Ciao a tutti! Allora, prima di
cominciare voglio
farvi gli auguri di Natale e spero che vi siate divertiti oggi!
Questa è la prima storia che scrivo in questa categoria,
spero che vi piaccia!
Io c’ho messo tutta me stessa! =D
Detto questo voglio dedicare ovviamente questa storia a
Martina, la mia
cognatina adorata e sposa fortunata…tesoro, ti voglio un
mondo di bene. Buon
Natale.
Detto questo: buona lettura!
Un bacio Giulls
Quando entrambe tornammo in Italia, Kellan ci seguì per un
mese e convisse con
noi nella casa che stavamo affittando a Roma; infatti, dopo aver
terminato le
superiori, tornai a vivere a Roma per frequentare
l’università di lingue ed
affittai un appartamento insieme a Martina, che invece si era iscritta
in una
scuola di cucina. Però, dopo un anno e mezzo, Martina
lasciò Roma per
trasferirsi a New York con Kellan, dove vive tutt’ora. Io,
invece, tornai a
Milano dai miei genitori, non riuscendo a pagare sia la retta
dell’università
che l’affitto per l’appartamento, e
m’iscrissi nell’università, sempre di
lingue, di Milano.
Dentro la busta col mio invito c’era allegata una lettera di
Martina:
Marty“
Così, quando atterrai a New York, la mattina seguente,
trovai Martina e Kellan
ad aspettarmi.
< Cognatì! > urlò Martina
abbracciandomi.
< Marti! Oddio ciao è così bello vederti!
Cavolo sei in ottima forma! >
esclamai ricambiando l’abbraccio.
< Perché tu no? Caspita sei supersexy! >
< Grazie. Hey Kell ciao! > dissi abbracciandolo.
< Ciao bellissima! È andato bene il viaggio? >
< Sì, perfettamente! Ma non parliamo di me >
dissi e aggiunsi rivolta
verso Martina < fammi vedere immediatamente l’anello!
>
E la mia amica mi mostrò un anello d’oro con un
solitario rosa chiaro, il suo
colore preferito, esattamente come il mio.
< Allora? Ti piace? >
< È favoloso! Cavolo Marty non hai idea di quanto tu
sia fortunata…quasi
quasi me lo sposo io Kellan > risposi ridendo.
< No Giu mi dispiace, ma sono innamorato perso della tua amica
> ribatté
abbracciando e baciando Martina.
< Peccato… > dissi fingendomi triste.
< Sì ma tranquilla! Kellan ti presenterà
il suo testimone…vero amore? >
< Assolutamente! >
< Ah sì? E chi sarebbe? > domandai curiosa e
divertita.
< Robert Pattinson >
Non appena udì quel nome mi si gelò il sangue
nelle vene. Martina sapeva
benissimo che avevo sempre adorato Robert Pattinson e, sapere che
sarebbe stato
il testimone di Kellan e che avrei ballato con lui almeno un ballo, mi
fece
venire i brividi.
< Qualcosa mi dice che Giulia è contenta >
disse Martina ridendo.
< Ti dirò cognatì sono strafelice di
questo! > risposi sorridendo.
< Forza ragazze è ora di andare! Devo accompagnarvi a
casa e poi devo
tornare a prendere i miei genitori >
< Beh non possiamo aspettarli? Così ti fai la
metà dei giri > domandai.
< No, perché io e te dobbiamo fare i nostri
giri…e poi loro atterrerà alle
tre del pomeriggio e sono solo le dieci di mattina. Ma tu sei stanca,
preferisci uscire domani? >
< Assolutamente no, sono troppo curiosa di vedere il tuo
vestito! >
Kellan ci accompagnò a casa e, dopo aver scaricato le mie
valigie e fatto una
doccia, Martina ed io uscimmo per vedere le bomboniere nel negozio Le
nozze da
Fran.
< Allora, io pensavo di prendere due tipi di bomboniere: questa
per tutti
> disse indicandomi un cestino in stoffa beige con un fiocco
sulle
cordicelle.
< Sono meravigliose! > esclamai.
< Già, piacciono anche a Kellan. Poi, su idea sua,
pensavamo di fare queste
per i familiari e, ovviamente, per te e Robert > aggiunse
mostrandomi una
piccola anfora rossa, con qualche pallino d’oro, esattamente
come i bordi.
< Wow, questi sono fantastici! Mi piacciono molto! >
< Per me e Kellan è stato amore a prima vista.
Però prima di prenderle
volevo fartele vedere, perché volevo un tuo parere, anche se
poi avrei fatto di
testa mia > rispose ridendo.
