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Autore: Kary91    25/04/2015    4 recensioni
[Pre-saga|child!Peeta e i suoi fratelli | Post-epilogo|Peeta e i suoi bambini]
“Quello lì!” annunciò il maggiore dei fratelli Mellark, puntando l’indice contro un fiocco di neve poco distante dalla sua testa. Subito, Jonah e Peeta tesero le mani per cercare di afferrarlo. Il fiocco si era ormai confuso con gli altri e i tre fratelli faticarono per riuscire a distinguerlo nella manciata di pallini bianchi tutti uguali.
“È quello!” gridò all’improvviso Jonah, indicando un punto imprecisato sopra il berretto di Peeta. Il minore dei tre guardò sorpreso verso l’alto e tese le mani. Il fiocco dondolò per un po’, come incerto se sedersi o meno, ma alla fine si depositò sul naso del piccolo. Peeta sorrise, appoggiandoci sopra l'indice. Il suo papà diceva spesso che la neve nasceva dalle dita degli angeli. Danzava per far sorridere i bambini e si adagiava a fiocchi su ciglia e punte di nasini per fare una carezza ai più piccoli.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bimba Mellark, Bimbo Mellark, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Di biscotti, favole e pennelli.'
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Premessa. Questa storia si ispira al prompt “Peeta/figli – il primo fiocco di neve” lasciatomi da Giraffetta. La prima parte della storia è ambientata durante l’infanzia di Peeta, quando il nostro ragazzo del Pane ha all’incirca tre anni e mezzo. La seconda parte della storia è ambientata nel periodo post-epilogo, con Peeta adulto e padre di due bambini.

 

Il Primo Fiocco di Neve

eeee

 

 

Dondolava.

Goffo, silenzioso, come ipnotizzato.

Dondolava, cercando di imitare la danza aggraziata dei fiocchi di neve che volteggiavano attorno a lui e ai suoi fratelli.

Oscillava rapito, muovendosi a fatica nel cappotto invernale che un tempo era stato di Jonah. A Peeta - che aveva solo tre anni e mezzo - stava ancora grande, ma era comodo e caldo. Soffice come quelle codine bianche che percorrevano il cielo all’incontrario per venire a sedersi sul suo berretto.

Il bimbo osservò affascinato i primi fiocchi che riuscirono a raggiungerlo. Il suo papà diceva spesso che la neve nasceva dalle dita degli angeli. Danzava per far sorridere i bambini e si adagiava a fiocchi su ciglia e punte di nasini per fare una carezza ai più piccoli.

“Da grande voglio fare il fiocco di neve” aveva detto un giorno Peeta, tirando la manica di Jonah per attirare la sua attenzione. Il fratello maggiore aveva riso e il suo sguardo si era fatto ancor più vispo del solito.

“Ma che! Ti muovi troppo buffo! Devi camminare piano, per fare un fiocco di neve: così” rispose il mezzano dei fratelli Mellark, allontanando le braccia dal corpo e dondolando verso Peeta. Il minore cercò di copiare i suoi movimenti, ma piccolo com’era riusciva a malapena a oscillare senza cadere a terra; sollevò le braccia e agitò le mani paffute per imitare la neve che scendeva.

Jonah rise di nuovo, divertito dalla goffaggine infantile del fratellino.

“Sembri un pupazzo di neve!” lo prese in giro, stritolandolo in un abbraccio per fargli perdere l’equilibrio. Peeta sorrise, aggrappandosi al fratello per non cadere. “E adesso ti mangio il naso, perché è una carota!”

Ridacchiarono entrambi, mentre Jonah fingeva di mordere il volto del fratellino e Peeta cercava di spingerlo via.  Da quel giorno, il minore dei Mellark aveva incominciato a esercitarsi con costanza nell’imitare i movimenti eleganti dei fiocchi di neve. Si metteva a dondolare ogni volta che usciva a giocare con i fratelli, e il suo oscillare impacciato faceva sempre ridere Jonah e Jared, che ogni tanto cercavano di imitarlo.

