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Autore: Aiko Inochi    24/04/2015    1 recensioni
Gli esseri umani sono riusciti a sopravvivere alla grande crisi ambientale che avrebbe portato alla rovina il loro pianeta. La Terra ora è salva e gli uomini hanno imparato a vivere in pace. Però non sempre è tutto come appare e a capirlo bene, sarà un giovane diciassettenne. Con due fazioni opposte, imponenti mecha che combattono, legami creati e distrutti ognuno continua a portare avanti i propri ideali.
Genere: Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ArgestAgeSection24Volonta Argest Age – section 24 - Volontà


«Smettila! Smettila!» Seref era al limite. Il sangue dalla tempia usciva sempre più copioso e la stretta alla testa era così forte da fargli sembrare che si potesse spaccare da un momento all’altro.
«Non perdere tempo con chi non può combattere e abbatti i teknight che stanno combattendo sopra di te.» una voce diversa dalla precedente. Aveva l’aria di un ordine che pose fine al tormento del pilota della Phlayrh, ormai privo di conoscenza.
La barriera venne rilasciata e lo IF cadde senza freni, inattivo e spaccato in più punti.
Lo Storyatt riaprì i rombi metallici e puntò la sua testa in alto: si stava preparando per l’attacco decisivo.
Dal cielo scendeva rapido un teknight marroncino con un grosso fucile sulla spalla.
Kirabo non aveva molto tempo. Lui e i suoi compagni avevano visto quello che stava accadendo e non potevano indugiare oltre, dovevano salvare i loro compagni.
Il pilota del RAD 1 si fece dire da Falk dove era collocata la cabina di pilotaggio di quel mostro meccanico e  appoggiato sulla base del kei-kan era pronto a sparare e a fermarlo.
La potenza di fuoco del kei-kan eguagliava quella di un’aeronave e fu sufficiente un solo colpo per creare un foro nello Storyatt all’altezza che era stata indicata da Falk.
Del pilota non rimase traccia e il teknight si fermò.
Kirabo recuperò quel che restava del RAD 3 e lo appoggiò delicatamente vicino allo IF, uscì dal suo teknight e andò a verificare le condizioni dei compagni.
Erano entrambi privi di conoscenza e con il volto ricoperto di sangue ma sembravano ancora vivi. Tornò a bordo del RAD 1 si mise in comunicazione sia con la base che con gli altri piloti.
«C’è bisogno di Lara immediatamente!»
«Uno di voi venga a prenderla a bordo del proprio teknight. Con l’aeronave non possiamo atterrare.» era tutto quello che poteva dire Owen in quel momento. Più in alto ancora, lo scontro tra le aeronavi non accennava a diminuire di intensità.
Lara si preparò velocemente ed aspettava sul ponte di lancio.
«Yue va tu! Un MA basta e avanza qui. Sei abbastanza veloce e forte per proteggerli da sola.»
«Grazie fratello!»  la ragazza non se lo fece ripetere due volte. Shu le liberò la strada conficcando le dita nel metallo del busto del GL avversario e lo scaraventò addosso a quello che sta per colpire la sorella. Lo MA blu si precipitò a tutta velocità verso la sua aeronave per recuperare il medico di bordo. Nonostante la Phlayrh fosse in movimento, Yue non ebbe problemi ad atterrare, chinò il teknight e aprì il portellone.
«Lara fa presto!» le aveva appoggiato a terra la mano del MA per permetterle di raggiungerla. Lara vi salì sopra e venne portata al livello della cabina.
«Reggiti a me o cadrai.» Yue era all’in piedi e con i sensori per rilevare i movimenti che le coprivano il corpo. Il sistema di pilotaggio del MA era decisamente unico nel suo genere.
La donna fece come le aveva detto Yue e il portellone venne chiuso.
Lo MA si lanciò con la testa rivolta verso il basso con un accelerazione decisamente elevata.
Lara resistette come poté, stringendosi il più possibile alla ragazza e chiudendo gli occhi.
La discesa durò poco e atterrò a fianco ai compagni alzando della polvere. Scesero rapidamente e Lara andò ad accertarsi immediatamente delle condizione dei due piloti feriti.
«Non li ho mossi.» Kirabo l’affiancò visibilmente teso.
«Hai fatto bene. Ora aiutami a portarli giù.» e così sotto la guida di Lara sia Kirabo che Yue prestarono il loro contributo.
«Kirabo torna a combattere. Fino a quando non finirà non potrò curarli come si deve.»
Kirabo annuì e si mise a bordo del suo teknight e fare come gli era stato detto.