< Marti cosa c’è sulla vostra lista nozze?
> domandai quando uscimmo dal
negozio, dopo aver prenotato sessanta bomboniere per gli amici e in
aggiunta
quindici bomboniere ad anfora per i familiari.
< Veramente avevamo deciso di non farla, perché a
casa abbiamo tutto, quindi
gli invitati faranno di testa loro >
< Sì, mi sembra sensato >
Ci fermammo a mangiare in un bar vicino all’Empire State
Building e alle tre
raggiungemmo il negozio, La boutique di Jojo, per la prova
d’abito del vestito
di Martina: era di seta, con uno scollo a V che le metteva in risalto
il seno,
le bretelle erano grandi, il busto e la vita erano ricoperti da ricami
in fiore
e da ricami in perline e lo strascico non era molto lungo, al contrario
del
velo. Sotto di esso c’era un piccolo diadema di brillanti, un
regalo della
madre di Kellan.
< Quindi? Che ne pensi? > domandò Martina
quando uscì dal camerino.
< Sei stupenda Marti >
< Grazie. Ma non è finita qui! Vedi, ci sarebbe anche
il tuo vestito da
provare > disse ammiccando nella direzione della commessa, che
stava
tornando con un vestito da damigella che Martina aveva scelto. Era
anche quello
di seta, color lilla e lungo; aveva uno spacco a lato con tutti i
fronzoli, con
c’era il nodo che si legava al fianco. E, come il vestito da
sposa di Martina,
lo scollo era a V, solo che era più stretto e si legava
dietro il collo.
< Lo sapevo di aver scelto bene! Sai, ti immaginavo con i
vestiti per le
damigelle che mi mostravano e, come avevo pensato sin
dall’inizio, questo
vestito ti sta divinamente. Sei stupenda! >
< Grazie Marti > dissi sorridendole.
< Quindi abbiamo trovato il vestito per me, per te, per le fedi
ci pensa
Robert e il bouquet l’ho già scelto, bisogna
ritirarlo la mattina stessa >
< A quello ci penso io >
< Grazie. Senti Kellan ed io partiamo il 24 di febbraio per
Firenze, perché
abbiamo bisogno di fare vari giri… >
< Oh, ok certo. Se non hai un immediato bisogno di me io
arriverei il 28,
perché in quei giorni ho un esame di letteratura inglese
>
< Sì, tranquilla non preoccuparti! Va benissimo se mi
raggiungi il 28…anzi,
stai già facendo tanto… >
< Per te questo ed altro, lo sai benissimo > risposi
abbracciandola.
< Gracias chica! >
< Mo prego! Senti, toglimi una curiosità. Come mai
avete deciso di sposarvi
a Firenze? >
< Perché è a Firenze dove mi ha chiesto di
sposarmi >
< E immagino che te l’abbia chiesto nei dintorni della
chiesa di San Paolo >
< Esattamente >
< Capito > dissi sorridendole.
Dopo i giri per il matrimonio Martina ed io ci dirigemmo verso il New
York per
fare del sano shopping. Dopo aver prosciugato la carta di credito di
Kellan,
tornammo a casa e, dopo esserci preparate, uscimmo fuori a cena con lui
e
Margot e Richard, i suoi genitori.
Restai un altro paio di giorni a New York, nei quali Martina ed io
facemmo gli
ultimi giri per il matrimonio, poi tornai a casa per studiare per il
mio esame
di letteratura inglese.
Arrivai alle sette e venti in albergo, cenai con un panino, mi feci una
doccia
e, dopo essermi infilata un paio di jeans, un maglione a collo alto
bianco e i
miei stivali neri, uscii dall’albergo per andare in un
pub/ristorante dove
quella sera si trovavano i miei amici.
< Ciao Kellan! > esclamai vedendolo fuori dal pub.
< Hey ciao! Come stai? >
< Benone! E te? >
< Bene, anche se agitato per giovedì…
>
< Già, il gran giorno è vicino >
< Sì, ma sono allo stesso tempo contento. Martina
è veramente tutto ciò che
ho sempre voluto >
< Martina è fantastica >
< Concordo pienamente >
< Ma dimmi che ci fai fuori? >
< Sono uscito per fare una telefonata, perché dentro
c’è un casino
pazzesco…comunque ora mi fumo una sigaretta e poi torno
dentro. Tu intanto vai,
ci sono Martina e Rob >
< Ok grazie >
< Contenta di conoscere Rob? >
< Sì, finalmente! Ma ti dirò che sono
abbastanza agitata… >
< No tranquilla, gli farai un’ottima impressione!
