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Autore: MarsBlame    15/04/2015    0 recensioni
"Non è un addio, lei disse, è solo arrivato il momento che io faccia riposare la mia mente. Lei non cammina, corre piuttosto, lungo queste strade lacerate, e nel mio cuore."
In una delle più famose isole britanniche, due compagni di corso decisero d'innamorarsi e cambiare completamente le loro vite. Rabbia, passione, scelte, lacrime, troppe emozioni e troppe parole. Segui anche il sequel: Dreamed So Loud •His Journal•
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Se c'è una cosa che odio, è sicuramente il concerto d'inverno. Luci accecanti, troppo fumo e bevande disgustose. Oh, per non dimenticare le patetiche ed incapaci band della nostra scuola. Or-ri-do. E sarò trascinata lì esattamente tra tre mesi da Harry. Stanno vendendo i biglietti ed organizzando tutto sin da ora. Duh.
-Ti divertirai. Potrei scommetterci la mia auto.-
-Oh, per favore. Odio alla follia quel posto!- Quasi mi strappo i capelli.
-Ma ci sarò io con te!- Incrocia le braccia al petto ed alza un sopracciglio, aspettando una risposta acida da parte mia.
-Appunto!- Scherzo, urtandolo con il gomito.
-Ah!- Si schiaffeggia il petto, avvicinandosi a me. -Io non la penso come te.-
-Mh, no?- Fatico a concentrarmi, avendolo così vicino a me. Sento i suoi occhi bruciare nei miei.
-No. Penso tu abbia una smodata voglia di andare al concerto con me.- Annulla ancora di più la distanza tra noi, se possibile. -E penso anche che t'impegnerai così tanto per vestirti bene per me.- Conclude, deciso.
-Già, contaci amico. Io odio davvero il concerto d'Inverno e non perderò le ore per scegliere cosa indossare a quella tortura. Piuttosto dovrei comprarmi un paio di paraorecchie pelosi, no?- Inizio a blaterare, sfuggendo al suo sguardo ed allontanandomi da lui.
-Già, magari anche con qualche strass, penso che luccicherebbero di più con le luci della discoteca.- Mi asseconda, ridacchiando.
-Giusto! E magari potrei anche incollarci sopra delle gigantesche perle gialle!-
-Lasciando i grumi di colla in bella vista, però!-
-Ovvio, Harry? Per chi mi hai preso?-
Scoppia in una fragorosa e profonda risata, che mi rimbomba dentro senza finire mai.
-Sei adorabile.- Mi cinge le spalle con il braccio, prima di attirarmi a se. Mi scompiglia un po' i capelli, prima di lasciarmi andare. -Dai, ti accompagno a casa.-
-Così presto?- Faccio il labbruccio. Riesco sempre a convincere Harry così. Ieri volevo andare a mangiare un gelato, ma Harry aveva boxe. Bastò una videochiamata con questo faccino per fargli lasciare immediatamente la palestra.
-El, devo andare a lavoro. Giuro che dopo passo a prenderti e ti porto ovunque tu voglia.- Alza le sopracciglia, forse in attesa di un qualche sbuffo o lamento.
-Okay.- In realtà sto già pianificando quale pista sul ghiaccio sia più vicina.
"Sarò lì alle otto. Sii pronta e non farmi salire, Stacey m'inquieta. xx"
Stacey sembra molto offesa da quello che ha detto Harry. In realtà so che sta ridendo sotto i baffi ed è esattamente ciò che voleva ottenere.
-Ella, capisco che noi ragazze siamo conosciute per essere lente nel prepararci, ma se non ti sbrighi quando Harry busserà tu non sarai ancora pronta ed io sarò costretta a farlo salire! Come potrei lasciarlo lì fuori a freddare? E sai che tua madre è qui, potrebbe esserci un gioioso incontro.- Si diverte così tanto a farmi entrare in paranoia! Non so neanche perché le permetta di passare così tanto tempo in casa mia.
