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Autore: Nina16    18/04/2015    4 recensioni
Prologo:
- cos'hai? .- Mi chiese il mio bellissimo bambino. E' la copia esatta di suo padre.
-Niente piccolo mio. Stavo solamente pensando. - Non potevo nascondere nulla a questo piccolo birbante.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexy, Castiel, Dolcetta, Nathaniel, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Mi arrivò una telefonata il numero impressione era sconosciuto.  Mi alzai di scattò e risposi non sapevo il  perchè ma avvertii un brutto presentimento
-Pronto...- Sentivo singhiozzare ma nessuno proferiva parola.  Nathaniel se ne stava accanto a me mi chiese chi poteva essere ma lo ignorai ero troppo arrabbiata con lui.
-Pronto...Se è uno scherzo sto incominciando ad infuriarmi. - Esclamai   la persona che era d'altra parte del telefono se ne stava in silenzio. Continuavo a udire solamente singhiozzi.
 Poi sentii una voce tremolante:-G-Giorgia. - Era mia madre scoppiò in lacrime in quel momento non riuscii a capire niente risentii solamente quel gran macigno sul mio stomaco.
-Mamma...Perchè stai piangendo? Ti è successo qualcosa? Per caso quella specie di marito che ti trovi ti ha fatto qualcosa?.- Domandai seriamente preoccupata. Avevo paura che mio padre aveva maltrattato mia madre a causa mia.
-No...Ma si tratta di tuo padre per l'appunto.- Mi rispose continuava a singhiozzare non riuscivo a capirla. Cercai di tranquillizzarla ma fu tutto inutile.
-Mamma calmati. Fai un respiro profondo e parla chiaramente cosa gli è capitato di così preoccupante. Per caso ha perso tutti i soldi a poker. - Dissi scherzando. - Oppure l'ha spesi con qualche donnaccia per divertimento.- Continuai ridacchiando.
-Non c'è niente di cui ridere.- Esclamò parecchio adirata . - T-Tuo padre... Ha avuto un arresto cardiaco è stato portato al pronto soccorso però non mi hanno detto ancora nulla sulle sue conzidioni .- Mi bloccai per un'attimo mi sentii mancare il respiro fino a quel momento l'unica cosa che ero riuscita a dire erano state solamente cattiverie su quell'uomo che di fatto era pur sempre mio padre. 
-Come? Quando è successo?. -Chiesi. Le mie gambe , le mani l'intero mio corpo iniziò a tremare. A quel punto Nath mi tenne per mano gli scansai la sua mano dalla mia. Lui uscii da camera sua a dir poco deluso. 
-Dopo che sei andata via di casa. Continuava a sentire dei dolori atroci al petto lui diceva che non era niente.
 Questa mattina il dolore era tornato ma verso mezzo giorno mentre pranzavamo il dolore si era intensificato e si è acccasciato per terra.- Rispose:- Tesoro per favore vieni qui so bene che a volte non si comporta male però è pur sempre tuo padre. Siamo una famiglia in fin dei conti ed in questo momento tuo padre ha bisogno di te...Io ho bisogno di mia figlia in questo momento. Ti prego vieni non mi lasciare sola.- Mi supplicò di recarmi in ospedale. 
-D'accordo. in quale ospedale siete?.-Chiesi presi un fogliettino e scrissi l'indirizzo.  Riattaccai rimasi per qualche secondo a fissare il vuoto. Uscii dalla camera di Nathaniel.
Lui mi fermò per un braccio fece l'ennesimo sospiro di disappunto. In quel momento tutto e tutti potevano aspettare mia madre aveva bisogno di me non avevo alcuna intenzione di lasciarla sola anche se dovevo recarmi a trovare quella specie di padre che la vita aveva riservato per me.
-V-volevo chiederti s-scusa.- Balbettò tenendo lo sguardo fisso sul pavimento.
-Non me ne faccio niente delle tue scuse...Adesso lasciami in pace ho delle faccende da sbrigare.- lo informai acida.
-Delle cose? Tipo Castiel?.- Domandò mi fissava con occhi accusatori. 
-E se anche fosse?.- Domandai a mia volta con tono di sfida. 
-Ti ricordo che ancora noi stiamo insieme.-mi informò non mi importava più nulla ne avevo abbastanza di lui e di Castiel.
-E meglio se ci prendiamo una pausa.- Dissi  lui rimase immobile e cupo in viso mi lasciò andare.
