Anime & Manga > Kuroko no Basket
Ricorda la storia  |      
Autore: Kastel    25/04/2015    1 recensioni
C'è chi sostiene che l'essere umano è formato, principalmente, dall'anima, la cui locazione è situata negli occhi.
Io non sono così poetico, ma posso dire, in base alla mia esperienza, che hanno perfettamente ragione.
Peccato per voi piccoli esseri umani.

[AU! originale]
Genere: Angst, Horror, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daiki Aomine, Seijuro Akashi, Tetsuya Kuroko
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Gender Bender
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

C'è chi sostiene che l'essere umano è formato, principalmente, dall'anima, la cui locazione è situata negli occhi.
Io non sono così poetico, ma posso dire, in base alla mia esperienza, che hanno perfettamente ragione.
Peccato per voi piccoli esseri umani.

 

 

 

“Da quanti giorni è così?”
“Almeno cinque, ma i medici credono che non si riprenderà più. Ha avuto uno shock troppo grande.”
Aomine osserva l'enorme corpo di Murasakibara perfettamente immobile dentro un letto troppo piccolo per lui. Lo guarda e si domanda che diavolo potrebbe essergli successo per ridurlo così. E dire che appena una settimana prima stava benissimo: mangiava e giocava come suo solito, niente sembrava presagire una tragedia del genere.
Il problema principale è che nessuno, neppure i medici, hanno idea di cosa gli sia capitato e lo stesso Murasakibara non è di alcuna utilità. A meno che qualcuno sappia tradurre in un linguaggio comprensibile i versi che emette.
Vagiti, lamenti sconnessi, pianti: è questo l'unico modo di comunicare permesso al ragazzo. E' come se fosse un neonato, tornato limpido e privo del senso dell'Io. Non è più Murasakibara: è un corpo che possiede tale nome, basta. E ciò spaventa tantissimo Aomine, perché non è in grado di comprendere tale situazione. Sarebbe potuto succedere a lui, o a Tetsuo, o a Satsuki...
Decide di lasciare l'ospedale pochi minuti dopo essere arrivato. Non ce la fa a vedere quella scena, è più forte di lui. Non ha però intenzione di tornare a casa subito: una piccola partitina con Tetsuo lo aiuterà a sentirsi meglio.
O almeno quella è la sua intenzione.
Se solo, passando davanti al combini, la voce sorpresa e sconvolta della commessa non attirasse la sua attenzione.
“G-Grazie e arrivederci!”
Butta l'occhio sull'ingresso, incuriosito. Ed è costretto a fermarsi, perché ciò che vede lo sconvolge profondamente.
Dei lunghi capelli rossi: sono i primi ad entrare nella sua visuale, quasi fosse costretto ad osservarli bruciare nella luce del sole morente. Sono bellissimi e perfetti, così come il viso della proprietaria, che non possiede nessuna imperfezione o difetti. Solo la benda nera che copre l'occhio sinistro rovina quel capolavoro, obbligando la ragazza ad essere umana e non una Monnalisa. L'altro osserva il mondo con fin troppa freddezza, quasi lo scrutasse attraverso un vetro opaco. Ma ciò che colpisce maggiormente non è tanto lo sguardo o l'espressione assente, bensì cosa tiene in mano: una montagna di cibo, un insieme di spazzatura e ottima cucina. Considerato quanto è magra non c'è da stupirsi del fatto che la cassiera è rimasta sconvolta.
Aomine, però, non è concentrato sul cibo, ma sul viso. E' troppo, spaventosamente identico a...
“Akashi...?”
La ragazza si ferma e Aomine si domanda se l'abbia sentito. Basta solo un movimento del collo e un sorriso per fargli capire che è così.
“Ciao, Daiki.”
 

 

 

“Chi è stato a trovarlo?”
“Kuroko. In realtà è stato un colpo di fortuna: stava tornando a casa quando l'ha visto.”
Kuroko è in silenzio, incapace di staccare gli occhi dallo sguardo -privo della scintilla che lo caratterizzava- di Aomine. Al contrario, gli sembra di trovarsi davanti a un bambino appena nato, incapace di fare altro se non mangiare e dormire. Lo osserva e non commenta: non riesce a trovare le parole per farlo. Non conferma né smentisce la storia che Midorima sta raccontando a Kise. Solo dopo un po' si alza, abbandonando la stanza.

