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Autore: marylilyemy    13/04/2015    0 recensioni
Ci fermiamo entrambi a guardare le stelle. – Non credi che siano qualcosa di stupendo?-mi chiede con il naso all’insù. – Già- dico sospirando. – E se in esse è conservato il nostro destino?-mi chiede guardandomi. Mi volto verso di lei. -Non è nelle stelle che è conservato il nostro destino, ma in noi stessi- le dico sorridendole.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 64: Ciao mamma,ciao papà POV ROBERT Tutto era finito,tutto. Finalmente,io e Sarah stavamo vivendo una vita come dei normali esseri umani. Felici,senza preoccupazioni. Finalmente nessuno ci avrebbe più diviso,finalmente andava tutto bene. Il lavoro andava a gonfie vele ad entrambi. Io avevo pubblicato un altro disco e Sarah stava finendo un suo libro. Inoltre Sarah ormai è una cherubina siccome io sono un Angelo. Viviamo ancora qui,nella piccola casa di Sarah anche se dovremmo spostarci siccome tra pochi giorni saremo in tre e non più in due. Eh già. Sono passati nove mesi esatti dalla guerra. Vedere crescere il pancione di Sarah è stato molto emozionante. Osservare quel pancione crescere ogni mese di più e ogni volta sentirmi sempre più maturo e grande,pronto ad affrontare quello che sarebbe successo. Ogni volta mi ripetevo che era tutto perfetto,che non vedevo l’ora di essere in tre. Ora invece manca davvero poco ed oltre ad essere impaziente sono anche ansioso. Io papà. Ancora non mi abituo a questa parola e non immagino quando uscirà dalle sue tenere labbra. Sorrido immaginando la nostra vita insieme e nel frattempo stiro i muscoli. Apro gli occhi e noto che il sole non c’è,ma dei piccoli fiocchi di neve scendono dal cielo. Siamo a Gennaio. All’improvviso mi viene da pensare a quel giorno di pioggia quando dicemmo ai nostri genitori che avremo avuto un bambino. Mia madre saltellava qua e là mentre la mamma di Sarah e mio padre sono rimasti traumatizzati. Le mie sorelle e suo fratello invece sono rimasti molto felici. Del resto un bambino è sempre una cosa bella e menomale che l’ho capito in tempo. Ah,dimenticavo di dire che non sappiamo se sarà maschietto o femminuccia. Abbiamo deciso di non sapere. Mi alzo piano e noto Sarah che dorme beata tra il piumone,così decido di andare a preparare la colazione. Adoro la domenica. È tutto così perfettamente calmo e armonioso. Prendo la caffettiera e inizio a fare il caffè per me mentre riscaldo i pancake. Sarah di mattina mangia tantissimo. Prendo un vassoio e ci metto tutto mentre bevo a tratti il mio caffè. Vado in camera da letto e lo appoggio sul comodino. Apro di più gli infissi cercando di far entrare più luce e poi mi siedo accanto a lei con le gambe incrociate. Le sussurro il suo nome all’orecchio e inizia a svegliarsi. Si stropiccia gli occhi e poi li apre. Sono sempre bellissimi,come la prima volta che mi ci immersi dentro. – Buongiorno- le dico sorridendo. Sorride anche lei. – Oh la colazione a letto,sei troppo dolce- dice con gli occhi assonnati. Si alza leggermente e l’aiuto,mettendole dei cuscini dietro la schiena per farla appoggiare. – Amore,ti ho sempre detto che non devi trattarmi da malata o da anziana- mi rimprovera,ma io non l’ascolto. È bellissima con addosso la mia camicia che si rialza quando arriva sul pancione. L’accarezzo piano. – Buongiorno anche a te- sussurro. – Ho una fame da lupi e anche lui- dice Sarah mentre addenta un pancake. – Allora che si fa oggi?