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Autore: hart_kinsella    06/04/2015    3 recensioni
“Ha bisogno di un nome, non possiamo chiamarlo 'nome da decidere' per sempre!” | Il primo incontro di Zoe e Wade con loro figlio, che finalmente ha un nome.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Wade Kinsella, Zoe Hart
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L'idea per questa one-shot mi è balenata in testa nei giorni scorsi: non potevo sopportare il fatto che, nella series finale, non ci avessero mostrato il momento in cui Zoe e Wade vedono loro figlio per la prima volta e tantomeno che non ci abbiano svelato il nome di quel bebè adorabile! >.<
Quindi, ho deciso di fare un po' di "giustizia" ed ecco qua la mia storia: è una one-shot breve, dolce e semplice, forse non è esattamente come l'avrei voluta, ma tant'è...spero che vi piaccia e che vi faccia spuntare un sorriso sul volto mentre la leggerete.
Detto questo, ho capito che forse me la cavo meglio con le storie lunghe! :P 
Buona lettura, Zaders! <3 
-Silvia

 

Quando le porte della sala parto si chiusero alle loro spalle, Zoe e Wade erano finalmente marito e moglie ed entrambi, ancora increduli dopo la repentina cerimonia, non smettevano di sorridere (Zoe tra una contrazione lancinante e l'altra) come due idioti, gli occhi innamorati fissi gli uni negli altri.

“Signore, dobbiamo preparare la paziente per il parto” Un'infermiera di mezza età si rivolse a Wade, che stringeva senza sosta la mano di Zoe, facendolo trasalire leggermente.

“Ehm, certo...scusi” Con una smorfia nervosa, l'uomo si staccò da sua moglie, che gli lanciò un'occhiata rassicurante: nessuno dei due aveva dubbi sul fatto che, al momento cruciale, Zoe sarebbe stata perfettamente calma e Wade avrebbe dato di matto.

Gli attimi successivi furono convulsi e bellissimi: supportata da suo marito (ancora le faceva un certo effetto considerarlo tale), che le stringeva una mano e con l'altra le carezzava una spalla o le scostava i capelli dal volto madido di sudore, Zoe spinse al massimo delle forze e finalmente capì tutta la sofferenza che avevano provato le (poche, a dire il vero) future mamme che aveva aiutato a partorire nella sua carriera da medico.

Quando ormai stava cominciando a pensare che non ce l'avrebbe fatta, che quel dolore che arrivava a ondate fosse troppo da sopportare per lei, un vagito violento e quasi primordiale squarciò l'aria, mentre suo figlio veniva al mondo.

I respiri di Zoe e Wade si spezzarono nelle loro gole e le prime lacrime si affacciarono ai loro occhi, guardando quello splendore urlante e perfetto che si dimenava tra le braccia del ginecologo, il quale si rivolse alla coppia con un sorriso a trentadue denti.

“Congratulazioni, siete genitori di un bel maschietto!”

La stretta di Wade alla mano di Zoe si fece, se possibile, ancora più forte, mentre i loro sguardi, entrambi velati dalle lacrime, si incontravano “Sei stata bravissima, amore mio” Wade le stampò un bacio sulla fronte, che lei accolse con un sorriso, gli occhi chiusi ad indugiare nel suo tocco, mentre entrambi attendevano ansiosi che loro figlio fosse finalmente pronto a conoscerli.

 

Più tardi, nella stanza di Zoe, dalla quale suo marito aveva praticamente obbligato tutti quanti gli amici e i familiari accorsi ad andarsene, il piccolo Kinsella fece il suo ingresso trionfale tra le braccia di un'infermiera. Non appena videro i due nuovi arrivati varcare la soglia della stanza, Zoe aggiustò la sua postura nel letto e Wade scattò in piedi come una molla dalla sedia su cui si era seduto solo qualche minuto prima, dopo aver camminato su e giù per la stanza in preda all'agitazione.

