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Autore: _Kurai_    18/04/2015    0 recensioni
La strada era libera, il silenzio quasi totale. Makishima strinse le manopole inferiori del manubrio, tendendo i muscoli delle gambe e sollevandosi dal sellino. Eccolo, il vecchio Peak Spider. I capelli iridescenti non ondeggiavano più a destra e a sinistra, ma il suo pazzo dancing era sempre lo stesso.
Toudou Jinpachi guidava da qualche ora. Non gli era mai piaciuto spostarsi in macchina, ma a volte era necessario. Non amava neppure quello stupido pickup con il logo dell'onsen gestito dalla sua famiglia, che tossicchiava sempre al momento di accelerare.
Un contrasto forte con il vecchio Jinpachi, che si faceva vanto della sua accelerazione silenziosa.
Sì, decisamente pedalare gli mancava.
[8 Years Later] [MakiTou]
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jinpachi Toudou, Yuusuke Makishima
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Long way to go together

Gli occhi chiusi di Makishima furono la prima cosa che vide il mattino dopo.
Non era stato un sogno. Era coricato di fianco a lui, e il suo petto ancora nudo e dalla pelle chiarissima si sollevava e abbassava ritmicamente a tempo con il suo respiro.

I suoi pensieri erano ancora un po' slegati mentre si faceva cullare dagli ultimi brandelli di sonno e faceva fatica a ricordare l'esatto ordine degli eventi che li avevano portati lì, a quel punto... però ricordava ancora benissimo il sapore di quella pelle, un po' confuso con quello dell'acqua termale, e anche la sensazione tattile dei piccoli e numerosi nei sulla schiena di Yuusuke, che aveva giocato a unire con un dito inventando sempre disegni diversi. La pelle del Peak Spider era calda, e si era abituato così tanto al contatto che non riusciva a immaginare di alzarsi.

Richiuse gli occhi, cercando di riprendere sonno, anche se già timidi raggi di sole rilucevano fuori dalla finestra.
Quel bacio aveva innescato qualcosa che aveva covato per anni sotto la cenere dell'apatia quotidiana, qualcosa che entrambi avevano messo a tacere.

Qualcosa di cui Makishima nemmeno si era accorto, in tutto quel tempo.
 

Yuusuke era sveglio, cosciente, ma una volta aperti gli occhi avrebbe lasciato quel fantastico mondo di limbo in cui non devi pensare alle conseguenze delle tue azioni. Gli sembrava tutto così giusto in quel momento, a livello istintivo, ma temeva che una volta sveglio sarebbe stato tutto diverso. Tutti quei muri e quelle difese che si era costruito intorno non potevano crollare tutti insieme.

 

O forse sì, facendo pressione sul punto giusto.
 

Percepiva il contatto col corpo nudo di Jinpachi, sotto le lenzuola del futon, ed era tutto così reale, ineluttabile, diverso.
Nessuno dei due aveva immaginato che sarebbe andata così, ma era come se la matassa che li legava e imprigionava entrambi avesse iniziato a sciogliersi. Da soli non erano riusciti a liberarsi da quelle catene che li ancoravano al passato, ma insieme forse era possibile.

 

Poi, nel silenzio, un rumore inequivocabile ricordò a entrambi che erano a digiuno da tantissime ore, e che l'esercizio fisico supplementare non aveva aiutato la cosa. Yuusuke aprì gli occhi, imbarazzato dal brontolìo del suo stomaco che aveva tradito il suo essere sveglio.

"Maki-chaaan... Hai fame?"
La risposta fu un grugnito mezzo sonnacchioso di approvazione, che voleva essere uno "sho" ma non uscì come avrebbe dovuto, a causa della lingua impastata dal sonno e ancora memore del sapore di quella dell'altro.
Toudou si alzò, sfiorò il braccio di Makishima con una carezza e sparì verso la cucina.

 

Ed eccola, la forza della realtà che ti schiaccia, che arriva senza farsi annunciare e senza farsi attendere. Yuusuke prese a fissare il soffitto, chiedendogli se aveva davvero appena trascorso una notte di sesso con una persona che credeva ormai appartenere al passato, un amico, un rivale, una fonte di motivazione certo ma... quando era diventato qualcosa di più?

E perché si sentiva così bene, nonostante prima di quel momento non avesse mai pensato a Toudou in quei termini?
Il soffitto continuò a non rispondergli.
Sollevò un braccio portandosi la mano alla fronte e sospirò, ma stava quasi sorridendo.