Oltretutto ha anche visto
delle tue foto e ha detto che non eri niente male >
< Delle mie foto? >
< Sì, quelle con te e Martina che sono appese nelle
pareti di casa >
< Ah sì quelle! Cavolo, con tutte le foto che poteva
appendere doveva per
forza scegliere quelle! > esclamai ridendo. Salutai Kell ed
entrai;
riconobbi immediatamente Martina seduta su un divanetto e, a fianco a
lei,
Robert Pattinson. Appena la mia migliore amica mi vide
abbandonò Robert per
correre ad abbracciarmi.
< Giu ciao! Che bello vederti! >
< Hey ciao tesoro! Come va? >
< Tutto ok! Avanti forza muovi il sedere e vieni a conoscere
Robert! >
disse tirandomi per un braccio, mentre io cominciavo a diventare sempre
più
rossa dalla vergogna.
< Rob, lei è la mia amica e damigella
d’onore Giulia. Giu lui è Rob il…
>
< …testimone di Kellan > dissi completando la
frase di Martina e
stringendo la mano a Robert, poi aggiunsi < piacere sono Giulia
>
< Ciao, sono Robert, ma chiamami Rob. Finalmente ti conosco,
Martina non ha
fatto altro che parlare di te in questi giorni… >
< Spero in bene >
< Sì, tranquilla! Senti cognatì come
è andato l’esame? >
< Bene > dissi tirando fuori dalla borsa la copia della
lettera con il
mio risultato.
< Trenta e lode? Cavolo Giu sei il massimo! Quando Kellan torna
dobbiamo
fare un brindisi in tuo onore! > esclamò
abbracciandomi.
< Che esame? > domandò Robert interessato.
< Un esame sulla letteratura inglese >
< E hai preso il massimo? Complimenti! E poi la letteratura
inglese è
meravigliosa… >
< Ma tu sei di parte, non puoi dire questo! Sei Londinese scusa!
>
obiettò Martina.
< No, ha ragione, è meravigliosa la letteratura
inglese > risposi
sorridendo a Robert, che ricambiò il sorriso immediatamente.
< O mamma mia… > disse Martina alzando gli
occhi al cielo.
< Cosa? >
< No niente Giu tranquilla. Oh ecco Kellan che torna >
disse correndo
verso Kell.
< Ciao ragazzi > ci salutò nuovamente Kell non
appena lui e Marti ci
raggiunsero.
< Ciao Kell > salutammo in coro.
Immediatamente Martina ci fece portare quattro birre e, alzando il
bicchiere,
disse:
< Ragazzi un brindisi per la mia cognatina adorata che ha
passato l’esame di
letteratura inglese con il voto più alto di tutta la classe:
trenta e lode! >
< Wow Giu complimenti! > esclamò Kellan
abbracciandomi i scompigliandomi
i capelli, che mi ero piastrata poco prima di uscire.
< Grazie Kell, ma la prossima volta evita di scompigliarmi i
capelli ok? >
< Certo piccola! >
Restammo a chiacchierare fino a tarda notte, dove parlai per moltissimo
tempo
con Robert di un sacco di cose, scoprendo che avevamo gusti molto
simili, e
poi, prima di tornare in albergo, ci fermammo in una pasticceria a
mangiare un
bombolone.
La mattina mi svegliai a causa di qualcuno che bussava alla mia porta:
era
Martina.
< Hey >
< Hey stavi dormendo? >
< Tranquilla, entra pure >
< No, preferisco stare qui fuori. Scusa non volevo
svegliarti… >
< No, vai tranquilla ma…Marti è tutto ok?
>
< Sì, a parte il fatto che oggi è
l’ultimo giorno di febbraio ed io domani
mi sposo…oddio, mi sposo! Ma ti rendi conto?
M’impegnerò a vita con un uomo…ed
ho solo ventidue anni! Non è che sto correndo un
po’ troppo? E se dovessi
pentirmene un giorno? E se… >
< Marti! > la interruppi < ami Kellan? >
< Sì, più di qualunque altra cosa >
< Vorresti passare il resto della tua vita con lui? >
< Sì >
< Riusciresti ad immaginarti la tua vita senza di lui? >
< Decisamente no >
< Lo vedi? Sei solo agitata, ed è normale. Ma lo sai
anche tu che quello che
stai per fare non è sbagliato. L’età
non conta, lo sai benissimo. Se ami una
persona, come tu ami Kellan, con tanta passione puoi anche evitare di
aspettare
dieci anni prima di sposarti. State insieme già da
praticamente cinque anni e
convivete da tre anni quasi. Io direi che hai aspettato anche troppo,
non
credi? >
< Grazie cognatì! > mi disse abbracciandomi e
con le lacrime agli occhi.
