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Autore: mvkeobsessed    28/04/2015    2 recensioni
“Di solito non m’importa di quello che fanno gli altri; ma tu sei strano…cioè, molto strano..”
(Dragon Trainer, Astrid ad Hiccup)
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Perchè un giorno lo seguì. Quello che vidi quel giorno era la ragione.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"NON SONO INUTILE!"

 

Non ho mai pensato che Hiccup fosse inutile.
Voglio dire, certo, era goffo, incline agli incidenti, ma inutile? No, certo che no. Io credo che nessuno sia inutile nello schema della vita. Noi tutti abbiamo il nostro scopo. Pure Hiccup ne aveva uno, me lo sentivo. C'è voluto molto tempo per capirlo, c'è voluto un colpo fortunato, una Furia Buia ferita e la perdita di un piede per farlo capire a tutti noi. Fino ad allora, Hiccup era stato etichettato 'inutile'. 
Il suo riscatto mi ha fatto pensare a tutti gli insulti che si era beccato.
Era accaduto circa tre mesi prima che Hiccup incontrasse Sdentato.
Aveva sempre cercato di incontrare e inserirsi nel gruppo dei suo cotanei. Noi si solito lo ignoravamo. Ma quel giorno, quell'unico giorno in cui abbiamo finito l'allenamento prima, decise di portare insieme uno strano aggeggio. Accompagnato da un sorriso da un orecchio all'altro. Gli altri avevano un atteggiamento di profondo disprezzo nei suoi confronti, io semplicemente facevo del mio meglio per ignorarlo. Quella era stata la mia politica fino ad allora. Non ho mai avuto un contatto visivo con lui. Fingevo quando lo natavo fassarmi dalla fucina.
Per quanto mi riguardava, Hiccup Horrendous Haddock III non esisteva.
Ma non era per niente facile da ignorare, in quanto Hiccup Horrendous Haddock III era anche un bel gran chiacchierone. 
Quel giorno ci stava mostrando con la sua bella parlantina quel suo arnese. Non capii neanche a che cosa servisse. Non prestavo attenzione. Ma dopo pochi minuti di chiacchiere eccitate, sentii uno strano suono e alla fine decisi di guardarlo. L'aggeggio sembrava aver sparato un piccolo picco di legno con velocità impressionante, colpendo l'elmetto di Moccicoso. Hiccup guardò il caschetto di Moccicoso molto imbarazzato.
"Sì, bhé...questa è l'idea in generale, ho bisogno ancora di lavorarci." disse, mostrando un sorriso sbilenco, cercando anche di scusarsi.
"Ed è per questo che tutti ti chiamano Inutile. Perchè non puoi semplicemente sparire?" sogghignò Moccicoso, togliendosi l'elmo per controllarlo.
"Sì, tanto nessuno lo noterebbe." aggiunse Testa Bruta con una risatina.
"A parte per tutte quelle volte in cui provochi incidenti. La gente ti nota." precisò il gemello, Testa Di Tufo.
"Molto divertente." si accigliò Hiccup, recuperando il congegno "Un giorno inventerò qualcosa di utile e non lascerò utilizzarlo a nessuno di voi. Dovrete fare...qualsiasi cosa....a mano!"
Moccicoso si mise le masi al viso, in segno di finto orrore:"Oh no! A mano?! Non dire così!"
"Sì...e vorrò vederti quando tutti lo useranno....vedrai cosa farò. Vedrete!" continuò Hiccup, cercando di guadagnarsi un po' di fiducia, ma sembrava che lui stesse affrontando un esercito di Incubi Orrendi, piuttosto.
"Sì, ci crederò quando lo vedrò." ridacchiò Moccicoso "Ma anche se inventerai qualcosa di funzionante, sarà comunque inutile: è quello che sei."
"Una volta inutile, per sempre inutile." aggiunse Bruta.
"Grazie per questa sintesi illuminante." Hiccup strinse gli occhi a due fessure, prese l'aggeggio sotto braccio e finì:"Vado a essere inutile da qualche altra parte."
"Buon piano!" disse Moccicoso alzando il pollice in segno di accordo. 
Hiccup sbuffò prima di correre via. Lo guardai andare con quello che sospettai fosse una strana espressione sul viso. Il modo in cui la sua voce aveva tremato leggermente quando aveva detto quelle ultime parole mi hanno fatto spuntare molte domande. Mi alzai e lo seguii.
