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Autore: Calliroe    27/12/2008    6 recensioni
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Calliroe è una ragazza di Calidone che ha rifiutato Coreso, sacerdote del dio Dioniso. Quando Coreso chiede aiuto al dio per vendicarsi della ragazza, questo fa diventare pazzi i cittadini di Calidone. Interrogato l’oracolo, si scopre che l’unico modo per salvare la città dalla furia devastatrice del dio è sacrificare Calliroe, a meno che qualcuno non si fosse offerto al suo posto. E l’ingrato compito spetta al suo amato, a Coreso…
Tutto sembra ormai deciso… o forse no?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Calliroe

Rating: Verde

Avvertimenti: \

Dedicato a: la mia insostituibile beta reader…

Un grazie speciale a: Kaoru, BluRei, luisina e _ToBeHappy_

                               (E a tutti coloro che hanno letto le mie storie passate)

 

 

 

Prologo: Calliroe è una ragazza di Calidone che ha rifiutato Coreso, sacerdote del dio

Dioniso. Quando Coreso chiede aiuto al dio per vendicarsi della ragazza, questo fa diventare pazzi i cittadini di Calidone. Interrogato l’oracolo, si scopre che l’unico modo per salvare la città dalla furia devastatrice del dio è sacrificare Calliroe, a meno che qualcuno non si fosse offerto al suo posto. E l’ingrato compito spetta al suo amato, a Coreso…

Tutto sembra ormai deciso… Ma potrà mai Coreso alzare la mano e conficcare il pugnale tra il petto dell’amata?

 

 

-         Non posso. Non posso. Non posso.

Coreso aveva passato la notte intera a supplicare il dio e a bruciare carne ininterrottamente. Ma il dio non si era fatto vivo; era troppo impegnato a scorrazzare tra i boschi e a danzare con le sue Menadi* per poter ascoltare le suppliche di un insignificante mortale

Il dio a cui era devoto, il dio dell’ebbrezza, dell’oblio, il dio delle illusioni lo aveva abbandonato. E Coreso fissava l’orizzonte, impaurito per quello che da lì a poco sarebbe potuto succedere.

-         Devo ucciderla, devo ucciderla…

Coreso avrebbe dovuto sacrificare la ragazza al dio, se nessuno si fosse offerto al posto suo. Così aveva detto l’oracolo di Dedona: e lui, sacerdote e servo di Dioniso, avrebbe dovuto obbedire.

 

Dall’altra parte della città già si sentivano gli echi di tutti quelli che avevano perso il senno… barcollavano, gridavano e si agitavano in mezzo alle strade. E la colpa era sua, sua, sua.

                       Calliroe lo aveva rifiutato, e che era successo? Il dio era stato chiaro:

 

“ Bisognerà pure che qualcuno metta fine alle sue sofferenze”

aveva detto Dioniso, riferendosi al sacerdote.

Ma mai nessuna frase era suonata più ambigua.


Dioniso aveva deciso, l’oracolo lo aveva ribadito: se Calliroe non fosse morta sacrificata al dio, la città sarebbe stata condannata ad una perpetua pazzia.

 

 

L’alba stava spuntando, e Calliroe era stata portata all’altare sacro.

Coreso fece un profondo sospiro.

Nessuno si era offerto al posto di Calliroe.

Sarebbe morta lei per il bene della città.

 

Coreso si avvicinò lentamente all’altare… Non aveva ancora guardato in volto Calliroe. Non lo faceva dalla mattinata prima, da quando lei lo aveva deriso e rifiutato e lui, accecato dall’ira, si era rivolto al dio per ottenere vendetta.

 

 

Calliroe… Calliroe… Calliroe… Non rabbrividite anche voi, al suono del suo nome?

Il suo nome significa “bel ruscello”… ed è proprio così, la mia Calliroe: ha i capelli sottili e impalpabili che sembrano schiuma di mare, e la sua voce è cristallina come il suono di una cascata…

 

 

Mia ?

Una voce mi sussurra all’orecchio, beffarda.

È Dionisio o è solo la mia immaginazione?

Calliroe non è mai stata mia, né lo sarebbe mai potuta essere. Quella sciocca ragazza… che ci trovava di bello in lei? Dopotutto, era una ragazza come tante. Dopo di lei sarebbe riuscito a trovarne un’altra più disponibile e meno capricciosa.

 

Sì, si convinse, la sua morte non avrebbe causato una gran perdita.

Coreso percorse gli ultimi metri che lo dividevano da lei più velocemente, alzò il pugnale, sicuro. Vicino a lui, li spettatori aveva trattenuto il respiro.

 

 

Ora il viso di Coreso era lontano poche spanne da quello di Calliroe. Ne poteva sentire il profumo dolciastro dei capelli, ne immaginava lo sguardo fiero e risoluto, la bocca sottile e lo sguardo sprezzante.

Fu il ricordo del disprezzo che aveva dimostrato la mattina prima nei suoi confronti a dargli forza e a stringere il pugnale tra le sue dita.

 
Alzò il braccio…

 

-         Un’ultima volta – pensò Coreso – voglio vedere il suo viso un’ultima volta…

Coreso abbassò lo sguardo e incrociò quello della fanciulla.

E in un attimo, tutte le sue certezze si dissolsero come neve al sole.

 

 

Calliroe era bellissima, ancora più bella di quello che ricordava. Le guance pallide, gli occhi spalancati dalla paura, velati dalle lacrime. Il suo viso era umido, e il petto s’alzava e s’abbassava velocemente, come se non avesse mai abbastanza aria nei polmoni. Tra i suoi capelli c’erano una moltitudine di piccoli petali: probabilmente l’avevano rapita e trascinata al tempio mentre era intenta ad intrecciare corone di fiori sulla riva del fiume.

