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Autore: frnkieroh    07/04/2015    3 recensioni
"Ad un tratto, una vocina timida ed un paio di occhioni verdi lo distrassero. Era un bambino, alto più o meno come lui, con i capelli neri e lunghi fino alle spalle. Frank notò subito il suo piccolo naso e gli venne voglia di toccarlo, era così carino che sembrava di porcellana."
Frerard
1276 parole
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Giochiamo?

Il piccolo Frank era seduto a gambe incrociate al centro del parco, solo, mentre intorno a lui i bambini urlavano e ridevano insieme. Non che a lui dispiacesse, anzi, non amava la confusione e la compagnia dei suoi coetanei troppo rumorosi e troppo agitati; preferiva starsene per conto suo, con la piccola chitarra giocattolo che la madre gli aveva regalato per i suoi sei anni e il microfono di plastica blu.

Il vento di quel pomeriggio di Marzo gli scompigliava i capelli scuri, mentre, con fare possessivo, accarezzava la chitarra che teneva in braccio, come se fosse un bambino.

Ad un tratto, una vocina timida ed un paio di occhioni verdi lo distrassero. Era un bambino, alto più o meno come lui, con i capelli neri e lunghi fino alle spalle. Frank notò subito il suo piccolo naso e gli venne voglia di toccarlo, era così carino che sembrava di porcellana.

“Che fai?” chiedeva il bambino con il bel naso e si sedette vicino a Frank, che, timido com’era, arrossì e si girò. Ora dava le spalle al bambino, e un po’ gli dispiaceva, ma non voleva che lo vedesse imbarazzato. I maschietti non arrossiscono e non hanno paura, gli diceva sempre la madre.

“Io sono Gerard” continuò però l’altro, senza perdersi d’animo. Voleva davvero conoscerlo, sembrava così dolce, e appena l’aveva visto tutto solo al centro del parco si sentì in dovere di parlargli. E poi era bello, tanto tanto bello.

Frank non rispose, ancora si sentiva le guance calde e le manine tremavano contro le corde della piccola chitarra che continuava a tenere tra le braccia. Però qualcosa dentro di lui lo spinse a girarsi verso l’altro bambino, Gerard, e gli sorrise timidamente. Ora che poteva vederlo meglio pensò che era davvero molto bello, sembrava finto e la sua pelle era così bianca che si potevano vedere le vene sotto ad essa, tracciare delle fine linee viola sulle guance e sulle piccole mani congiunte e poggiate sul pancino.

“Non ti piace parlare?” gli chiese allora Gerard, che non riusciva a capire perché l’altro non gli avesse ancora risposto. Pensava di essere stato gentile con lui, e pensava anche di sembrare un tipo apposto, simpatico, ma evidentemente si sbagliava e un po’ gli dispiacque.

“Sì invece” affermò Frank, basito da quella domanda. Non esistono persone a cui non piace parlare, giusto? E a lui piaceva eccome, ma doveva farlo con una persona che gli piacesse altrettanto, e ora che ci pensava Gerard gli piaceva molto.

“Allora fallo!” ridacchiò Gerard.

Si avvicinò di più a Frank e prese tra le mani la chitarra del suo nuovo amichetto. Anche a lui piaceva suonare ma il canto gli veniva meglio, magari avrebbe potuto duettare con lui un giorno, diventare famosi e ricchi.

“Sai suonare?” chiese Gerard.

Che buffo che era! Certo che sapeva suonare, altrimenti non avrebbe avuto una chitarra, no? Però, invece di rispondere, si alzò, riprese lo strumento e cominciò a muovere la mano destra su e giù sulle corde, mimando con la voce il suono della chitarra elettrica. Stava suonando la canzone preferita di sua madre, Heroes di David Bowie, la usava come ninna nanna e gli piaceva un sacco. Una volta la sentì come colonna sonora di un film e si mise a piangere, perché quella era la canzone sua e di sua madre e non voleva che gli altri la ascoltassero.

Gerard cominciò a ridere e ad applaudire, perché Frank era davvero bravo ed aveva assunto un’espressione così bizzarra: aveva gli occhi chiusi e si mordeva il labbro inferiore. I suoi denti erano bianchissimi e un po’ sorti, ma comunque belli.

A Gerard piacevano i suoi denti.

“Ok ok fermati!” strillò il bambino dai capelli neri, alzandosi per andare da Frank. Poggiò l’indice sul labbro del piccolo chitarrista, così da liberarlo dalle grinfie dei suoi denti.

