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Autore: xfrancix    06/04/2015    0 recensioni
Una ragazza che non ha mai amato farsi notare.
Il 10% di possibilità di sopravvivere.
Sei amici.
Una stanza in fondo a un corridoio azzurro.
Mettiamo insieme tutti questi particolari e ne esce una storia intricata e delicata, che mira alla sensibilità.
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ ora di andare a fare la prima cura, me lo dice il dottore, entrando nella mia stanza, quella dove sono ora insieme ad Harry.
“Vengo con te” dice Harry alzandosi in piedi.
Lo guardo e scuoto la testa “Non voglio che tu mi veda stare male” faccio un piccolo sorriso forzato e seguo il dottore, senza curarmi di Harry. Ho paura. Ho paura di star male, ho paura che non serva nulla, ho paura di non riuscire a sopportare il malessere, ho paura.
Il dottore mi fa stendere su un letto bianco e mi mette un ago nel braccio sinistro, al quale poi attacca un tubicino collegato ad una flebo, con dentro del liquido.
Sussulto dal dolore, ma passa subito, quindi mi rilasso e non guardo il mio braccio sinistro.
Chiudo gli occhi per tranquillizzarmi e sento dei passi, sarà il dottore, quindi non apro nemmeno gli occhi e rimango lì, sdraiata.
“Come ti senti?” sento questa voce accanto al mio viso.
“Ti avevo detto di non venire” sussurro senza aprire gli occhi.
Sento il ragazzo ridere e apro gli occhi. Nel vedere le sue fossette sorrido anche io e poi sposto lo sguardo sull’ago che ho dentro il braccio. “Per ora sto bene” faccio una smorfia “bene per modo di dire. Come mai sei venuto?” volto lo sguardo sul ragazzo, dolcemente. In fondo sono felice di avere qualcuno affianco.
“So, per esperienza, che avere qualcuno vicino non è poi tanto terribile” mi fa l’occhiolino e appoggia la testa sul cuscino, vicino alla mia. “Non ho dormito nulla stanotte, guarda che occhiaie” mi dice il ragazzo.
Parliamo del più e del meno, mi aiuta a distrarmi.
Intorno ho altre persone che stanno facendo la mia stessa cura, per alcuni si vede chiaramente che non è la prima volta.
Comincio a sentirmi male, non sto affatto bene, sento la testa girare, sento un malessere generale che aumenta ogni minuto di più.
Guardo Harry spaventata e lui cerca di tranquillizzarmi con un sorriso, ma io comincio ad avere davvero paura.
“Non voglio morire” dico al ragazzo con la voce tremante. Il ragazzo mi passa una mano tra i capelli e l’altra me la appoggia sulla guancia. “Sei viva”
Gli tolgo le mani da me e mi volto verso il catino che ho di fianco al letto, lo prendo e ci vomito tutto il dolore che ho dentro, mentre Harry mi tiene i capelli con una mano.
Cominciano a scendermi lacrime dagli occhi, senza volere, mentre continuo a stare male.
Faccio un lungo respiro e chiudo gli occhi, cerco la mano di Harry e gliela stringo fortissima, cercando di scaricare lì tutto il dolore che mi sta venendo al braccio.
“Stringi, fammi male” mi dice il ragazzo, io lo faccio, stringendo anche più forte gli occhi, mentre i dolori al braccio aumentano ogni secondo di più.
E’ un dolore atroce, che mi prende tutto il braccio, fino alla mano e non mi dà modo di muovere le dita.
“Non ce la faccio” ansimo stringendo ancora di più la mano del ragazzo di fianco a me, impiantandogli le unghie nella carne.
“Sì che ce la fai, resisti” mi dice il ragazzo mettendomi la mano non occupata su una gamba.
Pianto il piede sul letto e inarco leggermente la schiena, cercando di sopportare il dolore, ma niente da fare.
“Cazzo” sussurro, tirando un calcio nel vuoto. Non mi sono mai sentita così male, è la prima volta che non riesco a sopportare un dolore così forte.
Improvvisamente, stacco la mano da quella del ragazzo e me la appoggio sulla pancia, mi alzo di scatto e vomito di nuovo nel catino.
Mi passo una manica sulla bocca e mi sdraio di nuovo, togliendo il lenzuolo da sopra di me con un calcio, a causa del caldo che comincio a sentire.
Il dolore al braccio inizia ad attenuarsi e i crampi alla pancia a causa delle tante volte che ho vomitato, iniziano a sparire.
Chiudo gli occhi e inizio ad ansimare, affaticata dal dolore provato.
“Va tutto bene” sento la voce di Harry sussurrata, mentre sento la sua bocca baciarmi la fronte dolcemente.
Annuisco leggermente con la testa e apro gli occhi, per poi girare la testa verso di lui e guardarlo.