Uscii e andai a recarmi in ospedale. In quel momento l'unica cosa che avevo in mente era di andare da mia madre. Tutto il resto poteva aspettare. In verità avevo molto a cuore la salute di mio padre anche se avevo sempre ripetuto dentro di me che non mi importava nulla di lui.
Gli volevo bene anche se lui da padre non aveva mai fatto nulla per me. In questi momenti  quando una persona stava male pensavi ai momenti più belli passati con quella persona. Ma gli unici ricordi che avevo avuto con mio padre erano del tutto infelici.
Quando ero bambina ero gelosa delle mie amichette e dei loro padri. Ero invidiosa del loro rapporto affettuoso che avevano. 
Mio padre non mi aveva mai considerato molto. Però: aveva sempre avuto tempo per quelle donnacce che erano in sua compagnia. Mai una carezza,  un'abbraccio per lui ero sempre stata invisibile. 
Per il mio decimo compleanno non si presentò e non si ricordò nemmeno che compievo gli anni. Per non parlare durante la mia adolescenza non si degnava nemmeno a chiedere se mi andava tutto bene. Quando in verità andava tutto da schifo.
Le cose precipitarono fra di noi quando lo vidi baciarsi con una donna che non era mia madre. Mi arrabbiai parecchio incominciai ad odiarlo fino ad ignorarlo del tutto.
Era triste da dover ammettere: Non avevo un padre.
 Anche se mia madre aveva sempre cercato di non far pesare questa mancanza della figura paterna in fondo al mio cuore ne avevo risentito parecchio di questo distacco di mio padre.
Volevo tanto essere amata da lui non ci eravamo mai capiti.
Arrivai in ospedale non era molto distante dalla casa di Nathaniel. Vidi mia madre seduta in sala d'attesa e mi avvicinai a lei:-Mamma.- La chiamai. 
-Giorgia tesoro finalmente sei arrivata.- Scoppiò in lacrime come una bambina e mi abbracciò.
-Dai calmati su vedrai che starà bene.- Cercai di tranquillizzarla ci sedemmo e aspettammo che il medico che si era occupato di mio padre ci desse delle notizie sulle sue condizioni cliniche.
 Rimasimo in silenzio si sentiva solamente  il vociferare  delle persone presenti in quella sala d'aspetto. E il via vai dei medici, ma nessuno ci dava notizie su mio padre.
-Se dovesse morire...- Disse ad un certo punto mia madre la interruppi: - Mamma non essere pessimista. Questo è il migliore ospedale della città e i dottori che lavorano qui sono eccellenti professionisti.- la rincuorai nuovamente. Annuì e iniziò a fissare il vuoto.
-Mamma sei ancora innamorata di papà come la prima volta che vi siete conosciuti?.- Chiesi cercai di farla distrarre fece un sorriso e mi rispose:- Certamente  questi vent'anni che ho passato con lui non ho mai smesso un secondo di non amarlo. E anche lui non ha mai smesso di amarmimi.
-Uhm si certo.- Risposi con un filo di sarcasmo era più forte di me non avevo mai visto mio padre essere affettuoso con mia madre.
-Giorgia...-Mi richiamò:- Sai perchè l'ho sempre perdonato quando andava da altre donne? Perchè anche se stava con loro poi ritornava da me.
-Questo tuo ragionamento non fa una piega.-risposi confusa mentre lei incominciò a sorridere. Non capivo se ero fatta male io o semplicemente vedevo cose che non erano vere.
-Quando sarai innamorata veramente capirai queste mie parole.- Rispose a sua volta:- Sono certa che ancora tu non lo sei o per lo meno ancora non hai trovato la persona giusta. Vero?.- Si riferiva alla mia relazione con Nath. 
Aveva indovinato a quel punto non sapevo nemmeno se quello che provavo per Castiel era effettivamente amore. Avevo capito mia madre cosa voleva intendere: nonostante tutto aveva sempre perdonato mio padre perchè ne era innamorata e l'idea di perderlo gli dava parecchio coraggio per digerire i bocconi amari che gli infligeva .
  Molte domande erano insorte nei miei pensieri: Ma io lo ero di Castiel a tal punto di perdonarlo per un tradimento? O per qualunque altra cosa?. 
-Forse hai ragione.- Sibilai. Passarono parecchi minuti nessuno sapeva niente sulle condizioni di mio padre  questa agonia continuò per ore.
 Arrivò il medico che si occupava di mio padre era un vecchio amico di famiglia. Mia madre mi trinse la mano era agitatissima.
- Volevo avvisarti che tuo marito è fuori pericolo adesso. Era soltanto un'angime .- Disse il dottore. Mia madre mi guardò e tirò un sopiro di sollievo seguito da un enorme sorriso di felicità.
