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Autore: Najara    23/04/2015    2 recensioni
Jordan, pilota di carro armato, ha perso tutto, la sua famiglia, la sua casa il suo futuro. Ora combatte e quando si risveglia nel bel mezzo del nulla con la sola compagnia di tre commilitoni dovrà imparare a riempire quel vuoto senza una bottiglia ad aiutarla.
Genere: Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Siamo all’ultimo capitolo, dopo ci sarà solo più l’epilogo…

Buona lettura!

 

 

Ottavo capitolo: Cessate il fuoco!

 

La Terra, dopo tre mesi di viaggio, era lì, davanti a loro. Loewy la guardò con un misto di curiosità e timore, durante i mesi di viaggio era stata addestrata al pubblico, come avrebbe dovuto rispondere, cosa avrebbe dovuto dire e cosa no. Il suo aspetto era stato migliorato e un’elegante, e attillata, uniforme l’aspettava nella sua cabina. Il maggiore Hang Ho entrò in quel momento nel salottino, non gettò neppure uno sguardo al pianeta sotto di loro, invece andò all’armadietto dei liquori e preparò due bicchieri ma al suo cenno negativo corrugò la fronte.

“Non festeggiate armiere? E’ finalmente tornata a casa!”

“Casa… non sono sicura che sia laggiù…”

“Andiamo, ha passato solo qualche settimana sul pianeta dello strappo”

“Sì, poche settimane per me, ma secoli per la Terra, tutti quelli a cui io sono legata sono rimasti lì”. L’uomo non si scompose invece sorseggiò il suo brandy con gusto poi quando la voce del comandante della nave annunciò la navetta che li avrebbe portati sulla superficie sorrise.

“Indossi l’uniforme che le abbiamo confezionato e.. sorrida, mi hanno già comunicato che ci stanno aspettando.” Loewy annuì con un groppo alla gola, da quando erano usciti dallo strappo le pareva che ogni secondo fosse eterno, come se nello spazio di un suo respiro qualcuno che lei amava moriva di vecchiaia. Il fatto che fosse falso, che fosse esattamente il contrario e che lei lo sapesse non calmava la sua angoscia.

Scesero dalla navetta pronti alla folla, ma ad accoglierli c’era solo una donna, Loewy sentì la rabbia del maggiore anche senza che lui dicesse niente, si era aspettato un gran tumulto, giornalisti e curiosi pronti ad assistere al ritorno dell’eroina. Invece nulla.

La donna sorrise loro poi li fece accomodare in una saletta assicurando che presto qualcuno sarebbe venuto a spiegare tutto.

“Spiegare cosa?” Aveva chiesto irritato il maggiore ma la donna aveva solo sorriso e se ne era andata.

Non dovettero aspettare molto, poco dopo un anziano signore entrò nella stanza, indossava l’uniforme da generale. Loewy e il maggiore scattarono sull’attenti ma l’uomo scosse la testa sorridendo.

“Non c’è più bisogno di questo, ho indossato l’uniforme solo perché mi hanno detto che sarebbe stata rassicurante per voi…”

“Signore, non capisco” Annunciò Hang Ho ed era strano vederlo così perso, lui che era tutto efficienza e sicurezza.

“Sedetevi e vi spiegherò, dopo tutto mi hanno richiamato dalla pensione solo per voi” Sorrise, poi si sedettero tutti, “Allora… da dove cominciare… come sapete il viaggio nello strappo è lentissimo da un punto di vista esterno e brevissimo da un punto di vista interno, insomma, se siete sulla nave fate milioni di anni luce in pochi mesi ma se siete in un punto esterno allo strappo, per esempio sulla terra, il viaggio dura centinaia di anni. Ora questo all’inizio dell’era della colonizzazione spaziale era un problema trascurabile, quello che contava era che potevamo imbarcare un equipaggio e sapere che sarebbe arrivato alla destinazione con l’età di partenza, non c’era più bisogno di astronavi generazionali, che i materiali dell’astronave non dovevano sopportare uno sforzo di secoli ma di soli mesi o anni e soprattutto la quantità di propellente diventava irrisoria.” Fece una pausa per tossire, doveva essere davvero vecchio, “Scusate signori, dicevo, il propellente necessario era infinitamente inferiore. Ciò ci ha permesso di esplorare e colonizzare una fettina di universo. Però

a mano a mano che il processo avanzava il viaggio negli strappi diventava problematico e questo per il tempo troppo lungo di percorrenza, così  gli scienziati ci hanno lavorato per decenni, secoli perfino ma alla fine, all’incirca settantasette anni fa, ci sono riusciti.” Attese la loro reazione ma non ne venne nessuna allora spiegò “I dettagli tecnici non li conosco ma posso dirvi che hanno manipolato il tessuto degli strappi ora possiamo aprire tunnel dove vogliamo e lunghi quanto desideriamo.”

“Signore, tutto questo è magnifico ma cosa ha a che vedere con noi?” Il maggiore ne aveva avuto abbastanza e ora si era alzato,

“Maggiore, si sieda, non ho finito di dirle quello per cui sono venuto qui e lei vorrà essere seduto quando glielo dirò.” L’uomo obbedì e il generale in pensione continuò,

“Questo è avvenuto all’incirca quando voi avete lasciato il pianeta denominato X33F… signori… mentre voi eravate in viaggio l’universo si è dischiuso a noi in un modo prima inconcepibile. Abbiamo trovato centinaia di migliaia di pianeti vivibili e colonizzabili ricchi di ogni cosa di cui noi abbiamo bisogno.”

“Ma la guerra…” Iniziò il maggiore, Leowy vide il generale sorridere dolcemente e seppe già cosa avrebbe risposto:

“La guerra è finita maggiore. Tanti anni fa. Ora quel pianeta è disabitato, non ci interessa più un flusso di propellente lento di centinaia di anni, non quando costava vite umane e non quando possiamo trovare in pochi minuti dieci pianeti mille volte più ricchi.” Loewy si appoggiò allo schienale, la testa che girava mentre quella nuova consapevolezza faceva a pugni con tutto quello che sapeva solo un minuto prima.

“Dove sono andati tutti?” Riuscì a chiedere e il generale aprì le braccia ad indicare attorno a sé,

“Sono tornati a casa”

“Ma…”

“Sì, armiere Loewy, sono arrivati circa sessantatré anni fa…” Sorrise poi si corresse, “Siamo… io sono Brayton, il colonnello dell’allora base 49, vi ricordate di me? Allora era più giovane, ora ho centotredici anni”. Ovviamente si ricordavano, erano passati solo mesi da quando lo avevano lasciato nel suo ufficio in un pianeta in guerra… invece erano passati decenni. Lei… Jordan doveva essere vecchia ormai ma… viva! Loewy sentì il cuore battere veloce nel suo petto, non le importava della sua età, aveva solo bisogno di sapere che era viva, che stava bene, voleva solo parlarle un’ultima volta.

“Grazie signore!” disse soltanto alzandosi e uscendo in fretta, il maggiore Hang Ho invece rimase seduto, sembrava che avesse preso un colpo in testa, era incapace di accettare le nuove informazioni.

Quando fu fuori dalla stanza si rese conto che non aveva idea di dove o come cercare qualcuno sulla Terra, lì tutto era diverso ora.

“Armiere Loewy?” La chiamò una voce, si voltò e si ritrovò davanti la stessa donna che li aveva accolti all’arrivo sul pianeta, “Il generale mi ha detto che molto probabilmente avrete bisogno del mio aiuto”. Loewy sorrise e annuì.

 

  
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