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Autore: Promisen    23/04/2015    1 recensioni
"Non gli avrebbe mai potuto raccontare di come la nazione di Dimian aveva dichiarato guerra a quella di Arrotern, la loro terra natale, e che entrambe le nazioni pretendevano la scomparsa totale delle razze impure come: Elfi scuri, mezzelfi, mezzorchi, umani neri, nani sbarbati e qualsiasi altra variazione razziale che non fosse quella conforme a tutti gli standard morali di forza e purezza umana e non.
L'unico modo di salvarsi per gli Impuri, così venivano chiamati, era quello di unirsi alle armate di terra del Nord Gerinder, fronte di guerra di importanza minima dove le battaglie combattute avevano importanza minima così come minima era l'importanza degli esiti.
In pratica l'unico modo di sfuggire alla morte, per gli Impuri, era quello di andare a morire a Nord Gerinder. Non a caso venne presto paragonato ad un enorme cimitero dimenticato da tutto e tutti."
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sonno del bambino venne dolcemente scosso dalla luce che filtrava silenziosamente dalle finestre.
Una voce calda e familiare, poi, lo acquietò, nonostante la luce che avanzava sulle sue palpebre.
“Martha si è di nuovo dimenticata di chiudere le finestre,” sospirò il proprietario della voce, chiudendo le tende e voltandosi lentamente verso il letto nel quale riposava il suo fratellino.
Camminò verso il suo giaciglio, sedendosi affianco al bambino e scostandogli gentilmente i capelli bianchi sulla sua fronte scura. Quei capelli sembravano quasi brillare, nonostante l'oscurità che ora invadeva pigramente la stanza. Osservarlo così sereno e tranquillo, dava un senso di pace enorme nel cuore del ragazzo.
“Guarda che so che sei sveglio, fratellino, è inutile che fingi di dormire,” disse scompigliando i capelli al bambino e sorridendo felice. Un sorriso mai stato così difficile da mantenere.
“Oggi è il grande giorno, sei pronto?” aggiunse con voce più seria e malinconica.
Ci fu silenzio per una decina di secondi. Chiunque avrebbe detto che il ragazzino stesse dormendo, se non fosse che il suo fratellone, Gerwyn, sapeva bene quanto fosse leggero il suo sonno.

“Non voglio andarmene”

Questa frase, pronunciata con voce puerile e sommessa stracciò il silenzio, così come la serenità illusoria che stava provando Gerwyn guardando riposare il fratellino.
Sapeva quanto dolore stesse provando nell'arrivo del “grande giorno” e condivideva appieno quella sensazione.
Avevano coniato insieme il termine “Gran giorno”, per far sì che sembrasse qualcosa di entusiasmante, ma non lo era mai sembrato. Mai.
E ora che era arrivato, si rendeva contro che non lo sarebbe neanche mai stato.
Si sarebbero dovuti trasferire, avrebbero dovuto abbandonare la tranquilla cittadina di Grondern per andare a vivere in una città più grande, insieme a tantissime altre persone che condividevano il loro stesso colore di pelle, di capelli e con cui condivideranno persino lo stesso piccolo spazio vitale.
Gerwyn non avrebbe mai potuto mentire al suo fratellino, sopratutto su qualcosa di così ovvio. Aveva semplicemente omesso qualche piccola verità, ma non gli aveva raccontato assolutamente una bugia.
Non gli avrebbe mai potuto raccontare di come la nazione di Dimian aveva dichiarato guerra a quella di Arrotern, la loro terra natale, e che entrambe le nazioni pretendevano la scomparsa totale delle razze impure come: Elfi scuri, mezzelfi, mezzorchi, umani neri, nani sbarbati e qualsiasi altra variazione razziale che non fosse quella conforme a tutti gli standard morali di forza e purezza umana e non.
L'unico modo di salvarsi per gli Impuri, così venivano chiamati, era quello di unirsi alle armate di terra del Nord Gerinder, fronte di guerra di importanza minima dove le battaglie combattute avevano importanza minima così come minima era l'importanza degli esiti.
In pratica l'unico modo di sfuggire alla morte, per gli Impuri, era quello di andare a morire a Nord Gerinder. Non a caso venne presto paragonato ad un enorme cimitero dimenticato da tutto e tutti.
L'esercito Dimiano si era avvicinato pericolosamente a Grondern, costringendo il governo Arroterniano a rifornire la città di numerose truppe.
E l'arrivo della milizia vuol dire solo una cosa per gli Impuri: morte.
La meta di Gerwyn e suo fratello quindi non era una grande città, bensì un grande rifugio di ribelli per ospitare gli Impuri. Certo non era sicuro e sarebbero potuti morire di fame, freddo o stesso in viaggio, ma avessero dovuto rischiare la vita lo avrebbero fatto nel tentativo di salvarsi.
A lungo andare gli Impuri si sono aggrappati sempre di più alla vita, arrivando a compiere atti di vigliaccheria e disumanità peggiori persino di quelli Arroterniani pur di salvarsi la pelle. Ma Gerwyn non voleva essere vigliacco, voleva soltanto salvare suo fratello, ancora all'oscuro di tutto questo. E per farlo avrebbe rischiato il tutto per tutto.
Sospirò dopo il lungo silenzio che si era creato dalla frase del ragazzino, e continuò ad accarezzargli i soffici capelli argentei.
“Neanche io vorrei, ma stai crescendo, e in quanto “adulto” dovrai fare le tue prime esperienze: il combattimento, lo studio e-”
“Non voglio crescere!” urlò il bambino, girandosi prono sul letto. “Perché devo essere l'unico che cresce e abbandona tutti? Non voglio andarmene dai miei amici, non voglio andare via da Martha, né da Grotterhn!”
Gerwyn abbassò lo sguardo, non riuscendo a nascondere un sorrisetto triste ma leggermente divertito.
“Ancora non hai imparato che si dice Grondern, e non Grotterhn,” disse il ragazzo, incrociando per la prima volta lo sguardo furtivo del bambino, che aveva ora tutti i capelli scompigliati davanti al volto.
“Ascolta,” continuò Gerwyn stendendosi affianco al suo fratellino. “ti prometto che ritorneremo, e quando lo faremo, tu sarai in grado di battere Leonhard al gioco di spade!”
“...davvero?”
Gerwyn annui felice, mostrando il pugno chiuso al fratello:”E' una promessa, Akai.”

   
 
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