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Autore: Shainareth    09/04/2015    2 recensioni
Se qualcuno mi avesse chiesto in che modo eravamo arrivati a un tale livello di degenerazione, non avrei saputo rispondere. L’unica cosa che posso dire è che era cominciato tutto durante quella che sembrava essere una normalissima assemblea di classe [...]
Long nata in un momento di pura follia.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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RIUNIONE DI CLASSE - CAPITOLO SECONDO




«Anzitutto», cominciò Peggy, mentre i ragazzi ancora borbottavano per l’esito della sfida che ci eravamo lanciati durante quella riunione di classe, «bisogna fare il punto della situazione, tenendo conto del fatto che si tratterà di una recita improvvisata.»
   «Quindi non avrò il tempo di cucire neanche un costume?» volle sapere Rosalya, seriamente in pena per questa terribile notizia. «Non possiamo nemmeno usare quelli che già abbiamo?»
   Peggy parve pensarci un po’ su. «Mah, vedremo», le concesse. «Prima occupiamoci della trama, a grandi linee. Qualcuno ha delle idee?»
   Ambra alzò immediatamente la mano. «Voglio essere la protagonista!» affermò risoluta, mettendosi in piedi per ergersi su tutta la classe. «Avrei potuto benissimo esserlo, nello spettacolo dell’altra volta, se certe piantagrane non mi avessero messo i bastoni fra le ruote.»
   Ruotai gli occhi al soffitto, senza cogliere la provocazione né rivelare di essere arrivata in ritardo all’audizione per l’assegnazione dei ruoli della recita perché lei mi aveva rinchiusa nel sottoscala. «Accomodati», dissi soltanto, poiché in effetti non mi importava di essere di nuovo al centro dell’attenzione. Anzi, se lei mi avesse lasciata in pace, probabilmente non ci sarei mai stata e la mia condotta scolastica non ne avrebbe risentito tanto.
   «Prima bisogna stabilire la trama, ho detto», ci zittì Peggy, che, se avesse potuto, si sarebbe armata di bacchetta di legno, pronta a punirci pur di farci rigare diritti. «Una fiaba sarebbe l’ideale, per dei bambini dell’asilo, ma qui tocca tener presente anche di quello che possiamo fare senza la minima spesa.»
   «In ogni fiaba che si rispetti ci vogliono un principe, una principessa e un nemico comune», elencò Iris, contando i ruoli principali sulla punta delle dita. «Ma ce ne sono troppe, di fiabe così, ci vorrà un bel po’ per scegliere quella adatta.»
   Peggy annuì. «Bisognerà fare una scrematura in base anche agli attori che abbiamo a disposizione… Iniziamo dal principe: ragazze, secondo voi, quale dei nostri banali compagni di classe sarebbe più adatto ad interpretare questo ruolo?»
   Le nostre voci si levarono come se fossero una: «Nathaniel.» Lui arrossì, ma il sorriso che gli comparve sulle labbra lasciò ben intuire quanto fosse lusingato di essere stato etichettato all’unanimità come principe azzurro.
   Con l’eccezione di qualcuno, invece, gli altri ragazzi protestarono indignati. Anche Ambra tornò a far sentire la sua, quasi battendo i piedi in terra come una bambina: «Se lui è il principe, io non potrò essere la principessa!»
   «Puoi esserlo lo stesso, se interpreti sua sorella anche sulla scena», fu la pratica osservazione di Alexy.
   «A questo punto perché non inventiamo una trama originale con gli elementi che abbiamo?» propose Kim con un sorriso birichino sulle labbra carnose.
   La sua idea parve riscuotere successo, tant’è che fu subito stabilito che doveva esserci anche una seconda principessa, affinché si realizzasse uno dei requisiti più importanti di quasi ogni fiaba che si rispetti: la storia d’amore.
   «Che due palle», fu il prosaico commento di Castiel, già fortemente annoiato da tutta quella faccenda.
   «Purché l’altra principessa non mi rubi la scena», fu invece la condizione che pose Ambra, in disappunto per la decisione di inserire una seconda eroina nella storia.
   «Restano da stabilire altri due ruoli principali», continuò Peggy, ignorando entrambi con invidiabile calma. «La nuova principessa e il cattivo. Qualcuno vuole proporsi?»
   La mano di Armin svettò su tutte. «Posso fare il boss di fine livello?»
   «Non hai la faccia da cattivo», gli garantì suo fratello, incurante di ferirlo nell’orgoglio.
   «Quello potrebbe farlo Castiel», buttai lì a mezza voce. Purtroppo il mio commento fu udito da parte della classe, che subito rise e concordò con me.