- mi dice con la bocca piena. Sorrido per la sua dolcezza che è sempre lì,anche quando è sporca di nutella. – Beh io ho in mente una cosa,ma prima finisci di mangiare tutto,vado a farmi una doccia- dico prima di alzarmi. Arrivo vicino all’armadio e prendo un jeans e un maglione. – Robert sai una cosa? È conveniente essere incinta. Posso fare docce calde a volontà,dovresti provarci anche tu- dice sorseggiando il latte. – Ci posso provare- dico prima di girarmi e scoppiare a ridere mentre sento ridere anche lei. Quando ho finito di prepararmi non la trovo in camera da letto così vado in cucina e vedo che sta lavando i piatti. – Amore quante volte ti ho detto che non devi sforzarti?- le dico bloccandola. – Lavare due tazze non mi farà di certo male. Non sono una nonnetta malata- dice sbuffando. – Vai a prepararti- le dico baciandole la fronte. La vedo avviarsi verso il bagno. Dopo aver aspettato una buona mezz’ora,noto che sono le undici così la vado a chiamare. Vado in camera da letto e la trovo davanti allo specchio. – Sarah ti sto aspettando da mezz’ora che ci fai qui davanti?- le chiedo. Si volta e vedo che ha gli occhi rossi e le lacrime agli occhi. – Amore,cos’hai?- mi avvicino. Ho letto su un giornale che con le donne incinta bisogna essere molto delicati,dolci e accontentarle. Come se non fosse così tutti i giorni. – Sono brutta. Sono una balena- dice portandosi le mani sul viso. – Ma cosa dici? Sei sempre bellissima- dico per poi abbracciarla. Singhiozza,poi si stacca e si asciuga le lacrime. – Sicuro che per te sono sempre bella?- dice con un filo di voce. – Se pensi che io non ti trova più attraente e sexy ti sbagli di grosso- rispondo. Mi da uno schiaffo sulla spalla e ride. – Sei sempre stupenda,sciocca. Andiamo su,ti porto in un bel posto- le dico. Mi sorride e le prendo la mano. In poco tempo siamo in macchina. Vi ricordate quando vi accennai della mia sorpresa per Sarah? Beh,la sto portando proprio li. Le do un foulard in mano mentre faccio manovra. – Indossalo- le dico. – Mi spieghi cosa dobbiamo fare? – mi chiede sorridendo. – Tu indossala e basta- dico.- Ok,ma lo sai che non posso agitarmi molto-.- Non preoccuparti-. Sorride e la indossa. – Sei pieno di sorprese,Pattinson- dice ridendo e voltandosi verso il finestrino. Inizio a disorientarla e poi pian piano prendo la strada giusta. Dopo circa dieci minuti d’auto mi fermo. – Allora,siamo arrivati?- mi domanda. – Prontissimi- dico scendendo dall’auto. La faccio scendere mentre si aggrappa a me. La faccio camminare un po’ e poi apro il cancello. – Mm,vediamo. Delle chiavi che presumo aprano un cancello- dice piano. – Sei troppo brava a indovinare,puoi almeno non dirmelo così mi fai vivere tutto con più intrigo?- dico sorridendo. Ride anche lei. La fermo e la prendo per mano. – Bene Sarah. Ti ricordi quando dopo la Luna di miele tornammo a Londra e facemmo insieme quel respiro profondo?- le chiedo. Annuisce. Prendo l’altra sua mano e l’appoggio sul pancione e faccio lo stesso con la mia. – Adesso,respira profondamente- le dico. Respiriamo insieme. – Ok,ma mi spieghi il perché?- mi chiede. Mi posiziono dietro di lei e le sciolgo la benda. Porta le mani sulla bocca e le si mozza il fiato. – Benvenuta a casa- sussurro stringendola. Questa era la sorpresa tanto attesa. Una casetta tutta nostra,molto più grande e spaziosa. – Quindi questa è nostra?