-Non urlare e non farlo salire per nessun motivo, Stacey!- La fulmino con lo sguardo, mentre finisco di applicare un ultimo velo di blush. -E poi come si presenterebbe a mia madre? 'Salve, sono Harry Styles, il non-fidanzato di sua figlia Isabella.'- Falso la voce in modo da farla sembrare bassa e roca, nonostante questo non riesco comunque ad arrivare al livello di Harry.
-Non sarebbe male, Ella. Lo prenderò in considerazione.- Mi gira attorno punzecchiandomi e spettinandomi i capelli appena spazzolati.
-Stacey, appostati al citofono. Appena Harry citofona, batti sul tempo mia madre.- La prego, quando abbiamo finito i nostri discorsi su quanto sia fastidioso il gloss.
-Vado!- Si porta due dita alla testa come saluto militare, prima di sgattaiolare fuori.
-Ti devo cinque dollari!- Le urlo mentre esce dal mio campo visivo.
-Isabella, piccola, Stacey dice che è appena arrivata la tua amica Harriet. Devi scendere. Mi raccomando di prendere la sciarpa e non raffreddarti. Quando arrivi a casa sua ringrazia la madre per la disponibilità e fate bene la ricerca di Storia. Rendimi fiera.- Mi schiocca un bacio, passandomi il cappellino di lana nero.
Prima di uscire dalla porta mimo a Stacey un 'quante balle le hai raccontato?'.
-Bellissima. -Harry mi saluta con un bacio sulla guancia.
-Hey!- Ricambio. Oggi è più bello del solito. I capelli lunghi scompigliati, il suo inseparabile impermeabile nero ed una terribile sciarpa bordeaux con fiori gialli su cui più tardi farò sicuramente qualche battuta.
-Allora hai pensato a dove andare?- Mi chiede, porgendomi la mano.
Alzo un sopracciglio come risposta, ovviamente prima che lui mi chieda, molto sgarbatamente, dove diavolo voglio passare la serata. Tipico di Harry.
-Voglio andare a pattinare. Voglio andare al OutOnIce.- dico.
-L'OOI? Stai chiaramente scherzando. Dove vuoi davvero andare, Ella?- Mi rivolge un sguardo duro. O almeno prova. Si scioglie immediatamente al mio faccino. -Okay, okay. Andiamo a pattinare.
-Lo sai che sei il mio compagno di corso preferito, giusto?- Gli schiocco un altro bacio sulla guancia, prima di entrare in auto.
Si mise le scarpe e s'incamminò verso la pista, tendendomi la mano. Io l'afferrai e cominciai a seguirlo. Mi lasciò solamente una volta salito sul ghiaccio. Era lì, insicuro sul da farsi, mentre valutava se iniziare a pattinare o appostarsi in un angolo a guardarmi. Lo fissai oltre la staccionata finchè non mi lanciò uno sguardo di rimando.
"La tua sciarpa è così ridicola!" gli dissi mentre pattinavamo. Ridacchiò, prima d'inciampare per la quinta volta. "E tu sei davvero antipatica sul ghiaccio!" Rispose quando l'aiutai a rialzarsi. "Non vale trascinarmi sul ghiaccio quando sai che non so pattinare!" Mi tese di nuovo la mano e iniziammo a pattinare di nuovo.
Quando finalmente si arrese alle mie lezioni di pattinaggio, mi trascino a terra con lui due o tre volte. "Sei terribile" gli dissi. "Sono tuo." Mi rimandò.
Ma adesso siamo seduti al bar, silenziosi come mai. Si sentono solo i suoi respiri pesanti che indicano l'arrivo di una discussione.
-Devi rovinare sempre ogni nostro momento per colpa di Alfie?!- La domanda arriva pesante. Sfonda la porta e finisce dritta sulle mie tempie.
