Siamo
all’ultimo capitolo, dopo ci sarà solo più l’epilogo…
Buona
lettura!
Ottavo capitolo:
Cessate il fuoco!
La
Terra, dopo tre mesi di viaggio, era lì, davanti a loro. Loewy
la guardò con un misto di curiosità e timore, durante i mesi di viaggio era
stata addestrata al pubblico, come avrebbe dovuto rispondere, cosa avrebbe
dovuto dire e cosa no. Il suo aspetto era stato migliorato e un’elegante, e
attillata, uniforme l’aspettava nella sua cabina. Il maggiore Hang Ho entrò in quel momento nel salottino, non gettò
neppure uno sguardo al pianeta sotto di loro, invece andò all’armadietto dei
liquori e preparò due bicchieri ma al suo cenno negativo corrugò la fronte.
“Non
festeggiate armiere? E’ finalmente tornata a casa!”
“Casa…
non sono sicura che sia laggiù…”
“Andiamo,
ha passato solo qualche settimana sul pianeta dello strappo”
“Sì,
poche settimane per me, ma secoli per la Terra, tutti quelli a cui io sono
legata sono rimasti lì”. L’uomo non si scompose invece sorseggiò il suo brandy
con gusto poi quando la voce del comandante della nave annunciò la navetta che
li avrebbe portati sulla superficie sorrise.
“Indossi
l’uniforme che le abbiamo confezionato e.. sorrida, mi hanno già comunicato che
ci stanno aspettando.” Loewy annuì con un groppo alla
gola, da quando erano usciti dallo strappo le pareva che ogni secondo fosse
eterno, come se nello spazio di un suo respiro qualcuno che lei amava moriva di
vecchiaia. Il fatto che fosse falso, che fosse esattamente il contrario e che
lei lo sapesse non calmava la sua angoscia.
Scesero
dalla navetta pronti alla folla, ma ad accoglierli c’era solo una donna, Loewy sentì la rabbia del maggiore anche senza che lui
dicesse niente, si era aspettato un gran tumulto, giornalisti e curiosi pronti
ad assistere al ritorno dell’eroina. Invece nulla.
La
donna sorrise loro poi li fece accomodare in una saletta assicurando che presto
qualcuno sarebbe venuto a spiegare tutto.
“Spiegare
cosa?” Aveva chiesto irritato il maggiore ma la donna aveva solo sorriso e se
ne era andata.
Non
dovettero aspettare molto, poco dopo un anziano signore entrò nella stanza,
indossava l’uniforme da generale. Loewy e il maggiore
scattarono sull’attenti ma l’uomo scosse la testa sorridendo.
“Non
c’è più bisogno di questo, ho indossato l’uniforme solo perché mi hanno detto
che sarebbe stata rassicurante per voi…”
“Signore,
non capisco” Annunciò Hang Ho ed era strano vederlo
così perso, lui che era tutto efficienza e sicurezza.
“Sedetevi
e vi spiegherò, dopo tutto mi hanno richiamato dalla pensione solo per voi”
Sorrise, poi si sedettero tutti, “Allora… da dove cominciare… come sapete il
viaggio nello strappo è lentissimo da un punto di vista esterno e brevissimo da
un punto di vista interno, insomma, se siete sulla nave fate milioni di anni
luce in pochi mesi ma se siete in un punto esterno allo strappo, per esempio
sulla terra, il viaggio dura centinaia di anni. Ora questo all’inizio dell’era
della colonizzazione spaziale era un problema trascurabile, quello che contava
era che potevamo imbarcare un equipaggio e sapere che sarebbe arrivato alla
destinazione con l’età di partenza, non c’era più bisogno di astronavi
generazionali, che i materiali dell’astronave non dovevano sopportare uno
sforzo di secoli ma di soli mesi o anni e soprattutto la quantità di
propellente diventava irrisoria.” Fece una pausa per tossire, doveva essere
davvero vecchio, “Scusate signori, dicevo, il propellente necessario era
infinitamente inferiore. Ciò ci ha permesso di esplorare e colonizzare una
fettina di universo. Però
a
mano a mano che il processo avanzava il viaggio negli strappi diventava
problematico e questo per il tempo troppo lungo di percorrenza, così gli scienziati ci hanno lavorato per decenni,
secoli perfino ma alla fine, all’incirca settantasette anni fa, ci sono
riusciti.” Attese la loro reazione ma non ne venne nessuna allora spiegò “I
dettagli tecnici non li conosco ma posso dirvi che hanno manipolato il tessuto
degli strappi ora possiamo aprire tunnel dove vogliamo e lunghi quanto
desideriamo.”
“Signore,
tutto questo è magnifico ma cosa ha a che vedere con noi?” Il maggiore ne aveva
avuto abbastanza e ora si era alzato,
“Maggiore,
si sieda, non ho finito di dirle quello per cui sono venuto qui e lei vorrà essere
seduto quando glielo dirò.” L’uomo obbedì e il generale in pensione continuò,
“Questo
è avvenuto all’incirca quando voi avete lasciato il pianeta denominato X33F…
signori… mentre voi eravate in viaggio l’universo si è dischiuso a noi in un
modo prima inconcepibile. Abbiamo trovato centinaia di migliaia di pianeti
vivibili e colonizzabili ricchi di ogni cosa di cui noi abbiamo bisogno.”
“Ma
la guerra…” Iniziò il maggiore, Leowy vide il
generale sorridere dolcemente e seppe già cosa avrebbe risposto:
“La
guerra è finita maggiore. Tanti anni fa. Ora quel pianeta è disabitato, non ci
interessa più un flusso di propellente lento di centinaia di anni, non quando
costava vite umane e non quando possiamo trovare in pochi minuti dieci pianeti
mille volte più ricchi.” Loewy si appoggiò allo
schienale, la testa che girava mentre quella nuova consapevolezza faceva a
pugni con tutto quello che sapeva solo un minuto prima.
“Dove
sono andati tutti?” Riuscì a chiedere e il generale aprì le braccia ad indicare
attorno a sé,
“Sono
tornati a casa”
“Ma…”
“Sì,
armiere Loewy, sono arrivati circa sessantatré anni
fa…” Sorrise poi si corresse, “Siamo… io sono Brayton,
il colonnello dell’allora base 49, vi ricordate di me? Allora era più giovane,
ora ho centotredici anni”. Ovviamente si ricordavano, erano passati solo mesi
da quando lo avevano lasciato nel suo ufficio in un pianeta in guerra… invece
erano passati decenni. Lei… Jordan doveva essere vecchia ormai ma… viva! Loewy sentì il cuore battere veloce nel suo petto, non le importava
della sua età, aveva solo bisogno di sapere che era viva, che stava bene,
voleva solo parlarle un’ultima volta.
“Grazie
signore!” disse soltanto alzandosi e uscendo in fretta, il maggiore Hang Ho invece rimase seduto, sembrava che avesse preso un colpo
in testa, era incapace di accettare le nuove informazioni.
Quando
fu fuori dalla stanza si rese conto che non aveva idea di dove o come cercare
qualcuno sulla Terra, lì tutto era diverso ora.
“Armiere
Loewy?” La chiamò una voce, si voltò e si ritrovò
davanti la stessa donna che li aveva accolti all’arrivo sul pianeta, “Il
generale mi ha detto che molto probabilmente avrete bisogno del mio aiuto”. Loewy sorrise e annuì.