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Autore: Erisachan    29/12/2008    2 recensioni
Brian odiava Halloween, non ricordava di averlo mai amato in vita sua, nemmeno quando era bambino e la mamma lo vestiva da pirata, fantasma o uno dei supereroi random che andavano di moda quell'anno e soprattutto non amava intagliare la zucca, non gli piaceva quell'arancione troppo acceso che finiva immancabilmente per macchiargli le mani.
Genere: Generale, Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Brian.M/Matthew.B
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Trick or Treat?




Brian odiava Halloween, non ricordava di averlo mai amato in vita sua, nemmeno quando era bambino e la mamma lo vestiva da pirata, fantasma o uno dei supereroi random che andavano di moda quell'anno e soprattutto non amava intagliare la zucca, non gli piaceva quell'arancione troppo acceso che finiva immancabilmente per macchiargli le mani.
Non gli piaceva girare per tutta la giornata suonando di porta in porta facendo la solita stupida domanda e ricevendo la risposta di sempre, nessuno amava gli scherzi in Lussemburgo, in compenso pareva che tutti amassero il cioccolato e i dolci in generale.
A Brian non piacevano neanche quelli, lui i dolci non li mangiava, suo fratello Barry però sì, quindi andavano insieme: lui Barry e sua madre - suo padre era troppo impegnato per giocare coi bambini - e tornavano sempre con borse piene di dolci che finivano per riversarsi sul letto - e nella bocca - di suo fratello, dove non duravano più di qualche giorno.
A Brian di Halloween piaceva solo la notte, perchè a quanto pareva gli adulti la festività la vivevano a quell'ora, con vestiti più corti e dolci diversi, ma l'importante era che non passava anno senza quella serata libera, una serata che durava fino al mattino.

Quando erano troppo piccoli per rimanere soli i genitori li lasciavano con la babysitter, la classica ragazzina che cerca solo di arrotondare la paghetta settimanale che gli danno i genitori con qualche lavoretto extra, solo che la dolce ragazzina di turno si rendeva conto sempre troppo tardi di aver sbagliato casa e bambini.

Barry e Brian si assomigliavano come due gocce d'acqua, erano tutti e due mori, pallidi e con occhi così chiari da sembrare angelici e lo stesso sorriso diabolico nascosto dalla medesima aria innocente.
Come in ogni famiglia che si rispetti i genitori erano lungi dal solo sospettare quello che i loro ragazzi potevano combinare se lasciati soli, per loro i figli erano due bravi ragazzetti che andavano d'accordo e si dividevano i dolci rispettosi delle regole di casa.
Quello che ignoravano era che più dei dolci gli piacevano gli scherzi e soprattutto che più che riceverli piaceva organizzarli.
Ormai dopo anni di esperienza avevano affinato le tecniche, sapevano fino a che ora gli adulti sarebbero stati fuori e anche come raggirare la babysitter inducendola a pensare che i genitori amassero troppo i figli per accettare le critiche della prima venuta su presunti scherzi dei quali ogni possibile traccia era già stata cancellata dai suddetti in tempi record.
Quindi la malcapitata veniva sottoposta ai soliti scherzi di rito, non gliene risparmiavano uno, dalla carta igenica allo scheletro nell'armadio fino ad arrivare all'immancabile ragno di gomma sulla spalla.

Quando diventarono abbastanza grandi per poter restare soli, era immancabile annuire ad ogni raccomandazione paterna o materna che fosse e incrociare le dita dietro la schiena ad ogni promessa che sapevano già non avrebbero mantenuto.
Halloween si era trasformata presto dalla serata dove facevano impazzire qualcuno alla serata del andiamo a fare i pazzi per le strade.
Erano anche gli anni in cui la differenza di età cominciava a farsi sentire e la differenza di pensiero era anche più tangibile.
A Brian Halloween cominciava ad annoiare davvero, di travestimenti ne usava già abbastanza durante gli altri 364 giorni dell'anno, a partire dalla divisa scolastica finendo al sorriso con cui si rivolgeva a suo padre - indipendentemente dall'argomento - nelle rare cene di famiglia.
Era stufo anche di scherzi, stufo di riceverne e troppo stanco e scazzato per vendicarsi, o forse solo troppo e basta, troppo per ribattere a quello che una vendetta avrebbe causato.
A 15 anni, in una scuola dove tuo fratello maggiore non è più lì a pararti il culo e tu hai una lingua troppo lunga per qualunque protettore si fosse fatto avanti, la vita era decisamente una merda. Se poi ci si voleva aggiungere che il tuo aspetto e il tuo modo di vestirti urlavano finocchio da ogni lato ti si guardasse, la scuola non poteva essere davvero il tuo luogo preferito.
Quel primato se lo aggiudicavano da sempre le quattro mura e la porta munita di chiave che formavano la sua stanza, con i poster, lo specchio e il cassetto col doppio fondo per i rossetti e un mascara che a un ragazzo normale davvero poco si addicevano, ma in fondo Brian normale non lo era mai stato ne aveva mai ambito a diventarlo.
Per questo la notte di Halloween salutava suo fratello davanti a casa fintamente diretto nella direzione opposta quando invece l'unico posto in cui si recava era un giro solitario dei quattro angoli che componevano il suo vicinato, per poi tornare a casa rintandosi nella sua stanza a rimuginare sul fatto che Barry non è più come prima da quando ha quella biondina sempre tra i piedi, di quanto suo padre invece sia rimasto la solita figura di sempre e nient'altro che quello, la persona con cui prendersela per i rimproveri, quello con cui litigare quando le cose non vanno e non hai altri su cui sfogarti, ma Brian di poter ferire il padre non si è mai preoccupato, dopotutto è sempre stata una cosa reciproca.
Della madre non si cura, Brian non litiga con Abigail, Brian mangia con lei, le da le pagelle e la saluta prima di andare a dormire, ma non ci parla, non ci ha mai parlato e non gli importa rimediare, Brian ha sempre le cose importanti le ha sempre dette a Barry.
Ma eravamo a un Brian quindicenne coricato nella sua stanza la notte di Halloween,coricato a fissare il poster di Bowie appeso di fronte al letto, a pensare e decidere, pensare e rimuginare sulle sue decisioni, pensare e cambiare idea ogni 5 minuti.
Brian durante l'autunno dei suoi 15 anni era un adolescente in tutto e per tutto, forse più eccentrico, egocentrico e solitario ma spaventato dalla vita come tutti gli altri e allo stesso modo - o forse più intensamente - desideroso di cambiarla con una migliore.

