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Autore: Caramel Macchiato    14/04/2015    2 recensioni
La routine tranquilla e invariata di quattro coinquilini viene d'un tratto squarciata da una bambina, una vecchia asiatica che sembra dotata di poteri paranormali e la vaga e inquietante consapevolezza che la loro vita subirà una svolta drastica...
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Io. Allegra. Asilo.
Lunedì mattina, otto e ventisette, per essere più precisi. La mocciosa si sta già guadagnando il titolo di “ quella con cui è meglio non giocare” propinando occhiate assassine a destra e a manca.
- Allora: ti decidi ad entrare o no? Io tra mezz’ora devo essere al lavoro-
Sbotto, quando una mamma con il suo bambino ci supera con aria perplessa, affrettandosi verso l’asilo dopo aver incrociato lo sguardo imbronciato di questa palla al piede.
- No. Vieni con me-
- Qui ci devi stare tu, non io. L’asilo l’ho già fatto-
- Potevo farlo benissimo anche a casa-
- A casa ci si annoia. Guarda: lo vedi quel bel parco giochi? E dentro è pieno di giochi, una montagna così!-
Mi sono inginocchiato davanti a lei e sto gesticolando come un’idiota, cercando di convincerla.
Lei vacilla un attimo alla “montagna così” di giochi, poi si rabbuia.
- Ci sono altri bambini-
- Certo, potrete giocare insieme alle vostre cose da mocciosi-
- Non mi piacciono gli altri bambini-
È il momento buono che le tiro una randellata, ma lei continua a parlare, gli occhi fissi sulle sue scarpette azzurre.
- Dicono sempre che non ho il papà perché non mi vuole bene-
Questo è un colpo basso. Molto basso.
Mi passo una mano tra i capelli, la coscienza che sta strillando contro il menefreghismo, poi le tendo una mano, rassegnato e stizzito allo stesso tempo.
- E va bene! Ti porto dentro almeno gli altri bambini non potranno dire che non hai un papà, ma poi te ne stai li buona buona tutto il giorno, sì?-
Lei alza la testa e mi rivolge un timido sorriso, afferra la mia mano e annuisce.
Così finalmente entriamo in questo squallido edificio dai colori accesi, simile a un allucinazione da fungo.
I bambini stanno già strillando dappertutto: mentre salutano i genitori, mentre si mettono le pantofole, mentre entrano nell’aula… Insomma: strillano e basta.
In mezzo a questo putiferio, spicca una tizia sui trenta, tutta sorrisi e modi da chioccia. La maestra. Mi avvicino trascinandomi dietro Allegra, cogliendo un guizzo di stupore nei suoi occhi e un leggero rossore sulle guance che mi compiacciono.
- Salve, abbiamo chiamato settimana scorsa per iscrivere questa moccios… Adorabile creatura qui. Sono Castiel-
La donna si porta le mani alle guance e apre bocca e occhi in un comportamento isterico.
- Ah, sì! La piccola Allegra, giusto?-
- Già-
- Perfetto, allora oggi sarà il suo primo giorno ufficiale! È in buone mani, non si preoccupi-
- Oh, non è per lei che mi preoccupo-
La donna sembra un po’ perplessa, ma maschera il tutto con un nuovo, rapido ed enorme sorriso, per poi porgere una mano ad Allegra e invitarla a seguirla.
La bambina, silenziosa fino ad ora, la guarda un po’ irritata, poi mi scocca un’occhiata di odio.
- Vedi di non arrivare tardi a riprendermi stasera-.
Mi minaccia, prima di prendere di malavoglia la mano della maestra e seguirla verso l’angolo “grembiulini”.
Non riesco a trattenere un sorriso di sollievo, ma anche di orgoglio verso quel piccolo demonio. Mi aggiusto il giubbotto di pelle e, finalmente, mi dirigo verso il lavoro, sentendo finalmente il peso che avevo sulle spalle, scivolare via.
 
