Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h.
Ricorda la storia  |      
Autore: MaxT    06/04/2015    4 recensioni
Fin dove possono arrivare le risposte di Yan Lin a sua nipote, senza rivelare l'antico segreto che è alla base dell'esistenza stessa di Kandrakar?
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Hay Lin, Yan Lin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ho estrapolato questa breve storia, con alcune modifiche, dalla mia long-fiction Profezie.  
La ripropongo perchè tenta di dare una risposta ad alcuni argomenti sui quali mi sono interrogato a lungo mentre cercavo di dare un significato a 'proteggere l'equilibrio dei mondi', e d'inquadrare l'esistenza della congrega di Kandrakar e delle Guardiane in una prospettiva che mi sembrasse convincente.
Se anche voi vi siete interrogati su questi punti, allora questa storia potrebbe interessarvi.
Buona lettura
MaxT

 



Il peso di un'antica profezia
 

"L'ignoranza è più forte di qualsiasi muraglia".
Tibor


Heatherfield, davanti a casa Cook

Attraverso la parete di vetrocemento, la luce ambrata del soggiorno si sparge nel giardino ben curato.
“Eccoci arrivate”, dice Taranee davanti al cancello di casa sua . “Vuoi entrare, Hay Lin? E’ ancora abbastanza presto”.
L'amica fa un cenno di diniego. “Magari domani. Scusami, Tara, ma questa sera sento il bisogno di riflettere da sola”.

Dopo un rapido saluto, la Guardiana dell’Aria si incammina a passo rapido  verso il centro di Heatherfield, schivando gli sguardi insistenti di un gruppo di ragazzi chiassosi dal forte accento ispanico. Ma a un incrocio prende una svolta che non conduce a casa sua. Correrà il rischio di fare tardi ed essere rimproverata, ma non si sente di aspettare fino al giorno dopo, e si dirige verso il luogo da dove può contattare l'unica persona in grado di spiegarle qualcosa di più.

“Ye Olde Bookshop”, legge infine Hay Lin alla luce dei lampioni.
Quante vicende ha visto quest’insegna, pensa. Lei ha esperienza diretta solo delle ultime, ma sua nonna Yan Lin le ha raccontato molto di più durante i loro segreti incontri notturni attraverso il portale nel seminterrato, quando il rimpianto per la sua assenza da casa si faceva più struggente. 
Hay Lin ha sempre ascoltato rapita i racconti della nonna, e il suo tono rasserenante ha disciolto ogni volta le sue ansie. Ma c’è un argomento sul quale è sempre stata vaga, proprio quello sul quale vertono angosciosi i nuovi dubbi della giovane Guardiana dell’Aria.

