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Autore: ONDA__INFRANTA__05    12/04/2015    0 recensioni
Una ragazza sola, senza amici che non sa cos'è l'amore con un disperato bisogno d'affetto. Cresciuta troppo in fretta, con lo sguardo schivo e un cuore tenero, riuscirà ad ottenere ciò che desidera, ciò che spera?
( Storia scritta a quattro mai )
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Ci dispiace aver pubblicato in ritardo, speriamo che il capitolo vi piaccia.
A presto,

ONDA_





07) DELUSIONE: 
 

Ana e Ivan mi accompagnarono al parco, poi mi dissero che dovevano tornare di corsa a casa. Li guardai e non potei fare a meno di chiedermi quante cose dovessi ancora scoprire di quei ragazzi.

Trovai gli altri componenti del gruppo a chiacchierare animatamente, in realtà Max e Richi prendevano a calci la terra, Debora aveva uno sguardo preoccupato e...

《Che succede?》. Sobbalzai e vidi Matteo dietro di me che sorrideva divertito.

《Non volevo spaventarti》, continuò a sghignazzare e offesa,  gli diedi una pacca sulla spalla.

 

Il suo sguardo si spense. Mi voltai per capire la causa del suo cambio d'umore.

Max ci guardava, anzi guardava Matteo e avrei giurato che se avesse potuto, avrebbe malmenato Matteo.

Tornammo seri per capire perché c'era così tanta tensione.
 

《C'hanno sfidato》

《E quindi?》domandò Matteo.


《Non siamo pronti... Manca Ivan》.

Continuavo a non capire e Damiano mi spiegò tutto.

《C'hanno sfidato per una gara di ballo, ma non siamo pronti》.

Lasciai scemare il discorso, capivo il loro dilemma.

Erano tutti molti tesi e preoccupati.


《Ce la possiamo fare》, cercai di risollevare gli animi.


《Tu non sei neanche capace a mettere bene le gambe!》sclerò Matteo.

Anche lui adesso era molto teso.

Debby gli imbruttì, ma mi aveva ferita.

Io volevo solo essere d'aiuto.

《Vai a casa. Ci vediamo domani》mi disse Max. Era una seconda pugnalata.

Buttai giù il nodo che mi si era formato in gola, cercai di sorridere, tuttavia non ci riusciì.

Buttai lo sguardo a terra e salutai tutti.

Mi ero illusa di far parte di qualcosa, invece per loro non ero nessuno, o meglio ero l'ultima ruota del carro.

Una lacrima mi scivolò sulla guancia.

Non facevo parte di niente, forse per loro ero solo un peso che non sapevano come togliersi...

Nessuno mi aveva chiesto di restare, quindi per tutti non ero nessuno di importante.

Mi sentiì ferita nell'orgoglio, non sarei più tornata... Non capivo perchè ero ferita se li conoscevo solo da un paio di giorni... Vabbè, sarei tornata l'asociale di sempre, fa niente... Mi infilai le cuffie e aspettai l'autobus.


La tristezza aveva lasciato il posto alla rabbia.

Avevo persino difeso una loro amica! Che stupida! Entrando in casa, trovai mamma e Siria che litigavano.

Ero troppo arrabbiata per preoccuparmi anche di loro.

Mi chiusi in camera mia, mi sentivo invisibile.

Nessuno mi calcolava più di tanto e a 17 anni era davvero molto triste... 


Chiusi gli occhi e rivedevo quel gruppetto che mi aveva rifiutato, ma a cui mi sentivo tanto legata...


Il cellulare vibrò nella tasca, non avevo intenzione di visualizzare il messaggio, tanto sapevo che era solo l'ennesima pubblicità e infatti avevo ragione... Che depressione la mia adolescenza! Mi chiesi come fosse la vita di una ragazza popolare che dà problemi ai genitori, ai professori, che ha tante amiche intorno e un ragazzo che ha occhi solo per lei.

Ovviamente era il mio opposto, non sarei mai stata popolare e neanche mi affascinava l'idea.

Io, però ero quella diversa, mi sentivo io stessa così, per questo anche gli altri mi tenevano a distanza, oppure ero io che non gli davo il tempo di avvicinarsi a me, forse perchè li vedevo troppo superficiali, con l'unico pensiero di divertirsi, andare alla feste, ubriacarsi... Quel genere di ragazze piacevano, ecco perchè Virginia e io eravamo troppo diverse: lei troppo bella, io troppo "normale", lei con occhi verdi da cerbiatto, io occhi castani, lei con lo shatush rosa e io con i miei riccioli castani... Avevamo provate ad essere amiche, ma gli opposti si attraggono per un breve periodo di tempo, alla fine le diversità hanno la meglio.

   
 
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