< E di che? Ma ora passiamo ad argomenti più
seri…stasera cosa si fa? >
< Andiamo ad uno spogliarello? >
< Beh, quello era ovvio! >
< Giu! E immagino che vorresti fosse Robert a fare lo
spogliarello per
te >
< Non sarebbe un’idea malvagia > risposi
ridendo maliziosamente.
< Ho notato che ieri avete parlato moltissimo voi due >
< Già. È veramente simpatico! >
< Di che avete parlato? >
< Del più e del meno…della letteratura
inglese e dei nostri gusti >
< Sai, gli hai fatto veramente una buona impressione >
< Davvero? >
< Sì, me l’ha detto Kellan >
< Buongiorno ragazze > disse Robert ad un certo punto
venendoci incontro
e sorridendoci. Quando notai di indossare solamente una maglia a manica
corta,
che non era neanche molto lunga, nonostante fosse da uomo, e che
metteva in
bella mostra le mie gambe, li salutai imbarazzata e mi andai a vestire.
Indossai
un paio di jeans bianchi, un maglioncino rosso e un paio di scarpe col
tacco in
vernice nera e scesi di sotto a fare colazione. Notai che anche Kellan
era
sceso.
< Ciao a tutti >
< Ciao! > esclamò Martina facendomi sedere
nella sedia vicino a lei e
Robert.
Iniziai a mangiare il mio cornetto e a bere il mio caffè
quando Robert se ne
andò per prepararsi perché doveva uscire per
andare a prendere le fedi e notai
poco dopo un bigliettino accanto a me:
< Giu ma sei matta? > esclamarono Martina e Kellan in
coro.
< Kell scusa
io…ecco…io…vedi… >
farfugliai rossa in viso tenendo in mano
ancora quel bigliettino.
< Che c’è scritto? >
domandò Martina prendendomi il biglietto dalle mani
< o mio dio! Questa è una dichiarazione bella e
buona! > urlò facendo
voltare verso di noi i tre quarti delle persone presenti nella sala
mensa.
< Oh…wow, questo da Rob non me lo sarei mai
aspettato… > rispose Kellan
sorridendo, dopo aver letto il bigliettino.
< Giu hai fatto colpo lo sai? > esclamò
Martina tutta contenta.
< Beh ecco…io… > continuai a
farfugliare.
< Oh no, il cervello di Giulia è andato a farsi
friggere. L’abbiamo persa
Kell! > disse la mia migliore amica fingendo di piangere.
Non appena mi ripresi le feci la linguaccia e, con la scusa di andare a
prendere un pensierino per i miei genitori, mi allontanai
dall’hotel senza
Martina, anche se dubito che mi avrebbe seguita, perché era
impegnata in altre
cose con il suo futuro marito.
Entrai in un negozio di Victoria’s Secret per cercare qualche
lingerie per
Martina come prima notte di nozze. Dopo quasi un’ora trovai
quello che cercavo:
un babydoll bordeaux, corta fin sotto il sedere, con lo scollo a V e
con un
fiocco subito sotto al seno e corredata con un paio di culottes, sempre
dello
stesso colore. Oltre a quell’acquisto comprai per me un
babydoll color grigio
perla con piccoli ricami in argento, lungo poco sopra la coscia e che
si
chiudeva con un laccetto sotto il seno e con slip e reggiseno
coordinati.
Quando uscii dal negozio mi scontrai contro un passante.
< Oddio mi scusi non l’avevo vista > dissi
mortificata.
< Figurati, è tutto ok. Tu piuttosto? Stai bene?
> rispose il passante ed
io riconobbi immediatamente la sua voce.
< Rob? >
< Non ti ho matto male vero? >
< Ma va là! Ce ne vuole per fare male a me,
tranquilla! >
< Bene, mi fa piacere. Ma che ci fai qui? >
< Sono venuto a ritirare le fedi. Tu invece? Shopping? >
chiese indicando
le mie buste.
< Regalo di nozze per Martina >
< Cosa hai preso? >
< Un completo da Victoria’s Secret >
< Più che a Martina hai fatto un regalo a Kellan.
Sono sicuro che ti sarà
debitore a vita >
< Tu dici? > domandai ridendo, poi aggiunsi <
senti devo andare a
prendere in una gioielleria non molto distante da qui un bracciale che
Kellan
aveva fatto ordinare per Martina qualche giorno fa. Mi accompagni?
