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Autore: le cosplayers    08/04/2015    0 recensioni
Era solo un'insignificante gita ad un museo d'arte contemporanea per il mio nono compleanno. La mostra era dedicata all'artista Guertena, poco noto. Insomma, era tutto più che normale, direi.
Ma chi avrebbe mai pensato che questa esperienza mi avrebbe del tutto segnato l'esistenza?
Genere: Avventura, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Garry, Ib, Mary
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Solo un'insignificante gita ad un museo piuttosto... mediocre, oserei dire. I miei genitori sono fissati con l'arte, sopratutto quella contemporanea. Per il giorno del mio compleanno, mamma e papá decisero di portarmi al museo di Guertena, un artista molto enigmatico; -Disegnava cose piuttosto scontate, ma lui in esse trovava fascino e significati nascosti- mi accennò mio padre mentre ci avviavamo verso la galleria d'arte. -Hai il tuo fazzoletto Ib? Quello che ti ho regalato.- mi disse mie madre continuando a camminare -Sì mamma, ho preso tutto. Non mi sono scordata di nulla.- risposi io. Finalmente giungemmo alla galleria di Guertena; mia madre partì subito col dire: -Bene, siamo qui. Questa è la tua prima volta in una galleria d'arte, vero Ib?- non mi diede nemmeno il tempo di rispondere che continuò -Siamo qui oggi per osservare le magnifiche opere dell'artista Guertena. Lui non faceva solo quadri ma anche sculture, e altri tipi di creazioni!- Mi parlava come se non sapessi nulla: dov'ero, che stavo facendo, chi era Guertena... insomma, come se non mi avessero parlato precedentemente di Guertena. Non amo l'arte, so che sono piccola, ma non ci vedo niente di particolare. Mamma stava continuando a blaterare quando papá la interruppe: -Dovremo andare alla scrivania della reception?- -Ah certo, andiamo a prendere i depliant. Mi annoiavo. Considerando la lentezza che misero nell'andare a prendere i depliant, immaginavo la lentezza con cui avremo visitato il museo. Fu così che mi venne la "brillante" idea di procedere indipendentemente. Allora dissi: -Mamma, desidero procedere indipendentemente.- lo dissi con un tono fermo. Come se non fosse una richiesta, ma un obbligo. La mamma però non ci fece caso, sapendo che sono una bambina in gamba, e mi rispose: -Beh... veramente Ib...- stava per rifiutare, quando mio padre le lanciò un'occhiata, come dire "Lasciala andare, dai!". Allora lei acconsentì e mi lasciò visitare il museo in santa pace. Non osservai molto attentamente i quadri, ma in particolare uno, mi attirava. Era molto impressionante, raffigurava semplicemente un pesce molto grande che nuotava liberamente nell'acqua cristallina. Mi impressionava il fatto che l'acqua sembrava reale, quel quadro assomigliava ad una gigantesca piscina. Ogni stanza traboccava di gente, tranne una. Questo mi inquietava, perché mai a nessuno interessava un quadro così grande e colorato? Poteva sembrare inquietante per le persone? Mi pareva al quanto impossibile, perciò diedi un'occhiata al titolo: "Mondo ***********" Era tutto scritto in modo incomprensibile purché io potessi capire, era troppo confuso. Lessi ad alta voce, e la luce calò tutto ad un colpo. Scesi al piano di sotto: non c'era più nessuno. Mi recai all'uscita, ma trovai la porta sbarrata; allora mi affacciai alla finestra: mi avevano lasciata lì? Del tutto irrealistico, direi. Non potei guardare ancora qualche altro secondo che la finestra si ricoprì di vernice rosso sangue. Questo mi fece fare un balzo all'indietro. Passai ripetutamente per tutti i corridoi sperando che tutto fosse solo un brutto incubo. Tornai davanti al quadro "Mondo **********" e questa volta vidi una sbavatura blu colare dalla cornice del quadro. La osservai: sì, era semplice vernice. Mi voltai e vidi una scritta rossa "VIENI IB", mi rivolsi di nuovo verso il quadro, e notai che la sbavatura era diventata una scritta: "Vieni giù Ib, ti farò vedere un posto segreto". Chi poteva aver scritto una cosa del genere? Non c'era più nessuno nel museo, dopo tutto... Scesi al piano di sotto, e notai delle impronte blu andare verso il quadro di quel pesce, che si chiamava "****** del profondo". Non sapevo che fare, ma sapevo che non c'era altra soluzione, e mi tuffai nel quadro.
   
 
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