I titoli
sono ripresi tutti dall’adorabile, poetica “Porcelain”
dei Cautarize.
FullMetal Alchemist non mi appartiene affatto. E nemmeno Shamballa.
Buon Natale, Kay.
Ricordati di farmi un regalo con il tuo borsellino a forma
di rana bello pieno, okay? <3
Tired of sleeping with ghosts
#1 – Fell asleep with your ghost woke up
with a headache.
From a cure that's only temporary, and in the morning always fails me.
Il
suo udito non l’aveva ingannato: c’era veramente qualcuno nell’officina.
All’inizio
aveva pensato che quel piccolo rumore metallico fosse frutto della sua mente,
legata al ricordo di interi pomeriggi passati da Winry con Ed.
Si
era alzato sentendo sete (e pensando che, finalmente, poteva ‘avere sete’,
anche se il prezzo che aveva pagato era troppo
alto) ed era giunto in cucina.
Mentre
riempiva il bicchiere d’acqua, aveva sentito ancora quel rumore.
Un
brivido sotto la pelle – sensazione ancora nuova per Alphonse, però c’era
qualcosa che mancava, e lui lo avvertiva terribilmente bene – ed ebbe l’impulso
di tornare sotto le lenzuola e restarci fino al mattino, torturandosi nel
dubbio piuttosto che sapere.
Ma,
in un modo che gli apparteneva tipico del suo modo d’agire, avanzò verso l’officina,
aprì la porta con un cigolio e guardò Winry, la vecchia tutta da meccanico
addosso e le mani sporche di grasso che lavoravano su d’un braccio meccanico
inconfondibile.
Fulminea,
la testa di Winry si alzò di scatto e gli occhi assottigliati azzurrissimi lo
fulminarono sul posto.
«Cosa
ci fai alzato a quest’ora, Al?»
Alphonse
abbassò gli occhi a terra, costernato.
«Sono
sceso per un bicchiere d’acqua e ho sentito un rumore. Tutto qui.» spiegò, con
tono piatto, continuando a tenere gli occhi fissi a terra.
«Ora
sai che non è un ladro!» esclamò Winry con un mezzo-sorriso, che Al vide con la
coda nell’occhio. Quando la risentì trafficare con l’auto-mail, fu certo che i
suoi occhi erano sull’oggetto e rialzò lo sguardo, traboccante di tristezza e
colpa.
«Winry,
dovresti andare a letto, è tardi.»
«Non
ho ancora finito.»
«Winry…»
«Ho
detto» lo trafisse ancora, senza alzare gli occhi, solo con il tono basso,
tagliente e vagamente tremulo della voce. «Che devo finire quest’auto-mail.»
«O-ok… allora ti preparo una tazza di the e la beviamo
insieme, uh?»
Il
cacciavite strinse un bullone all’altezza del gomito. «Non ce n’è alcun
bisogno.»
«Vado
a prepararlo.» concluse Al, ignorandola, e uscì dalla stanza in fretta e furia,
quasi correndo in cucina. Riempì la teiera, la mise sul fuoco, prese una
bustina di the, preparò le tazzine, lo zucchero e il latte.
Quando
non ebbe più nulla da fare, appoggiò le mani sul lavabo e lo strinse con forza,
sospirando profondamente per allentare il pulsare frenetico del suo cuore e il
martellare assillante nella sua testa.
Nell’officina
c’era l’odore di Edward, il braccio di Edward, nascosto nell’armadio, dove l’aveva
lasciata, c’era la divisa di Edward e perfino la ragazza che amava Edward.
#2 – And I'm sharing a drink with a
memory,
and a laugh with an
empty seat.
«E
così sta per andare al confine del Paese, uh?»
Le
dita di Roy Mustang si contrassero sul manico della tazza che poco prima gli
aveva offerto, fumante di the alla fragola, un gusto dolciastro e infantile che
Winry amava ancora.
«Sì.»
La
risposta piatta e secca non la infastidì affatto e nemmeno la sua presenza lì,
a quel tavolo, di fronte a lei.
Osservava
la divisa sporca, le lunghe occhiaie e lo sguardo stanco dell’ex-Colonnello
senza particolari reazioni. L’ira era ormai soffocata in Winry, abituata da
anni a testare la propria pazienza.
«Come
mai è venuto qui?»