"Dove stai andando?" mi chiamò Moccicoso "Ho pensato che potremmo incontrarci dopo la..-"
Non sentii il resto di quello che disse perchè le spesse porte della Grande Sala si chiusero dietro di me. Hiccup era stato piuttosto veloce quindi fu una fortuna notare una camicia verde leggermente al di sotto dalla folla di vichinghi. Mi era quasi  sfuggito dal campo visivo un paio di volte, ma alla fine lo vidi entrare nella foresta da solo, vicino a Capo Corvo. Strisciai dietro di lui, decisa a seguirlo. 
Non so davvero il perchè lo feci. Era il modo in cui la sua voce aveva tremato nelle ultime parole? Il rosso che era apparso sul suo volto prima di andarsene? Il modo in cui le sopracciglia erano aggrottate in segno di determinazione? Qualcosa in lui mi aveva reso terribilmente curiosa.
Restò completamente in silenzio. Potevo udire solo il rumore dei suoi passi, mentre spezzavano ramoscelli e calpestavano le foglie. Io ero la più silenziosa possibile e non credo capì mai che fossi lì.
Una volta abbastanza lontano dal villaggio, si fermò all'improvviso. Mi nascosi e lo guardai, chiedendomi che cosa facesse. 
Lui guardò l'albero di fronte a lui, aggrottando ancora le sopracciglia.
"Io non sono inutile." disse "Non lo sono. Sono solo...solo..."
Improvvisamente gettò la sua invenzione a terra, facendola rompere con un orribile rumore. 
Trasalii e strisciai dietro un albero, scrutandolo con un solo occhio in modo da non essere visibile.
Hiccup, intanto, calpestò quello che restava della sua invenzione un paio di volte, distruggendola completamente.
"Stupido aggeggio." disse, calciano quel legno scheggiato "Non riesco a fare nulla di buono!"
Una volta che il congegno fu completamente rovinato, si appoggiò all'albero più vicino, ansimando leggermente. Un ramo appeso verso il basso vicino al suo viso, venne sbattuto fuori strada da un suo colpo. Il legno scattò indietro, colpendolo sulla guancia e lasciandogli un piccolo taglio. Lui ringhiò e si voltò, lanciando all'albero uno sguardo di profondo disprezzo.  Diede un calcio, il più potente che poteva, al tronco e barcollò all'indietro, grugnendo dal  dolore.
Improvvisamente, tirò fuori dalla cintura un pugnale non molto piccolo. Non so da dove lo prese (probabilmente dalla fucina), ma da quel giorno sperai di non rivedere più Hiccup usarlo in quel modo.
"Li faccio federe io. " borbottò "Io non sono inutile."
Lo guardai oscillare e  colpire il tronco. Si provocò un forte rumore, ma il colpo non danneggiò quasi niente, se non un'ammaccatura sul quel legno scuro. Non scoraggiato dal primo colpo, Hiccup continuò oscillando e colpendo con tutta la sua forza. Faticò per lo sforzo, ma il suo duro lavoro si concluse con il misero risultato di un piccolo pezzo di legno tagliato e tanto sudore. Irritato, si asciugò la fronte con la manica della camicia e si fermò a guardare il suo progresso, o meglio, la mancanza di esso.
"Dai." ringhiò con voce sempre più forte "Finiscilo!"
Tirò più forte che poteva, ma l'albero non si scompose minimamente.
"Dai!" gridò con voce rotta orribilmente "Andiamo! Dovresti essere caduto da un pezzo!"
All'improvviso, cominciò a colpire il tronco un po'ovunque, senza seguire i segni lasciati in precedenza. Mentre mutilava la corteccia urlava.
"Io non sono inutile!" ruggì contro l'albero "NON SONO INUTILE!"
Fece cadere il pugnale a terra,e continuò a strappare la cotreccia con le sole mani. Battè i pugni contro il tronco, che rimase immobile. Nessuna quantità di spinte, calci o pugni contro l'albero sarebbero servite a far staccare il più piccolo frammento possibile.
"DAI!" urlò "CADI!"
Potevo quasi sentire l'angoscia che irradiava il suo corpo, anche da molto più lontano da dove fossi nascosta.
Suo padre avrebbe potuto abbattere quell'albero con due o tre colpi d'ascia. E avrebbe potuto portarlo al villaggio con una sola mano. Proprio come la maggior parte degli uomini e un buon numero di donne.
