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Autore: namelessjuls    27/04/2015    2 recensioni
-Al Central le cose sono due: o fai come dice lui o sei fuori, a te la scelta.-
-Le farò perdere ogni cosa, la farò impazzire come un giocattolo nelle mie mani.-
/contenuti forti./
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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1. One


Avevo sedici anni quando lui arrivò al Central, varcando la soglia del grande edificio bianco nelle sue Converse nere, tenendo su una spalla il borsone e una custodia sull'altra.

Un solo anno lo differenziava da me, ma vedendo i suoi occhi capivo che i suoi anni li aveva vissuti tutti.

Lo sguardo vuoto non si posò su niente e nessuno in particolare e non prese mai quella scintilla di vitalità tipica degli adolescenti. 

Non si scompose nemmeno quando gli assistenti sociali lo chiamarono "ragazzo difficile bisognoso di tante attenzioni" o "una croce per la società".

Lui era una di quelle persone che sapevano guardare.

Perché, anche se i suoi occhi restavano spenti e la sua espressione vuota, lui vedeva e capiva ogni cosa, e si prendeva nota di tutto ciò che potesse tornagli utile.

Lui era un calcolatore, uno che sapeva usare tutto ciò che aveva a disposizione per ottenere ciò che voleva, e ci impiegò esattamente tre giorni ad ottenere il favore di tutti al Central, e furono quattro quelli che utilizzai a capire che ero l'unica a non aver ancora accettato di essere nella sua cerchia.

Lui odiava non avere il potere, soprattutto su un anello debole come me, e io doverlo assecondare. 

-Più tempo.- Ordinò, senza nessuna inclinazione della voce, tenendo lo sguardo sul mio povero corpo bagnato -Deve stare sotto più tempo.-

Il ragazzo che mi teneva ferma, Dave penso, era perplesso, guardando per un attimo l'acqua tremolante della piscina del Central -Luke, ne sei sicuro?-

Il biondo annuì, guardandomi dritto negli occhi -Fino a quando non mi pregherà di smettere.-

Io avevo il respiro affannato, troppo poco ossigeno circolava nei miei polmoni per darmi la capacità di pensare correttamente.

Il ragazzo mi prese per i capelli e, sistemando meglio le ginocchia contro la mia schiena, mi immerse quasi completamente il viso.

Cercai di divincolarmi, ma Dave era forte, e mi impediva di compiere qualsiasi movimento.

Alla fine, dopo un tempo interminabile, tornai in superficie, iniziando a tossire e sputare acqua mentre quasi toccavo con la fronte il pavimento.

Luke lanciò uno sguardo d'intesa a Dave, che se ne andò lasciandoci soli.

Io nemmeno me ne accorsi, troppo impegnata a non affogarmi con la mia stessa saliva.

Luke si inginocchiò di fronte a me, prendendomi una ciocca di capelli bagnati tra le dita, strattonandomeli forte, così da avere il mio collo quasi contro il suo petto.

Non riuscivo a guardarlo, ma la sua stretta forte contro la mia mandibola mi costrinse ad alzare gli occhi verso i suoi.

Un azzurro più freddo del ghiaccio.

-Strana- mi chiamò, nessun'ombra di divertimento nella sua voce -Hai capito chi comanda qui?-

Non risposi.

Sentivo la scarica di rabbia scendere dalle sue dita e finirmi nelle ossa in contrapposizione al gelo della mia carne.

-Ti conviene rispondermi.- la sua stretta sul mio viso si fece più forte -Oppure saranno guai.-

Non volevo rispondere, era la mia unica fonte di ribellione a quella specie di dittatura che aveva Luke al Central.

Lui pretendeva e io non rispondevo, facendolo andare in bestia.

-Laila- il mio nome pronunciato da lui sapeva di disgusto, quasi fosse una brutta parola -Ti conviene ascoltarmi se vuoi sopravvivere qui dentro, hai capito?-

Annuii, non c'è la facevo più.

Sorrise -Quindi farai ciò che ti dico?-

-No.- la mia parola aveva un suono aspro, causato dal troppo silenzio.

La sua espressione si indurì, finendo in una smorfia.

Nemmeno la vidi, la mano togliersi dal mio mento e poi tornare violentemente contro la mia guancia, facendomi cadere ancora di più sul pavimento bagnato.

Luke si alzò in piedi, con la sua solita calma calcolata, sputando a terra -Non giocare con me, Strana, ti farò perdere qualsiasi cosa tu abbia.- 

Non vedendo ancora nessuna reazione dal mio piccolo corpo freddo, lui si stancò, lasciandomi semplicemente lì a terra mentre usciva dalla piscina sbattendo la porta.

Non gli volevo dare la soddisfazione di piangere, e nemmeno quella di vedermi cadere per colpa sua.

Ma ora che lui non c'era, niente mi impediva di dare sfogo a tutta l'angoscia che c'era dentro di me, perché la mia vita ormai era fatta solo di quello da quando Luke Hemmings aveva messo piede al Central per la prima volta.


❗️❗️Mio angolo.


Non so che dire, tranne che ringrazio tutte le persone che hanno letto fino a qui e che vi chiedo gentilmente di dire che ne pensate. :)
Giulia.
  
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