“Eccolo qui!” Annunciò l'infermiera, addentrandosi nella camera, mentre il bebè, completamente sveglio, muoveva piano una manina stretta a pugno.

Gli occhi dei due neo genitori si illuminarono, come se fosse appena sorto il sole dopo settimane di buio.

“Il papà vuole tenerlo?”

“Non so come si fa, forse non è una buona idea!” Balbettò lui, guardando terrorizzato il fagottino avvolto in una tutina azzurra in braccio alla donna, la quale posò delicatamente il bebè tra le sue braccia con un sorriso divertito di fronte al timore reverenziale con cui Wade accolse il piccolo.

“Non lo romperà, si fidi!” L'infermiera si scambiò un'occhiata divertita con Zoe, per poi lasciare la neonata famiglia finalmente sola.

Wade, gli occhi spalancati, cullava delicatamente il piccolo, che lo fissava incuriosito e perfettamente calmo: Zoe sorrise, osservando suo marito socializzare con loro figlio, conoscerlo e guardarlo negli occhi per la prima volta, mentre la paura sul viso di Wade si trasformò piano piano in gioia e stupore di fronte a cotanta meraviglia.

“State bene voi due?” Gli chiese divertita, notando la complicità che, secondo dopo secondo, si stava formando tra Wade e suo figlio.

Lui alzò a stento lo sguardo, sorridendo come un bambino la mattina di Natale “Lo sto monopolizzando, vero? Scusami!” Senza perdere la sua espressione piena di gioia, Wade, facendo estrema attenzione a non fare cadere il fagottino, si avvicinò a Zoe “È meglio se vai dalla mamma adesso” Gli sussurrò, posando il bebè tra le braccia della moglie, che non vedeva l'ora di conoscere suo figlio.

Non appena Wade posizionò il piccolo tra le braccia di Zoe, lei sorrise meravigliata, mentre ricominciava a piangere per l'emozione: gli sfiorò il contorno del naso con un dito, trattenendo il respiro e quasi non accorgendosi che Wade aveva preso posto sulla sedia accanto al letto.

“Riesci a credere che abbiamo creato qualcosa di così perfetto?!”

Lei scosse la testa alle parole incredule di suo marito, senza riuscire a staccare gli occhi di dosso dal figlio, che le aveva appena afferrato un dito “Eri tu quello che diceva che 'il sesso non porta da nessuna parte'” Cercò di imitarlo lei, ricordando le parole che lui aveva pronunciato sprezzante la sera in cui avevano fatto l'amore e che era risultata nella sua gravidanza inaspettata.

Wade rise, non riuscendo a smettere di fissare con tutto l'amore del mondo Zoe e loro figlio “Sono felice di essermi sbagliato”

I loro sguardi si incrociarono, prima che lei tornasse a contemplare il fagottino che si stava addormentando tra le sue braccia per la prima di quelle che sarebbero state tante volte “Ha bisogno di un nome, non possiamo chiamarlo 'nome da decidere' per sempre!” Saltò su dopo qualche minuto con l'aria di chi se ne è appena ricordato, e Wade le diede ragione inclinando la testa, con un sogghigno divertito.

“In effetti, per quanto per me andrebbe bene, probabilmente a scuola lo prenderebbero in giro!”

Zoe gli lanciò un'occhiata di affettuoso rimprovero, poi osservò brevemente il volto dolcissimo ed addormentato del piccolo, come se con uno sguardo potesse capire quale nome si sarebbe adattato meglio alla sua personalità, ed improvvisamente capì “Ci ho pensato...” Iniziò, catturando tutta l'attenzione di Wade, che la spinse a continuare con un cenno di assenso “Ieri sono stata al cimitero, a far visita a mio padre, e ho passato del tempo anche sulla tomba di tua madre...” Lui alzò prontamente la testa, stupito da quelle sue parole “...mi ci è voluto un po' per trovarla e non so nemmeno io perché ci sono andata, ma sentivo il desiderio di farlo e...” Zoe fece un respiro profondo, raddrizzando la sua postura e cercando nel frattempo di non svegliare il piccolo “...penso che sarebbe bello chiamare nostro figlio Jackson, Jack, come omaggio a lei”