-Harry, è davvero un brutto momento per lui.- Poso la mia tazza di cioccolata sul ripiano e cerco di avvicinarmi a lui.
-Beh, prima era un brutto periodo per te. E per colpa sua. Ti ha etichettato come oggetto e tu continui a preoccuparti per lui mentre per me, che m'impegno per proteggerti, non c'è nulla.- Si allontana al mio tocco. Non riesco a fermare il mio mugolio di frustrazione e vedo Harry muoversi nervosamente sulla sedia.
-Capiscimi! E' stato il mio ragazzo per un po' di tempo ed io non posso semplicemente urlare di sparire e basta. E' quello che ho cercato di fare, lo sai, ma non funziona così. L'ha presa peggio di quanto pensassi ed è difficile abbandonare le abitudini! Quando lui aveva bisogno di me, io correvo da lui. E' sempre stato così!- La schiena dritta e le braccia conserte. Cerco di spiegare ad Harry il mio punto di vista mentre il suo viso si scurisce sempre di più.
-E quando tu avevi bisogno di lui, chi c'era?- Ringhia. -Io. Ci sono sempre stato io. Comparivo con la tua merenda preferita o ti lasciavo fiori sul banco. Tu eri triste e sola, ed io cercavo di portare via tutto il male. L'ho sempre fatto, ma non hai mai dato conto a nulla!-
Quando fisso i miei occhi nei suoi, decide che è abbastanza.
-Harry, oh cielo...Fermo!- Con tre delle sue falcate si è già notevolmente allontanato da me. Fatico con le gambe intorpidite dal freddo, prima di riuscire a raggiungerlo e bloccargli il polso. So che si ferma per sua decisione, perché è davvero troppo forte per me.
Non ho la risposta che speravo di avere. Serra i pugni ed alza il braccio che io ho afferrato.
Continua a tenermi le spalle, mentre sibila di non afferrarlo mai. "Mai." Rimarca più di una volta.
Annuisco ed indietreggio. Harry non m'intimidisce e non  mi spaventa, ma so che adesso è questo che vuole.
-Se non l'hai notato sono rimasta qui.- Dico prima che esca. -Non sono scappata da Alfie.-
Adesso riesco a vedere il suo profilo. E' fermo sulla soglia e so che sta ripensando a tutto. A quando squillò il telefono ed Alfie mi chiese di andare da lui. A quando Denny mi chiamò per dirmi che Alfie stava bevendo troppo. A quando io gli dissi che forse sarei dovuta andare da Alfie. Alfie, Alfie, Alfie. Tutto quello che circolava  nella testa di Harry, sembrava essere collegato ad Alfie.
Quando si bloccò e si accostò alla staccionata ci ripensai. Harry aveva bisogno di me più di Alfie. Harry è rotto, e io so come aggiustarlo.
Sono rimasta con lui al tavolo, mentre si prendeva il suo tempo per calmarsi e per convincersi che il mio non era un rifiuto. Avevo ascoltato il suo respiro aumentare, e appianarsi, e di nuovo infrangersi tra le labbra, ma sono rimasta. E lui non ha tenuto conto di questo.
Quando finalmente si gira e mi guarda, sento di nuovo i suoi occhi infiammarmi. Capisco cosa vuole e lo seguo. Resto dietro di lui tutto il tempo, finchè non arriviamo alla macchina.
-Tu non ami più Alfie?- Mormora, aprendo lo sportello dell'auto.
-Io non ho mai amato Alfie.- Lo correggo a gran voce.
Mi lancia un ultimo sguardo prima di entrare in macchina.
Mi affaccio dal finestrino e quando guardo il suo viso decido di tornare a piedi. Quando glielo dico si corruga un po' e mugola, lamentandosi, ma io resto della mia opinione. Casa mia è lontana solo un isolato e non è poi così tardi.
Lo guardo allontanarsi nella sua auto nera, prima d'imboccare il viale per casa mia.
  
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