 

Mentre con gesti automatici ed ormai esperti preparava riso, uova, verdure e tè matcha per la colazione, il pensiero di Toudou era lontanissimo da lì. Rischiò un paio di volte di scottarsi e poi di tagliarsi un dito mentre affettava le verdure, ma non riusciva a concentrarsi su quello che stava facendo. Non riusciva a capacitarsi che lui fosse lì, a così poca distanza, e che avesse accettato quei sentimenti che Jinpachi per tanti anni aveva seppellito sotto montagne di parole.

Tutta l'angoscia e la sensazione di prigionia che avevano dominato le sue giornate negli ultimi tempi erano ormai ridotte a un retrogusto quasi impercettibile, travolte da così tante emozioni che faceva fatica a contenerle tutte. Non si accorse nemmeno che Yuusuke gli era arrivato alle spalle e lo guardava cucinare, assorto.
 

"Non vorrei mettere in dubbio le tue capacità culinarie, ma stai per mettere il curry nel tè, sho"
"...oh. Ero sovrappensiero, grazie per aver evitato il disastro" rise Toudou, imbarazzato, e voltò la testa verso Makishima, che indossava un paio di boxer stranamente sobri e una maglietta che gli aveva spedito proprio Jinpachi come regalo per il primo compleanno che aveva passato a Londra.
Toudou finse di non averlo notato, ma sorrise leggermente.
Una volta finito di preparare la colazione, il padrone di casa dispose i piatti sul tavolo e i due iniziarono a mangiare, piombando in uno strano silenzio intervallato dal rumore del legno delle bacchette sulle ciotole di ceramica.
Prima o poi sarebbe arrivato il momento di parlare seriamente di quello che era successo, ma nessuno dei due sembrava voler tirare fuori il discorso per primo.

 

E se fosse stato solo un caso, una distrazione, una via di fuga momentanea dal presente? Se le condizioni particolari e la solitudine di entrambi, unite alla scintilla di quel bacio (e all'eccitazione resa evidente dal fatto che in quel momento entrambi erano coperti solo da due asciugamani) avessero innescato l'amplesso di quella notte, per poi spegnersi e tornare nell'oblio per sempre? Se Makishima si fosse pentito e fosse ritornato a Londra, reputando di aver chiuso in qualche modo i conti col passato? E se lo avesse assecondato solo perché gli aveva fatto pena? Toudou tra un boccone e l'altro si ritrovò nuovamente ostaggio della sua stessa mente, che intendeva ricominciare a torturarlo approfittando del momentaneo silenzio di Makishima, che celava chissà quali pensieri dietro quella sua solita espressione enigmatica.

 

Finirono di mangiare quasi nello stesso istante, ed entrambi alzarono lo sguardo aspettandosi che l'altro parlasse. Avrebbe potuto diventare una battaglia di sguardi infinita, perfettamente paragonabile per la tensione a quel famigerato climber's stage. Toudou non cercava conferme ai suoi pensieri disfattisti ma gli bastava sapere che Makishima sarebbe rimasto, almeno per un po'. Non era più un diciassettenne che credeva al "per sempre", ma dopo tutti quegli anni di attesa almeno un piccolo premio gli spettava, no?
 

Alla fine il primo a parlare fu Yuusuke, ma non disse nulla di quello che l'altro si aspettava.
"Sembra un'ottima giornata per un po' di climbing." disse con una leggera esitazione, lo sguardo fisso quasi di sfida rivolto a Jinpachi "C'è ancora una rivincita in ballo, no?"
Per qualche istante Toudou rimase senza parole. Inizialmente ebbe paura, perché tornare a pedalare anche solo per un giorno avrebbe significato una sofferenza maggiore al momento del ritorno alla routine, oltre al fatto che era indubbiamente fuori allenamento.

Poi capì.

Quella era la risposta migliore che Makishima avrebbe mai potuto dargli.

Per lui l'avrebbe fatto senza voltarsi indietro, senza pensare al momento in cui quella bolla di felicità sarebbe scoppiata.
"E allora è deciso, sho! Le montagne non aspettano!" Esclamò Yuusuke alla risposta affermativa di Toudou, trascinandolo con sé in quell'inusuale attacco di entusiasmo.
Poi il Peak Spider sparì nella camera da letto, e tornò con il piccolo zaino che aveva come unico bagaglio. Quello che ne tirò fuori era inconfondibile e a Toudou uscì quasi un moto di commozione. Il giallo di quel jersey faceva male agli occhi come sempre. Le scritte erano leggermente scolorite ma non era rovinato, come se fosse stato mantenuto quasi intatto appositamente per quell'occasione. Al che Jinpachi si alzò in un impeto di decisione (facendo tremare tutte le ciotole sul tavolo) e allungò quasi istintivamente la mano verso Yuusuke, che la strinse altrettanto istintivamente.

