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Autore: Stella cadente    13/04/2015    7 recensioni
"Odiava quando era così.
Così ... debole.
Così vulnerabile.
Non doveva esserlo ... e invece lo era."
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Harry Styles è un ragazzo alla deriva. Un ragazzo di vent'anni che si sente perso, vuoto, incompleto.
Vive la vita senza entusiasmo, lasciando che le cose gli scorrano addosso, totalmente indifferente a più o meno tutto ciò che lo circonda.
Finché una sera – una come tante, in realtà – non farà un incontro che, a poco a poco, rappresenterà una svolta ...
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Parte prima


La città












Capitolo primo

 
 
20 Gennaio 2014, ore 23:45
 

«Harry, stasera facciamo casino!»
«Puoi contarci!»
Boston era tutto un lampeggiare lungo la via notturna, quella sera. Non che di solito fosse una città tranquilla, ma il sabato sera specialmente c’era il finimondo. Per le strade era tutto un rimbombare di musica, luci che lampeggiavano, un festeggiare e un ridere, chissà per cosa.
Harry Styles, quella sera, si trovava ovviamente con la sua compagnia di amici: Liam, Louis, Zayn e Niall erano molto entusiasti e sprizzavano energia da tutti i pori. Anche lui aveva una gran voglia di divertirsi, sinceramente; quella settimana di università era stata troppo affollata di impegni, di studi e pensieri. Generalmente non era un frequentatore assiduo di discoteche come Louis, ma di certo non si era mai annoiato, quando andava nei locali con i ragazzi.
«Stasera si rimorchia, belli!» esclamò Niall in preda all’euforia.
«Puoi dirlo forte» rincarò Liam.
«Io bevo, non me ne frega niente» fece Louis.
«Sì, magari senza andare in coma etilico, però» lo riprese Harry.
«Che palle Harold, vuoi che ci divertiamo o no?» sbuffò lui, infastidito.
«Fattelo dire amico, se la tua concezione di divertimento è ridursi ad uno straccio in mezzo alla strada, allora sei messo proprio male» lo prese in giro Harry.
«Ma se non è mai successo» ribatté Louis.
Liam scoppiò a ridere sonoramente. «Vogliamo parlare dell’altra volta?» fece, ironico.
«È stato epico» si intromise Zayn. «Non riusciva a fare due passi senza barcollare. Era ubriaco marcio» rise di gusto.
«Idioti» borbottò Louis, in mezzo alle risate dei suoi amici.
 
 
****
 
 
 
Il Lizard Lounge dava Blurred Lines di Robin Thicke quando entrarono, che riecheggiava contro le pareti dello spazioso seminterrato. Il club era pieno di gente, molta della quale era già ubriaca.
Zayn si accese una sigaretta. «Facciamo così,» cominciò, dopo un lungo tiro, «chi ne rimorchia di più vince.»
«Mio Dio, ragazzi, sembriamo dei liceali» sbuffò Harry.
Sul volto di Louis prese forma un sorriso malizioso.
«Ci sto»  disse, ignorandolo.
 
 
 
Due ore dopo Liam, Louis, Zayn e Niall erano ognuno con una ragazza.
Probabilmente erano ognuno con una ragazza, perché Harry li aveva completamente persi ed era rimasto solo; a quanto pareva lui non aveva molto successo. O meglio, qualcuna gli si era avvicinata – beh, molte in realtà – ma lui le aveva respinte tutte.
Troie.
Harry non aveva bisogno di questo; aveva bisogno di svago, ma non quel genere di svago. Gli sembrava così banale, ultimamente. E stava anche cominciando ad indispettirsi, dal momento che i suoi amici sembravano averlo mollato lì come un idiota – non sapeva che cavolo fare così da solo.
Aveva bevuto un paio di drink, ma i ragazzi sembravano spariti.
Sì, sicuramente erano da qualche parte nel retro in compagnia di una ragazza. O più di una, nel caso di Louis.
Con un verso indispettito, Harry prese il suo bicchiere di vodka e uscì dal locale.
Voleva solo divertirsi con i suoi amici, e per l’ennesima volta si erano comportati da ragazzini.
Fanculo.
 
