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Autore: lily88    19/04/2015    0 recensioni
"Attenzione, la bambina Christina attende la mamma Anna alla cassa numero cinque."
L'iniziale dubbio svanì del tutto quando la vide avvicinarsi a loro, trafelata e angosciata eppure decisa allo stesso tempo. Il suo viso si rilassò un poco quando vide che la bimba stava bene, un po' spaventata per la disavventura, certo ma sana e salva. Quando lei alzò lo sguardo verso di lui, per ringraziarlo suppose l'uomo, la sua espressione mutò ancora diventando stupita e meravigliata. Erano passati cinque anni dall'ultima volta che si erano visti. Un'eternità. Ora il destino li aveva fatti reincontrare in un supermercato qualunque, lì, nell'uggiosa e fredda Londra.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pazienza Anna
Pazienza Anna Ivanovna, ci vuole pazienza


"Attenzione, la bambina Christina attende la mamma Anna alla cassa numero cinque."
"Attenzione, la bambina Christina attende la mamma Anna alla cassa numero cinque."
L'iniziale dubbio svanì del tutto quando la vide avvicinarsi a loro, trafelata e angosciata eppure decisa allo stesso tempo. Il suo viso si rilassò un poco quando vide che la bimba stava bene, un po' spaventata per la disavventura, certo ma sana e salva. Quando lei alzò lo sguardo verso di lui, per ringraziarlo suppose l'uomo, la sua espressione mutò ancora diventando stupita e meravigliata. Erano passati cinque anni dall'ultima volta che si erano visti. Un'eternità. Ora il destino li aveva fatti reincontrare in un supermercato qualunque, lì, nell'uggiosa e fredda Londra.
Gli porse la mano, dicendoli un semplice "Grazie, Nikolai." Anelava il tocco di quelle dita sulle proprie, unico atto socialmente accettabile agli occhi del mondo. Lui rispose al gesto prendendo quella mano nella propria e stringendola con tutto il riguardo di cui era capace. Fu un attimo, breve, elettrizzante e catartico, poi ogni arto tornò al fianco del proprio possessore. Christina si fiondò addosso alla madre per farsi coccolare, mentre Anna la prendeva in braccio meccanicamente, il suo cuore e la sua mente erano concentrate ad impremersi ogni singolo particolare di Nikolai. I loro sguardi continuavano a cercarsi e a trovarsi, studiandosi a vicenda. Non era cambiato granchè, qualche ruga in più sul bel volto ad indicare che il tempo passa per tutti.
Lui, che non aveva ancora aperto bocca disse solamente "Fai attenzione, il mondo è pieno di gente perbene tanto quanto è pieno di malviventi." Lei si ritrovò a fare un sorriso tirato, suo malgrado non sapeva ancora in che categoria inserire l'uomo che tanto la faceva sospirare. Decise che era il momento di andare, in questi anni aveva fatto di tutto per dimenticarlo e ora avrebbe dovuto ricominciare daccapo.
"Christina ringrazia il signore per averti aiutata, non essere timida."
"Grazie signore!" Glielo disse sorridendo e protendendosi dalla madre gli fece una carezza sul viso. "Così non sarai triste. La mamma dice che le carezze curano più delle medicine."
I bambini sono esseri incredibili, sanno cogliere delle sfumature che gli adulti non sanno più vedere o che decidono di ignorare; loro invece, complice l'ingenuità, possono permettersi certi gesti senza aver paura delle conseguenze. Nikolai le sorrise, un sorriso dolce, -che Anna si impresse nel cuore- e in russo ripetè la propria benedizione per la bimba "Che Dio ti benedica, Christina." Lei sorrise di nuovo, aveva capito quello che le aveva detto perchè lo zio le stava insegnando il russo. Mentre si allontanavano alla ricerca del carrello lasciato chissà dove la bimba gli faceva ciao con la manina.
 
