Aprii con foga il mio armadietto, ci buttai dentro i libri alla rinfusa, ne presi un altro, mi cadde ed imprecai, quindi richiusi tutto producendo l’ennesimo rumore molesto che indusse il povero Kentin a chinarsi per raccogliere il libro e a domandarmi: «Okay, cos’è successo durante l’intervallo?»
   Gli lanciai un’occhiata fugace e, prendendo ciò che mi porgeva, borbottai un vago ringraziamento. «Melody», dissi soltanto. E poiché dallo sguardo che lui mi rivolse dedussi che non era riuscito a capire ciò che intendevo, fui costretta ad essere più chiara. «Mi ha di nuovo trattata come se fossi una persona sgradevole. Non è la prima volta che lo fa, negli ultimi giorni.»
   Kentin corrucciò lo sguardo. «Perché?»
   Scrollai le spalle. «Perché sono andata a dormire a casa di Ambra e Nathaniel, ecco perché.»
   «Ah», balbettò lui, distogliendo lo sguardo e lasciandosi sfuggire un leggero sbuffo dalle labbra. «Quindi le piace Nathaniel», concluse per me.
   «Pensa, l’altro giorno mi ha persino paragonata ad Ambra», ringhiai fra i denti, sentendomi esplodere per la rabbia.
   «Se è gelosa, puoi farci poco», la giustificò Kentin, stringendosi nelle spalle.
   Nonostante il nervosismo, mi venne quasi da sorridere. Anche lui mi aveva fatto una scenata di gelosia, quando aveva saputo che ero andata a dormire a casa di Nathaniel, ma almeno avevo chiarito la mia posizione, spiegandogli che non lo avevo fatto per un mero interesse amoroso, bensì per qualcosa di molto più serio. Anzi, di molto più grave. La mia coscienza mi aveva impedito di agire diversamente, altrimenti col cavolo che avrei condiviso la camera da letto con Ambra, sia pure per una sola notte.
   «Credi che non sappia cosa significhi?» gli assicurai, ricordando di malavoglia quanto mi bruciasse il ricordo del bacio fra lui e Ambra. Kentin inarcò le sopracciglia, tornando a sbirciare nella mia direzione e facendomi arrossire. «Ma non è questo, il punto.»
   «Ti senti frustrata perché non puoi spiegarle esattamente come stanno le cose?» mi domandò con fare retorico. Con lui avevo potuto parlare liberamente, tant’è che, quando aveva saputo tutta la storia, non solo aveva messo da parte ogni sentimento negativo, ma per di più si era offerto di aiutarmi e di sostenermi, per quanto possibile. Ancora adesso era il solo a conoscenza della verità.
   «Vorrei solo che la smettesse di essere acida con me», risposi con voce demoralizzata. «Le ho detto e ripetuto che Nathaniel non mi interessa, ma…»
   «La gelosia è irrazionale», tornò a borbottare Kentin, facendomi ridere senza allegria. Stava ancora tentando di scusarsi per avermi ingiustamente accusata di essere innamorata di Nathaniel? Anzi, mi aveva pure accusata di essere interessata a Lysandre, del quale non ero neanche amica. Al pensiero della mia rabbia nei confronti di Ambra, che Kentin detestava dal profondo, mi venne da ridere ancora più forte: che bella coppia di cretini.
   Mi passai stancamente una mano sul viso. «Vorrei solo che questa storia finisse al più presto, soprattutto per Nathaniel», sospirai, chiedendomi ancora una volta quando lui sarebbe tornato a scuola, magari rassicurandomi che ogni problema era stato risolto per il meglio e che suo padre non si sarebbe mai più azzardato ad alzare le mani per impartirgli un’educazione a dir poco riprovevole. «E vorrei anche che Melody tornasse ad essermi amica. Mi fa rabbia: proprio poco prima che scoppiasse tutta questa storia, le avevo persino regalato una costosissima trousse per il trucco.» E poco importava che lei mi avesse rimborsato parte delle spese, quella dannata roba, che in origine avrei dovuto regalare alla mia peggior nemica, mi era costata un occhio della testa – anche se non quanto quel maledetto cellulare che Kentin, ignaro che fosse un mio regalo, aveva rotto per vendicarsi di tutti i soprusi subiti da Ambra durante i primi giorni di scuola. Come se non bastasse, avevo permesso più di una volta a Melody di intromettersi nei discorsi fra me e Nathaniel senza aver nulla da recriminare, proprio perché ero cosciente del fatto che potesse darle fastidio ch’io mi fermassi a parlare da sola con lui. Neanche Kentin aveva mai osato fare una cosa del genere.
   «E sta ancora lì a dubitare della tua amicizia?» volle sapere lui, non capacitandosi di come potesse, Melody, non curarsi di tutto quello che facevo puntualmente per lei nella speranza che la smettesse di sospettare che volessi portarle via il ragazzo – che non era neanche il suo, oltretutto. «Posso capire la gelosia, ma qui si esagera…»
   «Esatto», affermai, accompagnando quella parola con un cenno deciso del capo. «È come se io ce l’avessi a morte con Alexy», mi scappò detto.
   Kentin aggrottò la fronte. «Che c’entra, Alexy?»
   Mi morsi la lingua. «Niente, lascia perdere», balbettai, arrossendo e facendo per avviarmi verso l’aula per la prossima lezione.
   In quel mentre, però, ci raggiunse proprio Alexy che, tutto contento, s’avventò su Kentin, abbracciandolo con fin troppo trasporto. L’altro protestò con una sonora imprecazione, respingendolo con fastidio e giurando di prenderlo a calci se solo ci avesse riprovato. La sua minaccia non sortì l’effetto sperato, perché Alexy rise e poi venne ad abbracciare me.
   «Oggi ho deciso di dispensare coccole a chiunque sia giù di morale», spiegò allegro, mentre mi soffocava contro il suo petto e mi sollevava persino di alcuni centimetri da terra con una facilità che mi lasciò non poco stupita.
   «Ci stavo già pensando io, a consolarla», replicò Kentin, ancora fortemente stizzito. «Ora mollala», gli ordinò, fissandoci con fastidio.
   «Sei geloso di me?» Imbarazzato, l’altro tacque e Alexy rise di nuovo. «Oh, non devi mica preoccuparti!» lo rassicurò, rimettendomi giù e lasciandomi finalmente andare. Barcollai appena alla ricerca di un vago equilibrio e Kentin mi sostenne per un braccio. «Lo sai che il mio cuore batte solo per te!» affermò con fin troppa convinzione, portandosi le mani al petto e facendomi scoppiare a ridere, mentre il nostro amico lo fissava con crescente panico negli occhi.
   «Andiamo», intervenni a quel punto, avviandomi davvero verso l’aula e trascinandomi appresso Kentin, visibilmente traumatizzato dalla dichiarazione spensierata di Alexy. Quest’ultimo ci trotterellò dietro come se nulla fosse, iniziando a parlare di frivolezze che ebbero il potere di mettermi ulteriormente di buon umore.
   Lanciai uno sguardo a Kentin e mi domandai se avesse ancora dubbi riguardo a ciò che gli avevo detto prima, e cioè sul fatto che avrei dovuto essere gelosa di Alexy. Dalla sua espressione piuttosto turbata, tuttavia, mi convinsi che, prima di comprenderlo, avrebbe dovuto anzitutto riprendersi dallo shock di aver appena ricevuto una dichiarazione d’amore da uno dei suoi migliori amici.