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Autore: SSONGMAR    24/04/2015    3 recensioni
Non so bene per quale motivo io abbia voluto affrontare questa tematica o perché, improvvisamente, la mia mente abbia avvertito il bisogno di unire questi pensieri, eppure è successo.
E’ possibile spiegare i colori ad una persona affetta da cecità? Un male atroce che non permette di cogliere appieno le meraviglie che il mondo può regalare.
Io sono sicura che un modo ci sia; perché la vera cecità è nel cuore di chi non vuol vedere.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo entrambi distesi sull’erbetta fresca ad osservare il pallore della luna, quando nella mia testa balenò un pensiero «come spiegheresti i colori ad un cieco?» domandai, facendo scivolare le dita tra quelle minuscole foglioline ancora ricche di rugiada. In quel momento il silenzio calò con lentezza sulle nostre bocche, d’improvviso, come il sopraggiungere della notte «non puoi spiegarlo» commentò «non puoi spiegare ad una persona il colore rosso se non l’ha mai visto prima».
 Sebbene avesse ragione, la mia testa, ma in particolare il mio cuore, esitavano a credere in ciò che la realtà stessa affermava poiché convinti, con estrema sicurezza, di poter trovare un modo per rendere possibile quel pensiero «e se io ci riuscissi?» chiesi, infatti, con un sorriso che si dipinse sul mio volto carico di aspettativa «se riuscissi a dimostrare il contrario?».
Il silenzio ritornò a far da padrone, quando il vento si alzò furtivo dal suolo posandosi sui nostri corpi e, d’improvviso, delle piccole gocce di pioggia, caddero premendo sulle nostre guance «fa freddo, torniamo a casa» poi la sua voce. Con esitazione mi alzai ma i miei passi furono riluttanti quindi mi fermai «questa è la pioggia» fu una cosa ovvia ma, nonostante tutto, amavo sentirla sulla pelle. Sentire; ecco in che modo avrei spiegato i colori ad un cieco.
Il suo sguardo si posò nel mio, curioso, confuso «quando il tuo corpo è entrato in contatto con il vento e la pioggia mi hai immediatamente detto di sentire freddo» spiegai, dando inizio a quella che sarebbe dovuta essere la mia tesi «e allora?» chiese lui, ormai incuriosito dalle mie parole.
Intanto la pioggia stava lentamente aumentando la sua intensità, schiantandosi al suolo sempre con più carica. Nell’aria iniziò a diffondersi il profumo di terriccio «il nero ed il grigio sono colori freddi. Una persona affetta da cecità non potrà fare uso del senso della vista, ma in compenso avrà sviluppato tutti gli altri sensi. Potrà sentire ed avvertite il freddo ed in base alla sensazione gli spiegherò a quale colore si avvicina di più».
A me stessa il ragionamento sembrava essere quello giusto, eppure, non potevo fare a meno di notare il suo sguardo che sembrava quasi perso, quindi sorrisi e non mi persi d’animo, continuai a portare a termine la mia spiegazione mentre la pioggia ci aveva ormai resi fradici «è come quando avverti il tepore di un abbraccio o il calore di un fuoco appiccato al momento. Il rosso, il giallo e l’arancione sono colori caldi ed in questo modo spiegherò ad un cieco tali tonalità» continuai «e come spiegheresti il verde?» in quel momento la pioggia cessò e nell’aria si ripresentò il silenzio. Chiusi gli occhi «lo senti il fruscio degli alberi?» chiesi quasi sussurrando «il verde non è forse il colore delle foglie che il vento ama tanto accarezzare? Probabilmente lo spiegherei in questo modo nonostante sembri un po’ forzato» poi in quel momento ricordai dei fili d’erba sfiorati poco prima «oppure..» m’inginocchiai al suolo facendo ancora scivolare le mie dita su di essi «proverei il tatto, facendo sfiorare loro un prato come in questo momento sto facendo io e il terreno per il marrone. Oppure con l’olfatto, mi limiterei al buon profumo del cioccolato».
Il suo volto cambiò di espressione, come se la mia tesi non fosse del tutto sbagliata «e il rosa e tutti gli altri colori?» mi chiese, ormai del tutto preso. Mi avvicinai e chiusi nuovamente gli occhi sfiorandogli la guancia «il rosa è un colore delicato e delicata è la tua pelle. Farei sfiorare loro il viso di una persona amata ed in questo modo spiegherei tale colore».
In quel momento il tutto non mi sembrò più così impossibile ed il suo sorriso ne fu la prova.
Perché la vera cecità è nel cuore di chi non vuol vedere.

«Gli occhi sono inutili quando la mente è cieca»
  
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