Giochi di Ruolo > D&D - Forgotten Realms
Segui la storia  |       
Autore: Ladyhawke83    10/04/2015    4 recensioni
Missing moments anteriore a "la promessa del mago". La prima grande battaglia in cui si trovano invischiati il mago Vargas e lo stregone Callisto... Ritroveremo anche la druida Isabeau, che però dovrà fare i conti con sentimenti inaspettati...
[La guerra. A cosa si riduce poi la guerra. Chi sono i vincitori e quali i vinti?
Questo me lo domandai spesso in quei mesi in cui combattemmo duramente contro un nemico il più delle volte sleale, agguerrito e senza scrupoli.
Ma cominciamo dal principio...]
https://www.facebook.com/Ladyhawke83efp/
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The magician's promise'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La linea dell'oblio parte terza

Tentativi e Confidenze


Erano trascorse quasi due ore da quando Callisto mi aveva lasciato con il ferito per andare in perlustrazione.
In quelle ore purtroppo non avevo potuto fare granchè per il mago, le sue ferite erano profonde, la gamba e il braccio sinistro versavano in condizioni disperate.
Io, nel mio piccolo, cercai di fermare le perdite di sangue e fasciando stretti tutti i punti più esposti, ma sapevo che non sarebbe stato sufficiente. Mi occorreva un miracolo.
Lui soffriva terribilmente, era cosciente, ma delirante. Per tutto il tempo non fece che ripetere parole sconnesse, frasi in elfico che non riuscivo a decifrare, ero riuscita solo a distinguere tre nomi, che Vargas ripeteva spesso in quel suo delirio di sofferenza fisica e mentale: Aghata, Erinn ed Anuviel.
Non sapevo chi fossero, ma dovevano essere persone importanti per il mago, gridava i loro nomi quasi piangendo, tentò anche di sollevarsi rischiando di far riaprire le ferite.
Più volte cercai di tranquillizzarlo chiamandolo per nome, dicendogli che sarebbe andato tutto per il meglio, lui però non poteva udire le mie rassicurazioni. Gli occhi aperti, fissavo il vuoto, il corpo teso, una maschera di dolore.
Mi sentivo impotente. Avevo già somministrato al mago, non senza qualche difficoltà, due bacche curative, queste non avevano sortito grande sollievo.
Non mi restava altro che aspettare e pregare gli dei affinché lo salvassero.
La nostra vita era in mano loro ora.
Mi sedetti accanto al mago tenendogli la mano, in modo che la mia energia fluisse da me a lui e lo aiutasse a resistere.

Se solo potesse sentirmi..

Callisto ritornò che era meriggio inoltrato, sul volto un'espressione inquieta, preoccupata, quasi angosciata. Si avvicinò a me e, senza neanche lasciarmi il tempo di realizzare, mi sollevò di peso quasi a volermi caricare sulle spalle.

"Callisto? Che fai? Sei impazzito? Mettimi subito giù!" Gridai io cercando di liberarmi dalla stretta dello stregone, i miei piedi dondolavano a circa due palmi da terra.
"Stai buona e zitta, ce ne dobbiamo andare da qui, e subito!" Disse lo stregone tappandomi la bocca con la mano e avviandosi, con me appresso, verso l'entrata della caverna che dava sulla valle sottostante.
"Guarda sotto di noi". Callisto indicò un punto qualche centinaio di metri più in basso sulla sinistra.
Dalla boscaglia piuttosto rada, emergevano alcune figure compatte, intente a scalare il ripido sentiero, diretti proprio nella nostra direzione. Una ventina di orchi, soldati corazzati guidati dal loro nuovo capo. Quest'ultimo non aveva l'aspetto di un orco bensì l'aspetto ben più aggraziato ed elegante della gente elfica.
Un elfo a capo di uno squadrone di orchi? Che novità è mai questa? Un mago per giunta.. Ero senza parole, come sbigottita, fu Callisto ad interrompere il mio silenzio.
