Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: LaMusaCalliope    21/04/2015    0 recensioni
DAL TESTO: "L’ esercito nemico circondò la rocca, bloccando ogni via di fuga. I cancelli erano stati divelti e pendevano da un solo cardine, abbandonati. Se fossero entrati avrebbero vinto una battaglia che si protraeva da fin troppi anni." Una guerra. Una Combattente. Un amore e un nemico. La lotta contro sé stessa e i propri sentimenti, le proprie paure. Buona Lettura!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~Niccolò si preparò ad affrontare lo spadaccino e nel frattempo contava le frecce nella faretra dell’arciere. Erano tre. Una l’aveva già incoccata nell’arco, pronto a colpirlo.  Si preparò all’attacco. Le ferite che aveva sanguinavano, compresa quella alla spalla che si era riaperta. Si sentiva debole. Lo spadaccino aveva impugnato l’arma e era pronto a combattere. Si mise in posizione di attacco ma a un tratto un forte rumore di passi che venivano dall’ingresso della galleria. Erano soldati, quelli che rimanevano del gruppo che aveva creato prima di fuggire. Erano una decina e si stavano battendo per salvargli la vita; a lui e a sua sorella. Avevano attaccato il manipolo di uomini che rimanevano a protezione di Jess. Era un massacro. C’era sangue ovunque. Niccolò rimase un istante ad osservare l’arciere che cadeva a terra, il sangue che usciva copioso dalla gola, gli occhi aperti in un ultimo grido di dolore e terrore. Lo spadaccino stava battendosi con due soldati ma era ferito. Erano in netto vantaggio. Cercò sua sorella e la vide che aiutava i soldati combattendo contro Jess. Sapeva quanto le stesse costando ogni affondo, quanto si sentisse in colpa a ogni spilla di sangue che usciva dal corpo di quel traditore. Decise che era arrivato  anche per lui il momento di dare una mano. Strinse i denti, ignorando il dolore alle ferite che andava aumentando sempre di più, impugnò la spada e si immerse nella battaglia.
 