Anna non si aspettava di vederlo nuovamente all'uscita del negozio. Avevano impiegato più di trenta minuti fra il finire la spesa e fare la fila alla cassa numero cinque. Si, aveva voluto tornare in quella, non sapeva neanche lei perchè.
"Cosa ci fai ancora qui? Fa freddo e sta piovendo." Lui non disse nulla ma prese dalle mani di Anna la spesa e nuovamente le sfiorò le mani. "Così puoi aprire ombrello e tenere Christina per mano. A spesa ci penso io. La tua auto?" "È nel settore B, andiamo."
Ed ora? Era di nuovo in debito con lui, che doveva fare? Se lo avesse invitato a cena avrebbe accettato o avrebbe rifiutato proprio come aveva fatto lei stessa tempo addietro? Decise di domandarglielo e di porre fine ai propri tormenti interiori. "Di nuovo grazie per il tuo aiuto. Vorresti...vorresti venire a cena da noi stasera? È l'unico modo che conosco per sdebitarmi."
Lui non sapeva cosa rispondere. Avrebbe dovuto rifiutare, in cuor suo lo sapeva, eppure non riusciva a dirle di no. In più Christina lo guardava piena d'aspettativa, si limitò a fare un cenno con la testa. Entrambe si aprirono in un sorriso e Anna, la sua Anna, gli diede l'indirizzo in cui abitava attualmente con la figlia.
La zona era in un quartiere tranquillo, classica casa famigliare all'inglese. Suonò il campanello alle diciannove in punto. Anna indossava dei semplici jeans e un bel maglione verde scuro, con scollo a V. In questi anni aveva lasciato crescere i capelli, che le ricadevano morbidi sulle spalle. Aveva messo un po' di mascara, unico trucco su un viso pulito e genuino. Lo colpì il buon profumo della carne che proveniva dal forno. "Spero che ti piaccia il roastbeef." "Da, da, non preoccuparti." Quando la bimba lo vide gli venne incontro saltellando e sorridendo "Ciao Nikolai." e se lo trascinò in salotto a giocare. O meglio lei colorava e lui la guardava. La cena fu tranquilla, non parlarono molto ma l'energia nella stanza era carica di aspettativa.
Anna mise a letto la piccola e le lesse una parte di Peter Pan, Nikolai la aspettava, appoggiato allo stipite della porta della camera. Ascoltava anche lui la storia del bambino che non voleva crescere e intanto osservava la sua bella e forte Anna. La amava, la amava con tutto sè stesso; il fatto che in cinque anni non si era fidanzata forse voleva significare che anche lei...non doveva saltare alle conclusioni prima del tempo. Pazienza, bisogna avere pazienza, si ripetè.
"Anna, Christina dorme. Andiamo di sotto." Lei rimboccò le coperte e diede un bacio alla sua bimba prima di lasciare la porta socchiusa e scendere insieme a Nikolai.