- dice con le lacrime agli occhi. – Si,una casa dove essere noi tre e basta- dico piano. – Tu sei l’uomo più fantastico del mondo- dice abbracciandomi. – Non per niente sei mio marito- continua sussurrando. Ridiamo insieme. – Che ne dici di entrare?- le chiedo. – Assolutamente- dice asciugandosi le lacrime. Prendo le chiavi ed apro la porta. È una delle tante case stile inglese,proprio come piacciono a lei. Appena entra rimane sbalordita. – Mi sono fatto aiutare dai ragazzi per l’arredamento. Se trovi qualcosa di un po’ più egocentrico sappi che è opera di Anna e non centro nulla. Cosa ne pensi?-.- Penso che è magnifica- sussurra. La prendo per mano. – Vieni-. – Qui c’è la cucina,il salone e un piccolo bagno- dico mostrandole tutto. Saliamo le scale. – E qui c’è la nostra camera da letto,un altro bagno,una stanza dove posso comporre musica e questa dove potrai scrivere- continuo. – Oddio,non puoi farmi piangere sempre!- dice con le lacrime agli occhi. La stringo a me. – E questa è la camera del piccolo- le dico mentre le mostro una cameretta dipinta di verde e arredata con un lettino,un comodino e un armadio. – Ovviamente per i primi anni starà nella culla accanto a noi- le spiego. – Io non so davvero come ringraziarti. Stai facendo tutto questo per me e per il piccolo. Mi sento così inutile. Sembro una balena che non riesce nemmeno a muoversi e ti sto rubando tutto di quel tempo- cerca di dire tra i singhiozzi. Le prendo il viso tra le mani costringendola a guardarmi negli occhi. – Sarah tu sei bellissima. Smettila di dire che sei una balena perché porti in grembo nostro figlio e non c’è cosa più bella. E poi tu non mi rubi tempo. Il tempo è il minimo che posso regalare a te e a mio figlio. L’unica cosa che rimarrà,saranno questi momenti. Ancora non capisci dopo tutto questo tempo,dopo che sei venuta con me sull’altare che io ti amo? Ti amo e non smetterò mai di farlo? Smettila,ti prego. Shh- le dico mentre mi avvicino piano alle sue labbra. La bacio. – Anche io ti amo- sussurra. Verso ora di pranzo torniamo a casa e Sarah prepara qualcosa di veloce ma allo stesso tempo buono che consumiamo in fretta. Dopo pranzo,Sarah finalmente inizia a leggere il suo libro dopo che mi ha torturato dicendomi almeno cento volte ‘grazie’,mentre io inizio a lavorare al computer con una canzone. Una volta finita,mi blocco. – Idea,idea,idea!- dico mentre inizio a correre qua e là. Prendo due paia di cuffie e le attacco al computer. Mi siedo accanto a Sarah. Ne metto un paio a lei e un paio sulla sua pancia. – Ma cosa fai?- chiede curiosa. – Mi serve il parere di entrambi- dico sorridendo. Faccio partire la leggera melodia. – È davvero molto bella Robert- dice Sarah. Sorrido. – Ah. Robert,Robert il piccolo ha scalciato. Gli piace!- esclama Sarah ridendo. Si avvicina a me e mi bacia. Stacco le cuffie e le poso. – Davvero fantastico- dico impressionato. – Tu sei un fantastico musicista- dice Sarah. Mi alzo per posare il computer mentre Sarah posa il suo libro. All’improvviso si blocca iniziando a respirare velocemente. Mi avvicino. – Ahhh- urla premendo con le mani sulla pancia. – Amore,tutto bene?- le chiedo. Non mi risponde ma in meno di tre secondi i suoi pantaloni sono tutti bagnati. – Robert,mi si sono rotte le acque. Robert,sto per partorire!- esclama. Poi un altro urlo. Il terrore mi pervade il corpo. Inizio a correre cercando di prendere più cose possibili mentre Sarah ad ogni contrazione urla il mio nome. Continuo a correre quando mi blocca un braccio in una stretta fortissima. – Robert,calmati. Non c’è tempo. Io voglio partorire qui- dice piano. – Qui? Ma sei pazza?Non se ne parla- grido. – Ho detto qui. Robert voglio partorire in casa mia e voglio che sia tu-a-far-nascere-questo-bambino!