«Yue tu resta qui per un eventuale attacco. Le loro condizioni non sono buone e non ho tutti i mezzi necessari per intervenire però farò di tutto per mantenerli in vita.»
Yue venne percossa da un fremito di paura.
«Non possiamo portarli da qualche parte? Li trasporterò con lo MA!»
«Potrebbe essere pericoloso.» Yue annuì piano.
«Ho capito. Di qui non passerà niente e nessuno ma tu non lasciarli morire.»
«Contaci!» Lara le sorrise per rassicurarla e infonderle un po’ di coraggio. Si mise subito ad operare con gli strumenti che aveva portato con se mentre Yue era di guardia sul suo MA .

«Com’è la situazione giù?» si premurò di domandare Kyla.
«Non buona. Rischieranno di morire se non riceveranno le cure adeguate.» rispose Kirabo appena tornato dai suoi compagni.
«Allora sbrighiamoci orami sono quasi finiti.» disse Shu facendo riferimento ai loro avversari che stavano rapidamente diminuendo di numero. Lo scontro era stato faticoso e aveva portato via energie e risorse ai piloti della Phlayrh che erano rimasti in cinque.
Continuarono a lottare come prima, poi arrivarono dei fasci laser che colpirono una gamba del RAD 2 e un braccio del MA.
«Che diamine!» esclamò Kirabo sorpreso dal raggio che lo sfiorò di cui non si era minimamente accorto del suo arrivo.
«Lasciateli a me! Sono i teknight di Dia e Ward.» spiegò Falk.
Quei due teknight si facevano vedere molto raramente. Quello del colonnello Vedis Dia era  bordeaux, imponente, con la testa infossata nel busto, due protuberanze sulla schiena che nascondevano diverse armi e le braccia che terminavano come cilindri con tre dita:
lo AC-002-β anche noto come Vraren.
Il teknight del generale Nerek Ward era simile, solo leggermente più alto, meno massiccio e di colore blu zaffiro. Si trattava del AG-000-α conosciuto col nome di Lighet.
«Non puoi affrontarli da solo.»
«Kyla, bisogna essere al massimo delle condizioni per abbatterli.» Falk intuì che la ragazza voleva seguirlo e non voleva coinvolgerla in un ulteriore combattimento estremamente pericoloso e con il teknight malridotto.
«Lascia che venga con te.»
«No, Kirabo. Il RAD 1 non starebbe al loro passo, è troppo lento.»
«Allora verrò io!» Takehito si fece avanti «non ho subito danni e ho abbastanza energia.»
«Fallo venire con te. Ti sarà indubbiamente d’aiuto e quando avremo finito di sbarazzarci di questi inutili GL verremo da voi.»
Falk si fermò un attimo a riflettere. In fondo quel ragazzo gli era piaciuto fin dal primo momento e ritenne che poteva trovare una buona complicità.
«Va bene.»
Kirabo, Kyla e Shu rimasero con i pochi GL della Jaculus ad abbattere i restanti nemici mentre Falk e Takehito erano di fronte a i due nuovi avversari.


«Avevo sempre nutrito dei sospetti nei tuo confronti e a quanto pare non mi sbagliavo. Sei un traditore di Argest!»
«E’ il contrario! Io mi ero fidato delle parole dell’imperatore mentre lui non ha fatto altro che usarmi.»
«Come osi parlare così del nostro imperatore? Tu che volevi far cadere nel caos il glorioso impero di Argest.»
«Arrivati a questo punto è inutile parlarne. Nerek Ward, poniamo fine alla guerra!» Falk era deciso come non mai, concentrato e determinato. Impugnò la sua lancia a Red Fusion e assunse una posizione di guardia. Alla sua destra l’AU-0 era già pronto con un chi-ken.
Di fronte a loro il Lighet impugnava due spade e il Vraren aveva scudo e fucile a Red Fusion.
La prima mossa venne fatta dal GL-S che sparò con la lancia in direzione del teknight di Ward che schivò elegantemente.
Si portò avanti attaccando dall’alto con una delle spade. Falk riuscì a parare portando la lancia orizzontalmente sulla propria testa, la fece ruotare facendo scivolare la spada su di essa. Poi arrivò un altro attacco dall’alto che parò con la parte iniziale della lancia e compiendo una rotazione, si spostò di lato e attaccò con un affondo.
Il Lighet fu rapido nello schivare facendo un balzo all’indietro ma l’attacco di Falk non era finito. Avanzava cambiando la guardia e attaccando dall’alto e di lato. Tutti i colpi vennero parati e l’ultimo venne fermato bloccando la lancia tra le spade, accorciò le distanze e lo allontanò con un calcio.     