“Posso chiamarti Gee?” chiese a quel punto Frank. Era imbarazzato e quando aveva sentite il ditino freddo sulla sua bocca sentì le guance avvampare. Non sapeva cosa dire e poi, perché avrebbe dovuto chiamarlo così? Non avevano mica due anni, erano grandi per darsi dei soprannomi. Però, pensandoci bene, Gerard era lungo come nome, e a Frank i nomi lunghi non piacevano.

“Sì! E’ carino!”

Come te avrebbe voluto dire, ma si limitò a sorridere.

“Però io non so ancora come ti chiami”

“Frank. Mi chiamo Frank”

Gerard sorrise e “E’ un bellissimo nome” mormorò arricciando le labbra. Lo faceva sempre quando era imbarazzato.

“Giochiamo?”

Frank annuì e posò la chitarra vicino ad un albero, poi prese la mano di Gerard e insieme corsero verso uno dei piccoli castelli con lo scivolo.

Era una bellissima giornata, il sole brillava così tanto che gli occhi dei due bambini quasi bruciavano, ma in compenso scaldava e così non dovevano indossare quelle ingombranti felpe.

Si sedettero entrambi all’ombra dello scivolo, con le ginocchia che si sfioravano.

“A cosa giochiamo?” Frank domandò con la sua dolce vocina. Gee cominciò a spiegare un ridicolo gioco su principi, principesse e draghi. Era davvero buffo, e un po’ troppo infantile.

“E tu cosa vorresti essere?”

Gerard ci pensò un po’, non sapeva se volesse fare la principessa o il principe che la viene a salvare. Forse la parte della principessa gli sarebbe venuta meglio, o forse no. Però ci stava pensando da troppo tempo così disse che voleva fare la principessa, anche perché aveva i capelli lunghi e gli avevano sempre detto che assomigliava a Biancaneve.

“Ma è un gioco da femminucce!” si lamentò allora Frank, sbuffando sonoramente. A lui piacevano i teschi, le macchinine e i film di paura, mica la Disney e i brillantini! Però Gerard sembrò restarci male e stava quasi per piangere. Ma che stupido! L’aveva offeso, e si sentiva terribilmente male per questo, perciò si avvicinò ancora di più a lui e lo abbracciò forte, strofinando il naso sulla guancia lattea del bambino. Gli accarezzava la schiena con le manine fredde, che poi fece scorrere tra suoi capelli morbidi. Gerard aveva proprio dei bei capelli, lisci e lucenti, e passarvi le dita in mezzo era tanto piacevole…stava mugolando ed aveva gli occhi chiusi.

“Frank?”

“Scusa!” strillò allontanandosi. Che figura! Stava ancora arrossendo come un bambinetto, doveva smetterla. Ma Gerard era così bello…

“Ok, allora io faccio il principe che ti viene a salvare” sorrise e si alzò. “Forza!”

I due bambini si prepararono, la principessa nel castello e il principe ai piedi della scivolo. Frank non sapeva minimamente cosa fare. Salire? Aspettare che scendesse? Si limitava a guardare il suo amico abbassarsi la maglia per scoprire le spalle, come il vestito di una principessa.

Il parco stava cominciando a svuotarsi, e la mamma di Frank osservava divertita la scena. Era felice che il suo piccolo avesse trovato qualcuno con cui giocare. Era sempre solo, non parlava quasi mai, nemmeno a casa, e lei si preoccupava per questo, pensava che non fosse normale. Ora però, vederlo con quel bambino, la riempiva di gioia.

“Oh mio principe, vieni a salvarmi!” Gerard lo incitava a salire ma Frank non riusciva, le sue scarpe erano scivolose e in più magro com’era non sarebbe riuscito nemmeno a salire una scala! Però non si perse d’animo. Provava e provava, imperterrito. Provò così tanti che iniziò persino a sudare.

“Basta Frank, vengo giù io!”

Così si fermò ed aspetto che Gerard scivolasse giù dallo scivolo

“Eccomi qui” sussurrò vicinissimo al suo viso. Frank sorrise e gli diede un bacino sulla punta del naso. Il bellissimo naso di Gee, era morbidissimo e profumava.

“Ti voglio bene, Gee”

Gli ribaciò il nasino, poi la guancia e poi, con gli occhi un po’ lucidi, Gerard gli baciò le labbra.

 

Bonjour!

Questa è la mia prima os frerard e la prima storia su questo account e so che fa schifo ma boh, mi sono sempre immaginata i frerard bambini ed è venuta fuori sta cosa. Spero che comunque apprezziate lo sforzo haha e mi piacerebbe ricevere delle recensioni per sapere se vi è piaciuta, se scrivo bene, se devo migliorare, insomma le solite cose.

Buona giornata e spero a presto!

 

 

   
 
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