"Quello che vedi a capo degli orchi si chiama Helevorn. Elfo, nobile figlio di Ianis, il maestro di Vargas, nonchè il figlio di buonadonna che ci ha attaccato giù alla -linea dell'oblio- ed ha ridotto il tuo prezioso mago ad un cadavere ambulante. Non so il motivo, ma sta venendo qui per uccidere Vargas e io non ho intenzione di morire per lui. Quindi adesso -tesoro- noi ce ne andiamo e alla svelta.." Detto questo lo stregone spiegò le ali, strinse la presa intorno alla mia vita e saltò nel vuoto.
All'inizio fui talmente terrorizzata che non riuscì nemmeno a prendere fiato. Poi mi resi conto di essere in aria, ad un'altezza che mi faceva girar la testa, la grotta ed il suo occupante morente si allontanavano sempre di più dalla mia vista, fino a diventare un minuscolo puntino nero sulla parete della montagna.
Volevo gridare ma la corrente del volo mi ricacciava indietro le parole e gli occhi lacrimavano copiosamente, in questo caso non solo per il vento e l'altitudine.
"Callisto.. lasciami andare, io non posso lasciarlo solo, così lo condanni a morte" Riuscii a dire pur con fatica, ero disperata, spaventata, sfinita.
"Mi spiace tesoro, ma non se ne parla nemmeno, se ti riporto in quel buco umido e pieno di topi con le ali, per salvare il mago moriremo tutti, ed io non voglio che -tu- muoia. Di Vargas non mi importa e poi... è condannato, quelle ferite sono mortali e tu lo sai, gli orchi completeranno ciò che già è inevitabile". Mi disse lo stregone tra una corrente ascensionale e l'altra.
"Riportami subito indietro! E' un ordine. Io non ho fatto tutti questi sacrifici per poi vederlo morto! Mi hai capito?! Se lui muore io lo seguirò..". Detto questo morsi l'incavo della spalla dello stregone con tutta la rabbia che avevo in corpo, lui sorpreso dal mio gesto e dal dolore improvviso, lasciò andare la presa su di me e mi ritrovai a precipitare nel vuoto come un sasso, più la velocità del mio precipitare cresceva più sembrava che il tempo rallentasse, furono attimi lentissimi. Ero decisa a dimostrare allo stregone quanto non potesse vacillare la mia convinzione, nemmeno di fronte alla morte. Sarei potuta ricorrere alla metamorfosi animale e trasformarmi di nuovo in un falco, ma non lo feci.
In fondo era un buon giorno per morire.

L'aria vorticosa mi soffocava il respiro, gli occhi bruciavano, lo stomaco mi sostava allegramente in gola, sentivo le forze venir meno. Tutto in quei lunghissimi attimi di caduta in picchiata sembrava aver perso di significato. Mi arresi, non volevo più pensare, sentire alcunché. Se Vargas non poteva salvarsi, non mi sarei salvata neanch'io.
In quella follia suicida, però, un pensiero lucidissimo mi attraverso la mente: di me avrei potuto far ciò che volevo, ma di certo non sarebbe stato giusto punire anche la creatura che portavo in grembo. Quel bambino, o bambina, non aveva colpe e, di certo, non meritava che gli, o le, venisse negata la possibilità di venire al mondo.
Stavo per attivare la metamorfosi animale quando, a pochi metri dal suolo, venni riacchiappata, non so in che modo, da Callisto che mi salvò, per così dire, in estremis.
"Non ti azzardare mai più a fare una cosa del genere pazza di una druida, ma cosa hai nel cervello? Trucioli di legno forse? Hai idea di quanto sia difficile da mettere in pratica quello che ho appena -fatto-? Tu non hai tutte le rotelle a posto.. e poi.. mi hai fatto un male del diavolo!" Disse Callisto planando dolcemente a terra, lasciandomi andare, per poi massaggiarsi il collo dolorante, là all'altezza del mio morso deciso.
"Non avevo alcun bisogno che tu mi salvassi, anzi -non volevo essere salvata- me la sarei cavata benissimo da sola, sono una druida ricordi? Posso assumere le sembianze di qualsiasi animale io desideri. Sono arrivata da voi sotto la forma di un falco, lo hai scordato?". Risposi seccata allo stregone, in quel momento volevo solo essere lasciata in pace e, se possibile, tornare da Vargas.