- Oggi abbiamo disegnato alla mattina. Io ho disegnato io e voi nel parco, e un bambino(si chiamava Bryan… O forse no? Bha, comunque…) mi ha chiesto se eravate tutti miei fratelli, e quando ho spiegato che Castiel è il mio papà e gli altri vivono con noi, lui e altri hanno cominciato a chiedermi della mamma. Gli ho detto che la mamma fa la modella e che ora lavora, e che per questo ero dal papà. Loro hanno cominciato a dire che se la mamma e il papà non vivono assieme vuol dire che non si amano più e blah blah, allora gli ho tirato addosso i pastelli per farlo stare zitto, e la maestra si è arrabbiata-
Allegra è completamente calma, quasi indifferente. Lysandre mi scocca un’occhiata preoccupata.
- Poi a ricreazione siamo usciti a giocare nel parco giochi e io volevo giocare alla sabbia, ma due bambini erano già andati nel cassone della sabbia e in più di due non si può, allora sono andata a giocare con gli altri a nascondino. Poi la ricreazione è finita e siamo tornati dentro l’asilo e la maestra ci ha fatto cantare una canzone. Il mio vicino di posto mi ha detto che sbagliavo tutte le note, e io gli ho detto che è perché non conoscevo la canzone, allora mi ha aiutato. È stato gentile!-
Vedo Nathaniel lasciare andare un sospiro di sollievo alla scampata rissa.
- Poi abbiamo mangiato. La maestra ha detto che i capotavola dovevano allacciare i bavaglini agli altri e i bambini del mio tavolo mi hanno eletta capotavola…-
La sua voce si affievolisce, fino a fermarsi. Ci scambiamo uno sguardo perplesso, poi è Kentin a parlare.
- Non sei capace ad annodare?-
Lei scrolla la testa.
- Ho detto che non ero capace di farlo, e loro si son messi a prendermi in giro, allora sono andata dalla maestra e anche lei mi ha detto che dovevo imparare-
Borbotto un “ brutta vacca bionda”, ma per fortuna Allegra non ci fa caso.
- Mi ha spiegato come fare e tutti i bambini mi guardavano. Non voglio più far pranzo all’asilo-
Il suo musino si è fatto triste ed umiliato.
- Non ti preoccupare, ti insegno io, così domani farai vedere a tutti che sei capace-
Quando Kentin lo dice, sembra in tutto e per tutto uno di quei principi dei drama, con il sorriso rassicurante, gli occhi verdi gentili e un tono di voce da “andrà tutto bene”. Stiamo parlando di nodi, dannazione! Però Allegra s’illumina speranzosa, completamente rapita da sir Kentin.
- Davvero?-
- Sì, davvero. Non ci vogliono anni per imparare ad allacciarsi le scarpe, per esempio-
Lei affonda la sua forchetta in una patata e la ingoia allegramente, una nuova speranza nel cuore.
- Dopo pranzo la maestra ci ha fatto fare il riposino. Abbiamo preso i nostri materassi e ci siamo messi in tutta la stanza dove volevamo, abbiamo preso una coperta e un cuscino e ci siamo sdraiati, e lei ci ha raccontato una storia. Quando ci ha lasciato rialzarci, due bambini hanno cominciato a prendersi a cuscinate e io mi sono unita a loro, ma la maestra ci ha sgridati e ci ha fatto smettere subito. Però sono diventata amica di quei due bambini e abbiamo giocato assieme tutto il giorno!-
Conclude allegramente.
- Come si chiamano questi due bambini?- Chede Lysandre gentilmente.
- Uhm… Non gliel’ho chiesto-
- Ma ti pare? La prima cosa per farsi degli amici e sapere il loro nome!-
Sbotto, facendola sobbalzare.
- Ma mi sono dimenticata!-
Sto per iniziare una discussione, quando Nathaniel mi stronca sul nascere.
- Non importa, glielo chiederai domani. Perché ci andrai ancora, vero?-
Lei ci pensa su un po’, poi sorride e annuisce, infilandosi un’altra gigantesca fetta di patata in bocca.
 
ANG. CARAM. MACCH.
Scusate l’attesa! È stata una settimana impegnativa e non trovavo mai il tempo per far cominciare l’asilo ad Allegra. Sì, è un capitolo molto approssimativo, e sì, è probabile che, quando stava con Li, la bimba avesse già cominciato a frequentare un altro asilo… Vabbè, concedetemi questa facile entrata in un altro asilo, per favore :F
Buona giornata a tout le monde!
   
 
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