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Autore: LaCantastorie    15/04/2015    0 recensioni
Gaston Leroux decise di pubblicare "Le Fantôme de l'Opéra" nel lontano 1910, dopo aver raccolto con solerte spirito investigativo i brandelli di una leggenda che si aggirava entro le mura dell'Opéra Populaire; così facendo, l'autore francese ha creato - ne abbia avuto consapevolezza o meno - un mito immortale, che ancora oggi non smette di affascinare le menti dei lettori e degli spettatori. Questa storia si propone di trasportare l'atmosfera del succitato romanzo gotico ai giorni nostri, in un impossibile ma suggestivo adattamento che rimane in bilico tra reale e sovrannaturale... e cerca di ricongiungere ciò che è stato diviso.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Erik/Il fantasma, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Arielle guardò prima a destra, poi subito a sinistra. Non c’era nessuno.
L’auditorium deserto la invitava a cantare, ma un formicolio alla nuca – la sensazione di non essere completamente sola – la tratteneva dall’esibirsi di fronte al pubblico fantasma.
Iniziò a intonare l’aria che aveva scelto quasi sottovoce, ad occhi chiusi, stringendosi le mani al petto: chi mai poteva essere rimasto dietro le quinte, a quell’ora? Qualche vecchio e sordo inserviente delle pulizie, senza dubbio.

<< Ricordami, ricordami quando te ne devi andar
e pensami, pensami o almeno dì, ci proverai?>>

Mordendosi la lingua, la ragazza rimase in ascolto per qualche secondo, convinta di aver udito un rumore. Sentendosi sciocca, finalmente si fece coraggio: i versi iniziarono a fluire con naturalezza, mentre la sua voce s’innalzava sempre più sicura e chiara:

<< O se vuoi, se il cuore tuo vorrà
voltarsi indietro verso me,
se quest’attimo verrà...>>

Arielle spalancò le braccia, abbracciando idealmente l’intera platea:

<<...Penserai a me!>>

Inchinandosi alle poltrone vuote, la giovane, dimentica della timidezza con cui aveva esordito, desiderò con tutta se stessa che qualcuno l’avesse ascoltata, accorgendosi a mala pena della propria incoerenza; quando però il nulla che la circondava produsse un sussurro che pareva essersi levato proprio per accontentarla, Arielle sussultò, sbiancando in viso: l’aveva sentito veramente?

<<Brava, brava, bravissima>>

Voltandosi verso i palchi laterali, riuscì a cogliere lo svolazzo di un mantello nero, ma la figura cui l’indumento apparteneva non si palesò in altro modo.
   
 
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