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Autore: Danya    28/04/2015    5 recensioni
L’alieno la squadrò da capo a piedi e Retasu avvampò sempre di più, pensando che il suo abbigliamento fosse ridicolo tanto quanto lei (fascia sulla testa, felpa grigia enorme, pantaloni della tuta e scarpe da ginnastica).
-Ecco cosa mi stavi nascondendo.
-Mi stavi seguendo? - domandò con voce stridula nascondendo il volto tra le mani.
-Retasu? Mi spieghi perché ti stai… martoriando?
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pai Ikisatashi, Retasu Midorikawa/Lory
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a chi non si accetta


A chi combatte contro se stessa


A chi impara ad amarsi


 
 
One , two three ... run !
 
Retasu si guardò attorno: Pai non c’era, era andato via presto quella mattina e dei vicini nessuno sembrava affacciato alle finestre.
Prese un bel respiro, chiuse la giacca a vento e aprì la porta di casa con passo un attimo insicuro e poi giù di corsa.
 
Aveva preso quella abitudine da due settimane circa. Aspettava che Pai uscisse oppure sgattaiolava fuori prima che si svegliasse e faceva un paio di giri del quartiere, passando per un parco vicino a casa a fare esercizi fisici.
Correva, faceva stretching qualunque cosa purché perdesse quei fastidiosi rotolini e riuscisse a perdere un po’ di peso.
Purtroppo erano più le volte che cadeva o si faceva male. Sudava parecchio e dentro quella felpa enorme si sentiva peggio, più goffa e meno appropriata.
“Ce la devo fare” si disse, piegandosi sulle ginocchia e riprendendo fiato, respirando a bocca aperta e pregando di non collassarsi.
-Ma che diamine stai facendo?
Sussultò tornando diritta e fissando un punto alla propria destra, notando con orrore Pai che la fissava stoico.
L’alieno la squadrò da capo a piedi e Retasu avvampò sempre di più, pensando che il suo abbigliamento fosse ridicolo tanto quanto lei (fascia sulla testa, felpa grigia enorme, pantaloni della tuta e scarpe da ginnastica).
-Ecco cosa mi stavi nascondendo.
-Mi stavi seguendo? - domandò con voce stridula nascondendo il volto tra le mani.
-Retasu?  Mi spieghi perché ti stai… martoriando?
La verde alzò lo sguardo incerto sul viola, che era a braccia conserte e la scrutava da sopra quella manciata di centimetri che li separava. Pai aggrottò la fronte, attendendo una riposta ma Retasu non resistette e corse via verso casa, vergognandosi come una ladra.
Si tuffò sotto la doccia, nella speranza di annegarci, ma dopo pochi minuti, seppur ancora dolorante ne uscì viva e vegeta e dopo essersi rivestita, provò a frizionarsi i capelli con fare nervoso.
Pai l’aveva colta in flagrante.
Sentì bussare alla porta e poi la voce ovattata del giovane la raggiunse –Retasu? Va tutto bene?
-… va via! - pigolò distrutta.
-Sto entrando- avvisò, per poi aprire lentamente la porta e fissarla con fare circospetto –Che succede?