"Certo, certo.. La metamorfosi animale.. E perchè, di grazia, non ti sei trasformata subito invece di aspettare di essere quasi al suolo? Volevi spaventarmi o avevi la seria intenzione di toglierti la vita? Se è questa la tua malsana idea, sappi che non lo puoi fare. Punto. Non quando io sono presente, io ti ho salvato il culo diamine! Un po' di gratitudine non guasterebbe!". Callisto era visibilmente furioso, come biasimarlo, con il mio comportamento lo avevo certo esasperato, ma non potevo certo confessare di aver pensato alla morte, perchè mi era insopportabile l'idea di rimanere sola a crescere il figlio del mago, senza il mago.
"Se anche volessi morire che te ne importa? La vita è la mia, non la tua, ora se vuoi scusarmi ho un mago da salvare". Lo superai di qualche passo in direzione della montagna che avevamo lasciato alle nostre spalle.
"Stronzate! Tu non vuoi morire, solo stai facendo la sciocca e l'infantile e non ne capisco il motivo.. Non può essere solo quello stupido mago mezz'elfo il motivo di tanta folle ostinazione nell'agognare la scura signora dico bene? A meno che non sia... " Callisto si interruppe, mi sorpassò e bloccandomi le spalle con le mani, incrociò il suo sguardo con il mio e tutto gli fu subito chiaro.
"Dannazione! Tu sei incinta! E.. del mago.." Lo disse sospirando come se la rivelazione lo avesse deluso molto.
"Tu desideri morire, perché senza quell'idiota di Vargas pensi di non potercela fare a tirar su il marmocchio giusto? Che pensiero assurdo, lui non è nemmeno al corrente del tuo stato.. poi chi ti dice che prenderebbe la notizia con gioia anche se sopravvivesse? Ora sei tu che hai scordato che ti ha abbandonato dopo averti sedotta, insomma non mi pare una gran bella dimostrazione di affetto.. Comunque non devi preoccuparti, non sei sola, io sarò sempre qui per te, marmocchio o meno. Se poi ti interessa così tanto di Vargas, va bene... andrò ad aiutarlo, ma adesso devi lasciare che io ti porti alla nave. Quando tu sarai al sicuro sull'imbarcazione con gli altri, allora tornerò indietro a salvare il mago, insomma farò il possibile e, se è ancora vivo, te lo riporterò". Mi porse la mano per suggellare il patto, per tutta risposta, ignorai la mano e lo abbracciai così strettamente da far quasi capitombolare entrambi.

Quando giungemmo alla nave era ormai sera. Il vascello era molto più imponente di quanto mi aspettassi, grosse vele bianco-azzurrine si muovevano al vento. Lanterne magiche illuminavano qua e là tutti i lati del ponte, della poppa e della prua.
Non ci attendeva nessuno, difatti quando Callisto si assestò sul ponte facendo cigolare le travi di legno sotto il peso del suo corpo e del mio, sbucarono dai lati alcuni maghi con fare difensivo e minaccioso.

"Chi è là?" Disse uno di loro. Ci si parò davanti un bastone impugnato da un uomo di bassa statura, piuttosto tarchiato e con un viso dai lineamenti duri e squadrati, e per niente accomodanti.
"Abbassa l'arma Mestus, non riconosci i tuoi amici quando li vedi? Sono Callisto Logan, lo stregone, mi pare di averti salvato la pellaccia più di una volta in quel campo maledetto". disse Callisto scostando con un gesto secco il bastone del mago.
"E chi mi assicura che tu sia veramente -tu-? Sai circolano voci su di un possibile tradimento di uno dei nostri, potresti essere tu il traditore, magari sei venuto qui per attaccarci con il favore della notte". Asserì dubbioso il mago che rispondeva al nome di Mestus.
"Non brilli certo per intelligenza mago, mi stupisco di come tu sia scampato alla morte per tutti questi mesi". Rispose ironico lo stregone.
"Se io fossi il -traditore- sarei forse venuto qui da solo ad affrontare una decina di voi maghi, per di più portandomi appresso una donna, ti pare verosimile?" Rispose sempre più divertito Callisto, provava un certo gusto nel deridere i maghi.