Ma lui no.
"Stupido, stupido...."urlò "Ce la posso fare! IO SONO UN VICHINGO!"
La sua energia finì. Proprio una frazione di secondo prima di crollare contro l'albero, portrei dire io. Afferrò i capelli tra le mani, oramai sfigurate da tagli e lividi di tutti i tipi. Potevo sentire la sua voce alta e il suo respiro arrabbiato riecheggiare nella foresta. Poi ci fu improvviso silenzio. Girò la testa di scatto e guardò nella mia direzione. Mi nascosi completamente, all'istante. Dopo pochi secondi, a quanto pare, si convinse di non aver visto nulla, raccolse il pugnale e tornò al villaggio, con uno sguardo come stesse trasportanto un grosso peso sulle spalle. Dopo tempo, che potevano essere ore, ma anche minuti, ritornai anch'io al villaggio. Lui era scomparso tra la folla.
Mi fermai appena al di fuori delle case e del viavai della gente. Non ero pronta per affrontarli. Tutto quello che avevo visto quel pomeriggio, lo continuavo a rivivere più e più volte nella mia mente. 
Avevo sempre pensato che Hiccup fosse solo un tipo sarcastico, goffo. Ma poi, scattò qualcosa.
Certo, lui era goffo, pareva non avere nessun coordinamento. Questo non lo aiutava e io, per prima, lo avevo usato contro di lui. Ma il sarcasmo...quella era una difesa. Gli unsulti e le beffe costanti gli facevano male...e lui aveva bisogno di un modo per deviare quel dolore. E dal momento che non poteva usare i suoi pugni, usava le sue parole.
Credo che sia stato quello il giorno in cui iniziai veramente a conoscere Hiccup. Non provavo niente al di sopra di una simpatia, non ancora per lo meno. Quello è scattato molto più tardi, dopo aver visto veramente chi era e tutto il suo poteziale. Ma l'ho capito. 
Promisi a me stessa che non mi sarei mai più unita ai cori dispreggiativi nei confronti di Hiccup con gli altri ragazzi. Io lo dovevo spingere un po', aiutarlo quando potevo.
Hiccup a volte mi chiedeva il motivo per cui io ero così dura con lui durante gli allenamenti anti-drago. Perchè avevo sempre dato un sacco di attenzioni ai suoi errori e costantemente li sottolineavo. Il perchè mi ero così arrabbiata quando sembrava che stesse solo scherzando e non prendere sul serio quegli allenamenti. 
Perchè un giorno lo seguì. Quello che vidi quel giorno era la ragione.
Mi sentivo come se potessi far qualcosa per non farlo sentire inutile, anche se fui semplicemente dura con lui. Ebbi sempre la sensazione che avesse nascosto potenziale. Ma non sapevo quanto. E, anche se in realtà non lo dicevo, ero molto orgogliosa di lui per aver trovato qualcosa in cui eccelleva, scoprendo che non era inutile, dopo tutto, anche senza il mio incitamento.
Non gli ho mai raccontato questo storia.
Non sono sicura che mai lo farò.

 




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Spazio Autrice:
Ciao a tutti, popolo di questo fandom.
Allora, come vi è sembrata questa mia prima ff? Spero vivamente che vi sia piaciuta.
Già dalla mia prima visione di questo (a dir poco fantastico, secondo me) film, ci sono rimasta veramente male dal trattamento riservato ad Hiccup. Come faceva a non esplodere? Non ne ho idea. Io non sarei rimasta così "tranquilla", sempre se così si può definire, di fronte a quelle prese in giro. In questa short, il mio Hiccup si è riscattato.    ù.ù
Credo che sia abbastanza chiaro (però mi piace ribadire. Sì, lo so di essere rompi C: ), a parlare in prima persona è Astrid, un paio d'anni dopo il primo film, tre o quattro, ma anche dieci o venti, è indifferente, mentre il flashback è vissuto prima del film, al quale ci sono vari accenni verso la fine del brano. 
Per qualcunque chiarimento (perchè sono disordinatissima, ma sto cercando di migliorarmi), recensite pure.
Baci, 
Ross_El_Lla

   
 
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