Nello stesso tempo in cui avevano iniziato a combattere Falk e Ward, cominciò lo scontro tra Takehito e Vedis. I due si scambiavano raffiche si colpi dei loro fucili che schivavano e pararono uno con la barriera dell’end eer e l’altro con lo scudo. Però il Vraren con il fucile a Red Fusion era più veloce, essendo più piccolo e maneggevole del chi-ken. Sparò un altro colpo e l’AU-0 si protesse con la barriera ma il teknight imperiale con tutta la forza che aveva la colpì con la punta dello scudo. La barriera cominciò a cedere e Takehito, resosi conto che non avrebbe retto a lungo, puntò il chi-ken contro il suo avversario.
La barriera si spezzò e si trovò addosso lo scudo il teknight bordeaux sul quale sparò con il chi-ken ma lo danneggiò soltanto. Senza farsi intimorire Dia, con la metà che restava dell’arma protettiva, colpì violentemente l’AU-0 e poi col calco del fucile lo fece cadere per alcuni metri.
Liberatosi per alcuni minuti del rivale, decise di dare man forte al Lighet. Le mani si staccarono dal braccio che restarono unite ad esso grazie a dei cavi. Le dita si strinsero attorno al GL-S bloccandolo.
Il teknight si dimenava tentando di liberarsi inutilmente da quella morsa. Ward si avvicinava con la spada tesa in avanti per trafiggerlo, quando dal basso una spada laser tagliò i cavi delle mani liberando il GL-S.
L’AU-0 scattò in alto per recuperare la spada e insieme a Falk si allontanarono per riorganizzarsi.

La battaglia continuava anche per le aeronavi ed era diventata logorante. Nessuno delle due fazioni riusciva a danneggiare seriamente l’avversario ma si notava un’evidente svantaggio della Phlayrh.
L’aeronave non riusciva a sostenere più lo stesso ritmo dell’inizio. Le forze a bordo erano poche e cominciavano a percepire la stanchezza di una battaglia prolungata. Il supporto della Jaculus era stato fondamentale ma non poteva farcela ancora per lungo.
«Abbiamo bisogno dell’aiuto dei teknight!» Erin governava l’aeronave al meglio delle sue capacità unendo le forze con Owen.
«Lo so … ne arriva un altro!» i due iniziarono l’ennesima manovra per evitare il colpo in avvicinamento ma non riuscirono ad eseguirla.
«Si è inceppata! L’ala mobile si è inceppata!»
«Dannazione!»
La parte bassa della Phlayrh venne colpita, creando diverse aperture sul ponte di lancio.
La Jaculus lanciò tre missili diretti alla Galeos che la fece arrestare.
«Owen, la Jaculus speronerà la Galeos e in qualche modo vedrò di fermare anche la Dreizack.»
«Maggiore Norbert non lo faccia è una mossa troppo azzardata.»
«Siamo al limite anche noi. Sul cargo ci sono la maggior parte degli uomini della Jaculus, vi saranno ancora di supporto.»
«Proviamo a resistere ancora. I ragazzi hanno quasi terminato con i teknight, verranno in nostro soccorso.»
«Non c’è più tempo per aspettare. Lo faccio per Falk perché possa riuscire a realizzare i suoi desideri e con quelle due aeronavi in circolazione non potrà farlo.»  
«Si fermi!» lo implorò anche Erin ma ormai aveva deciso.
Il cargo si era staccato dalla Jaculus rendendola un’aeronave leggera, veloce e letale all’interno della quale erano rimaste solo atre due persone oltre a Norbert.
«Vi ho trascinato con me in un’azione suicida.»
«E’ una nostra scelta, maggiore.»
«Potrò ripagare il mio debito con il colonnello Falk.»
«Vi ringrazio. Avete capito tutto di quello che vi ho spiegato prima?»
«Ogni parola, maggiore.»
«Non gli lasceremo via di scampo in ogni caso.»
«Bene! Motori avanti tutta. Speroniamo quell’odioso squalo.»
«Sissignore!» risposero all’unisono i due uomini.  
I propulsori della Jaculus si attivarono, facendola acquistare velocità. La Galeos era davanti a loro che non aspettava altro che essere infilzata dal muso affilato della Jaculus.
Nessuno avrebbe potuto fermarla. Eppure sulla sua traiettoria si frappose la Dreizack che si abbassò dall’alto per proteggere l’alleata.
Lo scontro fu violentissimo, il rumore del metallo che strideva si propagò nell’atmosfera.
Quella che venne trapassata fu la parte più esterna della Dreizack ma era sufficiente.
