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Autore: izzie_sadaharu    18/04/2015    2 recensioni
Kagura parte per passare un mese sul pianeta Yato, ma qualcosa non va come previsto: perchè dopo tre mesi ancora non è tornata? E cosa c'entrano in questa fanfiction i pirati dello spazio Harusame? E soprattutto, cosa ci fa Mutsu su una nave pirata?
Genere: Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kagura, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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23rd March

 

«Non capisco dove vuoi andare a parare.»
Gintoki aveva perso la sua solita espressione priva di emozioni tipica di un pesce lesso, e aveva assunto un atteggiamento che dimostrava un interesse maggiore, cosa di cui Okita fu particolarmente grato. Non sarebbe stato facile, altrimenti, convincere la pigrizia fatta samurai a collaborare.
«È semplice. La Shinsengumi ha bisogno di te come intermediario tra noi e i rivoluzionari.»
«Non se ne parla nemmeno. Non ho intenzione di immischiarmi nei vostri affari da rapinatori fiscali, né in quelli di certi sanguinari da quattro soldi.»
Sougo sorrise sornione. «Eppure mi risulta che anche tu fossi un tempo uno idi quei 'sanguinari da quattro soldi', come li chiami tu.»
Il tuttofare aguzzò lo sguardo, leggermente irritato. Si alzò dalla sedia accanto alla scrivania sulla quale era stravaccato e si avvicinò alla finestra, guardando il paesaggio esterno con aria distratta.
«Gin-san, piantala. Sai che non abbiamo le tapparelle.» Shinpachi si intromise, dopo aver allungato a Okita una tazza di tè, che aveva preparato mentre gli altri due parlavano a voce alta in modo che anche lui potesse sentire.
Gintoki lo ignorò e tornò a voltarsi per guardare in faccia il giovane poliziotto, che gli restituì uno sguardo sicuro e tranquillo. «Non ti chiediamo di fare chissà cosa, danna. Dovresti solo dire due paroline a Katsura. Abbiamo sempre saputo che siete in buoni rapporti, ciò nonostante non abbiamo mai alzato un dito contro di te: ti sei mai chiesto il motivo?» Si interruppe per sorridere con finta e studiata colpevolezza. «Sapevamo che prima o poi ci sarebbe tornata utile questa vostra storica amicizia. Andiamo, non siamo stupidi. Da quando è venuto fuori che tu eri lo Shiroyasha abbiamo fatto due più due. Non è stato difficile ricostruire il puzzle del vostro rapporto amichevole, ma come ti ho detto non ti abbiamo messo alle sbarre.»
«Ci avete provato, però» Ribattè Gintoki, ricordando di come solo l'intercessione di Tetsunosuke gli avesse risparmiato la galera.
«Certamente, ma era solo un' azione burocratica. Se avessimo veramente voluto che fossi imprigionato, adesso saresti dietro ad un'elegante porta a rete metallica. Cioè, in galera.»
«L'avevo capito, Souichiro-kun.»
«Mi chiamo Sougo. E comunque quello che voglio dire è che qualcosa ce lo devi. In fondo, che fatica ti costerebbe? Dovresti solo mettere la pulce nell'orecchio a Katsura. Già lui è moderato nell'attacco agli Amanto, se riuscisse a convincere anche gli altri Jouishishi a smettere di trovare rogne con gli Harusame, il gioco sarebbe fatto.»
«Scordatelo.»
Shinpachi sussultò, quando riconobbe nel solito tono annoiato una sfumatura di rabbia. Il suo sguardo saettava dall'ufficiale a Gintoki, avanti e indietro, ansioso. «Gin-san...»
Il Tuttofare riacquistò la calma in un sospiro, poi si rivolse al ragazzino: «Patsuan, credo che il cane della tua amica abbia voglia di fare una passeggiata. Andiamo? Scusaci, Souichiro-kun, ma dobbiamo proprio uscire ora.»
Il poliziotto sospirò, poi accennò un sorriso. «A proposito di quella ragazzina aliena, non vi pare che stia facendo troppo tardi? Voglio dire, pensavo stesse via un mese, o giù di lì.» Lasciò che le labbra gli si stirassero in un sorriso furbo.
I due Tuttofare si irrigidirono. «Cosa intendi dire? Che è successo a Kagura?»
Sougo si strinse nelle spalle. «Non sappiamo più di tanto, solo che si trova su una nave di Harusame. Non è sola, con lei pare ci sia anche un ex capitano di una squadra di pirati.»
«Suo fratello! Merda... sapevo che c'era qualcosa che non andava...» Gintoki strinse i pugni, cercando di mettere ordine nei propri pensieri il più velocemente possibile. Nel frattempo Shinpachi si era avvicinato a Okita, concitato, e gli aveva afferrato vigorosamente il bavero delle divisa scura: «Kagura-chan è stata rapita dagli Harusame?! Perchè non ce l'avete detto prima?!»
Da parte sua, Sougo si liberò tranquillamente della presa e si rivolse a Gintoki: «Danna, se quella ragazzina si trovasse immischiata in una lotta tra Jouishishi e Harusame, non credo che ne uscirebbe indenne, per quanto abbia la forza erculea che tutti conosciamo. Sai cosa intendo.»
Il samurai rimase in silenzio, riflettendo tra sé e sé.
Non aveva molta scelta.

