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Autore: lapoetastra    26/04/2015    2 recensioni
Stringendo forte il piccolo tra le proprie braccia, la donna piangeva.
Ma questa volta le sue lacrime non erano impregnate di dolore e spavento, come spesso capitava, bensì di gioia ed emozione.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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Una ragazzina.
Solo una ragazzina di tredici anni.
Ecco cos’è.
Eppure, nonostante la sua tenera età, ella non è più una creatura pura ed innocente come le sue amiche, come dovrebbe essere.
Lei è diversa, è stata costretta a crescere prima del tempo, perché quello è l’unico modo che permette alla sua mente di comprendere ciò che le accade quasi ogni sera e di evitare di ribellarsi.
Sa che così facendo peggiorerebbe solo le cose, e proprio non può permetterselo.
Trema appena quando l’uomo arriva e la stringe forte contro il suo corpo molliccio, invadendola con una nuvola nauseabonda di puzza di sudore e whisky scaduto.
La ragazzina chiude gli occhi, come ha imparato ormai a fare per evitare di vedere lo sguardo lussurioso del suo assalitore, ed aspetta che tutto finisca.
Nel mente spera, prega, che venga un giorno nel quale possa dormire tranquilla, la notte, senza la paura di chi le entra in camera e di cosa può capitarle.
Quando succederà, sarà una donna felice.
Per ora, tuttavia, non può fare altro che rimanere ferma sotto il corpo possente dell’uomo che si muove sopra di lei con foga, e cercare invano di trattenere le lacrime di dolore ed umiliazione che ad ogni affondo si fanno sempre più dirompenti.
 
 
Gillian si svegliò di soprassalto, con il cuore che era ad un passo da scoppiarle nel petto ed il respiro corto ed affannato nei polmoni.
Nell’aria tersa ancora percepiva l’odore forte e rivoltante del suo violentatore.
Batté gli occhi, intontita e confusa.
Quell’incubo orrendo che la perseguitava continuamente da anni non appena chiudeva gli occhi era tornato nuovamente a farle visita, terrorizzandola a morte come se fosse tornata improvvisamente bambina e fosse ancora preda delle fantasie erotiche di quel mostro orrendo che le aveva strappato l’infanzia.
Ora egli era lontano, in prigione forse, o magari dall’altra parte del mondo in cerca di qualche altra fanciulla a cui rovinare la vita.
Gillian non ne aveva la minima idea, aveva perso di lui ogni traccia.
Per quanto però avesse ormai quasi dimenticato il suo volto, di certo il ricordo di ciò che le aveva fatto non era mai andato perduto, ed anche se durante il giorno non ci pensava, l’oscurità della notte si adoperava affinché rimembrasse tutto ciò che era stata costretta a subire.
Il pianto di un bambino, nella stanza accanto, spazzò via le ultime tracce dell’incubo, riportandola definitivamente alla realtà.
Gillian si alzò, ancora tremante, e si recò da quella creatura che era ora la più importante della sua vita traumatizzata.
Stringendo forte il piccolo tra le proprie braccia, la donna piangeva.
Ma questa volta le sue lacrime non erano impregnate di dolore e spavento, come spesso capitava, bensì di gioia ed emozione.
Perché quella violenza continua che le aveva rovinato la giovinezza, le aveva donato anche un regalo.
Il più bello che potesse mai sperare di ricevere, nonostante la sua ancor giovane età.
Un figlio.
< Oh, Jimmy >, mormorò Gillian con voce flebile, affondando il viso nei capelli spettinati e biondi come l’oro del bambino, inspirandone forte il delicato profumo infantile.
Quel dolce cucciolo era la ricompensa per tutte le volte che aveva subito violenze in silenzio, Gillian ne era certa.
O, almeno, era l’unico pensiero in grado di farle pesare un po’ meno il pesante fardello della sua infanzia rubata.
   
 
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