Una
domanda incolore, ma Roy Mustang si irrigidì e prese un sorso della propria
tazza, evitando il suo viso come faceva da quando lei gli aveva aperto la porta
e lo aveva invitato dentro.
Winry
aspettò. Non si sarebbe certo arrabbiata, se fosse rimasto in silenzio; c’era
abituata, alle domande senza risposta.
«Io… dovevo
passare da lei, signorina Rockbell.»
«Ah,»
Winry appoggiò il mento su una mano. «Il passato la perseguita. Purtroppo non potrò darle il mio
perdono senza riserve, spero mi comprenda. Non sono ancora pronta ad un simile
passo, e forse non lo sarò mai.»
L’ex-colonnello
annuì, mestamente, alzando gli occhi fino ad incontrare quelli di Winry. Aveva
uno sguardo comprensivo e appena triste, ammorbidito da una sfumatura
malinconica nelle iride scure.
«Non
c’è bisogno di giustificazioni.»
La
ringraziò per il the e uscì dalla porta, calcandosi il berretto da ufficiale
sul volto.
Winry
lo guardò finché scomparve oltre l’orizzonte; sparì davanti ai suoi occhi come
un fantasma, dissolvendosi nella luce obliqua e sanguinea del sole al tramonto.
#3 – Do you still look the same? Will you
still look at me the same?
Cause I know that I don't, I've gotten so old in these last few years.
Winry
non poteva immaginare un incontro migliore di quello.
C’era
polvere, c’era rumore, c’era Edward esattamente come lo ricordava; lo scenario
di un’allucinazione prodotta dalla sua testa, gremita di ricordi.
In
quegli anni passati quasi sempre in una solitudine interiore, Winry si era
fatta una mezza idea sulla memoria, perché
non le pareva possibile sentirsi vecchia
alla sua età. Dopo notti insonni passate tra auto-mail e lubrificanti, aveva
convenuto che non erano i ricordi bensì ciò che si perdeva in vita ad
invecchiare.
Lei
aveva perduto man mano un po’ tutto, perfino la sua razionalità. Altrimenti, perché
Edward era lì e lei lo stava abbracciando?
Non
era per nulla logico, non era da Winry,
abbracciare Edward, nemmeno dopo tanto distacco.
Per
cui, in cuor suo, Winry era convintissima di aver raggiunto l’apice della
follia e che presto Alphonse avrebbe dovuto venire a salvarla per l’ennesima
volta da se stessa, quel caro, caro
ragazzo di cui avrebbe sinceramente voluto innamorarsi.
Né
il tocco reale di Edward e nemmeno la montatura dell’arto meccanico che
effettuò lei stessa, niente di tutto ciò le fece andare via la sensazione di
irrealtà che la stringeva in una morsa.
È tutto a posto, Winry,
ora Alphonse arriva e ti porta il the, uh?
Erano
tutti felici che ci fosse Edward, nella confusione delle detonazioni, negli
spari, nelle macchine che volavano sopra la città; perché lui sistemava tutto,
in modo perfetto. Perché era lì, con
loro, nell’ennesima battaglia.
Eppure
c’era polvere e rumore. Non si riusciva a pensare. Era forse per quello che
tutti parevano entusiasti del suo arrivo?
Quando
svanì, ancora, portandosi anche
Alphonse con sé, Winry seppe che il fantasma di Edward non riusciva a essere il
suo eroe, nemmeno in un’illusione.
La prima “fiction” su FullMetal Alchemist! Spero di non
aver scritto cavolate, ho visto il film di Shamballa
tempo fa su MTV e non sono proprio sicura sicurissima di aver scritto tutto nel
modo giusto. Avvisatemi degli strafalcioni. XD
Ho sempre desiderato
scrivere qualcosa su Winry. *_* è un personaggio poco considerato purtroppo. ù_ù
Il desiderio natalizio di Kay – alias Mao_chan91, la sensei
dell’EdWin, che ha ispirato questo Alphonse e che mi ha fatto conoscere Porcelain!
(L) – me ne ha dato la possibilità.
Ebbene, Kay, prometto
solennemente come impegno dell’anno di documentarmi meglio su FMA per quella
cosuccia che tu sai. ù_ù La nostra è una sfida a cui
non posso mancare!
Buon Natalissimo,
Sara. J
Buon Natale anche a tutti
voi lettori, of course. XD
Kaho
[in versione natalizia che comprende un naso rosso da renna]