«Come previsto, dovevano proteggere l’imperatore. Avanti tutta! Avviciniamoci il più possibile alla Urano Galeos.» ordinò Norbert.
Il motori vennero portati al limite e le due aeronavi si mossero.
La principale delle aeronavi imperiali cominciò a fare fuoco  per distruggerle ed evitare l’attacco.
«Maggiore ci stanno sparando sul serio!»
«Sparano anche alla Dreizack … proprio come aveva previsto.»
«Non permetteranno mai che la Galeos venga abbattuta, a costo di perdere un’aeronave. Avanti dobbiamo raggiungerla prima che ci facciano saltare in area.»
Il fuoco nemico si riversava su entrambe le aeronavi che prendevano fuoco, dalle quali si staccavano delle parti e si verificavano delle micro esplosioni.
Ma la Jaculus avanzava. Orami non avevano nulla da perdere.
La Phlayrh provò ad impedirlo con tutti i mezzi ma riuscì solo a rallentare la furia di fuoco che si stava avventando sulle aeronavi incatenate l’un l’altra.
 «Ci siamo … Falk, il resto lo lascio a te.» disse Norbert vedendo ormai vicinissimo il loro vero obbiettivo.
Un motore venne perforato  e lo stesso avvenne per la Dreizack. Si susseguirono due esplosioni decisamente grandi che distrussero le aeronavi. Venne coinvolta anche la Galeos per l’eccessiva vicinanza al luogo di impatto. Parte della fiancata venne completamente distrutta e cominciò a perdere quota.

Dopo che Falk si era liberato dalla morsa del nemico, grazie all’intervento di Takehito i due erano riusciti ad allontanarsi un attimo per riorganizzarsi.
Lo stesso sembrava che stessero facendo i loro nemici.
Poi dei forti rumori li distrassero. Erano delle esplosioni e guardando in alto videro la Jaculus e la Dreizack andare in pezzi a causa di due terribile esplosioni.
«Nor … bert …» sussurrò incredulo Falk. Osservava impietrito quei piccoli frammenti della Jaculus precipitare al suolo.  
«Non è vero … Owen!»Falk si mise in contatto con la Phlayrh disperato «Owen …» non aveva il coraggio di chiedere ciò che temeva.
«Era sulla Jaculus.» il generale della Phlayrh aveva di certo capito cosa volesse chiedere e gli fece male dargli conferma delle sue paure.
Falk cominciò a piangere senza accorgersene. Erano in guerra, stavano combattendo eppure non riusciva a sopportarlo.
Dopo i frammenti della Jaculus e della Dreizack, incominciò a vedersi anche la Galeos che si abbassava sempre più in direzione della capitale.
Nel GL-S si liberarono urla di dolore che si tramutarono in rabbia. Lo sguardo di Falk divenne duro, le pupille si fecero piccole e le mani strette a pugno. Guardò con odio la Urano Galeos: avrebbe distrutto quell’aeronave.
Il GL-S scattò senza preavviso nella direzione della Galeos sparando alcuni colpi con la lancia a Red Fusion.
Il Vraren e il Lighet si lanciarono al suo inseguimento con l’obbiettivo di fermarlo e annientarlo approfittando del fatto che fosse solo.
Takehito rimase indietro non aspettandosi una reazione del genere da parte di Falk ma presto si mise anche lui all’inseguimento.
Il GL-S nella sua disperata corsa verso la Galeos era un bersaglio abbastanza facile per il fucile del Vraren che lo colpì di striscio diverse volte. Incurante di essere sotto tiro, Falk proseguiva ma la sua corsa venne comunque rallentata dai danni che riceveva e la distanza tra lui e i suoi nemici diminuiva, fino a quando non lo raggiunsero.
Ricevette un fendente alle spalle con una delle spada del Lighet che arrestò la sua corsa e lo costrinse a voltarsi verso i vuoi nemici.
«Lasciatemi andare!» urlò con foga e dimenando la lancia riportò un minimo di distanza tra i teknight.
I movimenti del GL-S erano scoordinati e privi di logica ma spigionavano una grande potenza. Il pilota era mosso dall’ira e attaccava come una belva feroce.
I fendenti delle due spade arrivavano da ogni direzione e il GL-S li parava con colpi poderosi della lancia, così forti da far vacillare la presa del Lighet sulle spade.
Ma gli avversari erano due e alcuni colpi di fucile lo raggiunsero. Infastidito il GL-S si scagliò sull’intruso, battendogli sul capo e con forza la lancia. Il Vraren accusò il colpo piegandosi in avanti e portando le braccia all’esterno. Per sua fortuna Falk non ebbe modo di finirlo. Dalle spade del Lighet provennero due darsi rossi, proprio come la lancia del GL-S, anche quelle erano armi a Red Fusion.
