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Autore: gettoassenglishman    09/04/2015    4 recensioni
“So cosa provi. Davvero, pensi che sia facile per me lasciarti in questo modo? Restare qui a sentirti dire che mi ami sapendo che sono costretto a lasciarti andare.” Dice finalmente Ian, battendosi una mano contro il petto, come se volesse farsi ancora più male.
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Cosa sarebbe dovuto succedere nella 5x12 (perché sinceramente il modo in cui si sono lasciati mi ha fatta abbastanza incazzare, lul)
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[TRADUZIONE]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note autrice: prompt me: im-an-angel-y0u-ass.tumblr.com
Si capisce che sono profondamente delusa dal finale? Avevo accettato l’idea che si lasciassero, perché mi aspettavo che Ian dicesse che aveva bisogno di sistemare tutta quella merda eccetera – sono solo delusa dal fatto che il personaggio di Ian fosse incoerente e che non gliene fregasse proprio?? Per favore, non date la colpa alla sua malattia mentale doh, era solo scritto male ad essere sinceri.
E COMUNQUE, è strano che  abbia la sensazione che SE Noel dovesse tornare per la sesta stagione, Ian e Mickey tornerebbero insieme in non meno di uno/due o tre episodi e gli sceneggiatori hanno fatto tutto questo solo per farci arrivare all’anno prossimo? Tipo, come un gran troll, ecco penso possa essere un enorme troll di cattivo gusto.
 
Note traduttrice: solitamente non amo questo genere di fanfiction, ma diciamo che questa è un’eccezione, perché esattamente come l’autrice originale della storia, mi sento arrabbiata e presa in giro dagli sceneggiatori di Shameless e da come hanno concluso la quinta stagione. Ho deciso, per cui, di tradurre questa fanfiction, per portare nel fandom di Shameless un finale alternativo a quello che ci è stato proposto. Un finale di gran lunga migliore, credibile e accettabile; credo che voi ve lo meritiate. Buona lettura.




 
If you can promise not to go away
(Se puoi promettermi che non te ne andrai)

♦•♦

 
“Quindi sta succedendo… tu mi stai lasciando.” Balbetta Mickey, e si accorge che il proprio respiro è rimasto impigliato a quelle parole. Ian annuisce, completamente assente e Mickey non è nemmeno sicuro che la persona di fronte a sé sia veramente Ian. “Cazzo.”  Mickey soffoca una risata addolorata, perché diavolo non sta succedendo davvero.

“Quindi hai deciso, cazzo, è così che vuoi farla finita??” Mickey scuote la testa, ricevendo come risposta da Ian il silenzio. Si avvicina con passi determinati, prima che possa pentirsene. “È così?”
Ancora una volta, Ian non risponde e Mickey sente la rabbia montargli dentro.

“Dopo che ti ho dato ogni cosa tu te ne esci così come se fosse niente?” Mickey dà a Ian uno spintone in pieno petto, le lacrime che salgono agli occhi. “Per anni non hai fatto altro che supplicarmi di starti accanto, di essere qualcuno che non ero e che sono diventato per te, cazzo - mi sono fatto il culo per essere tutto ciò di cui potevi aver bisogno e ora stai avendo il coraggio di rinfacciarmelo!”

Ian rimane in silenzio, il suo labbro trema mentre Mickey dà sfogo a tutti i suoi sentimenti. Non sarebbe dovuta andare in questo modo, niente di tutto questo sarebbe dovuto andare in questo modo. Mickey si avvicina sempre di più, fino a poterlo guardare dritto negli occhi, le narici dilatate – il cuore che bussa con forza contro il petto.  “Sai che c’è Gallagher-“

“Mickey-“  Ian prova a respirare, a spiegarsi, ma Mickey non può essere interrotto, ha bisogno di dire tutto quanto a Gallagher, tutto quello che serve per farlo restare.

Il ragazzo più grande batte le mani sui fianchi, “Non sarò mai più quella persona, cazzo, quel Mickey che tu volevi così tanto, beh, ora è morto!” Non gli dà più fastidio urlare i cazzi propri ai quattro venti, è diverso anche in quello: ora non gli importa più un accidenti di cosa pensa la gente. Si piega ancora di più verso Ian e colpisce il rosso in pieno petto. “Hai la più pallida idea di quanto cazzo mi ci sia voluto, per pronunciare queste parole, eh? Ti comporti come se non mi stessi pregando di dirtele da anni, cazzo. Mi spieghi che hai?”

“So cosa provi. Davvero, pensi che sia facile per me lasciarti in questo modo? Restare qui a sentirti dire che mi ami sapendo che sono costretto a lasciarti andare.” Dice finalmente Ian, battendosi una mano contro il petto, come se volesse farsi ancora più male.
“Non sei costretto a lasciarmi andare.” Sussurra Mickey, torturandosi la pelle attorno alle dita. Ian Gallagher lo ha sempre reso nervoso, anche se mai così, così tanto da fargli credere di non poter più respirare.