>
< Certamente > rispose sorridendomi dolcemente ed io,
incapace di fare
altro, ricambiai.
Restammo fuori tutto il pomeriggio e rientrammo verso sera, giusto per
separare
i due fidanzatini e per non fare trascorrere loro la serata insieme.
Portai Martina ad uno spogliarello, facendole indossare un velo da
sposa che le
avevo comprato lo stesso pomeriggio.
I ballerini, vedendo Martina col velo, ci stettero addosso per non so
quanto
tempo ed io ricevetti non so quanti numeri di telefono. Ad un certo
punto
Martina venne fatta salire sul palco per ballare con gli
spogliarellisti,
mentre io mi divertivo come una matta a filmarla: la cinepresa non
poteva
mancare ad un evento come questo! Mentre ero intenta a filmarla, il mio
telefono squillò: era arrivato un messaggio.
“Hey ciao
come sta
andando il vostro addio al nubilato? Kellan è preoccupato
per Martina, perché
sostiene che tu sia pericolosa…Rob“
< Wow, magari domani ci scappa il bacio… >
< Sì, peccato che lo conosca da
pochissimo… >
< E quindi? >
< E quindi…non va bene… >
< Perché ti stai inventando delle
assurdità? >
< Non lo so…comunque ora è meglio andare,
quindi Marti dai la buonanotte ai
tuoi amichetti e torniamo in albergo >
Salutammo gli spogliarellisti e Martina si beccò un sacco di
applausi. Arrivate
in albergo feci cambiare Martina e poi la obbligai a passare la notte
con me
nella mia stanza, dove le diedi i miei regali: il completo di
Victoria’s Secret
per la luna di miele con Kellan e un libro comico intitolato: Ti sei
voluta
sposare? Bene, allora adesso sei fregata a vita. Prima di andare a
dormire,
leggemmo il libro e quasi non morimmo dalle risate.
La mattina seguente ci svegliammo molto presto, alle sette e dieci.
< Giu…non posso crederci! Mi sposo! Oddio sono troppo
emozionata! >
< Ok cognatì se devi piangere fallo adesso, ti prego!
Non quando ti avrò
truccata >
< Scema! > rispose lanciandomi addosso un cuscino. Dopo
che Martina fece
una doccia, intanto che si stava asciugando i capelli, mi feci pure io
una
doccia e, dopo trenta minuti, uscii dal bagno con i capelli
già sistemati:
avevo deciso di lasciarli mossi, ma mi misi molta crema per fare
renderli
voluminosi.
Piastrai i capelli della sposa, che aveva corti come i miei e poi la
truccai
leggermente. Le misi la matita, un po’ di ombretto, di
eye-liner, mascara,
cipria e infine un velo di lucidalabbra. Mi truccai anche io intanto
che lei si
vestiva per la cerimonia: misi la matita, il mascara e due ombretti,
uno più
chiaro e uno più scuro, che fossero di una
tonalità simile al mio vestito;
sulle labbra poi mi misi un velo di lucidalabbra alla ciliegia.
Dopo esserci vestite scendemmo nella hall, dove c’era la
madre di Martina ad
attenderci.
< Amore mio sei una visione! Ancora non ci credo che ti stai per
sposare…
> disse sull’orlo delle lacrime.
< Mamma ti prego non piangere, altrimenti piango anche io! E se
piango
Giulia mi uccide perché abbiamo passato un’ora a
cercare un modo per truccarmi.
Giusto? >
< Esatto! > dissi ridendo.
Passammo a prendere immediatamente il bouquet, poi raggiungemmo la
chiesa e,
dopo essere scese entrambe, ci dirigemmo verso la navata. Tutti gli
occhi erano
puntati sulla mia migliore amica che, imbarazzata, ogni tanto si
voltava verso
gli invitati per sorridere loro. Era raggiante e lo si vedeva benissimo.
Raggiunsi la mia postazione di fronte a Robert, che mi
salutò facendomi
l’occhiolino, ed io ricambiai sorridendogli. Indossava anche
lui uno smoking,
anche se era meno elegante rispetto a quello di Kellan. I capelli a
spazzola
gli donavano un’aria da bello e dannato. Decisamente sexy.
La cerimonia durò quasi due ore, con me come traduttore
simultaneo per Kellan
e, verso la fine, stavo per commuovermi:
< Vuoi tu Martina Bennet prendere il qui presente Kellan Lutz
per amarlo e
onorarlo in salute e in malattia, nella buona e nella cattiva sorte, in
ricchezza e in povertà finché morte non vi
separi? >
< Sì, lo voglio > disse Martina sorridendo.