Retasu evitò con cura lo sguardo ametista e continuò a frizionarsi i capelli.
Pai sbuffò, entrando nel bagno e togliendole l’asciugamano dalle mani e continuando al posto suo.
Le tamponò il capo con delicatezza, massaggiando i capelli e aspettando pazientemente che la ragazza cominciasse a parlare.
-Mi spiace essere scappata- mormorò.
-Non capisco il perché, poi.
-…mi sono vergognata.
Pai lasciò l’asciugamano sul lavandino e la fissò circospetto –Perché?
Retasu avvampò e poi prese un bel respiro.
Tanto valeva essere sinceri e se Pai l’amava come affermava, non l’avrebbe aggredita e l’avrebbe solo ascoltata.
-Ho visto come… guardavi Zakuro- disse d’un fiato.
-…come? - Pai sgranò gli occhi con fare scioccato, cercando di capire se avesse sentito bene.
-Quando siamo andati… in piscina- disse a bassa voce Retasu –Infondo, lei è una modella. Starebbe bene anche con un sacco addosso.
Pai ricollegò l’episodio a meno di due settimane fa, quando erano tutti andati in piscina.
Gli era sembrato che Retasu si fosse trovata a disagio, ma riteneva fosse per l’incapacità naturale della verde di nuotare, tanto che era stata praticamente sempre a bordo piscina e si era arrischiata a nuotare solo con lui vicino.
-Retasu, come guardavo Zakuro? - domandò rassegnato, iniziando a capire.
Retasu si portò una ciocca dietro l’orecchio –Come fosse una bella donna- mormorò imbarazzata.
Un sopracciglio di Pai guizzò pensoso –Ma Zakuro è una bella donna.
La frase lasciò Retasu di stucco in un primo momento, poi si sentì imbarazzata e piena di vergogna –Ecco, lo sapevo- piagnucolò, abbracciandosi il busto –Mi spiace, mi spiace tantissimo!
-Aspetta… per cosa? Non capisco…- Pai la prese per le spalle, fissandola con attenzione –Retasu, mi dici che succede?
La ragazza alzò gli occhi blu lucidi su di lui –Mi spiace di essere tanto… così… io…
-Non tartagliare- implorò seccamente.
-Mi spiace essere così! - disse chiudendo forte gli occhi e stringendosi ancora di più su se stessa –Non sono un tipo atletico. Ho preso peso, sono goffa… non … non posso mettere un sacco di vestiti che mi stanno male… e… e…
-E’ per questo che hai provato ad ammazzarti con una corsa? - domandò seccato e schioccando la lingua –Ti rendi conto che rischi solo di farti male?
Retasu fissò Pai che aveva stretto le labbra in una linea dura –Credi che io guardassi Zakuro per questo motivo?
-E allora per cosa? - ribatté lei, scuotendo il capo.
-Neanche mi ricordavo di averla fissata- disse scrollando le spalle. Le aggiustò un ciuffo di capelli ancora bagnato –L’esercizio fisico cosa rappresenta?
Retasu respirò a fondo col naso –Forse se dimagrissi…
-Tu vai benissimo così- la tagliò Pai, sfiorandole appena una guancia –Ora asciugati i capelli o ti verrà un malanno- disse con fare perentorio, lasciandola nuovamente sola.
Retasu si sedette sul cestino dei panni sporchi, strofinandosi gli occhi con una mano.
“Che figuraccia!”
 