Wade si raddrizzò sulla sedia, sinceramente preso alla sprovvista da quella proposta “Zoe, sei sicura? Non l'hai neanche mai conosciuta”

Lei guardò brevemente il cucciolo d'uomo profondamente addormentato tra le sue braccia, poi rialzò lo sguardo verso suo marito, trovando adorabile quella sua improvvisa e sottile vulnerabilità “Lo so, ma qualcosa mi dice che, se ti ha cresciuto in questo modo, mi sarebbe piaciuta. E mi basta ascoltare gli aneddoti di Earl per intuire che era una donna meravigliosa” Le lacrime tornarono a pungerle gli occhi, vedendo quanto Wade fosse rimasto colpito dalle sue parole.

Lui, dal canto suo, era rimasto immobile, mentre un sorriso spontaneo e commosso si apriva sul suo volto: riuscì solo a bisbigliare un “grazie”, sfiorandole una mano impegnata a tenere il piccolo Jackson “A una condizione, però” Zoe aggrottò la fronte, spingendolo in silenzio a continuare, cosa che Wade fece dopo un sospiro, fissando i suoi profondi occhi verdi in quelli nocciola di sua moglie “Che il suo secondo nome sia Harley”

Non dovette aggiungere altro per spiegare quell'idea che gli veniva dal cuore: entrambi erano a conoscenza che, senza l'insistenza di Harley Wilkes nell'attirare Zoe a Bluebell con le sue innumerevoli cartoline, loro due non si sarebbero mai incontrati, né tantomeno innamorati.

Zoe annuì tra le lacrime che, per l'ennesima volta in quella giornata perfetta e sconvolgente, le rigavano il viso, mentre Wade, sporgendosi verso di lei, le baciò la fronte.

“Ti amo così tanto!” Le sorrise, prima di guardare orgoglioso ed innamorato loro figlio “Anzi, vi amo così tanto” Sfiorò la guancia paffuta del bebè con un dito, temendo quasi di romperlo, mentre Zoe non perdeva di vista neanche per un attimo i due uomini della sua vita.

“Jackson Harley Kinsella” Bisbigliò con orgoglio quel nome, provando ad ascoltarne il suono per la prima volta e sorridendo poi soddisfatta “Lo adoro”

Come se avesse già imparato a rispondere al proprio nome, Jackson fece un versetto nel sonno, rimettendosi comodo tra le braccia della sua mamma, che lo ammirò già innamorata pazza.

“Farà strage di cuori, già lo so” Sorrise divertita e complice a Wade, che si sedette sulla sponda del letto, ricambiando il sorriso.

“Se sarà fortunato come suo padre, gli basterà una sola donna per tutta la vita” La guardò con tutto l'amore del mondo, sempre più convinto che Zoe Hart fosse la sua parte complementare, mentre il cofanetto dell'anello di fidanzamento di Jacqueline, che Earl gli aveva infilato nella giacca poco prima del matrimonio, batteva forte tanto quanto il suo cuore.

Zoe ricambiò il suo sguardo, innamorata come non mai, poi sussultò quando suo figlio sbadigliò rumorosamente risvegliandosi “Hey, ciao! Ben svegliato!” Gli bisbigliò, mentre gli occhi verdi di Jackson si posavano attenti e curiosi su di lei: Wade si sporse verso di loro e lui e Zoe cominciarono a parlargli con due voci instupidite, senza smettere di ridere delle sue espressioni buffe e di stringergli le manine già reattive al loro tocco.

Quello era soltanto il primo di tanti giorni felici del resto della loro vita.


 
  
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