 
Un getto d’aria gelida lo investì in pieno non appena uscì dal locale, mentre sentiva Talk Dirty di Jason Derulo rimbombargli lontana nelle orecchie.
Harry sorseggiò la sua vodka deglutendo con gusto, poi si sedette sugli scalini assaporando l’alcol che gli riscaldava la gola. Si accese una sigaretta e inspirò profondamente, prima di soffiare una nuvola di fumo di fronte a lui e guardarla dissolversi lentamente nel freddo di gennaio.
«Guarda che ti fa male quella roba.»
Una voce – del tutto sconosciuta, tra l’altro – gli giunse da dietro le spalle.
Harry si voltò di scatto, sobbalzando appena; lì per lì gli aveva fatto paura.
Una ragazza, evidentemente anche lei appena uscita dal locale, lo stava fissando. La squadrò, guardandola dall’alto in basso: indossava un vestito nero attillato che evidenziava il suo corpo magro, era alta quasi quanto lui e dei corti, disordinati capelli rosso mogano le incorniciavano il viso.
La cosa che lo colpì però furono gli occhi.
Erano verdi, di un verde luminoso, messo in risalto ancora di più dal pesante trucco nero. Quegli occhi lo guardavano in modo strano; Harry si sentì improvvisamente giudicato.
«Ti conosco?» ribatté, in un tono cortese e acido insieme.
Ma la ragazza sorrise, contrariamente a ciò che si aspettava; sorrise di un sorriso scaltro e quasi derisorio. Sembrava un po’ una volpe, con quell’espressione furba e quel sorriso che non si capiva se esprimesse scherno o semplice curiosità.
«No, direi di no.»
Harry si voltò, distogliendo lo sguardo.
«Mi chiamo Claudia» disse di nuovo lei, alle sue spalle.
«Harry» fece lui, senza tornare a guardarla. Perché diavolo mi sto presentando ad una sconosciuta?si chiese, mentre faceva un altro tiro distratto alla sigaretta.
«Devi smettere di fumare.»
«E chi saresti tu per dirmelo?» Si voltò di nuovo, si alzò e avanzò verso di lei, come a volerla sfidare. Ma chi si credeva di essere per dirgli quello che doveva fare?
«Una che pensa che tu sia un idiota a rovinarti così.»
Il ragazzo non seppe che cosa rispondere; era mai possibile essere così sfrontati?
Poi quella lì non sapeva niente di lui. Non sapeva come stava ogni giorno, e probabilmente credeva che fosse uno scemo che fumava solo per fare il figo.
Rise, ironico.
«Non hai niente di meglio da fare?»
«No, e sinceramente non mi andava di stare ancora in quel locale. Le mie amiche mi ci hanno trascinata, ma io in questi posti non ci andrei neanche morta.»
«E non potevi importunare qualcun altro, mh?»  la provocò lui.
«No, Harry.»
«E perché, posso saperlo?»
Sentiva la rabbia repressa negli occhi, mentre la fissava.
Lei lo guardò con altrettanta durezza.
«Perché si vede che sei una persona che soffre.»
Il ragazzo rimase ammutolito.
«Che vorresti dire?»
«C’è una ragione per cui lo fai, si vede. E non ne vale la pena.»
Anche se non avrebbe voluto, Harry sentì un’insopportabile fitta al cuore.
«Come hai detto che ti chiami?»
«Claudia»  rispose semplicemente lei. Sembrava che fosse perfettamente immune da tutto ciò che lui avrebbe potuto dirle.
«Dai retta a me, lascia perdere, Claudia. Questo non ti riguarda.»
Gettò la sigaretta e le riservò un’occhiata che sperò esprimesse disprezzo.
Poi scese gli scalini e si avviò verso la macchina, senza preoccuparsi di come sarebbero tornati i ragazzi – ammesso che lo avessero fatto.
Doveva andare via.
 



 
Salve a tutti :)
Ecco il primo capitolo di Life - Momenti della nostra vita.
Che ne pensate?
Come avrete probabilmente già capito, Harry non è per niente un ragazzo sereno, e l'incontro con questa sfacciata ragazza di nome Claudia non lo ha aiutato di certo.
E' un personaggio carico di rabbia, e poi scoprirete anche il perché.
So che non è lunghissimo come capitolo, ma in realtà quasi tutti i capitoli di questa storia sono più o meno come questo.  La lunghezza dei miei capitoli è estremamente variabile, può andare tranquillamente dalle 3-4 pagine di word alle 13-14 pagine. Ma alla fine mi ripeto sempre che quello che conta è ciò che il capitolo trasmette, quindi amen.
Come sempre, comunque, spero vi sia piaciuto :)
Alla prossima,
Stella cadente
  
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