Serie TV > Band of brothers
Ricorda la storia  |      
Autore: lapoetastra    20/04/2015    2 recensioni
< È il soldato Janovec >, spiegò Webster, con voce appena tremante, vedendo che Winters taceva.
Ma egli lo sapeva già, chi era quel giovane con il volto da bambino ed il corpo da adulto.
Era uno dei migliori soldati che avesse mai avuto.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non ci credo.
Mi sembra impossibile che, dopo tutto ciò che ho passato, la guerra sia finalmente finita.
Quando è iniziata, anni fa equiparabili ad un’intera vita, ero convinto che sarei morto, qui, nella fortezza Europa.
Trucidato dai tedeschi.
Spezzato in due da una bomba.
Invece non è successo.
Contro ogni mia previsione, sono sopravvissuto a centinaia di crucchi assetati di sangue e pronti in qualsiasi momento a mandarmi all’altro mondo.
Ho vinto io.
Ce l’ho fatta, e tra poco tornerò a casa, dove ogni cosa ricomincerà da capo ed andrà per il verso giusto.
Dove potrò riiniziare a vivere la mia vita, che si è fermata il giorno in cui sono stato arruolato.
Credo che la mia famiglia sarà felice di rivedermi sano e salvo, ma non ne sono poi così sicuro.
Non importa, o almeno non molto.
Ora voglio pensare solo a me stesso, dopo che ho trascorso anni a rischiare la mia vita per difendere la patria.
Sono immensamente felice di poter continuare a respirare, a differenza dei miei compagni caduti, ed adesso ho intenzione di godermi le meraviglie del mondo di cui mai prima d’allora mi sono interessato.
E sarà un mondo nuovo, felice.
Senza la guerra.
Piango, e le lacrime che mi rigano il volto sono per la prima volta da tempo immemore non di dolore e terrore, ma di pura e semplice gioia, sentimenti che per troppi giorni si sono negati al mio cuore martoriato.
Charlie Webb mi chiede se voglio un passaggio, ed io, riscosso improvvisamente dai miei pensieri, accetto con un sorriso ebete e salgo a bordo della sua jeep.
Mentre l’aria mi scompiglia i capelli e mi fa rabbrividire impercettibilmente, non riesco a smettere di ringraziare il cielo per non essersi ripreso lo straordinario dono regalatomi ventuno anni fa: la vita.
 
 
 < Comandante Winters >, chiamò David Webster, accorrendo affannato. < Abbiamo un problema. >
Winters non perse un attimo in spiegazioni inutili e seguì il soldato.
Arrivò in giardino, e lo vide.
Disteso su una barella, con una coperta che gli copriva completamente il corpo distrutto, c’era uno dei suoi uomini.
< È il soldato Janovec >, spiegò Webster, con voce appena tremante, vedendo che Winters taceva.
Ma egli lo sapeva già, chi era quel giovane con il volto da bambino ed il corpo da adulto.
Era uno dei migliori soldati che avesse mai avuto.
< Cosa gli è successo? >, domandò allora, cercando di non far trapelare il tremito nella propria voce, ed ottenendo un risultato che gli sembrò piuttosto soddisfacente.
< Era a bordo della jeep di Webb. Un altro veicolo sulla loro strada ha perso un barile di vino, a pochi passi da loro. Lo schianto è stato inevitabile >, mormorò il dottore, accanto a loro, che fino ad allora era rimasto in silenzio.
< Non ho potuto fare niente, è morto sul colpo >, si giustificò poi, vedendo l’espressione scura sul volto di Winters.
Ma Dick non ce l’aveva con lui.
Era arrabbiato con il destino, o con Dio, o con chiunque avesse strappato la vita di quell’innocente ragazzo poco più che ventenne.
Winters non poteva non pensare a tutte le volte in cui aveva visto John Janovec saltare allegro da una parte all’altra del campo, felice come una Pasqua per essere sopravvissuto alla guerra.
Dick era stato partecipe dell’immensa gioia di tutti i suoi soldati, compresa la propria, ma la contentezza di Janovec era… diversa.
Mille volte più forte di quella di ogni altro uomo.
Perché John, a differenza di tutti gli altri, non aveva mai sperato di farcela.
Sapeva che con ogni probabilità non sarebbe tornato nella sua amata America vivo, tutto d’un pezzo. e non in una bara spoglia o ancor peggio in un sacchetto di plastica.
E, come spesso accadeva, anche quella volta Janovec non si era sbagliato.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Band of brothers / Vai alla pagina dell'autore: lapoetastra