli scrittori usano porre la dedica.


"A Yukihito, senza il quale io non saprei vivere né tantomeno scrivere. Perché scrivere è il mestiere che mi fa sopravvivere, ma lui è colui che mi fa vivere."


Non avevi parole, di fronte a questo, eh? Tutte le tue convinzioni, i tuoi ragionamenti, le tue paure, tutto svanito.
Hai rialzato la testa e li hai guardati, quei due. Sorridevano sornioni, sembravano invitare anche te a sorridere.

E lo farai da adesso in poi, vero, Yukihito?

























__________________________________________

La mia prima fanfic su Harudaki, oh.
L'idea originale era di scrivere qualcosa incentrato completamente su Sawa, il mio personaggio preferito, ma Yukihito ha scalciato talmente che gli ho lasciato un bello spazietto introspettivo.

Ah, per quelle che seguono Don't Call It Fanservice: tranquille, non sono morta, e spero che in questa vacanze la finirò, 'sta benedetta fanfiction. Ma voglio finirla in un certo modo, e madama ispirazione si fa desiderare ç___ç Comunque, non disperate xD
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haru wo daite ita / Vai alla pagina dell'autore: Lawliet