Li aveva visti arrivare come un miraggio. Jess fu distratto dai soldati e la presa sulla sua gola si allentò, il pugnale si allontanò e lei poté liberarsi. Con la spada, tracciò un arco che finì sul petto di Jess, procurandogli un’ampia ferita da cui iniziò a uscire sangue a quantità. Il ragazzo la studiò per un po’ ma non se ne curò. Riprese a combattere, quasi con più foga, la ferita sembrava non fargli male ma Bonnie sapeva che era grave, lo vedeva dai movimenti di Jess, sempre più lenti e imprecisi, dal sudore sulla sua fronte aggrottata. Riuscì a ferirlo alla gamba destra con un affondo dall’alto e a evitare un tondo con facilità. Smise di attaccarlo solo quando lo vide completamente imbrattato di sangue. Respirava a fatica e tossiva, sputando sangue dalla bocca. “Come ci si sente, Jess? Come ci si sente ad essere fatti a pezzi, a sentire ogni muscolo del tuo corpo stanco, a cercare l’aria, a cercare di far rallentare il battito del tuo cuore, a provare a far sparire il dolore? Eh, come ci si sente? Tu non hai la minima idea di come io mi sia sentita, di come io abbia vissuto in questi mesi. Il senso di colpa di aver amato un nemico, la paura di doverlo uccidere o essere uccisa da lui, e l’amore stesso che con grandi difficoltà sono riuscita a mettere da parte. Guardati intorno, Jess. Cosa ti è rimasto? I tuoi uomini sono morti. Tuo padre ti sta solo usando per arrivare al potere, tu eri una sua pedina e ti sei fatto comandare, hai permesso che lui plasmasse la tua vita, rendendola adatta a una persona destinata a rimanere sullo sfondo. Ti sei fatto prendere in giro, Jess e hai perso tutto!” il ragazzo alzò su di lei uno sguardo pieno di dolore. “Pensi che non lo sappia? Pensi davvero che io sia stato manipolato? Io sapevo a cosa andavo incontro. Conosco mio padre abbastanza bene da prevedere che a me non sarebbe spettato un briciolo di potere. Ma volevo farlo. Volevo dimostrargli che per lui avrei fatto qualsiasi cosa, volevo dimostrargli che ero forte. E l’ho fatto. Oggi ho avuto la mia vittoria. Ho vinto su di te, sulla tua famiglia e su mio padre. Ho vinto e ho dimostrato a tutti quanto valgo davvero. Non credere che non ti abbia amata, sei libera di non farlo, ma ti ho amata davvero.  Ricordo i pomeriggi trascorsi insieme, le parole che ci siamo scambiati, i baci sotto la luna. Li rimpiango. Mi dispiace per come mi sono comportato, Bonnie. È troppo tardi per rendermene conto, lo so, come so che la mia ora è vicina. Ma volevo dirtelo. Volevi che tu sapessi quanto per me tu sia stata preziosa e importante. Mi dispiace ancora.” Un colpo di tosse e altro sangue cadde, imbrattando un terreno già scivoloso e rosso. La ragazza gli si avvicinò, infoderò la spada decidendo di fidarsi di Jess. Si inchinò alla sua altezza, fino a guardarlo negli occhi. Erano lucidi dalle lacrime. Gli accarezzò una guancia, il cuore che le batteva come se fosse impazzito. Si avvicinò ancora. Poteva sentire il suo lieve respiro farsi più affaticato. Fece incontrare le loro labbra e fu come aprire una porta. Tutti quei sentimenti che aveva deciso di tenere relegati nel profondo del suo animo la invasero come un fiume in piena. Quell’amore che credeva sepolto per sempre tornò ancora più forte di prima. Chiuse gli occhi e sentì: il battito di lui decelerare, le labbra che sapevano sangue erano bollenti e chiamavano le sue, invitanti. Si staccò da lui solo quando lo sentì affannare alla ricerca d’aria. Prese un grande respiro, quindi tossì. La guardò. Uno sguardo carico di amore, uno sguardo supplichevole. Bonnie sapeva cosa voleva. Scosse la testa. Non poteva. Non lei. “ti prego” sussurrò Jess con la voce che sembrava un sussurrò. La ragazza guardò la ferita sul petto. Era profonda, perdeva sangue e così tutte le altre che gli aveva inferto. Jess stava soffrendo, e la guardava ancora con quello sguardo. Lei prese la spada. La mano le tremava. Aveva ancora paura, quella fedele compagna che non era intenzionata ad abbandonarla. Alzò la spada. Chiuse gli occhi. Respirò con calma. Sentì una presa sulle sue mani. Riaprì gli occhi. Niccolò era con lei, come sempre. Le sorrise. Era un sorriso forzato, atto solo per farle capire che insieme ce l’avrebbero fatta. E insieme calarono la spada sul cuore di Jess. Esalò l’ultimo respiro e cadde all’indietro.
Era finita. Bonnie non poteva crederci. Si guardò attorno, c’erano i soldati, cinque quelli rimasti in vita. E suo fratello, che le cingeva le spalle con un braccio, che la stringeva a sé, che la faceva sentire protetta. E Bonnie pianse. Pianse quelle lacrime che non parlavano più di odio e rimorso bensì di amore e dolore. Pianse finchè ne ebbe la forza; finchè non sentì un paio di braccia strapparla dall’abbraccio del fratello. Sentì il suo corpo sollevarsi. Un uomo l’aveva presa in braccio e la stava portando via da quel luogo, lontano dal sangue e dalla guerra. Lontano da Jess.

Angolo autrice:
Vi prego, non uccidetemi! Sapevate nel profondo del vostro cuore che sarebbe andata a finire così, vero? Comunque, questo è l'ultimo capitolo EFFETTIVO. Quello che seguirà sarà un epilogo, ma non voglio spoilerarvi nulla. Perdonatemi il ritardo ma ieri avevo davvero molto da fare. Devo dire che questo è stato decisamente il capitolo più complicato, e il più lungo. Sono molto soddisfatta del lavoro che ho fatto, il che è strano perchè di solito io faccio come Boccaccio: vorrei dare fuoco a tutti i miei racconti. E dopo questa piccola curiosità su Giovanni caro vi saluto e ... al prossimo lunedì con l'epilogo.

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: LaMusaCalliope