Rompendo gli indugi, estrae una chiave dalla borsetta.
Una volta entrata nel negozio, attende un attimo perché la sua vista si abitui alla poca luce aranciata che filtra attraverso la vetrina, poi si dirige a passo prudente verso la porta del seminterrato.
Scende con prudenza le scale nella penombra, fino a trovarsi di fronte al portale incastonato nella nuda parete di fondo. Questo è il dono meraviglioso che l’Oracolo ha fatto loro dopo che hanno sventato la minaccia della rivincita di Jonathan Ludmoore, secolare prigioniero del Libro degli Elementi.
Hay Lin pensa intensamente a sua nonna; quasi subito la superficie, simile a uno specchio, comincia a rilucere di una fosforescenza azzurrina e s’increspa di onde concentriche, finché l’immagine della persona amata appare al di là  della cornice. Immagine… E’ davvero un’immagine, poi, o è proprio lei in carne e ossa, quasi a portata del suo braccio?
“Nonna!”.
Yan Lin la saluta con un sorriso dolce e composto, mantenendo le mani giunte infilate nelle ampie maniche della sua veste biancazzurra. “Cara rondine mia, che notizie mi porti?”.
La giovane prende fiato prima di parlare, mesta. “Tutte noi siamo confuse, nonna. Perfino Will, che per me è sempre stata un riferimento, questa sera ha ammesso i suoi dubbi. L’unica novità positiva è che Taranee si è riconciliata con lei, e ha promesso che proverà a farlo anche con Cornelia”.
Yan Lin annuisce grave. “Sai, ciò mi ricorda tante cose del mio passato". Le sorride. “E di Irma, cosa mi racconti?”.
La giovane risponde: “L’ho catechizzata bene, e mi ha promesso che la guardiana dell’acqua non soffierà sul fuoco”. Al doppio senso, increspa le labbra quasi divertita. “Continua a pungolare Cornelia quando può, ma questo è un segno di normalità”.
Yan Lin ricambia con un sorrisino enigmatico. “Il tempo è un grande giustiziere. Dissolverà i malumori futili, lasciando tutte voi libere di giudicare la situazione con obiettività”. Per un breve istante, scruta intensamente sua nipote. “Ma vedo altre nuvole che macchiano l’orizzonte dei tuoi occhi. Parlami dei tuoi dubbi, rondine mia”.
Hay Lin prende fiato nuovamente, e inizia: “Nonna, a nessuna di noi è ben chiaro né perché stiamo servendo Kandrakar, né dove ciò ci porterà. All’inizio tu ci hai detto che noi difendevamo una muraglia che divide la parte buona dell’universo da quella cattiva, e noi ti abbiamo creduto. Ma ora… ecco, non ci convince più. Avevamo già capito che il Metamondo non è sempre stato un mondo malvagio, anche se malvagia è stata la tirannia di Phobos. E poi, l'altro giorno l’Oracolo ha detto che la muraglia potrebbe anche proteggere il metamondo dalla Terra! E poi, altre minacce sono nate tra le mura stesse della fortezza: l’ambiguità di Luba, il tradimento di Nerissa, la vendetta di Phobos attraverso Endarno… Com’è possibile che dei saggi s'ingannino in questo modo? Che si facciano prendere così da passioni e invidie? Da che minaccia stiamo davvero difendendo i mondi? E soprattutto, perché ci dite sempre così poco?”.
Per un attimo Hay Lin abbassa il capo, temendo di avere osato troppo, poi torna a guardare l’anziana.
A due passi e un universo di distanza, Yan Lin ha ancora lo sguardo chinato a terra. Sta riflettendo, o si è risentita per quest’esplosione di domande a lungo represse?