 

 

Cammina in direzione della scuola, sapendo che ciò che sta cercando si trova lì. E' facile supporlo, alla fine.
E infatti gli basta vedere una lunga cascata di capelli rossi per capire di aver fatto centro.
“Akashi-kun.”
Gira il viso, osservando il ragazzo che l'ha chiamata.
“Tetsuya... E' bello vederti qui.”
Sorride, ma il suo occhio non fa altrettanto. E' freddo come il ghiaccio, nonostante sia del colore del fuoco.
“Dalla tua espressione non si direbbe.”
La ragazza si tocca il viso, modellandolo finché non è soddisfatta.
“Scusami. E' difficile capire come fare.”
“Non direi.”
“Tu hai avuto fortuna. Hai scelto una persona ben poco espressiva.”
“Può darsi. Oppure sei tu che devi imparare.”
“Anche.”
Allunga le braccia in alto, stiracchiandosi, senza togliere gli occhi di dosso a Kuroko.
“E dunque. Cosa ci fai qui?”
“Ho visto cosa hai combinato. Cosa ti ho detto quando sei nato?”
“Che avrei dovuto assumere l'aspetto di una ragazza perché avrei avuto più successo?”
“No. Che non dovevi prendere di mira due persone appartenenti allo stesso ambiente sociale. Vuoi farci scoprire subito?”
“Ah?”
Il corpo della ragazza s'irrigidisce mentre lo osserva con un'espressione contrariata.
“Non arriveranno mai a me.”
“Non è difficile immaginare che sia la stessa persona. Anche perché tu sei l'unico così goloso, tra di noi.”
“Tsè!”
La mano raggiunge la benda, che sfila via con rabbia mal trattenuta. Aver assorbito due persone gli ha permesso di ampliare la sua gamma di espressioni.
“Vuoi sfidarmi, Tetsuya?”
Kuroko non risponde alla provocazione, limitandosi ad osservarla. O meglio, a studiare l'occhio finalmente libero.
Se fosse stato un essere umano avrebbe sicuramente urlato: perché quello non è un occhio, bensì una bocca, di cui erano visibili solo i denti. Mentre il viso di colei che ha preso l'identità di Akashi non lascia trapelare emozioni, la bocca invece è viva, capace di mostrare tutti i sentimenti che la ragazza prova dentro di sé. Sembra un animale feroce, coi denti ben serrati ma piegati in modo da sembrare la parodia di un sorriso.
Pensi di poter vincere? Sarai pure più informato di noi sul genere umano e sulle sue sensazioni, ma ricordati che io ho mangiato di più di te. Non puoi sconfiggerci!”
Chiude gli occhi, sospirando rumorosamente.
“Sei fastidioso.”
Li socchiude, alzando poi una mano.
“Hai ragione, non posso eguagliare il tuo appetito. Tuttavia, avrei voluto tanto avessi imparato di più dalla persona a cui hai rubato il corpo.”
Eh...?”
Non riesce a finire la frase: la mano di Kuroko -o meglio, ciò che dovrebbe essere una mano, mentre è un insieme di denti- ha attraversato il suo petto. Lancia un alto gemito, mentre riesce a percepire il movimento dentro il suo corpo.
Questo bastardo mi sta divorando il cuore!
Prova a staccarsi dal bulbo oculare e cercare di fermarlo, ma non ci riesce. Oramai non percepisce più il battito cardiaco ma solo il masticare lento. Oramai non è più capace di reagire.
Oramai è morto.
Stacca il braccio dal corpo senza vita di colei che aveva derubato la vita ad Akashi. Lo osserva un poco, lasciando poi che sia la sua parte aliena ad occuparsi di tutto.
“E' proprio il destino di chi vive su questo pianeta... Oppure solo l'essersi montato la testa di un ragazzino.”
Un urlo interrompe la sua riflessione. Gira il viso nella direzione del grido, trovandosi davanti il viso sconvolto di Midorima.
“K-Kuroko... M-Ma cosa...”
Ecco perché Akashi era un volgarmente detto moccioso. Perché non aveva capito il fatto che quelle erano sue prede. Ma aveva voluto giocare con il fuoco.
Povero idiota.
Kuroko sorride, fissando Midorima voracemente.
“Ciao, Shintarou.”

 

 

 

Note.

Ispirato (ma non troppo) a Kiseijuu, ma trae origine da un sogno fatto.
Grazie a Dan per la lettura anticipata!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: Kastel