- dice scandendo meglio le ultime parole per poi urlare di nuovo. Annuisco. Corro in bagno e prendo un asciugamano enorme e altre piccole mentre con il cellulare chiamo Anna e le dico di venire urgentemente qui. Un altro urlo di Sarah mi fa venire i brividi. Sposto freneticamente il tavolino e appoggio l’enorme asciugamano sul tappeto. Prendo Sarah e cerco di toglierle quei dannatissimi pantaloni. Sfilo gli slip e l’aiuto a sdraiarsi. Tantissime lacrime le inondano il viso. – Ho paura- dice singhiozzando per il dolore. – Andrà tutto bene amore. Fidati di me,ok?- le dico. Annuisce. – Bene,Robert. Coraggio- dico a me stesso. – Sarah al mio tre spingi ok?- le chiedo. Annuisce mentre continua a piangere con il viso imperlato di sudore. Un urlo e i miei occhi si chiudono forte. Li riapro e mi ritrovo qualcosa di estremamente minuscolo tra le braccia. Urla e piange mentre il sangue lo ricopre. Prendo un asciugamano e gliel’avvolgo attorno. Qualcosa di caldo mi bagna le guance. Sono lacrime? Non ci credo. Sto piangendo a singhiozzi. Lo studio piano con i miei occhi troppo offuscati per vedere bene. Sono immobilizzato. Non riesco a muovere un singolo muscolo. Non sono nulla di fronte a questa piccola creatura. I pochi capelli di un castano scuro e gli occhi verdi,come quelli di Sarah. Dopo circa un minuto i miei muscoli si risvegliano. Il mio braccio si alza e la mia mano raggiunge il cotone dell’asciugamano che gli pulisce il viso. Accarezzo la sua guancia e gli prendo la manina. Stringe il mio dito. – Ciao piccolo- dico piangendo. Lui subito smette di lamentarsi. – Fammelo vedere- dice una voce fioca. Mi avvicino a Sarah che piange e sorride,come me. Glielo porgo. Lo stringe tra le sue braccia. – Ciao amore mio- sussurra. – Sei bellissimo-. Già,un bellissimo maschietto. Accarezzo i capelli di Sarah e le bacio la fronte. – Sei stata bravissima- le dico. Poi,poggio la mano sul suo ventre e guarisco la ferita e mando via il dolore provocato dal parto. – E tu magnifico- dice ormai con voce più chiara. La faccio alzare e subito butto l’enorme asciugamano. Pulisco tutt’intorno. – Sarah,dallo a me- dico piano. – Vado a farmi una doccia,tanto grazie a te sono come nuova- dice ridendo. Va via. Intanto i ragazzi spalancano la porta e vedono tutto perfetto. – O mio dio. Sarah?- urla Anna. – A fare una doccia. È stata bravissima. Ora l’ho curata io e sta benissimo. È maschietto- dico a raffica. Tutti si avvicinano,commossi. Lo ripulisco,gli metto il pannolone e lo vesto molto delicatamente, sotto gli occhi di tutti. – E lui come sta?- chiede Alias. – Sano come un pesce- rispondo. Intanto Sarah è arrivata e abbraccia tutti. Si avvicina piano a me e sorride. Mi bacia e poi prende il piccolo tra le braccia. – Come sei bello- sussurra. – Oddio siete magnifici!- dice Anna piangendo. Tutti ridono. – Davvero,auguri- dice Kellan seguito da tutti. – Grazie. Robert è stato forte e molto bravo- dice Sarah sorridendomi tra le mie braccia mentre io accarezzo il piccolo. – Come volete chiamarlo?- chiede Jeremy. Io e Sarah ci guardiamo negli occhi. – Harry- diciamo insieme. Tutti ci guardano con sguardo interrogativo. – Come il mio papà- dice Sarah con gli occhi lucidi. – Come il tuo papà- ripeto io.
  
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