Infine alza lo sguardo, e in esso vi è sempre l’usuale amore, unito a un velo di rammarico. “Hay Lin, anch’io mi sono fatta domande simili a queste per gran parte della mia vita, e ora che so le risposte, ho capito perché non mi furono date prima. Quando vi consegnai il Cuore di Kandrakar, vi diedi la stessa spiegazione che fu offerta a me e alle mie compagne sessantacinque anni prima. Sapevo già che era inadeguata, però allora non ne avevo alcun’altra da offrire. Solo dopo ho potuto sapere esattamente a cosa ho dedicato la mia vita, e sono stata orgogliosa di averlo fatto”. Tace un attimo mentre un lembo di una nuvola le passa davanti, mascherando parzialmente la sua sagoma. Poi riprende: “Per quanto riguarda la fallacia dei saggi di Kandrakar… vedi, piccola mia, io capisco che a volte ti possano essere sembrati inadeguati. Ma ‘garantire l’equilibrio tra i mondi’ ha un significato molto ampio.  Le minacce non arrivano solo da streghe e tiranni assetati di potere. Potrebbero anche essere delle minacce di tipo biologico: la diffusione di epidemie, o di specie viventi endemiche destinate a sconvolgere l’ecosistema del mondo che le riceve. O ancora, di conoscenze o idee a cui un mondo non è preparato. D’altra parte, non è neppure un bene chiudere per sempre tutti i portali naturali fra i mondi, perché questi hanno contribuito alla loro coevoluzione. La decisione di quali interazioni consentire e quali impedire è molto delicata. Perciò Kandrakar ha cooptato molti dei massimi esperti in diversi saperi, in modo da valutare minacce di generi diversissimi. E così, accanto a maghi e sacerdoti ci sono guerrieri, biologi, fisici ed esperti in discipline così estranee che nella nostra lingua non hanno neppure un nome. Molti sono dei sommi luminari nel loro campo, ma non tutti hanno una mentalità volta a comprendere al volo inganni e giochi di potere”. S'interrompe un attimo, mentre un altro sbuffo candido attraversa lento la visuale, poi riprende: “Quanto al nostro Oracolo, egli è stato anche un guerriero, ma non fu scelto per la sua abilità nelle arti marziali. Ciò che impressionò favorevolmente i saggi che lo cooptarono, piuttosto, fu la sua capacità come diplomatico, e nel valutare con attenzione ed equilibrio tutti gli aspetti di qualunque questione. Credo che solo Nerissa non lo avesse apprezzato: quando Himerish fu eletto Oracolo, lei era già a capo del nostro gruppo di Guardiane da più di vent’anni, era un’abile maga, e aspirava a quella carica. Però non era ancora a conoscenza del… di quello che  nessuna di noi ancora sapeva”, completa Yan Lin, come rendendosi conto che stava per lasciarsi sfuggire qualcosa di troppo segreto. “Ora ti ho detto tutto quello che potevo dirti, rondine mia”.
La giovane resta un attimo a riflettere su quanto ha sentito, poi prende coraggio e insiste: “Nonna, perché non spiegarci di più? Se Kandrakar agisce nell’interesse di tutti i mondi, perché c’è qualcosa che resta ostinatamente avvolto nel segreto? Perché l’esistenza di Kandrakar non viene resa nota? Perché dobbiamo celare il nostro ruolo anche ai nostri famigliari? Questo ci porrà, prima o poi, davanti a scelte dolorose sulla nostra vita. Perché non ci dite almeno il motivo di tutto questo? Saperlo potrebbe aiutarci a restare unite in questo momento di crisi”.
Finito di parlare, Hay Lin attende ansiosa una risposta.
L’anziana annuisce. “Mia luce, purtroppo la vita di una Guardiana è fatta di sacrificio, ma non ho mai rimpianto la mia scelta. Abbi fiducia in me, dolce brezza, e credimi: voi state agendo per una causa nobilissima. Non rinunciare. Io spero tanto che un giorno arriverà per te il momento di prendere anche il mio posto quassù a Kandrakar. E allora saprai, e sarai orgogliosa della tua vita”.
Hay Lin ascolta, colpita, poi accenna a un inchino. “Mi fido di te, nonna. Terrò duro a qualunque costo, e farò sì che tu possa essere sempre fiera di me”.


