1. One
Avevo sedici anni quando lui arrivò al Central, varcando la soglia del grande edificio bianco nelle sue Converse nere, tenendo su una spalla il borsone e una custodia sull'altra.
Un solo anno lo differenziava da me, ma vedendo i suoi occhi capivo che i suoi anni li aveva vissuti tutti.
Lo sguardo vuoto non si posò su niente e nessuno in particolare e non prese mai quella scintilla di vitalità tipica degli adolescenti.
Non si scompose nemmeno quando gli assistenti sociali lo chiamarono "ragazzo difficile bisognoso di tante attenzioni" o "una croce per la società".
Lui era una di quelle persone che sapevano guardare.
Perché, anche se i suoi occhi restavano spenti e la sua espressione vuota, lui vedeva e capiva ogni cosa, e si prendeva nota di tutto ciò che potesse tornagli utile.
Lui era un calcolatore, uno che sapeva usare tutto ciò che aveva a disposizione per ottenere ciò che voleva, e ci impiegò esattamente tre giorni ad ottenere il favore di tutti al Central, e furono quattro quelli che utilizzai a capire che ero l'unica a non aver ancora accettato di essere nella sua cerchia.
Lui odiava non avere il potere, soprattutto su un anello debole come me, e io doverlo assecondare.
-Più tempo.- Ordinò, senza nessuna inclinazione della voce, tenendo lo sguardo sul mio povero corpo bagnato -Deve stare sotto più tempo.-
Il ragazzo che mi teneva ferma, Dave penso, era perplesso, guardando per un attimo l'acqua tremolante della piscina del Central -Luke, ne sei sicuro?-
Il biondo annuì, guardandomi dritto negli occhi -Fino a quando non mi pregherà di smettere.-
Io avevo il respiro affannato, troppo poco ossigeno circolava nei miei polmoni per darmi la capacità di pensare correttamente.
Il ragazzo mi prese per i capelli e, sistemando meglio le ginocchia contro la mia schiena, mi immerse quasi completamente il viso.
Cercai di divincolarmi, ma Dave era forte, e mi impediva di compiere qualsiasi movimento.
Alla fine, dopo un tempo interminabile, tornai in superficie, iniziando a tossire e sputare acqua mentre quasi toccavo con la fronte il pavimento.
Luke lanciò uno sguardo d'intesa a Dave, che se ne andò lasciandoci soli.
Io nemmeno me ne accorsi, troppo impegnata a non affogarmi con la mia stessa saliva.
Luke si inginocchiò di fronte a me, prendendomi una ciocca di capelli bagnati tra le dita, strattonandomeli forte, così da avere il mio collo quasi contro il suo petto.
Non riuscivo a guardarlo, ma la sua stretta forte contro la mia mandibola mi costrinse ad alzare gli occhi verso i suoi.
Un azzurro più freddo del ghiaccio.
-Strana- mi chiamò, nessun'ombra di divertimento nella sua voce -Hai capito chi comanda qui?-
Non risposi.
Sentivo la scarica di rabbia scendere dalle sue dita e finirmi nelle ossa in contrapposizione al gelo della mia carne.
-Ti conviene rispondermi.- la sua stretta sul mio viso si fece più forte -Oppure saranno guai.-
Non volevo rispondere, era la mia unica fonte di ribellione a quella specie di dittatura che aveva Luke al Central.
Lui pretendeva e io non rispondevo, facendolo andare in bestia.
-Laila- il mio nome pronunciato da lui sapeva di disgusto, quasi fosse una brutta parola -Ti conviene ascoltarmi se vuoi sopravvivere qui dentro, hai capito?-
Annuii, non c'è la facevo più.
Sorrise -Quindi farai ciò che ti dico?-
-No.- la mia parola aveva un suono aspro, causato dal troppo silenzio.
La sua espressione si indurì, finendo in una smorfia.
Nemmeno la vidi, la mano togliersi dal mio mento e poi tornare violentemente contro la mia guancia, facendomi cadere ancora di più sul pavimento bagnato.
Luke si alzò in piedi, con la sua solita calma calcolata, sputando a terra -Non giocare con me, Strana, ti farò perdere qualsiasi cosa tu abbia.-
Non vedendo ancora nessuna reazione dal mio piccolo corpo freddo, lui si stancò, lasciandomi semplicemente lì a terra mentre usciva dalla piscina sbattendo la porta.
Non gli volevo dare la soddisfazione di piangere, e nemmeno quella di vedermi cadere per colpa sua.
Ma ora che lui non c'era, niente mi impediva di dare sfogo a tutta l'angoscia che c'era dentro di me, perché la mia vita ormai era fatta solo di quello da quando Luke Hemmings aveva messo piede al Central per la prima volta.
❗️❗️Mio angolo.
Non so che dire, tranne che ringrazio tutte le persone che hanno letto fino a qui e che vi chiedo gentilmente di dire che ne pensate. :)
Giulia.