   Lo stesso Castiel approvò l’idea e, con un sorriso sghembo, disse: «Visto che il principino è niente meno che Nath… perché no?»
   «Sei consapevole che poi farai una brutta fine?» gli fece notare quello, con aria di superiorità.
   L’altro scrollò le spalle con noncuranza. «Sì, ma vuoi mettere poterti dare la morte per tutto il tempo?»
   «Voglio essere rapita dal cattivo!» esclamò Ambra, rossa in volto, tornando a far sentire la propria voce.
   «E che cavolo dovrei farmene, di te?» s’informò Castiel, regalandole una smorfia infastidita.
   «No, aspetta», intervenne Lysandre, con la sua solita flemma. «Potrebbe essere una trama interessante: la fanciulla in pericolo è importante.»
   «Teniamo quest’idea da parte, potrebbe tornarci utile», convenne Peggy, arrampicandosi definitivamente sulla cattedra a gambe incrociate ed iniziando ad appuntare tutto su un quaderno che teneva in grembo.
   «Se la fanciulla in pericolo è lei, come la mettiamo con la seconda principessa e la storia d’amore?» domandò Violette, facendo sentire la propria voce per la prima volta, durante quella strampalata assemblea.
   Mentre Peggy rifletteva con lo sguardo accigliato e la penna poggiata sulle labbra, Rosalya propose: «E se la seconda principessa fosse la promessa sposa del principe, con il quale è costretta a rimandare le nozze a causa del rapimento dell’altra?»
   «Sì, ma avrebbe un ruolo marginale, così…» osservò Alexy, poco convinto.
   «Non necessariamente», contestò la mia compagna di banco. «La fidanzata del principe potrebbe essere l’elemento chiave per salvare la situazione, perché in realtà è una fata.»
   «Che idea carina!» commentò Iris, una delle poche che sembrava divertirsi realmente.
   «Se c’è una fata, voglio anche un mago cattivo!» pretese Armin, battendo un pugno sul banco. «E voglio essere io, quel mago!»
   «Va bene, va bene!» lo accontentò Peggy, tornando a scrivere con uno sbuffo, pur di togliersi davanti le sue lamentele. «Chi vuole interpretare la fata?» chiese, nel frattempo.
   «Io ci vedrei bene Melody», propose inaspettatamente Capucine, che, pur essendo in buoni rapporti con Ambra, era anche amica di Melody. Gli occhi di quest’ultima si illuminarono e il sorriso che le affiorò sulle labbra fu più eloquente di mille parole, nonostante il rossore diffuso sulle guance.
   «Qualcuno è contrario?» la mise ai voti Peggy. Avvertii nitidamente lo sguardo di Nathaniel addosso e quando sbirciai nella sua direzione, cercando di non darlo a vedere, mi resi conto che, oltre ad essere quasi sul punto di alzare la mano, mi stava tacitamente implorando di intervenire in sua difesa.
   Non lo feci. Lo so, forse fu una pugnalata, per lui, ma che motivo avevo di contestare a Melody il posto da protagonista? In più, se lo avessi fatto, magari Nathaniel avrebbe proposto me come sua compagna in scena, e francamente volevo evitarlo per tante buone ragioni: la mia intenzione a non illuderlo, il musetto che Melody mi avrebbe tenuto per giorni, gli strepiti di Ambra nel sapermi sul palco insieme a lei nelle scene più importanti, il dovermi esibire di nuovo in un ruolo principale, e, dulcis in fundo, le frecciate al veleno che avrebbe lanciato una certa persona dagli occhi verdi che invece, al momento, pareva starsene buono buono ad ascoltare con aria seccata ciò che dicevano gli altri.
   «Quindi possiamo annoverare Melody nella lista dei personaggi principali», concluse Peggy, annotando anche questo. Nathaniel grugnì. «Riassumendo», riprese la nostra compagna, «abbiamo un principe che sta per sposare una fata, ma le nozze devono essere rimandate a causa del rapimento della sorella di lui ad opera di un malvagio che, con l’aiuto di un mago altrettanto cattivo, vuole…» Si fermò. «Cosa vuole?»
   «Sposare la sorella del principe?» azzardò Ambra con aria sognante.
   «Facciamo qualcosa di più realistico, sì?» obiettò svogliatamente Castiel, deludendo non poco le sue aspettative.