Kandrakar, alloggio di Yan Lin

Mentre l’immagine della nipote tremola e svanisce a mezz’aria, l’anziana Yan Lin si avvia, meditabonda, verso una porta che si apre su di un alto salone sottostante.
Discende con la dovuta attenzione la scalinata costituita da piastre fluttuanti. Passa accanto alla fantasiosa vasca di ninfee, la cui superficie è increspata da una fontanella a forma di roccia traslucida che orna il pavimento del locale.
Da lì s’incammina verso il Terrazzo delle Memorie: un lunghissimo, splendido camminamento coperto, delimitato a sinistra da un colonnato aperto sul vuoto. La parete sulla destra, invece, è ornata da una lunghissima fila di affreschi dai quali questo luogo mutua il suo nome: fedeli copie di quelli dipinti, a partire da trentamila anni prima, sulle pareti a picco del Passaggio della Memoria, che però ha la sgradevole caratteristica di essere un ampio baratro verticale i cui muri affrescati scorrono lentamente verso il basso, in mistico omaggio all’irreversibilità del tempo.

Arrivata lentamente sul terrazzo, guarda le maestose nuvole che nascondono la vista del suolo, alcune miglia più in basso. 
Poi si volge, pensierosa, alla sua destra, osservando la prima immagine: cinque figure femminili  che volteggiano in cerchio nel niente, leggiadre e maestose. Sono le cinque principali divinità della religione di Basiliade: Xin Jing, Oneide, Tea, Erla e N’Ghala.
Proseguendo lentamente, Yan Lin osserva la seconda immagine: è una vista a volo d’uccello di un paesaggio agreste costellato di case ed edifici sparsi, compresi alcuni grandi templi piramidali. I due soli che splendono nel cielo identificano inequivocabilmente quel mondo: Basiliade.  Tutt’attorno vi sono numerose nuvole a forma di anello, attraverso le quali si intravedono piccoli scorci di altri mondi: sono portali naturali, come quello che esiste sull’Atlantico al largo di Heatherfield. A Basiliade, questi erano già conosciuti dai saggi fin dall’inizio della loro civiltà.
Pensierosa, prosegue fino all’immagine successiva.
Una donna dal cranio rasato, dal cui viso traspare una profonda saggezza, siede al centro di un congresso di sacerdoti che l’ascoltano con espressioni preoccupate. Yan Lin sa che è l’antica Sibilla del tempio dei Due Soli, che la tradizione vuole essere l’incarnazione in terra di N’Ghala. E quello che sta rivelando ai sacerdoti costernati è La Profezia Segreta.
Prosegue lenta, osservando l’affresco successivo nella serie che si snoda senza soluzione di continuità.
Al disopra di nubi altissime, la prima forma della fortezza di Kandrakar aleggia nell’alta atmosfera di Basiliade. La ninfa  N’Ghala è rappresentata come un amorevole e gigantesco spirito semitrasparente che si fonde con lo spesso mantello di nubi che cela e sostiene l’edificio. Secondo il mito, la fortezza stessa è il corpo della ninfa che ha assunto  tale aspetto mantenendo la sua coscienza, la sua volontà e il suo potere divino.
Lei ha già visto e rivisto molte volte queste prime immagini: non è la prima volta che sente il bisogno di saperne di più su una storia che si snoda attraverso trenta millenni. Decide di saltare le successive per arrivare fino al punto dov’era rimasta la volta precedente,  e s’incammina lentamente lungo il maestoso portico che gira tutt’attorno a un’ala della fortezza.