Lo fecero anche quel pomeriggio, spostando il peso da un piede all’altro e irrigidendo le braccia lungo i fianchi. Peeta si mise a ridere e si sbilanciò, rischiando di cadere a terra. Jared si affrettò ad afferrarlo un po’ bruscamente per il braccio, riuscendo a evitare l’incidente.

“Siete pronti?” domandò poi, tornando a guardare in alto.

I fratelli minori annuirono: ogni anno, con l’arrivo della prima neve, Jared e Jonah istituivano una sorta di gara. A turno, sceglievano un batuffolo bianco fra quelli in procinto di raggiungerli e lo indicavano agli altri due Mellark. Per loro era quello il primo fiocco di neve della stagione, non importava quanti ne fossero già caduti. Il bambino che riusciva a prenderlo al volo – se con le mani, il naso o tirando fuori la lingua, non aveva importanza – avrebbe avuto l’onore di scegliere la prima fetta di torta durante la merenda. Inoltre, il fiocco di neve gli avrebbe portato fortuna per il resto dell’anno.

“Via!” esclamò Jared, mettendosi a braccia conserte ed esaminando il corpo di ballo nevoso che sorvolava le loro teste. Trascorse un minuto, prima che il ragazzino si decidesse a indicare uno dei fiocchi.

“Quello lì!” annunciò, puntando l’indice contro un batuffolo poco distante dalla sua testa. Subito, Jonah e Peeta tesero le mani per cercare di afferrarlo. Il fiocco si era ormai confuso con gli altri e i tre fratelli faticarono per riuscire a distinguerlo nella manciata di pallini bianchi tutti uguali.

“È quello!” gridò all’improvviso Jonah, indicando un punto imprecisato sopra il berretto di Peeta. Il minore dei tre guardò sorpreso verso l’alto e tese le mani. Il fiocco dondolò per un po’, come incerto se sedersi o meno, ma alla fine si depositò sul naso del piccolo. Peeta sorrise, appoggiandoci sopra l’indice. Starnutì, sorpreso dal contatto freddo con la neve, ma non riuscì a fare a meno di mettersi a saltellare, raggiante per la sua vittoria.

“Non è giusto!” si lamentò un imbronciato Jonah, spettinandogli i capelli da sopra il cappello. “Pupazzetto fortunello!”

Fece cadere il berretto al fratellino, ma Peeta non ci badò; rise e si chinò a terra per recuperarlo, lottando contro i rigonfiamenti del giubbotto troppo spesso.

Mentre se lo sistemava nuovamente in testa rabbrividì, avvertendo ancora una volta il contatto freddo con la neve. Quella sensazione, tuttavia, gli piacque. Era come una carezza, la carezza di un angelo. E lo rendeva fortunato, più di Jonah e Jared, anche se loro erano più grandi, dondolavano meglio e potevano scegliere il primo fiocco di neve della stagione.

Tornò a oscillare a destra e a sinistra, sorridendo incantato alla pioggia di codine bianche che continuavano a scendere.

Magari, un giorno, la sua fortuna gli avrebbe insegnato a dondolare bene come loro.

Forse un giorno sarebbe stato lui a scegliere il primo fiocco di neve della stagione.

 

 

*

 

Dondolava.

Goffo, silenzioso, come ipnotizzato.

Dondolava, cercando di imitare la danza aggraziata dei fiocchi di neve che volteggiavano attorno a lui e ai suoi figli.

Il freddo lo intorpidiva, rendendo la gamba funzionante tanto insensibile quanto quella mancante; Peeta, tuttavia, non si lasciò scoraggiare. Continuò a dondolare, ridendo delle esclamazioni divertite di Rowan, che aveva allacciato le braccia attorno al suo collo per non cadere.

“Sei un fiocco di neve” mormorò l’uomo, posando un bacio sulla fronte del figlioletto.

“Un fiocco di neve!” ripeté allegro il piccolo, sollevando una mano per cercare di afferrare qualche batuffolo di neve.

Di fianco a loro, Haley era impegnata a fabbricare il corpo di un pupazzo, parlottando fra sé e sé.