Londra.
Londra è diversa.
Londra è....piena.
A Londra puoi incontrare milioni di tipi diversi di persone tutte dirette nella stessa direzione come se fosse la cosa più normale del mondo.
A Londra puoi camminare per strada con i tuoi 18 anni, i tuoi vestiti che sembrano sempre più quelli di una donna e sul viso il trucco che di donna è sempre stato.
A Londra non ci sono tua madre, tuo padre e il loro orticello fatto di terra intrisa d'ipocrisia.
A Londra non c'è neanche Barry e per questo hai un pò più paura.
A Londra puoi studiare quello che vuoi o puoi fare finta pur continuando a frequentare un università che ti accetta più di un liceo fatto di uniformi e ragazzi tutti uguali dove l'unico a sentirti diverso eri tu.
Poi scopri che anche in quella città ci sono gli stessi stronzi che trovi in Lussemburgo e allora ti senti un pò più spaventato e meno sicuro di te.
A Londra però ci sono anche persone che vogliono ronzarti intorno, chi per una scopata, chi per tentare di diventare un amico, chi per pura curiosità rivolta a un nuovo venuto con un faccino niente male e un culo ancora meglio.
Ma Londra non è casa tua e forse ci vivi meglio proprio per quello, forse ci vivi meglio proprio perchè non sei costretto a vedere le cose come ti veniva imposto prima.
A Londra puoi incontrare un vecchio compagno di scuola e pensare che dopotutto, basket a parte non è poi così tanto male e senti che puoi anche tenertelo a fianco per un pò di tempo, soprattutto perchè sembra che si interessi di cose diverse ora, gira con una chitarra, l'aria spavalda e un giubbotto in pelle che vorresti comprarti anche tu un giorno di questi.
A Londra si festeggia lo stesso Halloween di sempre, fatto di bambini mascherati e di feste per adulti alle quali ancora non ti senti di partecipare.
A Londra ad Halloween fanno la stessa domanda di sempre ma a 18 anni, in un paese che non è il tuo hai qualcuno a cui rispondere e ti sembra una festa meno brutta e inutile.

A quasi 35 anni di feste per adulti Brian ne ha viste milioni.
Di Halloween ne ha trascorsi tanti da solo e molti di più in compagnia.
Con una carriera avviata, un fratello sposato con una biondina e due figli a riempirgli la casa, due genitori con i quali ancora non parla ma del cui giudizio ha smesso di preoccuparsi, l'amico avvicinato a Londra e mai più lasciato che ora indossa un giubbino diverso ma dello stesso tessuto e un uomo al suo fianco, un uomo che diceva di odiare, un Matthew come se ne trovano tanti a Londra, ma l'unico Matthew al quale ha permesso di restargli affianco, lo stesso uomo che ha appena bussato alla sua porta - in tempo per la cena di Halloween che si erano ripromessi di passare da soli una volta tanto - un sorriso negli occhi, un sacchetto di dolci nella mano alzata fino al viso e sulle labbra la domanda di ogni anno.

"Trick or Treat?"

- Fine -

Erisa "Contest Halloween Party '08"




Note di fine storia.... questa storia nasce per un contest e muore anche per un contest ù.u", il tema è Halloween e il prompt era Trick or Treat?
Come ne sia venuta fuori sta cosa resta un mistero, come sempre è stata scritta di getto con l'aiuto della canzone giusta. Ovviamente si ringraziano i Placebo per la canzone giusta, come sempre.
Buon anno a tutte/i ^-^
   
 
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