 

"Devo mostrarti una cosa."
 

Attraversarono tutta la grande casa in stile tradizionale fino a raggiungere una porta diversa dalle altre, chiusa a chiave e con un cartello

"Privato - Vietato l'ingresso".

 

Quell'angolo era meno illuminato del resto del corridoio, il che insieme alla grave solennità con cui Toudou infilò la chiave nella toppa strappò una battuta piuttosto macabra a Makishima

"Non è che si tratta di una specie di stanza degli orrori dove nascondi i cadaveri dei climbers che hai sconfitto, sho?"
"...MAKI-CHAN!" rise Jinpachi, con la mano che tremava leggermente nell'aprire la porta.
La stanza all'interno era piuttosto grande. Diversi scaffali ospitavano un gran numero di trofei e coppe coperti da un sottile strato di polvere, e su quello più basso stavano, accuratamente piegati, diversi jersey bianchi e blu dei tempi dell'Hakogaku. Appoggiata a due supporti, al centro
della stanza, troneggiava la sua vecchia Ridley, anch'essa vestita di un'impalpabile patina di polvere. Si sentì subito in colpa per non aver aperto quella stanza negli ultimi due anni, non capiva come avesse fatto a resistere.
In realtà non aveva smesso di pedalare di colpo, dal giorno alla notte. Per qualche anno dopo il liceo aveva gareggiato con un team a livello professionistico e aveva continuato periodicamente a tenersi in contatto con Fukutomi, Arakita e Shinkai, con cui a volte nei finesettimana organizzava lunghe pedalate in zona, ma poco tempo prima che suo padre si ammalasse era cambiato tutto.

 

Aveva rimosso a forza quel periodo dalla sua mente, ma era indubbiamente il reale motivo per cui non aveva più voluto aprire quella porta.
 

Agli inizi di una primavera gelida e piovosa di poco più di due anni prima, il dio della montagna aveva perso il suo titolo, e aveva fatto perdere al suo team la corsa più importante della stagione. Non era stata colpa sua, in realtà, ma nella sua testa era così. Se solo non avesse sottovalutato l'asfalto bagnato del primo giorno e le conseguenze della caduta a catena che ne era scaturita, in cui era stato coinvolto...

Aveva continuato a pedalare per i due giorni della competizione, nonostante una brutta contusione alla gamba, e aveva dovuto fermarsi a una manciata di kilometri dal traguardo, con il ginocchio completamente bloccato e pulsante. La pioggia si era mischiata alle lacrime di dolore e delusione e la vetta era così vicina, così vicina...

 

I compagni del nuovo team lo avevano guardato senza dire nulla, con l'ombra del biasimo in fondo agli occhi, mentre in cima al podio saliva qualcuno che non era lui.

L'infortunio non era grave, avrebbe potuto riprendere con gli allenamenti dopo poche settimane, ma poi suo padre era stato male e le sue continue assenze per aiutare in famiglia non erano passate inosservate, facendogli perdere a poco a poco il suo posto di ace climber.

Gli amici di sempre gli erano stati vicino, ma lui li aveva allontanati. Non aveva più voluto stringere tra le mani quel manubrio dalla forma sinuosa così familiare, aveva chiuso fuori tutto e tutti, come per autopunirsi per quella sconfitta.
 

Ma ora Yuusuke era tornato. Ora era tutto diverso.

Si misero insieme a controllare che le camere d'aria e i freni fossero a posto, scambiandosi brevi sguardi, e in poco tempo erano già fuori, nella mattinata luminosa d'autunno.

I cuori di entrambi battevano a velocità accelerata, e i loro occhi brillavano di eccitazione, in ricordo delle sfide passate. Questa volta c'era qualcosa di più, ma non c'era bisogno di parole.

Entrambi conoscevano già la risposta.

 


E un altro capitolo è andato! Mi sto affezionando a questa storia veramente tanto, e spero che questo capitolo che all'inizio non doveva esistere piaccia alle belle personcine che hanno continuato a seguirmi :3
Rinnovo il mio ringraziamento a GrammarNazi95 per la nuova recensione e per l'incoraggiamento, e sono felice di aver trovato un'altra drograta di SanSaka come me <3

Detto questo, alla prossima! (dentro di me spero di non concludere con il prossimo capitolo, ma probabilmente sarà l'ultimo, sì.)

_Kurai_

   
 
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