 
Era una bella ragazza, Calliroe. Giovane, ingenua, come dovrebbero esserlo le ragazze della sua età… meritava di vivere ancora a lungo, decise Coreso.

 
 

Fu così che, prima ancora che i presenti potessero accorgersene, Coreso deviò il tragitto della lama, e lo conficcò nel suo cuore.

Arretrò di qualche passo, e si accasciò al suolo.

Ansimò, emettendo un ultimo, profondo respiro: come se volesse portare con se un po’ del profumo di quella ragazza.

                                               E poi morì, sotto gli occhi stupefatti di tutti.

Calliroe nemmeno se ne era accorta: la paura per quello che sarebbe potuto succedere l’aveva pietrificata nell’altare, e non riusciva più a muoversi, né capiva cosa stesse succedendo.

                                     Respirava anche lei velocemente, con la paura che quello

potesse essere il suo ultimo respiro.

 

  

-         Dove sono tutti?

Dopo un periodo che a Calliroe era sembrato interminabile, si era alzata e si era guardata attorno, stupefatta: Cos’era successo? Era viva, o stava sognando?

Si portò una mano nei capelli, e inspirò il profumo di uno dei fiori.

Era viva, decise. Ma allora, chi si era sacrificato al suo posto?

 

La risposta non tardò ad arrivare.

-         Coreso.

Coreso.

E lei che aveva sempre considerato quel ragazzo smilzo e nervoso come un essere vigliacco ed irritante. Ogni volta che la fissava con i suoi occhiacci febbricitanti, Calliroe si sentiva spogliata da ogni difesa, e la cosa non le piaceva…. No, rifiutare quel giovane le era sembrata una cosa naturale e giusta.

            Mai, mai aveva creduto che quell’uomo potesse spingersi a tanto.

 

Qualcuno le stava parlando, ma lei non riusciva a distinguerne la voce né a capire cosa le stesse dicendo: annuì, distrattamente. Cominciò a rimuovere i petali dai suoi capelli, e ad ogni petalo rimosso le sembrava di togliere un pezzetto della sua anima.

Si ricordò il modo in cui Coreso aveva preso la mattina prima un fiore dai suo capelli, e l’aveva annusato senza mai staccarle gli occhi di dosso.

            Al ricordo di ciò, non provava più fastidio, ma tenerezza.

            Povero Coreso.

            E povera lei: la vergogna che sarebbe scesa su di lei e sulla famiglia l’avrebbe perseguitata per tutti gli anni a venire.

 

 
Calliroe vagò sola, senza una meta, seguendo solo il suo istinto: e questo la portò ai piedi della fonte, dove la mattina prima aveva rifiutato con così poco riguardo l’amore del giovane Coreso.

 
Le lacrime cominciarono a bagnarle le guance.

Le sembrava di sentire la voce di Coreso, che da qualche parte la stava chiamando…

 

Qualcuno le sfilò un fiore dai capelli.

-         Coreso!

Il giovane le sorrise. O era la sua ombra?

-         Vieni con me…

Calliroe lo seguì, ipnotizzata.

L’ombra del ragazzo le tese la mano, e la condusse vicino alla riva… poi si immerse nell’acqua del ruscello…

                                   Calliroe lo seguì, senza indugiare: immerse il suo corpo nell’acqua, e man mano che avanzava questa le copriva ora le ginocchia, ora la vita, ora il collo…

                        Il ruscello sommerse tutto il suo corpo, ma lei non lottò.

L’acqua le entrò nei polmoni e la uccise lentamente.

 
 

Da qualche parte dei boschi, Dioniso sorrise beffardo al pensiero che era riuscito a ricongiungere i due giovani in un modo o nell’altro. Certo forse come finale non si poteva certo definire allegro ma in fin dei conti cosa ci si poteva aspettare da un dio simile? In fin dei conti aveva ampiamente soddisfatto la richiesta del suo accolito. Sorrise maligno e poi tornò nel bosco, danzando e sorseggiando vino in compagnia del suo seguito chiassoso.

 

 

  

* Menadi o baccanti, seguaci del dio Dioniso; vestite con pelli animali, danzavano e vagavano per i boschi in preda al delirio. Le feste dei Baccanali erano così sovversive e creavano così tanto scompiglio che vennero vietate con apposite leggi a Roma, nel II secolo a.C.

 

 

 

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Mi ritaglio un piccolo spazio per ringraziare tutte coloro che mi hanno recensito (e sostenuto) nelle mie precedenti storie e rendere loro giustizia: BluRei (mitica, che altro potrei dire? Ti prego aggiorna presto La stagione dei ciliegi in Fiore perché l’attesa mi sta uccidendo), Kaoru (sto ancora aspettando l’ippogrifo, eh! ;-P  ), luisina (troppo gentile!), _ToBeHappy (mi dispiace di averti fatto piangere… Se ti consola, sono mesi che ogni santissimo giorno ascolto per Elisa e verso qualche lacrimuccia).

 

E ancora: grazie a quelle ragazze che hanno messo alcune delle mie storie tra i preferiti: Fioraliso (fatti sentire più spesso… tirata d’orecchie!!!), Ladynotorius e Vitani… ragazze, che ne pensate delle mie storie? Fatemelo sapere!

 

E per ultimo: grazie, grazie, grazie, alla mia Imperatrice, Dittatrice Universale, la donna che mi tortura durante le lezioni e piuttosto di sonnecchiare mi corregge le bozze e stronca la metà delle mie storie con un ghigno perfido (lo so che ti diverti… lo so ;-P  ): insomma, questa storia è dedicata a te, Despota tra i Tiranni, cara la mia Kikkina_90…. e Buon natale a tutti (anche se in mega ritardo)!

 

 

  
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