-Voglio essere sincero con te quando era arrivato quest'oggi non sapevo se sarebbe uscito vivo i battiti cardiaci erano irregolari ma viste le analisi pare che dovremmo sopportarlo ancora per molto.-Disse ridacchiando mi sentii sollevata da questa notizia.
-Però aveva la pressione piuttosto alta ha avuto qualche dispiacere,qualche lite o qualche problema al lavoro?- Chiese infine.
-No che io sappia o per lo meno non mi ha mai detto nulla.-Disse mia madre volgendomi uno sguardo. Mio padre si era sentito male a causa della nostra lite. Mio padre stava rischiando di morire a causa mia.
-Se volete potete andare da lui però mi raccomando non fategli fare sforzi. Dovremmo però tenerlo sotto osservazione ancora fino a domani per ulteriori accettamenti.- Ci informò .
-Ma starà bene?-Domandai 
-Si se farà tutto quello che gli sarà prescritto.- Rispose e ci lasciò sole. Mia madre mi chiese se volevo entrare con lei ma rifiutai non ero ancora pronta per vederlo non sapevo cosa dire o fare. 
Vidi mia madre entrare nella stanza dove era sistemato mio padre. Io invece iniziai a girovagare per l'ospedale mi ritrovai nel reparto ematologia pediatrica.
Quella stanza d'ospedale emanava allegria: sentii risate gioia quei bambini nonostante fossero malati non si  lasciavano abbattere dalla crudeltà che la vita gli aveva riservato. 
Rimasi fuori sulla soglia della porta la cosa che mi stupii fu vedere Castiel dentro quella stanza. Giocava, rideva insieme a quei bambini non avevo mai visto questo suo lato da tenerone.
Rimasi a guardarlo per vari secondi poi arrivò una mamma di uno dei bambini che erano in quella stanza.
-E' un'angelo questo ragazzo viene  a trovare i bambini tutti i pomeriggi-Disse sorridente.
-Quindi Castiel viene tutti i giorni?.-Chiesi sorpresa.
-Si. E' un tuo amico?.- Mi chiese io annui continuavo a fissarlo. La signora entrò in stanza e Castiel si accorse della mia presenza e si avvicinò a me.
-Che ci fai qui? E ti è successo qualcosa?.- Domandò preoccupato iniziò ad osservarmi dalla testa ai piedi si accettò che fosse tutto apposto.
-Non mi guardare così sto bene. Sono qui perchè mio padre si è sentito male lo hanno ricoverato.-Risposi.
-Ah capisco...Sta meglio?.-Chiese. 
-Si...Quindi passi tutti i pomeriggi con questi bambini.- Chiesi a mia volta. Lui sorrise e mi fece cenno di entrare nonostante avevamo litigato non potevamo far a meno l'uno dell'altro.
-Bambini voglio presentarvi una mia amica: Giorgia! .- Esclamò Castiel.
-C-Ciao.- Balbettai ero piuttosto timida un mio difetto che odiavo.
-Si chiama come me?.- Domandò una bambina poteva avere nove anni. Nonostante la malattia che si faceva vedere per me era di una bellezza indescrivibile.
-Si! chiama come te.- Rispose Castiel sorridendole. 
-Sai Castiel è il  mio fidanzato.- Mi disse con un sorriso innocente io non potei far a meno che sorridere e le dissi:- Davvero? Ma tu lo sai che Castiel è un ragazzo fortunato?.
-Perchè?.- Mi chiese confusa e allo stesso tempo divertita.
-Perchè sei una bambina bellissima.-Risposi mi sorrise e venne ad abbracciarmi. Castiel se ne stava a guardare. 
-Senti Giorgia.-Mi chiamò la bambina.
-Si?.-Risposi.
-Lo sai che Castiel ti vuole bene.-Rispose la guardai un pò confusa non capivo cosa voleva intendere.
-Che quando gli ho detto come mi chiamavo mi aveva raccontato di una ragazza carina dai capelli castani con gli occhi azzurri a cui voleva molto bene.- Rimasi spiazzata Castiel aveva parlato di me con questa bambina.
Passai mezz'ora in compagnia di quei bambini meravigliosi mi fecero dimenticare tutti i miei problemi. Legai molto con  Giorgia quella bambina ci trovammo subito in sintonia. E a quanto pare avevamo un debole entrambe per Castiel.
Continuai a giocare e a divertirmi la timidezza che avevo avuto scomparve del tutto. Avevo promesso a quei bambini che venivo a trovarli l'indomani e vidi Castiel sorridere.