Il teknight argentato si fermò e cominciò ad emanare del fumo da una spalla, il tempo che bastò al Vraren di riprendersi e bloccarlo con le braccia non potendolo fare più con le mani.
Per Ward era giunto il momento di uccidere il traditore di Argest con una spada protratta in avanti e l’altra elegantemente tenuta all’indietro, era ormai vicino quando all’ultimo dovette fermarsi per non trafiggere l’altro soldato imperiale.
Takehito era giunto in tempo e senza arrestare la sua corsa si era scaraventato sul Vraren. La potenza dello scontro fece allentare la presa e il GL-S riuscì a liberarsi in tempo.
Come se non fosse accaduto nulla riprese ad attaccare il Lighet con ferocia, una furia potente ma prevedibile. Ci voleva una certa energia per parare i colpi della lancia ma nulla più, Ward avrebbe concluso presto quel duello a suo favore.
«Falk fermati!»
«Deve pagarla cara! L’imperatore, Ward e tutto Argest devono pagarla!»
«Così ti farai ammazzare!» Takehito provò a riportarlo alla ragione. Non poteva essere la stessa persona che aveva conosciuto, non poteva essere la stessa persona di cui gli avevano parlato.
«Li abbatterò!» e mentre Falk lo diceva un braccio del suo teknight volò via.
«Falk datti una calmata!» l’AU-0 continuava a tenere occupato il Vraren e non poteva fare molto altro.
Il pilota del teknight argentato parve ignorarlo, in quel momento esisteva solo il Lighet davanti a lui. Spostò di lato la lancia che manteneva con una sola mano e Ward fece lo stesso con le due spade e prima piano e poi ad una velocità maggiore, andarono l’uno contro l’altro.
“Devo fare qualcosa!” con una scatto ruotò alle spalle del Vraren e prima che gli altri due teknight potessero colpirsi, Takehito si frappose tra loro innalzando la barriera.
La lancia era stata  parata e spostata di lato da una delle due spade e l’altra era stata fermata dalla barriera. Se non ci fosse stato Takehito a fermarla, avrebbe diviso in due parti il GL-S.
Falk elaborò quello che era successo e non si accorse nemmeno che non stava respirando.
Aveva perso la ragione e stava per perdere la vita. Riprese a respirare, prima aspirando una gran quantità d’aria e poi regolarmente.
«Scusa …» si rese conto di avere gli occhi umidi e li asciugò con la manica della veste e un’altra lacrima tornò ad inumidirli.
«Ti sei calmato?»
«Sì …»
«Non fare quella voce abbattuta dobbiamo ancora toglierci di torno questi due e fermare definitivamente la Galeos. Fatti forza nulla andrà perduto.»
Falk fece un altro gran respiro e tirò indietro il resto delle lacrime «Hai ragione. Occupati del Vraren, io devo concludere il duello con Ward.»
«Non c’è bisogno di affrontarlo da solo.»
«Questa volta andrà bene. L’hai detto tu che nulla andrà perduto quindi anche il tuo salvataggio di prima.»
Takehito sentendolo tranquillo e decisamente più calmo lo lasciò fare pregando di non essersi sbagliato.
GL-S  e Lighet si trovarono ancora faccia a faccia nella stessa posizione precedente.
Caricarono e pochissimi metri mancavano all’impatto.
«Come …?» Ward si ritrovò trafitto dalla lancia.
Il GL-S aveva impugnato la lancia in modo diverso non potendo più fruttare due braccia. La teneva dalla punta e poco prima di raggiungere il raggio d’azione delle spade, affondò la lancia nel Lighet che teneva la spada tesa in avanti a pochi centimetri dal GL-S.  
Falk estrasse la lancia e il teknight imperiale precipitò.
Gli altri due rimasero ad assistere increduli.
«Generale … Ward …» inaspettatamente Vedis condusse il suo teknight nella direzione in cui stava precipitando quello del suo generale.
«Takehito!»
“Mi dispiace.” l’AU-0 prese la mira con il chi-ken e fece fuoco. Lo distrusse lasciando intatta solo la cabina di pilotaggio. Probabilmente il pilota si sarebbe salvato ma non avrebbe più potuto essere di intralcio durante la battaglia.
La discesa della Urano Galeos proseguiva con al seguito la Phlayrh e i suoi teknight ai quali si aggiunsero Falk e Takehito.
«Vuoi abbatterla?»
«Sembra non ce ne sarà bisogno.» rispose Owen alla domanda di Falk.