< E tu Kellan Lutz vuoi tu prendere la qui presente Martina
Bennet per
amarla e onorarla in salute e in malattia, nella buona e nella cattiva
sorte,
in ricchezza e in povertà finché morte non vi
separi? >
< Sì, lo voglio > rispose Kellan sorridendo
alla mia migliore amica.
< Per il potere conferitomi io vi dichiaro marito e moglie. Lo
sposo ora può
baciare la sposa >
Non appena tradussi anche l’ultima parte al mio amico, lui
s’avvicinò
maggiormente a Martina, le tirò su il velo, le prese il
volto tra le mani e la
baciò dolcemente, tra gli applausi e i fischi di tutti.
Quando poi tutti gli invitati lasciarono la chiesa per prepararsi al
solito
lancio del riso, i due neo sposini, Robert ed io andammo a firmare un
registro.
Dopo aver firmato Robert mi prese sotto braccio ed insieme
sgattaiolammo fuori,
pronti per lanciare il riso ai nostri amici, che non tardarono molto a
raggiungerci.
Chiamai il fotografo per i due sposi, mentre mi stavo dirigendo assieme
a tutti
gli altri invitati alle macchine; ero in macchina con i genitori di
Martina,
per andare verso il ristorante. Quando arrivammo iniziammo a
chiacchierare tra
di noi mentre attendevamo i due sposi, che si fecero attendere per
quaranta
minuti buoni ed, quando vidi Robert seduto da solo, mi avvicinai.
< Ciao! >
< Hey ciao! > rispose sorridendomi.
< Gran cerimonia! >
< Infatti. Hey, a proposito, volevo farti i complimenti. Non
dev'essere
facile fare da traduttore simultaneo… >
< No, è stato facile. Ormai ci sono abituata >
< Che scuola hai fatto? >
< Liceo Linguistico >
< Ah, ecco perché! Ed ora hai? >
< Ventitre anni >
< Un anno in più di me quindi >
< No, sono anche io dell’ottantasei, è solo
che ho compiuto gli anni da poco
>
< Quando? >
< L’undici di febbraio >
< Wow, tanti auguri allora! Ma come mai non ti vedo in
compagnia? Il ragazzo
l’hai lasciato a casa? >
< Ragazzo dici? Beh, se lo conosci perché non me lo
presenti? >
< Niente? >
< No. Tu invece? >
< Nemmeno io… > disse sorridendomi e
contraccambiai.
< Stai veramente bene vestito così lo sai? >
< Mi sento un pinguino veramente… >
< Ma no! Sei bellissimo! > risposi ridendo.
< Beh, tu invece sei un incanto > divenni immediatamente
scarlatta.
A togliermi da quell’imbarazzante, ma meravigliosa,
conversazione fu l’arrivo
del mio ex ragazzo, nonché mio attuale migliore amico, che
mi “rapì“ per
scattare qualche foto insieme. Mi alzai immediatamente, anche se mi
sembrò di
leggere una nota di disappunto negli occhi di Robert e, arrivato il
fotografo,
abbracciai e baciai una guancia del mio migliore amico.
Poco dopo fecero il loro ingresso i due sposi e, dopo poche chiacchiere
tra di
noi, ci sedemmo per pranzare. Io ero a fianco di Robert e davanti a
Martina,
mentre Robert era davanti a Kellan ovviamente. Il pranzo fu a dir poco
sublime;
ci portarono almeno una decina di portate, tra i diversi tipi di
antipasti, le
minestre, i secondi e i contorni ed infine i dolci, nonostante una
torta alta
come una casa ci stesse aspettando per essere mangiata.
Fortunatamente, la torta si fece attendere ancora un po’:
infatti, dopo aver terminato
il pranzo con una panna cotta, gli sposi si alzarono per aprire le
danze: un
ottimo modo per smaltire, a mio avviso.
Dopo che ebbero ballato la loro canzone, chiamarono tutti a ballare con
loro.
< Giulia mi concedi questo ballo? > chiese Robert
alzandosi da tavola ed
offrendomi la mano.
< Con molto piacere! > risposi allungando la mia mano,
che prontamente
strinse. Ci dirigemmo verso il centro della stanza, accanto a Kellan e
Martina
ma, poco dopo, ci ritrovammo ai margini della pista da ballo.
< Oddio…ma ci pensi che dobbiamo mangiarci anche quella?
>
esclamai indicando la torta accanto a noi.