"Posso offrirti un caffè, un the o preferisci della vodka?" Lui sorrise, un sorriso obliquo, non bello come quello del pomeriggio. "Un caffè andrà benissimo." Quando tornò in salotto con la bevanda pronta non potè fare a meno di domandarglielo "Che cosa succede ora Nikolai? Dopo cinque anni è cambiato qualcosa o per noi non c'è speranza?" Si prese il suo tempo, sorseggiò il caffè e infine rispose "Pazienza Anna Ivanovna, ci vuole pazienza. Il castello sta per crollare, niente più re o principi."
Le si avvicinò con la chiara intenzione di baciarla, lasciandole il tempo di scostarsi se non avesse voluto; fortunatamente Anna azzerò la poca distanza che ancora li separava. Gli carezzò il volto e lui si beò di quella carezza tanto agognata e sognata. Si guardarono negli occhi e si dissero tutto quello che c'era da dire, le emozioni nitide nelle loro iridi, le une i riflessi dei sentimenti dell'altro. Fecero l'amore una prima volta in maniera urgente, pieni di passione e poi una seconda con più calma, cercando di darsi il maggior piacere possibile a vicenda. Ogni tanto Nikolai si lasciava sfuggire qualche parola in russo, Anna non capiva proprio tutto ma quel "moya lyubov' , moya zhizn'."* sussurrato all'orecchio, quello si che lo aveva capito.  Sorrise, baciandolo ancora e ancora. Stava per addormentarsi sul divano quando sentì la presa salda di Nikolai che la prendeva fra le braccia e la portava in camera da letto. "Resta, resta con me ancora qualche ora. Per favore." Di nuovo non disse nulla ma le si sdraiò a fianco, circondandola con un braccio. La mattina arrivò fin troppo presto, silenzioso come un gatto si era alzato e rivestito, aveva dato un ultimo bacio ad Anna, sfiorando appena le sue labbra. Stava per andarsene ma poi si ricordò che doveva fare un'ultima cosa. Risalì le scale e entrò nella stanza di Christina, dando un bacio sulla guancia anche a lei, ora erano pari.
"Non volevi salutarmi?" "Non volevo svegliarti." Le carezzò il volto e la oltrepassò, varcando la soglia di casa si girò a mezzo busto e le disse "Pazienta ancora qualche mese, Anna. Se tutto andrà bene verrò a prendervi." Lei si limitò ad assentire con la testa e lui se ne andò, di nuovo. Chissà per quanto, stavolta. Mesi, meglio di anni pensò fra sè e sè.

Come in un déjà vû, qualche settimana dopo il loro ultimo incontro, si ritrovò a percorrere il corridoio dell'ospedale e lo vide. Come quella volta di cinque anni fa steso su una barella, più morto che vivo. Solo che questa volta non era riuscita ad essere indifferente. Alla fine del turno, che mai le era sembrato così lungo, si fiondò in cure intense per poterlo almeno vedere. Respirava, i valori erano stabili, tirò un sospiro di sollievo. Quando, la settimana dopo, lo dimisero dalle cure per lasciarlo in un reparto di medicina stava decisamente meglio, lì poteva andare a trovarlo. La prima volta che le aveveno permesso di vederlo Nikolai dormiva, lei gli aveva carezzato il viso e aveva atteso. Una volta svegliatosi, lei aveva ripetuto il gesto per poi stringerli la mano. "È vero quello che dicono i giornali? Ci sarà un maxiprocesso, con un testimone che non comparirà in aula?" Avrebbe voluto aggiungere "Sei tu, vero?" ma non disse nulla, limitandosi a guardarlo negli occhi e leggerli dentro.  "Per una volta i giornali dicono verità." e poi annuì piano come in risposta alla sua muta domanda. "Avrò pazienza." "Comincia a pensare dove ti piacerebbe andare a vivere. Londra non sarà più sicura dopo. Sei certa di volermi ancora?" Lo baciò e si allontanò verso l'uscita, lui la bloccò con una frase che la spiazzò non poco "Tua figlia ha ragione, carezze molto meglio di medicine di ospedale." Lei si rigirò "Allora farò in modo che quelle non manchino mai. Ci vediamo domani."

Due anni e mezzo dopo la loro nuova vita poteva cominciare, finalmente insieme. Anna e Christina avevano scelto il Canada.





Ultima nota: Adoro "La promessa dell'assassino" e Anna e Nikolai sono due personaggi estremamente affascinanti. Lo so, l'happy ending è scontato ma non mi andava di far morire nessuno, in fondo hanno già sofferto abbastanza.

Ultima nota 1:*
"moya lyubov' , moya zhizn'." significa "amore mio, mia vita." o perlomeno dovrebbe voler dire questo. Spero che google traduttore ce l'abbia fatta, in fondo è facile come frase. In caso contrario, se qualcuno parla russo, sarò ben felice di correggere la frase.

Ultima nota 2: Grazie a chi leggerà e a chi sarà così gentile da commentare. Con affetto, Lily.


































  
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