Da una comunicazione che si era attivata si sentì una risata.
«E hai fatto male mio caro Owen. Per te e tutta la Phlayrh è giunta la fine.» Hunwer si era introdotto nel sistema di comunicazione.
«Che diavolo stai dicendo? Cosa potresti fare ancora?  Non hai più un teknight, la Dreizack è distrutta e la Galeos a malapena vola.»
«E’ vero ma hai dimenticato qualcosa, qualcosa che si trova ben oltre il cielo.»  seguì un’altra risata.  
«FSCannon … non può essere l’ho distrutto.» era l’unica cosa ai cui poteva pensare ma non potevano averne costruito un altro in così poco tempo.
«Si Falk Horn proprio quello. Ne avevamo un altro che è stato migliorato dopo la distruzione del precedente e tra poco vi cancellerà dalla faccia della Terra.»
«Che razza di assurdità! Così facendo verrà spazzata via anche la capitale e la Galeos.»
«Stai sbagliando, Owen.» rispose seriamente l’imperatore «in questo modo la Phlayrh verrà cancellata mentre l’impero Argest dovrà solo riorganizzarsi secondo le mie volontà che ho lasciato pocanzi.  Argest deve continuare a vivere in questo mondo e lo farà.»
Owen provò ribrezzo per se stesso. In quel momento si rese conto che prima di quella battaglia avrebbe sacrificato la capitale pur di distruggere l’impero, proprio la stessa cosa che stava per fare Hunwer Argest.
«E’ assurdo! Quante persone moriranno per questo?» a Takehito sembrava che fosse fatta e invece il peggio doveva ancora arrivare.
«Possibile che debba finire così?» pronunciò Katsu sconvolto e spaventato.
«No, non può!» disse incredula Kyla.
«Non deve! Ci sono ancora troppe persone da proteggere.» fece con più energia Kirabo mentre pensava alla sua famiglia.
«Non vanificheremo gli sforzi di tutti e le volontà di chi ha combattuto! Non voglio vedere morire ancora i miei compagni.» Falk sembrava determinato ma in quella situazione la sola determinazione poteva far poco.
Shu non disse nulla ma si rivolse nella direzione in cui doveva essere la sorella. Anche lei stava sicuramente ascoltando la conversazione e sapeva che non avrebbe mai lasciato soli i suoi compagni.
«Dannazione! Ci deve essere un modo per fermalo.»
«Disperati pure Owen, il modo non esiste.» Hunwer continuava volutamente a tenere il canale aperto e quasi provava piacere nel sentire la disperazione nelle loro voci.
«Katsu vieni.» Aruto si mosse dalla postazione di fuoco seguito dal figlio che gli era dietro.
Aruto lo afferrò per il braccio e lo trascinò al suo fianco, poi gli passò il braccio sulla spalla e passò a scompigliagli i capelli.
«Coraggio, non avere paura.»
«Hai qualcosa in mente papà?»
Aruto non rispose nulla limitandosi a tenerlo stretto a se. Raggiunsero la sala comandi dove si trovavano Erin e Owen.
«Aruto!» l’uomo li guardò entrambi e poi si avvicinò da solo ai comandi.
«Sai Hunwer, Seref si diverte molto a smanettare con sistemi informatici e aggeggi tecnologici e in genere quello che sto facendo io lo farebbe lui. Forse nemmeno lo sai ma è un piccolo genio, è un bravo ragazzo, volenteroso e generoso … peccato che non te ne sia mai accorto. Per quanto detesta ammetterlo avrebbe voluto un padre che lo amasse e che lo considerasse per quello che è. Sono un semplice meccanico ma per il mio ragazzo, per Seref e per tutti gli altri non lascerò che i tuoi piani vadano a buon fine.» Aruto aveva finito di maneggiare con i pulsanti e fece una breve pausa « ora sta a guardare come non ci faremo distruggere il nostro futuro.» premette l’ultimo pulsante e la comunicazione terminò.
«Aruto cosa hai in mente?» domandò Owen decisamente sorpreso.
«Ora non si intrometteranno più nelle comunicazioni, possiamo parlare tranquillamente. Ho intenzione di usare la barriera della Phlayrh per fermare quell’arma.»
«E’ possibile?» Erin temeva si trattasse di un tentativo disperato.
«C’è indubbiamente un margine di fallimento ma facendo ricorso ad ogni briciolo di energia di questa aeronave, possiamo farcela!»
«Papà quant’è questo margine di fallimento?» purtroppo Katsu non riusciva ad essere ottimista. Di solito il padre era molto preciso in queste cose e avrebbe dovuto usare una percentuale numerica piuttosto che restare sul vago e questo poteva significare che probabilmente quella percentuale era alta se non totale.