< Perché? Non ti fa nemmeno un po’ di gola?
>
< Ma me ne fa anche troppa di gola, è questo il
punto! Solo che sono piena
come un uovo e, non so cosa potrebbe succedere se mangiassi
qualcos’altro… >
< Ah, a chi lo dici, pure io sono strapieno. Solo che io sono il
testimone,
mentre tu la damigella d’onore. Siamo tenuti a
mangiarla… >
< Già…facciamo a metà ok?
>
< Sì, certo ci sto! > rispose sorridendomi.
Restammo a ballare per non so quanto tempo, in cui parlammo moltissimo.
Robert
si stava dimostrando sempre più simpatico e dolce ed io,
involontariamente, mi
stavo innamorando di lui.
Ci sedemmo nei nostri posti quando arrivò la torta gigante
che Martina e Kellan
tagliarono. I primi pezzi li presero loro, mentre a me e Robert
toccò il terzo,
che ci dividemmo.
< Giu posso parlarti un attimo? > chiese Martina dopo un
po’, quando gli
invitati stavano cominciando ad andarsene.
< Certo! Andiamo fuori ti va? >
< Sì >
Quando uscimmo dalla sala andammo a sederci ai piedi di un salice
davanti ad un
lago nel parco del ristorante ed io l’abbracciai.
< Marti sei stupenda >
< Grazie. Sono veramente felice >
< Sì vede, sei raggiante al massimo! >
< Grazie cognatì. Senti voglio confessarti una cosa
che, oltre a Kellan,
nessuno sa >
< Dimmi pure >
< Sono incinta di due settimane >
< Ma è favoloso! Oddio Marti che bello, complimenti!
> esclamai
saltandole addosso e abbracciandola forte.
< Già, anche io e Kellan lo siamo >
< Cavolo, un piccolo frugoletto che girerà per casa!
Verrò in America più
spesso! > esclamai felice.
< E pensa che farai da madrina anche a lui! >
< Davvero? Oh Marti, cosa farei senza di te? > dissi
abbracciandola
nuovamente.
< Ah, non lo so proprio. Intanto devi essermi riconoscente a
vita per averti
presentato Robert. Ho notato come entrambi vi guardate, anche se tu fai
la
finta tonta e non lo dai a vedere… >
< Si nota così tanto? >
< Sì > e iniziai a sbuffare.
< Robert mi piace, e anche tanto. Solo che…non
so…mi sembra complicato >
< Perché scusa? >
< Intanto non so se gli interesso… >
< Gli interessi >
< Come fai a dirlo? >
< Beh, primo per la sera del vostro incontro che siete stati
appiccicati
tutto il tempo, secondo per il fatto del biglietto, terzo
perché c’era rimasto
male prima quando sei andata a fare le foto con Marco e l’hai
baciato sulla
guancia, o almeno così mi han detto, quarto quando ti ha
invitato a ballare,
perché non ti toglieva gli occhi di dosso, e fidati, non
l’avevo mai visto così
raggiante, e quinto perché l’ha confessato ieri a
Kellan, che me l’ha detto
questa mattina >
< Ha confessato a Kellan che gli interesso? >
< Sì, precisamente. Quindi, se non vuoi fare la
cretinata più grande di
tutta la tua vita, vedi di uscirci insieme sono stata chiara? >
< Sì. Senti Marti non ti azzardare a
lanciarmi… > ma non riuscii a finire
la frase perché Robert venne a chiamarci, in quanto era
richiesta la presenza
della sposa.
Martina si alzò immediatamente e corse goffamente, a causa
del vestito, verso
il ristorante, lasciando me e Robert da soli.
< È richiesta anche la nostra presenza? >
< Veramente ho inventato una balla per poter restare un
po’ con te… >
< Cosa? > domandai voltando immediatamente la testa verso
di lui, dal
momento che prima stavo guardando verso il centro del lago.
< Volevo restare un po’ da solo con te. È
da tutta la giornata che cerco di
farlo, ma in un modo o nell’altro non siamo mai riusciti a
restare soli per
parlare tranquillamente… >
< Oh…beh, eccoci qui no? Che mi volevi dire? >
domandai sorridendogli.
< Beh, veramente era più che altro una cosa che
volevo fare > e, dopo
essersi piegato sulle ginocchia, in modo da poter arrivare
tranquillamente
all’altezza viso, prese il mio volto, rosso di vergogna
oserei dire, tra le
mani e mi baciò dapprima dolcemente, poi approfondendolo
sempre di più.