Dopo la prima svolta, Yan Lin vede il saggio Tibor assorto nella contemplazione del mare di candide nuvole.
L’anziano la nota subito, rivolgendole un affettuoso cenno di saluto.
Lei gli si accosta e accenna a sua volta un inchino. “Ti ho trovato spesso in questo luogo, Tibor”.
Lui annuisce. “Là, sotto quell’eterno mare di nubi, c’è Basiliade. Te l’ho già detto, amica mia, che anch’io vengo da lì?”.
“Sì, me l’hai detto”. In effetti, quasi ogni volta che si sono incontrati lì. E’ la lunghezza del tempo che lo porta a ripetere spesso gli stessi discorsi, o forse la sua memoria che svanisce lentamente, o il bisogno di parlare comunque?
“Ho lasciato quel mondo da moltissimi anni. Probabilmente tutti quelli che ho conosciuto laggiù ormai sono morti”. Tibor continua, pensieroso, lo sguardo sempre rivolto verso le nuvole al di là della balaustra. “Sono passati settantacinque anni da quando fui cooptato dal vecchio Oracolo per unirmi alla congrega. Su Basiliade Lui era stato il Sommo Sacerdote di Xin Jing, il mio maestro, prima di essere chiamato qui più di un secolo fa. Anni dopo, quando divenne il Signore di Kandrakar, si ricordò del suo allievo prediletto, e mi chiamò per prendere il posto che aveva coperto fino a quel momento”.
“Sei in vena di ricordi quest’oggi, Tibor”.
“E’ vero. Del resto, siamo pur sempre nel terrazzo delle memorie”, risponde, e un sorrisino malinconico si allarga sul suo viso rugoso. “E tu, Yan Lin, non hai rimpianti?”.
L’anziana lo guarda sorpresa: è la prima volta che Tibor le rivolge una domanda così personale. In effetti, c’è una cosa che, poco prima, aveva pensato di raccontare ad Hay Lin, poi ha preferito tacerle. “Sì, ne ho, ma ciò non significa che vorrei fare qualcosa di diverso della mia vita”. Perde lo sguardo verso l’orizzonte, dove le nubi si stanno diradando e svelano un’alta catena di montagne azzurre, raramente visibile all’orizzonte della fortezza. “Mio figlio Chen mi crede morta. Siamo vissuti assieme per quasi quarant’anni, ma non ho mai potuto rivelargli il mio segreto. Tante volte mi sono sentita lontanissima da lui, pur essendo sempre vissuti sotto lo stesso tetto”. Sospira rassegnata: “Essere una guardiana e una buona madre sono due cose molto difficili da conciliare”.
L’anziano sacerdote annuisce comprensivo. “E tuo marito?”.
Yan Lin si sforza di restare impassibile. “Non c’è mai stato un marito. Come avrei mai potuto celargli il mio ruolo? Quando ho capito che la mia giovinezza stava finendo, e nonostante ciò ero ancora indispensabile a Kandrakar, ho deciso di avere un figlio pur restando una guardiana, piuttosto che rinunciare per sempre. Per togliermi ogni possibilità di ripensamento, l’ho concepito con un uomo già sposato. Ho sfidato il giudizio della mia famiglia e mille difficoltà, e per anni sono rimasta sola con il mio piccolo, portando avanti al tempo stesso il ristorante che ci dava da vivere e il mio impegno con la congrega”. Si volta a studiare il viso di Tibor alla ricerca di qualche reazione, ma lo sguardo del vecchio sacerdote non ha mutato la sua dolcezza. “Pensi che sia stata egoista? Chen non ha mai neppure conosciuto suo padre”.
“Penso che sei stata coraggiosa, Yan Lin”.
Lei annuisce pensierosa. “Per come stanno le cose, è molto probabile che restando qui vivrò più a lungo di lui. Qualche volta lo osservo col mio portale, e rimpiango che vedrò mio figlio invecchiare e morire senza avergli potuto rivelare la verità”. Tace un attimo, perdendosi nella forma sempre mutevole delle nubi. Poi riprende: “Comunque, almeno posso parlare con la mia rondinella, Hay Lin. Spero tanto che, un giorno lontano, sarà lei a prendere il mio posto qui”. Sospira: “Oggi ho dovuto negarle delle risposte che sarebbero servite tantissimo a motivare il gruppo”.
Tibor si liscia pensieroso la lunga barba candida e fluente. “Hai agito correttamente, amica mia. Meno si sa di Kandrakar e dei passaggi, meno minacce dovremo tenere d’occhio. Purtroppo non è stato possibile celare la nostra esistenza a quei mondi in cui qualche portale naturale era già di dominio pubblico, ma altrimenti la miglior protezione per questi passaggi è proprio nell’essere ignorati per sempre. L’ignoranza è più forte di qualunque muraglia”.
Yan Lin riflette a lungo, lo sguardo perso lontano. “Sai, Tibor, qualche giorno fa mi sono molto stupita che l’Oracolo abbia rivelato così esplicitamente a Elyon di Meridian certi rischi che lei sta facendo correre al suo mondo, con i suoi imprudenti contatti con la Terra”.
“Come sua madre prima di lei”, conviene il saggio. “Comunque, quello era solo uno scenario ipotetico, uno dei tanti che elaboriamo di continuo per cercare di prevenire ogni minaccia. E' per questo che osserviamo così pazientemente ciò che succede nei mondi collegati dai portali”.
L’anziana aggiunge: “Per un momento, ho perfino pensato che potesse aver deciso di rivelarle l’Antica Profezia per vincere la sua riluttanza a collaborare”.
“Non l’avrebbe mai fatto!”, afferma Tibor con un deciso cenno di diniego, “Non si può rischiare in nessun modo che l’Antica Profezia venga risaputa al di fuori di queste mura! Come reagirebbero nei vari mondi, se sapessero che uno di questi è destinato a provocare la distruzione di un altro?”. Un’espressione cupa si diffonde sul suo viso rugoso. “Qualcuno potrebbe progettare la rovina di un altro mondo, pur di allontanare questa minaccia dal proprio”.
“Non sarebbe il primo caso di una profezia che si avvera per il fatto stesso di essere stata profetizzata”, conviene la vecchia guardiana; tace pensierosa per un lungo momento, poi riprende: “Sai, Tibor, quando ho saputo dell’Antica Profezia, la mia prima reazione è stata di dubbio: se la distruzione di un mondo è destinata ad avvenire comunque, che senso ha darci tanto da fare per impedirlo?”.
“Ma la Profezia non dice né come, né dove e neppure quando ciò accadrà. L’azione della congrega potrebbe dilazionare enormemente questa catastrofe. Che succeda oggi o tra cinquantamila anni, non è la stessa cosa. Nel frattempo, miliardi e miliardi di vite potranno svolgersi normalmente, ciascuna con il suo inizio, la sua parabola e la sua fine, uniche e irripetibili”.
“Grazie della risposta, Tibor. Le tue parole mi sono di grande sollievo”.
L’anziano sorride. “Anche la tua compagnia, Yan Lin, allieta questo tempo fin troppo lungo”.
I due s’incamminano lentamente lungo il porticato, osservando gli affreschi narrare le mille e mille tappe dell’esistenza della fortezza al centro esatto dell'infinito.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h. / Vai alla pagina dell'autore: MaxT