"Beh.. forse non hai torto stregone... chi è la donna? Non la vogliamo qui. Sai che le donne a bordo delle navi portano iella..". Rispose il mago tarchiato, guardando me.
"Lei è Isabeau, mi ha aiutato giù alla -linea- e, a dirla tutta, ha anche salvato il culo al vostro mago Vargas" Rispose Callisto determinato.
"Ah davvero? E come mai Vargas non è qui a testimoniare ciò che dici? E se lei fosse una spia del nemico, mandata qui apposta per gettarci addosso qualche malefico?... Sai come sono i druidi... Pozioni, incantesimi strani, trasmutazioni.." Mestus non voleva cedere.
" Quanto sei cocciuto mago, lei non è una spia.. è una mia amica e..."
Callisto non poté terminare la spiegazione poiché fu interrotto da un mago che parlò al suo posto.
" Tranquillo Mestus, garantirò io per la ragazza. Hai la mia parola, se mi sbaglio sul suo conto, me ne assumerò la responsabilità".
Il mago che aveva appena parlato in mia difesa si palesò. Alto poco meno di Vargas, lunghi capelli castani, leggermente mossi, ornavano le spalle, occhi azzurri a completare un viso sincero e amichevole. Impossibile definirne l'età, in quanto il volto pareva quello di un ragazzo, mentre l'atteggiamento era quello di un uomo. Caratteristica tipica dei mezz'elfi era proprio questa longevità e giovinezza apparente, che agli occhi di un essere umano li faceva sembrare immortali. Avevo già provato questa straniante sensazione durante il mio primo incontro con Vargas, ma ora il mago che mi stava di fronte non suscitava in me alcun timore, solo sorpresa e gratitudine.
"Lasciate che mi presenti. Il mio nome è Dorlas, Simenon è un dei miei più cari amici, per cui sono ben felice di accogliervi sotto la mia protezione, a differenza di alcuni di noi qui presenti, non ho alcun timore dei druidi, né tantomeno di voi. E così ecco qui la famosa Isabeau D'anjo, Simenon mi ha parlato molto di voi e, credetemi, non è cosa che lui faccia spesso, se siete qui però significa che lui non si è salvato, o mi sbaglio?" Mi chiese il mago dopo le presentazioni. Non sapendo bene cosa rispondere e sentendomi osservata iniziai a balbettare: "Io... Io... davvero non so cosa sia successo a Vargas... lui era ferito e io... io ho cercato... ho tentato...". Mentre rispondevo a Dorlas le lacrime iniziarono a solcarmi il viso, mentre ripensavo a cosa avevo dovuto abbandonare, a chi avevo lasciato a morire, piansi, lacrime amare e nulla mi importava che gli altri maghi mi guardassero confusi, diffidenti, schifati, gli unici che cercarono di capirmi furono Callisto e Dorlas, anche se con Callisto ero ancora in collera per avermi trascinato su quella stupida nave.
Il mago dagli occhi azzurri fu molto gentile, con un gesto garbato mi prese sottobraccio e mi fece allontanare da tutti quegli occhi indiscreti puntati su di me. Callisto, che conosceva Dorlas, mi lasciò alle sue cure e come promesso, mi disse che sarebbe tornato indietro per vedere se poteva ancora salvare il salvabile, sapevo che non mi avrebbe deluso. Se Vargas era ancora vivo me lo avrebbe riportato.

"Asciugatevi il viso, non dovete disperare, Simenon è forte e siamo usciti da situazioni ben peggiori insieme. Ce la farà e poi, sono certo, voi avete fatto tutto il possibile, non dispiacetevi oltre. Ora non ci resta che aspettare notizie da Callisto". Cercò di rassicurarmi Dorlas sulla sorte del suo amico, cercando di convincere anche se stesso.