Restammo in quella posizione per diversi minuti, non notando il
fotografo che,
su richiesta di Martina e Kellan, che erano accanto a lui, ci stava
fotografando: ce ne accorgemmo soltanto quando ci staccammo,
perché li sentimmo
applaudire.
Sorridemmo e, dopo che mi baciò la fronte, mi prese per mano
e ritornammo verso
il ristorante.
Alle sei e mezza Martina e Kellan se ne andarono in albergo per
prendere le
valigie e per partire poi per le Hawaii per un mese, come luna di miele.
< Ciao cognatì, divertiti in luna di miele >
dissi abbracciandola forte,
cercando di trattenere le lacrime.
< Sì cognatì, ma anche tu mi raccomando
> rispose con gli occhi lucidi e
ammiccando in direzione di Robert, che era accanto a me e stava
salutando
Kellan.
< Promesso! > esclamai ridendo.
< Ciao piccola. Grazie di tutto, regalo di nozze per Martina
compreso >
disse Kellan abbracciandomi forte e sorridendo maliziosamente quando
nominò il
babydoll.
< È stato un piacere! Divertitevi mi raccomando e
congratulazioni…papà >
dissi sussurrando l’ultima parola al suo orecchio, in modo
che non potessero
sentire gli altri.
< Grazie tesoro > rispose abbracciandomi nuovamente, poi
si voltò verso
Martina e le disse:
< Allora signora Lutz, è pronta a partire? >
< Assolutamente sì signor Lutz, possiamo andare!
> esclamò baciando con
passione suo marito, sotto lo sguardo divertito di tutti gli invitati
e, prima
di partire, lanciò il bouquet che, casualmente, cadde tra le
mie mani. Martina
rise quando le dissi “ Ti odio “ facendo il labiale
e mi mandò un bacio; poi
partì con Kellan verso l’albergo.
< Andiamo anche noi? > chiese Rob avvicinandosi.
< Sì. Chiamiamo un taxi? > domandai
sorridendogli.
< Già fatto > e si sporse per baciarmi.
Venimmo interrotti dall’arrivo dei genitori di Martina.
< Certo che oltre a celebrare un matrimonio, oggi celebriamo
anche la
nascita di una nuova storia! > esclamò la madre di
Martina.
< Beh, chi lo sa! > risposi ridendo.
< Giulia è stato così bello vederti di
nuovo. Fatti viva ogni tanto mi
raccomando! >
< Certo, grazie mille > esclamai abbracciandola, mentre
il padre di
Martina stava facendo il terzo grado a Robert.
< Hey amico vedi di fare il bravo. Giulia è una
ragazza fantastica e se la
farai soffrire, in qualunque modo, anche il più stupido,
vengo a cercarti in
tutto il mondo e te la farò pagare chiara. È come
una figlia per me, quindi
vedi di comportarti bene. Sono stato chiaro? >
< Sì signore, cristallino! > rispose Robert
sorridendo, mentre io stavo
morendo dall’imbarazzo. Quando arrivò il taxi
salutai tutti e poi tornai in
albergo con Robert, giusto in tempo per vedere i due sposini fare il
check-out
e salutarli velocemente, prima che partissero per la loro vacanza.
Dopo aver salutato Robert salii in camera mia per farmi una doccia;
dopo ciò
indossai un pigiama e, stremata, mi addormentai non appena toccai il
cuscino.
Venni svegliata un paio d’ore dopo da Robert che stava
bussando nella porta
della mia stanza.
< Ciao, qual buon vento devo questa visita? > lo salutai,
sorpresa di
vederlo. Ero convinta che stesse dormendo, visto che anche lui era
stanco morto.
< Volevo festeggiare > disse mostrandomi una bottiglia di
champagne e due
bicchieri.
< E cosa dovremmo festeggiare? >
< Il matrimonio dei nostri amici, il tuo esame, il tuo
compleanno e noi due >
< Noi due? >
< Sì, hai capito benissimo cara! >
Sorridendo lo feci entrare e gli feci giusto appoggiare i bicchieri e
lo
champagne prima di fiondarmi sulle sue labbra. Con lo stesso ardore
ricambiò il
mio bacio, accarezzandomi i fianchi e facendomi rabbrividire come non
mi era
mai capitato. Continuando a baciarci indietreggiammo sempre di
più fino ad
arrivare ai piedi del mio letto e, una volta raggiunto, ci stendemmo
sopra di
esso e facemmo l’amore, esattamente come i nostri amici
dall’altra parte del
mondo.
P.S. me lo lascereste un commentino? Ah, un’altra cosa…chiedo scusa per eventuali errori!