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Autore: Kore Flavia    10/04/2015    0 recensioni
Gli occhi chiusi in una morsa dolorosa, la mano che passa sopra i molteplici colori appoggiati sul tavolo. Ogni colore con la propria scritta che ne contrassegna il nome. [...]
Passi il pennello su quello che, il tuo polpastrello, ha scoperto essere il giallo, poggi la mano a cercare la ruvida tela e ci passi una pennellata. Poi fai lo stesso con il giallo, poi prendi il verde, che ti hanno detto essere il colore delle foglie. [...]
Le tue labbra si piegano in un sorriso soddisfatto quando capisci, sempre tramite le tue dita affusolate, che lo spazio sulla tela è ormai finito e che così è finito anche il quadro. [...]
Aiutato dal bastone esci da quella stanza, seguito dal cane che ora si è stiracchiato alzandosi, chiudi la porta a chiave. Pochi ci sono entrati in quella stanza e pochi ci entreranno. Pochi lo meritano.[...]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note d'autore: Questa storia è stata ispirata da un'artista cieco di cui ho visto alcuni quadri (davvero belli) che si chiama John Bramblitt.
Bye bye
E buona lettura.



L'ARTISTA

Gli occhi chiusi in una morsa dolorosa, la mano che passa sopra i molteplici colori appoggiati sul tavolo. Ogni colore con la propria scritta che ne contrassegna il nome. Scritta braille, l’unica che tu possa capire. Perché tu i colori non gli conosci, te gli hanno raccontati. Sai che il mare è blu, il sole giallo e il cielo azzurro, ma tu non sai di che colore siano il blu, il giallo e l’azzurro. Non gli hai mai visti, l’unico colore che vedi è il buio, le uniche figure che conosci sono quelle raccontate dalle tue mani quando ci passano sopra con delicatezza.
Eppure continui imperterrito, dipingi quella tela che ti hanno detto essere bianca, eppure cos’è il bianco per te se non uno sconosciuto amico. Perché la tela è tua amica, anche se non puoi vederla, è l’unica che ti fa dimenticare la rabbia e il dolore che provi.
Passi il pennello su quello che, il tuo polpastrello, ha scoperto essere il giallo, poggi la mano a cercare la ruvida tela e ci passi una pennellata. Poi fai lo stesso con il giallo, poi prendi il verde, che ti hanno detto essere il colore delle foglie. Poi fai uno schizzo con il rosso, il colore dell’amore e del sangue, subito decidi di utilizzare il nero l’unico colore che conosci, poiché come ti hanno spiegato, è il colore dell’oscurità.
Pensi che il quadro stia prendendo forma sotto le tue pennellate, ma tu non puoi saperlo. Hai bisogno di qualcuno che te ne dia la certezza. In quella stanza però c’è solo il tuo cane guida, probabilmente sta sonnecchiando tranquillamente. Ti hanno detto che il tuo cane è a chiazze, un po’ marrone, un po’ bianco e un po’ nero. Proprio come i tuoi quadri. Un’accozzaglia di colori che nella realtà, non starebbero mai insieme, ma che tu puoi solo immaginare.
Le tue labbra si piegano in un sorriso soddisfatto quando capisci, sempre tramite le tue dita affusolate, che lo spazio sulla tela è ormai finito e che così è finito anche il quadro. Vorresti urlare di gioia, di soddisfazione, ma quella casa è così silenziosa che ti spaventa l’idea di disturbarla.
Ti togli gli occhiali da sola che ormai usi anche in casa come se in questo modo potessi vedere la tua opera. Eppure rimani all’oscuro, nelle tenebre della tua cecità che tanto hai odiato. Ravviandoti i capelli ti alzi afferrando un bastone nelle vicinanze. Con difficoltà prendi la tela completa e la poggi tra le altre. I muri di quella stanza sono tappezzati da quadri appesi e alcuni, sono appoggiati a terra aspettando di essere fissati. Immagini i colori brillare su ogni tela. Tutti i colori al mondo sono attorno a te, ma tu non gli vedi, ma questo non ti pesa. Ti senti quasi sollevato per questo. Non vedi ciò che vedono gli altri. Tu vedi oltre, vedi ciò che nessuno vede, almeno nessuno delle persone vedenti.
Aiutato dal bastone esci da quella stanza, seguito dal cane che ora si è stiracchiato alzandosi, chiudi la porta a chiave. Pochi ci sono entrati in quella stanza e pochi ci entreranno. Pochi lo meritano.
   
 
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