" Voi vi conoscete da molto? Intendo voi e Vargas? Mi sembrate molto legato a lui, io lo conosco, se così si può dire, solo da alcuni mesi, ma ora non riesco ad immaginarmi una vita senza di lui, non credevo di poter provare un sentimento così forte per qualcuno che ha trascorso solo pochi giorni con me, il tempo di due albe e due tramonti.." Domandai in sincerità a Dorlas, prendendo il fazzoletto che mi porgeva. Il suo aspetto, e il dolce sorriso, ispiravano fiducia e confidenza come se il mago fosse anche un mio vecchio amico, e non solo di Vargas.
" Quello che dite di provare è una cosa molto bella e molto rara, devo dire che un po' vi invidio... Vargas ed io siamo amici da quasi due decenni, abbiamo condiviso sia il percorso dell'istruzione sia, nostro malgrado alcuni pregiudizi razziali..."
"Pregiudizi? Di che tipo? Credevo che gli unici ad essere bistrattati fossero quelli della mia gente, i druidi, Entrambi voi siete maghi, perché mai avere pregiudizi su di voi?" Chiesi io sorpresa da quell'affermazione.
"Esistono molti modi di discriminare e altrettanti motivi futili per farlo, nel caso mio e di Simenon i motivi discriminanti erano differenti per ciascuno di noi, ma il risultato fu il medesimo: isolamento, cattiverie, solitudine. Per questo motivo noi diventammo amici, entrambi avevamo un nemico comune: la stupidità, la paura e l'ignoranza." Mi disse, non senza una punta di astio nella voce.
"Se non sono indiscreta, perché discriminare due mezz'elfi, per di più dotati come voi?". Azzardai la domanda, non ero certo che Dorlas avesse voglia di parlarne, ma ero curiosa di saperne di più sul passato, soprattutto per quanto riguardava -il mistero- Vargas.
" Beh... Non è difficile da spiegare. Io sono stato discriminato, in primis, perché sono un Adanedhel, un -mezzo uomo- come Simenon. In secundis, mi è stata negata la parità con gli altri perché non sono di nobili natali, requisito imprescindibile per poter diventare un mago affermato". A quelle affermazioni del mago non seppi cosa rispondere, mi mostrai sinceramente dispiaciuta.
"Via.. Non parliamo più di me, voi vorrete sicuramente sapere di Simenon? Leggo la curiosità nei vostri occhi. Dunque.. io l'ho conosciuto che ero poco più che in grado di stare sulle mie gambe. Avevamo circa sei anni, il primo giorno di scuola in Academia ci misero in classe insieme, ovviamente essendo lui ed io gli unici bambini mezz'elfi in mezzo ad elfi in miniatura, biondi e dagli occhi verde smeraldo, legammo subito.
Simenon all'inizio non parlava granché, tanto che tutti credevano fosse diventato muto in seguito alla disgrazia di aver perso la sua famiglia.."
"Come? Vargas ha perso i genitori da bambino?.." Lo interruppi io, sbalordita da quella rivelazione inconsapevole.
" Ah... non lo sapevate... Forse non avrei dovuto dirlo, parlo sempre troppo, Simenon me la farà pagare..." Sul viso di Dorlas fecero capolino prima imbarazzo e poi preoccupazione.
"Tranquillo, non dirò nulla, anche perché non so neanche se ci sarà ancora quel qualcuno a cui potrei dirlo..." Un'ombra di tristezza e una morsa allo stomaco mi ricordarono che la persona di cui stavano parlando poteva anche essere defunta in quel momento, ma volli scacciare quei pensieri per ascoltare il racconto del mago. Mi piaceva Dorlas e mi piacevano i suoi modi sinceri e spontanei, era molto diverso da tutti gli altri maghi presenti sulla nave, e diverso anche da quei racconti sui maghi che avevo udito da ragazzina. Assomigliava molto a Vargas, non mi stupiva che fossero amici.
" Vi prego Dorlas continuate, sono sicura che il vostro racconto servirà a distrarci entrambi da questi pensieri funesti". Lo pregai io.