   «Potremmo mirare al regno, che nasconde al suo interno una fonte di mana capace di risvegliare le oscure creature del sottosuolo, per mezzo delle quali si potrebbe richiamare anche un’armata di zombi che…»
   Le fantasticherie di Armin furono bruscamente interrotte da Peggy. «Niente roba complicata che possa spaventare i bambini», lo avvertì, infastidita. «Ma possiamo prendere per buona l’idea che il cattivo vuole impadronirsi del regno perché magari mira a diventare il sovrano incontrastato del mondo.» Nessuno ebbe nulla da ridire, perciò lei si ritenne autorizzata a tirare di nuovo le somme.
   «Un momento!» intervenne Kim, accigliata. «Se non coinvolgiamo tutti quelli che hanno perso la sfida, non c’è gusto!»
   Convinto com’era stato fino a quel momento di essere tagliato fuori da quell’assurdità, il suo compagno di banco protestò d’istinto. «Ehi!»
   Lei rise e gli puntò il dito contro. «Per esempio, Kentin lo vedrei bene come scudiero o mozzo di stalla.»
   L’altro fece per ribattere, ma Armin lo fermò. «Dalle retta, amico: tra sguattere e castellane, lo stalliere cucca più del principe.»
   Kentin arrossì ed io, che m’ero chiaramente fatta tutta orecchi, non riuscii a trattenere un sonoro e indignato: «Oh!»
   I miei compagni risero. Beh, non tutti, comunque, ma non ebbi tempo di curarmene per via dell’imbarazzo che mi aveva colta per colpa dell’istintiva gelosia che mi aveva attanagliato lo stomaco. Armin mi rivolse un sorriso rassicurante. «Puoi sempre fare una delle sguattere», mi suggerì, strizzandomi l’occhio.
   La risata sguaiata di Ambra sovrastò qualunque mia risposta. «Oh, sarebbe fantastica, in quel ruolo!» affermò con malcelata cattiveria. «Oserei dire che le calzerebbe a pennello», aggiunse, facendo sogghignare Li e Charlotte.
   «Tu e le tue amiche, invece, sembrate tanto la matrigna e le sorellastre di Cenerentola», commentò Rosalya, prendendo le mie difese.
   «Come osi?!» si ribellarono tutte e tre all’unisono, mentre Peggy, con la lingua fra le labbra, scribacchiava qualcos’altro sul quaderno.
   «Lysandre», chiamò poi, puntandogli contro la penna. «Ci stai a fare il cantastorie?»
   Lui inarcò le sopracciglia con fare stupito. «Mi piacerebbe molto», considerò. «Potrei improvvisare qualche ritornello per i bambini durante la messa in scena.»
   «Beato te che riesci a vedere il lato positivo», sospirò Castiel. «Ammesso che ci sia…»
   «Quindi lo scudiero e la sguattera accompagneranno il principe e la fata durante il loro viaggio?» s’interessò di sapere Iris, curiosa riguardo allo svolgimento della storia.
   «O quello o rimarranno sullo sfondo a far nulla», rispose Peggy con un’alzata di spalle.
   Fu allora che esposi la mia remota speranza. «Non potremmo rimanere sullo sfondo e basta?»
   «Nella stalla, magari», mi appoggiò Kentin, senza rendersi conto di ciò che aveva detto. Armin glielo fece notare ad alta voce ed io fui costretta a nascondere il viso in fiamme contro le braccia intrecciate sul banco, mentre qualcuno rideva di nuovo alle nostre spalle.
   «Poche chiacchiere», ci riportò sull’attenti Peggy, risoluta ad avere l’ultima parola in quella riunione che era ormai sul punto di concludersi. «Chi altri vuole prendere parte all’iniziativa recitando davanti ai bambini?» Nessuno rispose. Vigliacchi. «Allora chi non ha un ruolo, si occuperà di reperire quello che ha in casa per abbozzare dei costumi e il materiale di scena, così che nessuno di noi debba spendere un centesimo.»
   Rosalya quasi ebbe un mancamento. «Non possono recitare con degli stracci addosso!» esclamò, con gli occhi lucidi.
   L’altra la liquidò con un gesto della mano. «Che si arrangino con i costumi dello spettacolo scolastico.»
   Castiel scoppiò a ridere. «Sarà divertente doversi battere con il Principe Coniglio.»
   Non finì di dirlo, che gli arrivò il cancellino in faccia e ci volle l’intervento di mezza classe per sedare il primo scontro – fuori scena – fra il Lupo Malvagio e il Principe Coniglio.












Non fatemi domande, non so cosa verrà fuori da questa roba. I personaggi continuano a muoversi per conto loro ed io sto iniziando a considerare l'ipotesi di alzare le mani dalla tastiera per lasciarli agire indisturbati.
Buona serata! :*
Shainareth





  
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