Uscì dal bagno molto dopo.
Aveva asciugato i capelli ma era rimasta molto tempo a fissarsi allo specchio, maledicendosi per non aver mai partecipato a club sportivi o non aver praticato alcuno sport.
Neanche quando era una Mew Mew si era mai allenata, aumentando così la propria pigrizia e aumentando il peso.
-Pai…? - domandò incerta, sentendo la casa silenziosa.
-Sono qui.
La voce proveniva dal salotto e Retasu scese incerta per poi rimanere bloccata sulla porta del salotto.
Pai aveva indossato una vecchia maglia a maniche corte blu scuro che aderiva al busto asciutto e un paio di pantaloni larghi simili a quelli della tenuta da battaglia.
Era seduto sulla poltrona con l’espressione pensosa e invitò con un cenno del capo la ragazza a sedersi accanto a lui.
-Retasu- la squadrò da capo a piedi –Veramente credevi che non me ne fossi accorto?
Retasu abbassò le spalle, mortificata –Speravo di no- ammise.
Pai girò gli occhi al cielo –Credi che io possa sentirmi attratto da Zakuro?
Retasu annuì lentamente, guardandolo con aria grave.
-Sono…- deglutì, prendendo a torturarsi una ciocca di capelli -… siete tutti così attivi. Fate esercizio fisico, disciplina. Io sono invece…- si mirò la punta dei piedi, mordendosi il labbro -… tu stai così bene. Sei… perfetto. Sempre in forma… - disse, lanciando uno sguardo al bicipite scattante
Pai le diede un colpetto sulla testa, facendogliela alzare –Io sono un soldato, ti ricordo. Tu no.
-Ma…
-Per me è normale allenarmi, anche in tempo di pace. Dai troppa importanza al tuo aspetto- la guardò seriamente –Non ti facevo così superficiale.
Retasu avvampò, sentendosi sempre più umiliata.
Superficiale.
Era così che appariva in quel momento?
-Se fossi interessato a qualsiasi altra donna, non sarei qui- disse in tono più dolce, cingendole la vita e portandola stretta al petto. Le sfiorò i capelli con le labbra –Tu sei perfetta.
-Ma…- Retasu si pizzicò il fianco, prendendo un po’ di pelle in eccesso –E questo allora? Come fa… a piacerti?
Pai la guardò con espressione maliziosa –Se non ci fosse io a cosa mi aggrapperei? - le domandò con voce roca e penetrante mentre le sfiorava la guancia.
Retasu arrossì, per un motivo diverso quella volta e lo fissò con circospezione –Quindi…?
-Vai benissimo così- ripeté. Pai si mise in piedi e la fece alzare –Ma se vuoi fare esercizio fisico, va benissimo, ma lascia che ti aiuti.
Retasu lo fissò confusa –Eh?
-Non puoi pensare di fare un allenamento intensivo se riesci a camminare per un paio di chilometri a fatica- le disse –Io ti posso aiutare.
Retasu fissò un attimo il torace scolpito e le braccia muscolose, deglutendo.
Quante volte aveva visto quel corpo marmoreo quante volte si era chiesta quanto si fosse allenato?
Infondo era un soldato, come le aveva ricordato e tutto in lui trasudava sicurezza e allenamento.
Pai si accorse dello sguardo di Retasu che indugiava e ricambiò lo sguardo con fare neutro –Allora?
-Da… da cosa cominciamo? - domandò incerta.
-Dalle base. So già quanto sei snodata, voglio vedere quanto sei resistente- le disse –Andiamo e…
-No aspetta! - Retasu gli poggiò le mani sul braccio, fermandolo.
Deglutì e poi alzò lo sguardo, osservandolo da dietro le grandi lenti –Io… ti vado veramente bene così?
Pai annuì, quasi seccato e Retasu sorrise –Allora… la mia esperienza atletica finisce qui- azzardò.
Pai era un soldato e certo il suo “allenamento base” non era quello di una persona comune: forse era meglio non arrischiarsi.
Pai le sorrise e Retasu gli circondò l’ampio petto con le braccia –Scusa per non averti parlato subito.
Pai le accarezzò i capelli lungo la schiena.
-Se sto con te, non è per…come sei fuori - le sussurrò a disagio e Retasu sapeva quanto gli costava dire quelle cose e non poté che sentirsi lusingata –E io ti trovo perfetta come sei. Mi piaci e mi ecciti- sussurrò alla fronte e cercando subito dopo la bocca di della verde.
Retasu sorrise contro le labbra dell’alieno e Pai le pizzicò il fianco per poi stringerlo con la mano grande e bollente, stringendola di più a sé.
Le ghermì il collo, strappandole un gemito trattenuto a stento tra le labbra strette e mormorò a bassa voce –E se facessimo un po’ di esercizio qui?
La mano passò sulla natica e Retasu asserì con un altro gemito mentre l’alieno cominciava a toglierle gli indumenti di troppo.
 
**
 
La OS è finta =) non so cosa vi potevate aspettare ma vista l’ora… xD
Ultimamente ho ripreso a fare esercizio fisico, seguendo anche una famosa serie di esercizi che gira sia su fb che sul web (della qual però non faccio il nome). Diciamo che sono un tipo essenzialmente pigro ma ho la fortuna di avere il mare vicino e quindi una corsetta sulla spiaggia la mattina riesce a non distruggermi.
Diciamo anche che, sicuramente non sono l’unica, un po’ tutti ci guardiamo allo specchio pensando “Ah, se fossi così… cosà…”.
Per mia fortuna sono circondata da amici/fidanzato pigri tanto quanto me e col tempo ho imparato ad accettare che la forma perfetta non esiste e che se voglio allenarmi lo faccio solo per questioni di salute, non per compiacere alcuna persona diversa da me. Era questo il messaggio che avrei voluto passarci, e spero di esserci riuscita.
Un grosso in bocca al lupo a chi si esercita per la forma costume… io ho già la mia forma… infondo la sfera è una forma più che accettabile XD
 
Un abbraccio,
Danya
   
 
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