“Mick-“ prova ancora Ian, solo per essere ignorato da Mickey.

Il moro scuote la testa, trattenendo le lacrime che minacciano di scendere. “Adesso smettila, Ian.” Solleva lo sguardo e i loro occhi si incontrano, e stavolta Mickey non urla, non spinge via Ian, perché quello che vuole è avvicinarsi di più a lui, vero? “Non provare a dirmi che non hai bisogno di me, sono tutte stronzate: so che hai bisogno di me esattamente quanto io ho bisogno di te.”

Ian deglutisce, le sue mani si ritrovano dentro le maniche della camicia. Mickey fa un passo avanti, gli occhi arrossati per lo sforzo di non scoppiare a piangere. “Sai che c’è, non mi frega un cazzo se tu non hai bisogno di me, non è che qualcuno abbia mai fatto affidamento su di me in ogni caso, okay?”  Inizia a tremare, la pressione di questo enorme macigno sullo stomaco, ma deve continuare.

“Ma se fossi io ad avere bisogno di te, uh? Ti sei dimenticato di tutta la merda che ho dovuto, che hai dovuto, che abbiamo dovuto passare?? Non c’è niente che insieme non possiamo aggiustare, e so che non sei tu quello che ha bisogno di essere aggiustato, cazzo, io non sto cercando di aggiustarti, non riesci a capirlo?” Mickey parla a raffica, asciugando la faccia contro il proprio braccio, Ian cerca di aprire la bocca ma Mickey lo zittisce con un gesto della mano. “Ho bisogno di te, Gallagher. Di te, delle tue stronzate, della tua pazzia: tutto quanto.  Ma ho bisogno che tu stia bene, ho bisogno che tu sia la persona che conosco, perché è quello che meriti, okay? Meriti di stare bene, per una volta! Perché non riesci a capirlo, uh?”

Ian si morde il labbro, spazzando via con una mano le lacrime che rotolano incontrollabili giù lungo la guancia. “Sai che non tornerò mai più ad essere quello che ero una volta.”  E per poco la sua voce non si spezza, perché ha visto quello che fa la sua malattia, ha visto come Monica non fosse veramente felice, sebbene lei pensasse di esserlo.

“Lo stesso vale per me. Che cazzo ti fa pensare che starei meglio senza di te?”
Mickey si strofina la fronte, e cerca di respirare ma l’aria sembra divenuta  più pesante; i suoi denti catturano il suo labbro superiore, tirandone la pelle.
Ian finalmente si muove, le mani esitanti.  Con un sussurro, risponde: “Lo so e basta.”

“Beh, ti sbagli, cazzo, perché io resterò. Resterò qui insieme a te.” Abbaia Mickey, allargando le braccia come aveva fatto prima Ian.  “Sistemerò tutte le tue stronzate e ti amerò nel modo vorrò.” Se ora Mickey non si sentisse come se fosse fatto, direbbe che il macigno sul suo stomaco si sia sollevato. Ian sta cercando disperatamente di calmarsi, di asciugare le lacrime dalla sua faccia, ma Mickey fa un passo avanti a gli afferra i polsi.
“Non puoi mollarmi e aspettarti che io non ritorni da te correndo, io tornerò sempre da te, e ormai dovresti saperlo bene: è già successo tante altre volte prima d’ora.” La voce di Mickey ora è più dolce, le sue mani tengono con gentilezza i polsi di Ian, carezzando con il pollice la pelle morbida e lentigginosa.

Ian inizia a protestare, forse a dire qualcosa. Mickey lo ammonisce con un’occhiataccia, “Dimmi di andarmene ancora una volta e ti tiro un pugno nella pancia.” Il rosso ghigna a quelle parole, e a Mickey sembra finalmente di vedere un barlume del vecchio Ian. “Ascoltami stronzetto, e fallo molto attentamente. Io ti amo, cazzo, e non ti permetterò di mandare a puttane tutto quello che siamo – Questo, -“ Mickey allunga la mano fino a toccare la guancia di Ian, per indicare lo spazio che c’è tra di loro.

“Ci sono troppo dentro. Se pensi che ora io me ne vada allora sei più stupido di quanto pensassi.”
Mickey può quasi sentire Ian sgretolarsi sotto il suo tocco, ed è questione di secondi prima che il rosso si ritrovi tra le sue braccia, il viso premuto contro la sua spalla per soffocare i singhiozzi. Facendo correre una mano tra i capelli del rosso, Mickey solleva quella di Ian, impregnata di lacrime, per poi cercare il suo sguardo.

“Andiamo dentro, sì? Possiamo anche farci le fottute coccole, e bada bene che è un’offerta che capita una sola volta nella vita.”
Il viso di Ian si allarga in un sorriso. “Sei uno stronzo sentimentale.” Durante l’intera conversazione, Ian sembra finalmente Ian, e Mickey ha intenzione di assicurarsi che rimanga tale.  
Fine.
 


Note traduttrice: qui (x) trovate il link per la storia originale. 
   
 
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