“Sarà il pupazzo più bello di sempre, papà!” esclamò la ragazzina dopo un po’, appiattendo la neve con le mani. “E non si scioglierà mai, nemmeno in estate!”

Peeta sorrise alle sue parole.

“Che pupazzetto fortunello…” osservò poi, facendo scendere Rowan per permettergli di aiutare la sorella. Un barlume di malinconia s’insinuò nei suoi occhi, simile ai fiocchi di neve sciolti che avevano incominciato ad ornare i suoi capelli.

Un tempo, ricordò, conosceva un pupazzo fortunato. Era piccolo e paffuto come quello che stava costruendo sua figlia e aveva due fratelli che lo strapazzavano spesso, proprio come stavano facendo in quel momento Haley e Rowan.

Quel pupazzo, un giorno, era riuscito a impossessarsi del primo fiocco di neve. E da quel momento in poi la fortuna l’aveva protetto, permettendogli di non sciogliersi mai del tutto. La sorte, tuttavia, non era stata a favore dei suoi fratelli. Jared e Jonah si erano dissolti diversi anni prima, così come faceva la neve ogni anno, svanendo con l’arrivo della primavera.

Una fitta di malinconia più intensa della precedente andò a depositarsi sul petto di Peeta, lenta e aggraziata come un fiocco di neve. Questa, però, faceva male.

“Siete pronti?” esclamò a quel punto l’uomo, inginocchiandosi di fronte ai figli.

Haley e Rowan persero subito interesse nel pupazzo; presero il padre per mano e si allontanarono verso lo spiazzo di prato dietro casa, dondolando ad ogni passo.

Peeta e i due bambini guardarono in alto, sorridendo di quella danza elegante a cui tutti e tre avevano sognato di poter partecipare almeno una volta.“È il fiocco di zio Jared o quello di zio Jonah quello che cerchiamo quest’anno?” chiese Haley, aggrottando le sopracciglia per poter distinguere meglio i piccoli ballerini bianchi: Peeta aveva spiegato ai due bambini che i fiocchi di neve nascevano dalle dita degli angeli. Erano le carezze inviate loro dalle persone che li vegliavano dall’altro, per aiutarli a ricordare che non sarebbero mai stati soli.

Peeta sorrise alla figlia.

“Nessuno dei due” rivelò, tornando a guardare verso l’alto. “Quest’anno cerchiamo il fiocco di zia Prim.”

Indicò un codino bianco che volteggiava di fronte a lui, proprio all’altezza del suo naso.

“Eccolo qui.”

I bambini cercarono subito di afferrarlo, sollevandosi sulle punte dei piedi.

Peeta li lasciò fare, sorridendo dei loro gridolini divertiti.

Si allontanò verso il pupazzo di neve lasciato a metà e riprese a ondeggiare, con lo stesso impaccio di quando era piccolo.

E sorrise fra le lacrime, immaginando di avere di nuovo tre anni e due fratelli maggiori che lo imitavano ridendo, dondolandosi per il cortile.

Sorrise, sentendosi cadere come un fiocco; un goffo fiocco di neve.

 

Note finali.

Ormai sanno tutti che non me la cavo molto a scrivere su Peeta, ma il prompt che mi aveva lasciato mi era piaciuto davvero molto e ci tenevo a tentare di utilizzarlo. La storia è molto banale, e quasi sicuramente l’idea della neve sarà già stata utilizzata mille volte in questo fandom come in altri, ma alla fin fine l’idea dei bimbi che giocano nella neve è un qualcosa che mi intenerisce sempre molto. E Peeta pupazzetto che dondola guardando i fiocci di neve ce lo vedevo troppo ** Nella prima parte della storia compaiono anche i suoi fratelli, Jared e Jonah. I nomi dei due bambini li ho presi in prestito da AlessiaDettaAlex (che ha scelto di chiamare Jared il maggiore dei Mellark) e Alaska__ (che ha scelto Jonah come nome per il mezzano dei fratelli).  Ringrazio tutte e due per il prestito, siete state gentilissime! Haley e Rowan, invece, sono i nomi che ho scelto per i piccoli di casa Mellark e che avevo già utilizzato in altre storie.


   
 
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