Li salutai e Castiel mi accompagnò fuori dalla porta lui aveva deciso di rimanere un'altro pò con loro.
-Cos'è hai fatto comunella con Giorgia?.- Mi disse ridacchiando
-Potrebbe essere.-Scherzai a mia volta.
-E' una bambina speciale.- Disse. Castiel era molto legato a quella bambina.
-Si lo so me ne sono resa conto anch'io.- affermai.
-Sei andata a vedere come sta tuo padre?.-Mi chiese sapeva come ci eravamo lasciati l'ultima volta.
-Ancora no...Ma ho intenzione di farlo adesso. Vedere questi bambini mi ha fatto riflettere parecchio. -Risposi.
-Domani io verrò a trovarli di nuovo...Vuoi venire con me?.- Accettai il suo invito e lui ne fu molto felice. 
Salutai Castiel e mi diressi nella camera in cui vi era mio padre. Quando arrivai vidi mia madre uscire.
-Come sta?.-Le domandai.
-Sta molto meglio...Ha chiesto di te vuole parlarti.-Mi rispose:-Perchè non entri e parlate però mi raccomando non farlo agitare.- Annui ed entrai in quella camera.
Quando entrai lo vidi attaccato ad una flebo. In viso era biancastro faceva fatica a parlare in quel momento mi sentii una pessima figlia per colpa mia si era ridotto in quello stato.
-G-Giorgia siediti accanto a me.- Mi disse presi una sedia che vi era in quella stanza e la misi accanto a lui e mi sedei. Non riuscivo a dire nulla mi sentivo tremendamente in colpa. Ad un certo punto mio padre scoppiò in lacrime e mi disse:- Sono stato un pessimo padre e un pessimo marito. Scusami Giorgia se in tutti questi anni non ho fatto altro che farti stare male.
Ho deluso te la mamma povera donna non si merita tutto quello che le ho fatto.-Continuò cercai di farlo calmare nelle sue condizioni non doveva agitarsi.
-Calmati papà non dovresti agitarti in questo modo
-Mi dispiace ma pensare che non fossi mia figlia mi faceva ribbolire il sangue al cervello.- Mi disse rimasi spiazzata da quello che mi aveva detto.
-C-Che significa che non fossi tua figlia?.- Balbettai.
-Vedi Giorgia quando conobbi tua madre lei era già fidanzata. Ma poi conobbe me e lasciò il suo ragazzo.
 Passarono due anni e io e tua madre decidemmo di sposarci. Quell'uomo continuava a perseguitare tua madre fin quando una sera l'aggredì. Io non seppi nulla di quel che era successo. Poi tua madre mi raccontò tutto e mi disse che era incinta. C'era la probabilità che quel figlio che aspettasse non fosse mio.-Continuò a raccontare.
-Q-Quindi sono figlia di uno stupratore? E questo che vuoi dirmi.- Mi alzai ero in preda alla disperazione.
-Non lo so...Non ho mai fatto il test del DNA per paura di scoprire la verità.-Mi disse continuavo a fare avanti ed indietro in quel momento il mondo mi crollò addosso.
-Adesso comprendo il perchè mi hai sempre evitato o non hai mai cercato di conoscermi.-Risposi.
-Giorgia...Devi capire che per me era difficile volerti bene. Pensavo continuamente a quell'uomo che ha fatto del male a tua madre. Ho provato a volerti bene ma non ci riuscivo.-Continuò a dire.
-Hai sempre tradito la mamma perchè? Cosa ha fatto quella povera donna per meritarsi tutto questo?.- Urlai  e piansi a dirotto mi sentii un ottuso contorto in quel momento entrò mia madre:
-Che cosa sta succedendo qui?.-Chiese 
-Le ho dovuto dire la verità...-Aggiunse mio padre in quel momento mia madre diventò pallida in viso.
-Non avresti dovuto. E' tua figlia lo vuoi capire una volta per tutte.-Gli urlò contro.
-Sono ancora qui smettela!.-Esclamai. Uscii da quella camera sconvolta in preda alla disperazione più totale. Mia madre cercò di fermarmi.  Ma in quel momento volevo stare sola e sprofondare sotto terra. Che avevo fatto di male per meritarmi tutto questo.




ANGOLO AUTRICE: Per quei pochi che hanno letto. Volevo dire che ho cancellato il capitolo che avevo pubblicato in precendenza perchè avevo dimenticato di aggiungere alcune cose. 
Quindi spero vi piaccia.
   
 
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