" Come vi stavo dicendo, tutti credevano che Simenon fosse muto in seguito al trauma della morte dei suoi genitori e della sorella. In realtà nessuno sa cosa sia successo, io so solo che lui è stato l'unico sopravvissuto di quel massacro, e si dice anche che siano state forze sovrannaturali e demoniache a compiere tale atto efferato. E' un miracolo che si sia salvato. Fu cresciuto per circa un anno da uno zio che poi lo mandò a studiare all'Academia. Fatto sta che con me parlava mentre con gli altri no, a meno che non fosse costretto. Subì molte punizioni per questa sua ostinazione nel silenzio, ma come dargli torto? Ognuno reagisce alla sofferenza e alla perdita come può, oltretutto lui aveva solo cinque anni all'epoca dei fatti, quindi immaginatevi la difficoltà di accettare la condizione di orfano per un bambino così piccolo. Se deridevano me per le mie umili origini, era ben poca cosa... con Simenon erano ancor più malefici, arrivarono a fargli credere di essere stato lui il responsabile della morte della sua famiglia e, per un po', credo che lui lo pensò davvero. Soffriva di incubi ricorrenti, alcuni li ha ancora in verità. Quando compì sedici anni mi confidò che avrebbe davvero voluto morire a cinque anni, non riusciva ad accettare di essersi salvato, anzi di essere -stato salvato- dalla misteriosa donna che popola i suoi incubi. Da quando ha conosciuto voi però mi pare più sereno, anche se non lo dà a vedere si capisce che ci tiene molto, voi lo avete cambiato" Mi disse Dorlas.
"Se sopravvive non mancherò di chiedergli quanto realmente ci tiene, anche perchè presto non ci sarò più solo io..." Con un gesto eloquente passai la mano sul ventre appena visibile.
"Eh... Voi aspettate un bambino? Da lui? E' una cosa bellissima, ma non so come la prenderà lui, vedete non mi è mai parso in tutti questi anni che Simenon volesse mettere radici, o desiderasse fare il padre.." Dorlas era sbigottito, non se lo aspettava, e la sua risposta secca e sincera fu una vera doccia gelata per me.
" Capisco... Beh diciamo che, se sopravvive e non vuole impegnarsi con me, potrò sempre crescere questo bambino da sola. Potrei tornare in Francia, o restare in terra italica, ho alcuni amici qui". Risposi concisa al mago, non volevo dare a vedere che ero rimasta dispiaciuta.
"No beh... Io non intendevo dire che lui non ne sarà entusiasta, solo che visti i suoi trascorsi, magari gli sarà difficile immaginarsi nel ruolo di padre. Io al posto suo ne sarei felice, purtroppo non ho ancora trovato la persona giusta, o perlomeno l'avevo trovata, ma l'ho persa. Lei non è mai stata mia, e ad oggi non ho trovato nessuna che potesse prendere il suo posto nel mio cuore". Mentre parlava di quella persona gli si illuminarono gli occhi, si vedeva che ne era ancora innamorato.
" Mi dispiace e come si chiamava questa donna che ha rubato il vostro cuore, ma che non è mai stata vostra?" Chiesi tranquillamente, inconsapevole del dolore segreto che albergava in Dorlas. La sua risposta arrivò come un fulmine a ciel sereno.
"Lei si chiamava Agata, ero innamorato di lei. Ma il suo cuore era già di un altro, lei amava perdutamente Simenon. Lui l'ha uccisa". Mentre Dorlas pronunciava queste parole mutò espressione e la voce divenne fredda, distante. Io non riuscivo a comprendere bene la portata di quell'affermazione.
Vargas un assassino? Agata.. non era forse il nome che ripeteva in quel delirio nella grotta?
Ero confusa ma, prima che potessi chiedere altro, Dorlas annunciò che si era fatto tardi e disse solo che avrei potuto usare la sua stanzetta per stare tranquilla durante il viaggio per mare, questo per non dover condividere l'alloggio con gli altri maghi. Si congedò con un inchino e mi lasciò lì in disparte con tutti i pensieri.
Quella confessione su Agata aveva scosso entrambi, ma io sarei rimasta senza risposte, poiché il mago dagli occhi celesti non aveva intenzione di darmele, né tantomeno potevo aspettarmi risposte da Vargas, se mai fosse tornato.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > D&D - Forgotten Realms / Vai alla pagina dell'autore: Ladyhawke83