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Autore: Beyond Life    23/04/2015    0 recensioni
Scrivo questo diario, per documentare ciò che sta succedendo.
Non ho certezze sul fatto che qualcuno, presto o tardi, possa trovarlo, ma voglio far sapere a chiunque stia leggendo queste pagine, la verità.
In queste illusioni che mi avvolgono, trascinandomi con esse, io non piangerò.
Genere: Drammatico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Thirty-fourth day










 
Mi chiude lentamente la porta alle spalle, facendo attenzione a non far troppo rumore, e mi dirigo verso il mio letto.
Osservo distrattamente l’orologio sul comodino e so perfettamente cosa sta per succedere: tra una decina di minuti, mamma urlerà a Thomàs di smetterla di correre su e giù per le scale e di andare ad aiutarla ad apparecchiare la tavola, nell’esatto momento in cui papà rincaserà dopo essere stato “dal nostro vicino”. Mi lascio sfuggire un leggere ma malinconico sorriso per poi tornare seria ricordandomi quello che sono venuta a fare.
Mi inginocchio al lato del letto ed allungo una mano sotto di esso finchè non sento l’asse di legno del parquet traballare; spingo col dito e l’estremita di quel rettangolo si solleva, rivelando l’oggetto che cercavo. Mi rimetto in piedi con in mano il mio diario per poi tornare seduta sulle lenzuola color corallo, spostando i vestiti e i libri che ho lasciato quella stessa mattina. Mi allungo per afferrare una penna dal mio cassetto ed inizio a scrivere.
 



19 ottobre - Martedì
 
Questa mattina, ho fatto “un esperimento”: normalmente Thomàs, il martedì 19 delle scorse settimane si alza alle 8.30 per guardare alla televisione il suo cartone animato preferito e nessuno ha mai interferito, nemmeno io. Ma questa volta, poco dopo che il cartone è iniziato, ho provato a  cambiare canale, credendo che il mio fratellino si sarebbe arrabbiato, ma così non è stato; su ogni canale che provavo, il 4,il 23,il 77, ogni singolo canale trasmettevano lo stesso identico programma: il cartone animato. Un altro fatto che ho notato, è che Thomàs sembrava nemmeno vedermi, come se non stesse succedendo niente, anche se io ero lì, vicino a lui.
Poi ho capito, o per lo meno, ho dedotto il perché. Nel giorno 19 ottobre, alle 8.30 esatte di mattina, non vi è l’esistenza di Beatrice all’interno di quella stanza perché io, a quell’ora, sono in camera da letto a dormire.
A chi sta leggendo questo diario, puoi capire cosa sto dicendo? Le cose che normalmente devono succedere nei giorni  tra il 16 e il 20, non possono essere in alcun modo mutate. Se una cosa deve succedere (come mio fratello con la televisione), allora quella cosa succederà, anche se io provo ad impedirlo.
Più questa...cosa va avanti e più mi sembra di impazzire. Mi creo le mie stesse domande, i miei dubbi e cerco di trovare risposte ma non ho alcuna certezza. Beh...una la ho. Sono sicura che la chiave per capire questo “fenomeno” sia il capire cosa avviene ogni mercoledì, ma per quanto io cerchi di concentrarmi e di ricordare...nulla. Vuoto assoluto.
Sarò costretta a rivivere e rivivere, a passare il resto dei miei giorni in questa casa, con la consapevolezza di star rivivendo ogni istante continuamente e senza poter modificare il mio futuro?

 



Chiudo il diario e lo stringo tra le mie braccia, puntando gli occhi verso lo specchio nell’angolo della mia stanza.
L’immagine che riflette è quella di ragazza di 19 anni, non molto alta, con dei  lunghi e rossi capelli legati in una coda di cavallo e degli occhi verdi circondati da profonde occhiaie. Mi passo una mano sul viso e mi fermo a riflettere, sebbene sia la stessa cosa che faccio ormai da giorni interi, arrivando a perdere il sonno e l’appetito.
Tremo e mi viene la pelle d’oca, al ricordo del pensiero che, seppur per un breve istante, mi è passato per la mente la scorsa notte. Per me la famiglia è sempre stata tutto; non ho molti amici perché a nessuno è mai venuta in mente la brillante idea di fare amicizia con la ragazza più strana del liceo, quella che non ha mai avuto un ragazzo (o che tanto meno, ne abbia mai mostrato interesse), quella che non è mai stata a nessuna festa, in nessun locale, quella che invece di uscire il sabato sera a “sballarsi”, preferiva stare a casa a leggere i suoi adorati libri fantasy e,in generale, quella che non ha mai mostrato alcun interesse verso le persone della propria età. Sorrido anche solo all’idea che, in effetti, non si possono  nemmeno considerare “amici” persone che per miracolo ne conosci il nome, ma il cui unico contatto è il fatto di studiare nello stesso tavolo durante il dopo scuola.
È per questo che trovo il mio unico conforto nella mia famiglia. Loro mi capiscono, mi incoraggiano a seguire il mio istinto e, soprattutto, non provano a farmi cambiare. Forse è vero, sono infantile, asociale e tutto il resto, ma non vorrei essere in nessun altro. E se ciò che sta succedendo doveva succedermi, sono felice sia stato con la mia famiglia.
Scuoto la testa a destra e sinistra.
Questo è davvero un pensiero irrazionale! Non posso essere felice in un momento simile! Sbuffando, mi chino vicino al letto per mettere il mio diario nel suo posto segreto. Ricordo di averlo scoperto quando ci siamo trasferiti in questa casa: mentre sistemavamo il mio letto, inciampai in un asse di legno leggermente sollevata al cui interno, ci poteva stare perfettamente un piccolo quaderno. Così trovai il luogo perfetto per nascondere ogni cosa.
Mi risistemo sul letto, con l’idea di prendere un po sonno, ed è ciò che succede poco dopo, ma non prima di sentire mio padre aprire la porta di casa e mia mamma urlare.
-Thomàs! Smettila di correre sulle scale e vieni ad aiutarmi ad apparecchiare il tavolo!-








Note d'autore

Premetto che la verità su questo "déjà vu" verrà spiegata un po più avanti, quindi spero non vi arrabbiate sul fatto di non capirci quasi nulla >_< Beh...per ora spero vi stia intrigando almeno in parte quindi...fatemi pure sapere cosa ne pensate ^_^
Al prossimo capitolo!

B.L.
   
 
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