«Abbastanza piccolo da non preoccuparcene più di tanto però tu scendi dall’aeronave.»  con questa risposta diede conferma ai suoi timori ma non protestò soggiogato dalla strana atmosfera.
«Takehito vieni a prenderlo per favore.»
«Sì.»
«Katsu, ci vediamo dopo promesso!»
«Ci rivedremo senz’altro e questo vale per tutti.» ribadì Owen. Il ragazzo annuì ed andò al ponte di lancio dove lo attendeva l’amico.
 La Phlayrh si spostò più in basso rispetto alla Galeos nel punto in cui il raggio  avrebbe colpito secondo i calcoli del meccanico.
Tutti i teknight dietro l’aeronave speravano e pregavano che tutto andasse per il meglio.
Dal cielo stava giungendo una forte luce, all’apparenza lenta ma man mano che si avvicinava si percepiva la sue reale velocità.
La barriera venne attivata e quattro azzurri scudi energetici di ergevano sopra la Phlayrh. Al momento dell’impatto i primi due cedettero immediatamente e poi il raggio si bloccò al terzo.
Ogni cosa della Phlayrh potesse produrre energia era convogliata ad alimentare la barriera, le strumentazioni riportavano che tutto su quell’aeronave era stato portato al limite e che non avrebbero retto ancora a lungo, quando la terza barriera venne distrutta. Mancava l’ultimo strato.
La potenza era così elevata che spingeva indietro l’aeronave così i cinque teknight alle sue spalle preso a spingerla con tutte le loro forze. La Phlayrh si fermò e stranamente l’energia prodotta dai teknight venne catturata dall’aeronave e trasmessa alla barriera.
«Cosa succede?» domandò Erin.
«Non lo so ma è straordinario. Quei teknight non dovrebbero avere così tanta energia. C’è un flusso che proviene anche dal MA di Yue da terra … è pazzesco.» spiegò Aruto incredulo.
«Non passerà! Non ci supererà mai!» dopo le parole di Takehito un emissione di energia ancora maggiore andò a rafforzare la barriera.
Quel margine di fallimento non esisteva più.
«Non può essere! E’ impossibile non doveva finire così!» furono le ultime parole dell’imperatore di Argest di fronte all’incredulità di quello che stava accadendo.
Il raggio venne annientato e riflesso in più direzioni: pochi colpirono la città, molti altri si dispersero più lontano e molti altri si riversarono sulla Galeos che venne distrutta.
La base della Phlayrh parve come priva di vita, la barriera si era disattivata e senza più forze stava per adagiarsi al suolo.
Tutti gli altri tentarono di fermarla ma i loro teknight erano a corto di qualunque energia.
Ma non aveva più importanza: avevano vinto.





Due anni dopo


Un teknight vermiglio si occupava della manutenzione di un satellite nello spazio. Il pilota svolgeva il suo lavoro con precisione e calma. Era tutto silenzioso, nessuna seccatura dalla torre di controllo, nessun imprevisto o complicazione, insomma era tutto tranquillo.
«E pensare che questo era lo FSCannon … quante ce ne ha fatte passare, vero AU-0?» disse tra se Takehito fermandosi un attimo ad osservare prima il satellite su cui lavorava e poi ad ammirare la Terra.
“Da qui la Terra è uguale alla prima volta che la vidi eppure è cambiata proprio come lo FSCannon” pensò il ragazzo.
La sua mente tornò al momento della loro vittoria contro Argest. Di quello che accadde non trovarono una spiegazione valida. Tutta l’energia che alimentò la barriera non poteva essere stata prodotta solo dalla Phlayrh e dai teknight, era impossibile. Aruto  ritenne che era merito delle loro volontà e a Takehito piaceva pensarla in quel modo.
I momenti successivi non furono facilissimi.
L’impero Argest non esisteva più e per non creare scompigli e rivolte, Falk e Kyla presero il controllo politico. Venne ristabilita la situazione precedente all’impero Argest: i singoli stati tornarono ad autogovernarsi e ovviamente tutte le colonie vennero abolite, lascandone solo il ricordo. Ma questo non era sufficiente. Infatti, venne stabilita una politica di sostegno reciproco grazie alla quale risorse, ricchezza e conoscenze venivano condivise da tutti per uno sviluppo equo e sostenibile. Nessuno avrebbe dovuto prevaricare o soggiogare l’altro. Progetto ambizioso che richiedeva rigidi controlli soprattutto per i primi tempi.