“Grazie di essermi stato vicino” accenno un sorriso e sposto lo sguardo sulla sua mano. E’ piena di lividi e ha anche qualche ferita, provocata da me.
“Scusa” dico stringendo i denti e guardandolo preoccupata.
Il ragazzo ridacchia e poi mi sorride:”Non è nulla, so come ci si sente” sorride e inizio a vederlo sfuocato, mentre sento gli occhi appesantirsi.
Vedo di nuovo il ragazzo sfuocato davanti a me, ma pian piano inizio a vederlo meglio, fino a vederlo esattamente com’è.
“Ah, eccoti” sorride il ragazzo alzandosi in piedi di scatto.
Mi guardo intorno, sono nella mia stanza e di fianco a me c’è sempre lui, quel ragazzo che avevo conosciuto qualche giorno fa. Sposto gli occhi verso il mio braccio e lo vedo libero, senza nessun ago nella pelle. A quella vista faccio un sospiro di sollievo e mi passo la mano destra sul braccio sinistro che, finalmente, non mi fa più male.
“Non credevo potessi stare così tanto male” sussurro stringendo i denti.
“Ora come ti senti?” mi chiede il ragazzo sedendosi sul mio letto, in fondo ai miei piedi.
“Debole” sospiro e mi metto una mano sulla testa dolorante.
“Sei stata brava” sorride “non ti sei nemmeno lamentata” sono sempre stata abituata a reprimere tutto il mio dolore solo in me stessa, senza esternarlo più di tanto, per questo inizialmente non avrei voluto farmi vedere da Harry mentre soffrivo.
“Devi essere una ragazza davvero forte” sussurra facendomi un sorriso di conforto.
Io sorrido di risposta e gli chiedo di passarmi il telefono.
Appena lo ho in mano vado sulla chat di Ryan, il mio ragazzo e inizio a pensare a cosa scrivergli. E’ arrivata l’ora di dirgli la verità, è inutile fingere di stare bene, in fondo.
Esco dalla chat e lo chiamo. Sento il suo telefono squillare e chiudo gli occhi, sentendo il mio cuore battere forte. Appena sento la sua voce apro gli occhi e faccio un respiro profondo, prima di salutarlo.
“Ciao amore” riesco a sentire tranquillità nella sua voce, mentre la mia appare sicuramente più agitata.
“Ciao” ripeto.
“Tutto bene?” mi chiede il ragazzo. Me lo immagino dall’altra parte, bello, con il suo ciuffo biondo davanti agli occhi e con gli occhiali da sole in testa.
“Ho bisogno di parlarti, puoi venire in ospedale?” gli dico senza rispondere alla sua domanda, come se non l’avessi sentita.
“Non posso amore, devo lavorare.. Passa di qua appena esci, che ne parliamo” chiudo gli occhi e li sento riempirsi di lacrime, al solo pensiero di cosa si sentirà dire.
“Io non ci torno a casa” dico con voce tremante, passandomi una mano sotto agli occhi. Il ragazzo non parla, aspettando spiegazioni, io deglutisco e inizio a parlare.
“Mi hanno diagnosticato un tumore al cervello, sto facendo la chemio, non uscirò da questo ospedale” prendo qualche secondo di pausa “ho il 10% di possibilità di sopravvivere... Io...” mi blocco, incapace di parlare, e sento gli occhi riempirsi di nuovo di lacrime, ma cerco di trattenerle.
Sento il ragazzo respirare dall’altra parte della cornetta e io deglutisco rumorosamente.
“Io non posso” lo sento parlare lentamente “Non posso prendermi la responsabilità di stare con una ragazza malata di cancro, è troppo pericoloso per entrambi, ci staremmo male tutti e due” lo sento tirare su con il naso, probabilmente qualche lacrima è scesa anche a lui, e io faccio un sorriso forzato, cercando di convincermi che è tutto uno scherzo, che mi sta prendendo in giro, che in realtà vuole starmi vicino più di prima.
“Potresti venirmi a trovare in ospedale..” dico scuotendo leggermente la testa.
“Io... Io non posso, scusami” allontano il telefono dall’orecchio e lo guardo, scuotendo nuovamente la testa. Sento gli occhi bruciare e le lacrime iniziano a percorrermi le guance senza sosta. Schiaccio il rosso con forza e lancio il cellulare sulla superficie morbida del letto, dopo di che io butto pesantemente la testa sul cuscino, singhiozzando.
Harry mi si avvicina e mi sposta i capelli dal viso, mentre le lacrime bagnano il mio viso e il cuscino sotto di esso.
“Non ti merita” sussurra capendo subito la situazione.
“Stronzo” dico con un filo di voce, tra un singhiozzo e l’altro.
  
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