 

 

 

Abuto osservò l'ammasso di ferraglia che un tempo costituiva la nave più temuta dell'universo, seconda forse solo a quella del Tendoshuu.
Un tempo? Sorrise amaro. Solo il giorno prima era ancora perfettamente funzionante, ma qualcuno aveva avuto la brillante idea di farla precipitare. Il suo giovane capitano, praticamente incolume dopo l'esplosione, era andato a esplorare quel piccolo pianeta per vedere se riusciva a trovare qualcosa che li aiutasse a venire fuori da quella situazione, ma a distanza di un giorno ancora non era tornato.
Il resto di quella che un tempo era la settima divisione stava tentando di riparare i pezzi essenziali della nave, come il telefono e i comandi principali, mentre Abuto aveva passato la giornata a setacciare tutto il deserto per trovare “quel deficiente di un capitano”. Era tornato che era quasi sera, irritabile e stufo di tutti quei casini in cui Kamui li trascinava.
«Vice-capitano! L'abbiamo riparato!» uno degli Yato gli si avvicinò, mentre egli si sedeva su una roccia. «Siamo riusciti a mettere a posto il telefono, ora potremo chiamare qualcuno che ci venga a prendere.»
Abuto annuì, prendendogli dalle mani il piccolo oggetto nero.
«Non l'hai trovato, vero..?» Gli chiese un pelato dalla voce roca e graffiante.
«No. Probabilmente ha incontrato una specie che respira e ha deciso che valeva la pena di combatterci un po'.» Compose dei numeri velocemente, poi attese, lasciando che il vivavoce facesse risuonare il segnale acustico per tutto lo spiazzo. Nel frattempo gli Yato si erano avvicinati e avevano formato un cerchio attorno a lui.

«....Sì?»
La voce profonda percorse tutta la terra desolata, e i presenti trasalirono quando riconobbero l'interlocutore dall'altra parte della cornetta. Tutti tranne Abuto, comunque, che con aria annoiata rispose: «Mi dispiace interrompere qualcosa che di sicuro era molto più importante e interessante, ma avremmo bisogno di un passaggio.»
«Ho capito. Avviso subito Shinsuke, degozarou.»

 

 

 

 

 

* ANGOLO AUTRICE *

Ci ho messo un'era ad aggiornare, mi dispiace!! :'(
Il fatto è che ho avuto un periodo particolarmente difficile e impegnato, e proprio non ho trovato la forza di scrivere....finalmente eccomi qui, ce l'ho fatta ad aggiornare!
Che dire, pian piano introdurrò tutte le pedine che mi servono per completare il puzzle di questa ff, e poi si arriverà al nodo della questione... Spero di non perdermi nei meandri della mia mente contorta!
Per il resto, non credo di avere altro da aggiungere a questa postfazione...cercherò di aggiornare più velocemente la prossima volta!
Au revoir, grazie a tutti quelli che leggono/recensiscono/seguono ecc ecc!
Is -

 

   
 
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