Dopo alcuni mesi di convalescenza si unì anche Seref. Nell’ultima battaglia aveva riportato danni cerebrali con la conseguente perdita parziale dell’uso di una gamba. Ma l’essere zoppo e l’aiuto del bastone per camminare non lo fermò. Con il sostegno costante di Yue, dette tutto se stesso nel sostenere la nuova politica portata avanti dai compagni.
Yue ritenendo che di politica ci capiva poco, decise di dare il suo contributo con un ruolo più pratico istituendo un piccolo corpo armato addetto alla sicurezza al quale si unì anche Shu.
Anche tutti gli altri diedero una mano nei primi mesi e quando le cose cominciarono a stabilizzarsi, ognuno rese la propria strada.
Lev fece ritorno a Kadak per mantenere la promessa fatta al piccolo Steve tempo prima. Si stabilì lì e divenne un istruttore di nuoto. Un po’ a malincuore dovette rinunciare a nuotare al livello agonistico poiché dopo l’ultima battaglia aveva difficoltà nel compiere i movimenti più complessi e sforzi eccessivi. Ma ben presto i bambini a cui insegnava con la loro vitalità ed entusiasmo, gli fecero passare ogni rimpianto.
Kirabo riuscì a realizzare il suo sogno e giocare in una importante squadra di basket allenata addirittura dal suo giocatore preferito, lo stesso che gli aveva autografato il pallone da piccolo e che conservava gelosamente.
Shae, priva del suo lavoro quotidiano alla Phlayrh, si dedicò alla scrittura di romanzi di cui ne pubblicò ben due. Nello stesso tempo la loro famiglia si allargò con l’arrivo di un nuovo figlio ben accolto da Fuhara che continuava a crescere insieme alla sua passione per i rettili.  
Katsu dimostrò tutto la sua bravura nella FW e le scuderie facevano a gara per averlo, domandandosi dove si era potuto nascondere un talento del genere per tutto quel tempo.
Per quanto riguardava Owen, Erin, Aruto e Lara immediatamente dopo la battaglia finale, si separarono ritirandosi a vivere in luoghi isolati. Con loro si continuò a mantenere un contatto ma vollero farsi da parte e lasciare spazio alle buone intenzioni dei loro ragazzi.
«E io sono tornato nello spazio.» concluse così i suoi pensieri.
Takehito fu incoraggiato da Falk a diventare un ricercatore spaziale, avendo condiviso la stessa esperienza, comprendeva la voglia del ragazzo di tornare fuori dall’atmosfera terrestre e poter osservare ancora una volta il loro meraviglioso pianeta.
«Takehito! Ancora indaffarato nello spazio?»
«Seref?» Takehito venne destato dai suoi pensieri da una voce decisamente inaspettata.
«Si sono io non sorprenderti, non è difficile  intromettersi in un sistema di comunicazione.»
«Non mi aspettavo certo di sentirti.»
«Falk mi sta tormentando di chiederti se hai preso le fedi.»
«Ah è per quello! Si certo le ho qui con me.»
«Bene così si tranquillizza … piuttosto riuscirai a venire in tempo al matrimonio?»
«Ma certo qui ho quasi finito. Vi raggiungerò a bordo dell’ AU-0.»
«Non vorrai venire in tuta da pilota? Lo sai che Kyla te la farà pagare se ti presenti in quel modo al suo matrimonio.»
«Tranquillo ho pensato anche a quello. Ho il vestito elegante proprio qui al mio fianco.»
«Allora sbrigati che tutti gli altri sono già arrivati.»
«Agli ordini! E dimmi la prossima rimpatriata la faremo al tuo di matrimonio con Yue?» Seref divenne completamente rosso. I due ragazzi non nascondevano la loro relazione ma parlarne apertamente lo imbarazzava ogni volta.
«Ch … che dici? Non c’è bisogno per forza di un grande evento.» Takehito ridacchiò divertito « fa presto che ti aspettiamo.» la conversazione venne interrotta.
Takehito guardò ancora una volta la Terra.
«E’ proprio un bellissimo pianeta.» 







Angolo dell'autrice:
Eccoci alla fine.
Quando ho terminato di scrivere mi sono resa conto di essermi in qualche modo affezionata e legata a questa storia, in fondo è anche la prima a cui ho dedicato più impegno.
Forse però non terminerà del tutto qui, in testa mi sta ronzando l'idea di un prequel.
Grazie di cuore alle due persone che hanno sempre letto ogni capitolo appena lo aggiungevo, a belfire99 con le sue recesioni (aspetto con ansia il tuo parere finale) e tutti coloro che hanno continuato a seguire Argest. Grazie!
  
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